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Meloni da Trump per l’insediamento, il tycoon giurerà al chiuso come Johnson (in un aereo), Roosevelt e Truman
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa premier Giorgia Meloni parteciperà lunedì 20 gennaio all’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, in un viaggio che dovrebbe rafforzare ulteriormente i suoi legami con il numero uno degli Stati Uniti.Obiettivo per Meloni diventare un ponte fra Washington e l’EuropaGiorgia Meloni ha fatto una visita lampo a Trump all’inizio di questo mese, per caldeggiare la liberazione di Cecilia Sala. Lo ha incontrato nella tenuta di Mar-a-Lago in Florida, ottenendo elogi dal presidente entrante, che l’ha definita «una donna fantastica». I sostenitori di Giorgia Meloni sperano la premier possa avere un accesso privilegiato a Trump nei prossimi quattro anni e diventare un ponte tra Washington e l’Europa.Loading…Orban e Xi hanno declinato l’invitoDonald Trump ha invitato diversi leader stranieri alla cerimonia di inaugurazione. Leader che in passato non hanno partecipato per motivi di sicurezza e hanno inviato diplomatici a sostituirli. Oltre alla Meloni, anche il presidente argentino Javier Milei, altro forte sostenitore di Trump, ha dichiarato che parteciperà. Tuttavia, un altro sostenitore di Trump, l’ungherese Viktor Orban, non sarà presente, come ha detto il suo portavoce. Anche il presidente cinese Xi Jinping non sarà presente, ma invierà un rappresentante.Trump giurerà al chiuso nella rotonda del CampidoglioPer la prima volta dal 1985, dai tempi di Ronald Reagan, il giuramento del presidente eletto e del suo vice Jd Vance si terrà al chiuso, nella rotonda del Campidoglio, e non sui gradini del Capitol come di norma. La cerimonia sarà trasmessa in diretta alla Capital One Arena di Washington, in grado di ospitare circa 20mila persone. Al suo interno si terrà anche la parata presidenziale. Le temperature nel giorno dell’insediamento sono attese scendere fino a meno 12 gradi, con una massima di meno cinque senza contare i venti. Un crollo della colonnina di mercurio che ha costretto Donald Trump a cambiare i programmi. «C’è una folata artica che sta spazzando il Paese. Non voglio vedere persone ferite o sofferenti in alcun modo. Sono condizioni pericolose per le decine di migliaia di forze dell’ordine, soccorritori, cani da guardia e persino cavalli, e centinaia di migliaia di sostenitori che saranno fuori per molte ore il 20 gennaio», ha detto Trump sul suo social Truth annunciando il cambio di programma. «Mi unirò alla folla alla Capital One, dopo il mio giuramento», ha assicurato.Chi ha giurato al chiuso nella storia americana: Johnson in un aereoAnche se è insolito un giuramento al chiuso, nella storia americana ci sono diversi precedenti, al di là di Reagan. Hanno giurato all’interno anche Franklin Delano Roosevelt per il quarto mandato e poi Harry Truman: entrambi nel 1945, il primo per le restrizioni legate alla Seconda guerra mondiale, il secondo dopo la morte improvvisa di Roosevelt. Lyndon B. Johnson nel 1963 giurò all’interno di un aereo presidenziale a Dallas, subito dopo l’assassinio di John F. Kennedy. Prima ancora, Calvin Coolidge nel 1923 giurò nella casa di famiglia in Vermont, alla presenza del padre notaio, dopo la morte di Warren Harding. LEGGI TUTTO
Regioni, terzo mandato della discordia. Verso lo stop del Governo al prossimo Consiglio dei ministri
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa battaglia contro il terzo mandato non è una novità per la maggioranza, sostenuta dal partito della premier e Forza Italia. I messaggi che arrivano alla spicciolata nelle ultime ore contro l’ipotesi di un ulteriore allargamento dei termini per le candidatura di Luca Zaia esplicitano una linea di fatto già scritta. E ha un parallelo in Campania, dove “regna” Vincenzo De Luca del Pd. Nei prossimi giorni, con un ricorso alla Corte costituzionale, l’esecutivo potrebbe impugnare la legge campana che autorizzerebbe il terzo giro di De Luca, peraltro osteggiato duramente dalla leader dem Elly Schlein. I tempi sono stretti, la norma va “contrastata” al massimo entro il 10 gennaio perché la Consulta lo recepisca e abbia tempo per dare un parere.FdI, altolà dallo stato maggioreMa la questione dei governatori potrebbe essere il prossimo tallone d’Achille del centrodestra. Protagonista Luca Zaia, il leghista al timone del Veneto dal 2010 e che punterebbe a un altro quinquennio. Un netto no è arrivato da Luca Ciriani, ministro fedelissimo di Giorgia Meloni e responsabile dei rapporti con il Parlamento. In un’intervista smonta l’ipotesi e respinge la proposta della Lega di un rinvio del voto in Veneto al 2026, rispetto a quest’autunno. Difficile non vedere nella doppia frenata una scelta politica. Il partito di Ciriani, Fratelli d’Italia, non ha mai nascosto mire sul Veneto, dove da tempo ha sorpassato la Lega nei consensi. Da qui una sorta di prelazione che il ministro rivendica («mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome», e «non per rivincita o rivalsa, ma per oggettività»).Loading…Le contromosse del CarroccioLa Lega non ci sta a farsi da parte, con o (più probabilmente) senza Zaia, in una roccaforte del partito. Ciriani boccia il terzo mandato dicendo che la questione si poteva affrontare in Parlamento «con una proposta di legge, magari da parte della Lega». Invece dopo un blitz tentato dai leghisti mesi fa per inserirlo in un decreto stoppato dal Parlamento, per l’esponente di FdI «ora è difficile tornare indietro». Un ragionamento «sbagliato» per i parlamentari più vicini a Matteo Salvini che ribattono: per guidare una Regione, contano più di tutto l’esperienza e la maturità di una classe dirigente, sostengono. E qualcuno nel Carroccio punzecchia che sarebbe curioso che FdI guidasse il Veneto senza avere molti sindaci lì.Ricorso al Tar in CampaniaMentre si attende la decisione dell’esecutivo sul terzo mandato alcuni consiglieri regionali della Campania (centrodestra e indipendenti) hanno deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale nel corso della quale si è dato – a maggioranza – il via libera a De Luca per candidarsi appunto per la terza volta alla guida della Campania. In punta di diritto i ricorrenti contestano «la palese violazione e la falsa applicazione della legge in materia di regolamento interno del Consiglio regionale della Campania, oltreché degli articoli 3 e 97 della Costituzione». Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia, è intervenuto dopo la nota degli esponenti del centrodestra per precisare che «sul terzo mandato la linea sarà dettata dal Governo nella seduta del 7 gennaio, in accordo con i leader nazionali». «Il Tar – aggiunge – non ha competenza sulla legittimità della legge relativa al terzo mandato, ma solo sulle procedure seguite. È importante – precisa ancora Martusciello – distinguere tra i due ambiti: quello tecnico-giuridico delle procedure e quello politico, che sarà affrontato in sede governativa». Martusciello è uno dei tre esponenti del centrodestra che hanno dato la loro disponibilità alla candidatura. Con lui, che rappresenta FI, il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, in quota FdI, e il parlamentare della Lega, Gianpiero Zinzi. La presentazione del ricorso per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale è stata proposta dal capogruppo della Lega, Severino Nappi e condivisa da tutti i consiglieri del centrodestra. LEGGI TUTTO
Troupe televisiva della trasmissione “Fuori dal coro” aggredita da un gruppo di occupanti abusivi di case
I fatti si sono registrati nel quartiere de Le Piagge, periferia nord di Firenze. Gli aggressori avrebbero minacciato giornalisti e operatori e avrebbero rotto lo specchietto dell’auto in dotazione a un cameramen. Troupe televisiva aggredita da occupanti abusivi di case – Nanopress.itSul posto agenti e sanitari del 118. Troupe televisiva aggredita da occupanti abusivi di caseUna troupe televisiva della trasmissione ‘Fuori dal coro’, il talk show presentato da Mario Giordano, è stata minacciata da alcuni occupanti abusivi di case a Firenze, in via Liguria, nel quartiere de Le Piagge, periferia nord ovest del capoluogo toscano. Gli aggressori avrebbero minacciato giornalisti e operatori, rompendo lo specchietto dell’auto in dotazione a un cameramen.Sul posto sono arrivate due volanti e un’ambulanza, ma non ci sarebbero feriti. Al momento, la polizia ha identificato due persone. L’equipe del programma Mediaset stava preparando un servizio sulle case occupate abusivamente a danno dei legittimi assegnatari o titolari. LEGGI TUTTO
Caso Ruffini: da Sala a Renzi, tutte le manovre in corso nell’area centrista
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaErnesto Maria Ruffini lascia l’Agenzia delle Entrate e al centro si riaccende la partita. La necessità di aggregare le forze moderate arriva da più parti. C’è chi cerca un federatore di una galassia sfaccettata e conflittuale. Chi, nel centrosinistra, ipotizza una Margherita 2.0. E chi guarda con favore alla nascita di un partito di ispirazione cattolica, che si posizioni stabilmente in coalizione accanto ai dem. Girandole di nomi, autocandidature velate, e interlocuzioni. Che cominciano all’indomani della disfatta dell’ex Terzo polo alle Europee e ora entrano in una nuova fase.Le mosse di RuffiniAd affrettare il processo, e agitare gli animi, le mosse di Ruffini. Prima il suo intervento al convegno con Roberto Fioroni e Lucio D’Ubaldo. Quindi, le dimissioni. Lui ribadisce di non voler scendere in campo. Ma, al tempo stesso, rivendica il suo «impegno». Frasi che molti leggono come un’accelerazione in vista di un nuovo protagonismo nell’area centrista. Quello dell’ormai ex direttore dell’Agenzia è tra i nomi che da mesi sono sul tavolo dell’arcipelago cattolico intento a dialogare su un rinnovato impegno politico almeno da luglio.Loading…L’ala centristaLa prospettiva è quella di una cosiddetta “gamba centrista” in una coalizione di centrosinistra ad oggi molto spostata a sinistra. Una parte dei riformisti dem, sempre più stretti dalla linea Schlein, sembrano guardare con favore questa possibilità. In un pezzo di cattolici, pur insofferenti, non si registrano tuttavia tentazioni a salire sul carro centrista. Anche Elly Schlein è in cerca di un alleato centrista in grado di strappare voti ai delusi del centrodestra, in una prospettiva di governo. Ma la leader dem guarda con maggiore interesse a una figura come Beppe Sala, sindaco di Milano, non organico al Pd ma neanche di area cattolica, come invece è Ruffini.I riposizionamentiDi sicuro, Ruffini ha già generato posizionamenti al centro. Dove c’è un affollamento di leadership. Matteo Renzi, che ha già schierato Iv nel centrosinistra, aveva invitato Ruffini a dimettersi prima di cominciare qualsiasi ragionamento, ma ha anche messo sul piatto il nome di Franco Gabrielli. Carlo Calenda, invece, guarda a un centro puro, né di destra e né di sinistra e sembra mostrare più affiatamento con Beppe Sala. Che pure non si tira indietro dal ruolo di federatore, mostrandosi però deluso dal “campo largo”.La freddezza del M5SQuello sui federatori, è un dibattito che “non scalda i cuori” negli ambienti 5s. «Non so se Ruffini è cattolico, lo conosco come direttore dell’Agenzia delle Entrate, come fiscalista, e ha lavorato anche con il mio governo. Ma se domani nasce qualcosa è la legge della competizione. Diciamo che la sensazione è che sia un’operazione nata dal Pd, che pensa di avere tante forze intorno per poter costruire il senso di una coralità con tanti corollari intorno» ha detto Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, dal palco di Atreju. LEGGI TUTTO
Imane Khelif: la polemica antisportiva che nasconde pregiudizi e ignoranza
Negli ultimi giorni non si è fatto altro che parlare del caso di Imane Khelif alle Olimpiadi 2024. L’atleta di boxe che nella giornata di oggi si è scontrata con l’italiana Angela Carini negli ottavi di finale dei pesi welter femminili. L’incontro è stato preceduto da una serie di polemiche da parte della classe politica italiana. La diatriba contro Khelif è proseguita anche al termine del match, a seguito dell’abbandono della competizione da parte dell’atleta azzurra. Imane Khelif e Angela Carini al termine dell’incontro – Nanopress.itNonostante Comitato Olimpico Internazionale (Cio) abbia ammesso Imane Khelif alle competizioni, essendo stata dichiara in linea con “le norme di ammissibilità e iscrizione alla competizione nonché a tutte le norme mediche”; politici, come Matteo Salvini o Eugenia Roccella, non solo si sono opposti alla sua partecipazione, ma hanno anche creato l’ennesimo becero dibattito che ha posto al centro dell’attenzione mediatica l’identità sessuale di una persona in modo violento e discriminatorio.Il match tra Imane Khelif e Angela CariniDell’incontro tra Imane Khelif e Angela Carini si è iniziato a parlare giorni fa. Le destre del nostro Paese fin da subito si sono opposte, definendo il match uno scontro impari. Questo a causa del fatto che la 25enne algerina è intersessuale. L’intersessualità è una caratteristica biologica che appartiene a circa l’1,9% della popolazione mondiale e che prevede livelli di testosterone più alti della media (in parole semplici).A tal proposito, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha criticato la decisione del Comitato Olimpico Internazionale, definendo la ragazza “un pugile trans”, errando. Lo stesso ha fatto la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, la quale ha affermato:“Desta grande preoccupazione sapere che in gare di pugilato femminili alle Olimpiadi siano stati ammessi uomini che si identificano come donne”. A queste visioni si è allineata anche la presidente Giorgia Meloni affermando di non essere d’accordo con la competizione proprio perché poco equa. Imane Khelif – Nanopress.itIl dibattito si è poi diffuso in tutto il mondo, dividendo coloro che si conformano alla visione della destra italiana e coloro che, invece, vedono la questione come “un’offensiva pagliacciata”.Ad accentuare la situazione surreale vi è poi stata la reazione dell’atleta italiana in gara, Angela Carini, la quale ha deciso di abbandonare il match dopo soli pochi secondi dall’inizio. Questo a causa – come ha affermato Carini durante un’intervista – del troppo dolore sentito dopo il primo pugno sferrato dall’avversaria. Va specificato che la pugile algerina ha perso nel corso delle Olimpiadi 2024 ben cinque match, questo vuol dire che altre donne sono riuscita a batterla, in conformità a quanto stabilito dal Comitato che l’ha ammessa alle competizioni.Il caso sportivo che diventa una questione politicaQuello che sta accadendo nelle ultime ore è frutto di un’arretratezza di pensiero che caratterizza l’Italia. Oltre a testimoniare una profonda mancanza di rispetto verso coloro che non si conformano a “standard classici” di qualsiasi tipo.L’intersessualità è una condizione genetica che può essere scoperta in tenera età o anche in età avanzata. In Italia vi è una forte ignoranza in tal senso, dettata anche dal fatto che la linea di gran parte dei medici nei confronti delle persone interessate e delle loro famiglie è quella dell’occultamento. Come riportato da “L’Espresso” il rapporto “Diritto e intersessualità” dell’Istituto Superiore della Sanità stabilisce che l’ordinamento italiano “non riconosce la specificità della condizione intersex, per cui occorre ricomporre il quadro delle tutele a partire dai diritti e dalle libertà previste nella Costituzione, dall’ordinamento dell’Unione Europea e dal diritto internazionale”. Tutto ciò è stato poi utilizzato da alcuni politici italiani per confermare la loro linea transfobica, discriminatoria, violenta e per giunta errata, dato che Imane Khelif non è una donna trans.Ancor peggio, la giustificazione fornita dalla presidente Giorgia Meloni è quella di aver espresso tali considerazioni in tutela dei diritti delle donne. Questo, però, ponendo sulla ghigliottina mediatica un’altra giovane donna, all’interno di un contesto totalmente errato e, soprattutto, indagando su una sfera intima senza alcuna competenza e/o diritto di farlo. Tutto ciò ha svuotato l’incontro di qualsiasi sportività. LEGGI TUTTO
POLITICA
Il ddl “ricostruzione” approvato in Senato, ora è legge: cosa prevede
Verso comunali il 25 maggio, ballottaggi e referendum l’8 giugno. All’esame revisione accise
Approvato al Senato il Ddl ricostruzione, un sostegno ai territori colpiti da calamità
Il Rearm di Ursula spacca il Pd: riformisti contro linea Schlein