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Auto aziendali, vulnerabili, bonus frigo: via libera della Camera alla fiducia sul decreto bollette. Ecco le novità
Riduzione del costo dell’energia per le impresePreviste misure di riduzione del costo dell’energia per le imprese: da un lato, si dispone la destinazione, per il 2025, di 600 milioni di euro per il finanziamento Fondo per la transizione energetica nel settore industriale. Dall’altro, si prevede un’agevolazione per la fornitura di energia elettrica per i clienti non domestici in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 16,5 kW, rappresentata dall’azzeramento per un semestre della parte della componente ASOS (la componente degli oneri generali di sistema a sostegno delle energie da fonti rinnovabili).Dall’aumento gettito Iva dal prezzo del gas sostegno ai vulnerabiliL’eventuale maggior gettito Iva derivante dall’aumento del prezzo del gas è destinato a misure di sostegno per le famiglie e le microimprese vulnerabili al fine di contenere il maggior onere da queste sostenuto per la fornitura di gas naturale ed energia elettrica derivante dall’aumento del prezzo internazionale del gas naturale sul costo finale di tali prodotti.Salvaguardia per le auto aziendaliApprovato, con un emendamento dei relatori, il salvagente per le auto aziendali: i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e «concessi in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025», saranno esclusi dal nuovo sistema di tassazione dei fringe benefit introdotto dalla manovra.Piscine, un contributo per il costo dell’energiaArrivano, su sollecitazione di Forza Italia, anche 10 milioni in più nel 2025 «per l’erogazione di contributi a fondo perduto» per ridurre il costo dell’energia di impianti natatori e piscine energivori gestiti da associazioni e società sportive iscritte nel registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche.Offerte più trasparentiCon lo scopo di aumentare la trasparenza e la confrontabilità delle offerte di energia elettrica e di gas ai clienti finali domestici sul mercato libero, in maniera da consentire un’agevole leggibilità delle offerte e dei contratti, saranno previsti documenti tipo dei quali i fornitori di energia elettrica e gas sono tenuti ad avvalersi ridotti e semplificati i componenti dei corrispettivi applicabili nei contratti al dettaglio di energia elettrica e gas. Si prevede il ricorso ai poteri sanzionatori di Arera. LEGGI TUTTO
Milano, inchiesta urbanistica scuote la politica
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Via libera del Senato al decreto acconti Irpef: ecco le novità
Ascolta la versione audio dell’articoloDisco verde dell’Aula del Senato al Dl che detta disposizioni in materia di acconti Irpef dovuti per l’anno 2025. Il provvedimento passa all’esame della Camera, per essere convertito in legge entro il 22 giugno. Il Dl interviene per rendere coerente la normativa dopo che la legge di bilancio 2025 ha stabilizzato le nuove aliquote Irpef e l’ampliamento della no tax area. In particolare, si limita al solo 2024 la norma che escludeva la rimodulazione Irpef dal calcolo degli acconti. Viene riassestato lo squilibrio creato con la riforma fiscale 2023, che aveva ridotto le aliquote Irpef e alzato la no tax area per i lavoratori dipendenti, ma solo per il 2024. Il Governo interviene per correggere la stortura normativa riguardante il calcolo degli acconti Irpef per l’anno in corso. La misura, composta da due articoli, è già in vigore dal 24 aprile e punta a garantire coerenza tra la nuova struttura dell’Irpef – entrata a regime con la legge di bilancio – e le modalità di pagamento degli anticipi fiscali.Impatto sui contribuentiIl decreto elimina la vecchia regola per il 2025: gli acconti dovranno ora essere calcolati usando le nuove aliquote e detrazioni in vigore. Una decisione che riguarda circa 2,2 milioni di contribuenti, principalmente lavoratori autonomi o soggetti con redditi non da lavoro dipendente o pensione. Per la grande maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati non cambia nulla: le nuove aliquote erano già state “assorbite” nei calcoli delle ritenute Irpef 2025. Per gli altri, il cambiamento comporta una riduzione degli acconti dovuti nel 2025 (pari a 245,5 milioni di euro), con un recupero previsto nel saldo del 2026.Loading…I principali contenuti del DecretoIl comma 1 stabilisce che il calcolo dell’acconto Irpef 2025 deve tener conto delle nuove aliquote e detrazioni stabilite dalla riforma, limitando l’applicazione della norma transitoria solo al 2024. Viene confermata la nuova detrazione di 1.955 euro per redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro (esclusi i pensionati). Si precisa che solo circa 2,2 milioni di soggetti su 37,8 milioni sono realmente tenuti al versamento degli acconti Irpef. Per i lavoratori dipendenti e pensionati, invece, il maggiore acconto è già stato “assorbito” nel 2025, quindi nessun impatto reale. Per gli altri contribuenti (con redditi non da lavoro dipendente o pensione), l’effetto è uno spostamento di gettito: minori entrate nel 2025 (-245,5 milioni) e maggiori nel 2026 (+245,5 milioni). Il Mef, con comunicato del 25 marzo 2025, ha precisato che la norma vale solo per chi ha debiti Irpef residui superiori a 51,65 euro. Infine i commi 2–4 riguardano la copertura finanziaria: aumento di un fondo del Mef per il 2026 (+245,5 milioni); con riduzioni corrispondenti da altri fondi già esistenti per compensare l’impatto finanziario.I passi successivi del Governo Dopo le parole della presidente del Consiglio «finalmente è giunto il momento di realizzare il provvedimento che consiste nell’abbassamento dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% – sottolinea Maurizio Casasco, responsabile economico di Forza Italia – per i redditi fino a 60mila euro lordi annui che metterà nelle tasche degli italiani risorse che serviranno anche a far aumentare i consumi e alla crescita generale dell’economia. Essendoci questa piena condivisione della premier Meloni, ora si passi rapidamente alla concretizzazione e all’attuazione di una misura fondamentale per la classe sociale che partecipa con grande responsabilità alla crescita del Paese», conclude Casasco. «La priorità è il taglio dell’Irpef. Non siamo contrari alla rottamazione, ma prima si fa il taglio dell’Irpef poi la rottamazione, così si aiuta il ceto medio. Più il rinvio della sugar tax di un anno». Così Antonio Tajani, vice presidente del Consiglio e segretario di Forza Italia, interpellato alla Camera. LEGGI TUTTO
Dazi, Pirondini (M5S): governo non di patrioti ma traditori
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In autunno sei regioni al voto: dalle Marche al Veneto le possibili date
Ascolta la versione audio dell’articoloArchiviata l’ipotesi di terzo mandato per i governatori del Veneto Luca Zaia e della Campania Vincenzo De Luca, si è aperta ufficialmente la partita delle candidature per le elezioni regionali dell’autunno. Sono sei le Regioni che andranno al voto (Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Veneto). Al momento non c’è accordo per votate in una data unica. Per il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, «un election day per le elezioni regionali condiviso sarebbe auspicabile», ma, ha ammesso «ovviamente questa decisione è rimessa all’autonomia delle singole regioni».Il definitivo affossamento del terzo mandato, con il voto contrario all’emendamento della Lega anche di Fratelli d’Italia e Forza Italia, è avvenuto in commissione Affari costituzionali del Senato. Seguito dalla rapida archiviazione in Conferenza delle Regioni del piano B di Zaia e De Luca, supportato anche dal presidente della Conferenza e governatore del Friuli Venezia Giulia: ossia uno slittamento delle regionali d’autunno alla primavera del 2026 con la motivazione che altrimenti non si farebbe in tempo a concludere e mettere in sicurezza i progetti legati al Pnrr.Loading…Toscana verso il voto ad ottobreUna proposta, quest’ultima, tramontata di fronte alla mancata convergenza di tutti. E all’aperta ostilità del governatore dem della Toscana Eugenio Giani, che ha annunciato la firma del decreto per il voto il 12 o il 19 di ottobre 2025. Giani attende ancora il via libera ufficiale alla ricandidatura. Non è un mistero che la segretaria dem Elly Schlein vorrebbe alla guida della regione più sicura per il Pd un uomo (o una donna) di sua più stretta fiducia, ma è anche vero che sostituire Giani è politicamente complicato e che una candidatura forte alternativa non c’è. Quanto al centrodestra, il nome più probabile al momento è quello del sindaco Fdi di Pistoia Alessandro Tomasi. Gli altri nomi in pista sono quelli di Elena Meini (capogruppo della Lega in consiglio regionale) e di Marco Stella (capogruppo di Forza Italia, sempre in consiglio regionale).Marche prima regione alle urneMa la prima regione che sarà chiamata al voto saranno le Marche. «La campagna elettorale inizia ad agosto. Il voto sarà a settembre, o il 21 o il 28» ha dichiarato il governatore uscente Francesco Acquaroli (Fdi). Le Marche sono l’unica regione dove i candidati sono stati ufficializzati. Sarà Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro ed ora eurodeputato Pd, a sfidare Acquaroli. A breve Ricci dovrebbe chiudere l’accordo di programma dell’alleanza di centrosinistra, M5s c0mpreso. In una regione che il centrosinistra punta a strappare al centrodestra. Il caso del VenetoLe prossime elezioni regionali in Veneto, in base alle indicazioni fornite dal Consiglio di Stato, si dovranno svolgere «entro il 20 novembre». «Abbiamo una finestra elettorale che ci permette di fare la prima convocazione il 21 settembre – ha dichiarato il governatore uscente Luca Zaia, che puntava a una deroga per inaugurare nel mese di gennaio le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 – ma la escluderei perché vorrebbe dire veramente portare l’affluenza alle urne bassissima. Quindi si andrà a voto tra ottobre e novembre. Non ho ben capito se c’è una proposta di election day, quindi c’è tutto da capire». In Veneto il Carroccio ha puntato i piedi: «Il successore di Zaia deve essere un leghista», è il mantra. Difficilmente la premier Giorgia Meloni potrà imporre un suo candidato. Il designato è Alberto Stefani, vice di Matteo Salvini ma anche in ottimi rapporti con lo stesso Zaia, che lo sosterrebbe con una lista civica a suo nome. LEGGI TUTTO
Auto aziendali, vulnerabili, bonus frigo: via libera della Camera alla fiducia sul decreto bollette. Ecco le novità
Riduzione del costo dell’energia per le impresePreviste misure di riduzione del costo dell’energia per le imprese: da un lato, si dispone la destinazione, per il 2025, di 600 milioni di euro per il finanziamento Fondo per la transizione energetica nel settore industriale. Dall’altro, si prevede un’agevolazione per la fornitura di energia elettrica per i clienti non domestici in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 16,5 kW, rappresentata dall’azzeramento per un semestre della parte della componente ASOS (la componente degli oneri generali di sistema a sostegno delle energie da fonti rinnovabili).Dall’aumento gettito Iva dal prezzo del gas sostegno ai vulnerabiliL’eventuale maggior gettito Iva derivante dall’aumento del prezzo del gas è destinato a misure di sostegno per le famiglie e le microimprese vulnerabili al fine di contenere il maggior onere da queste sostenuto per la fornitura di gas naturale ed energia elettrica derivante dall’aumento del prezzo internazionale del gas naturale sul costo finale di tali prodotti.Salvaguardia per le auto aziendaliApprovato, con un emendamento dei relatori, il salvagente per le auto aziendali: i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e «concessi in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025», saranno esclusi dal nuovo sistema di tassazione dei fringe benefit introdotto dalla manovra.Piscine, un contributo per il costo dell’energiaArrivano, su sollecitazione di Forza Italia, anche 10 milioni in più nel 2025 «per l’erogazione di contributi a fondo perduto» per ridurre il costo dell’energia di impianti natatori e piscine energivori gestiti da associazioni e società sportive iscritte nel registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche.Offerte più trasparentiCon lo scopo di aumentare la trasparenza e la confrontabilità delle offerte di energia elettrica e di gas ai clienti finali domestici sul mercato libero, in maniera da consentire un’agevole leggibilità delle offerte e dei contratti, saranno previsti documenti tipo dei quali i fornitori di energia elettrica e gas sono tenuti ad avvalersi ridotti e semplificati i componenti dei corrispettivi applicabili nei contratti al dettaglio di energia elettrica e gas. Si prevede il ricorso ai poteri sanzionatori di Arera. LEGGI TUTTO
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POLITICA
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