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Un deposito cauzionale per bottiglie di plastica e lattine: la proposta di legge del Pd
Ascolta la versione audio dell’articoloUn deposito cauzionale da pagare al momento dell’acquisto di bottiglie di plastica e lattine da riscattare quando l’oggetto viene buttato nel punto di raccolta corretto.È la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dal Partito Democratico. In particolare, da Silvia Roggiani ed Eleonora Evi, insieme al direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), Enrico Giovannini, e il coordinatore della campagna «A buon rendere» Enzo Favoino.Loading…Il deposit return system già usato in EuropaNon è una novità. Il deposito cauzionale, cioè il deposit return system, sugli imballaggi per bevande monouso in plastica e metallo è già usato in diciotto Paesi europei. Come funzionaIl sistema prevede che venga aggiunto un piccolo deposito al momento dell’acquisto della bevanda. Una cifra che, poi, viene restituita quando l’imballaggio vuoto viene gettato in un punto di raccolta.«Siamo fra i maggiori responsabili per la plastica in mare»Una mossa per evitare che i rifiuti vengano dispersi, dato che in Italia – ha detto la deputata Roggiani – sono «8 miliardi» fra bottiglie e lattine. «Oggi – ha aggiunto – un terzo delle bottiglie sfugge ai circuiti della raccolta differenziata, rendendo il nostro Paese uno dei maggiori responsabili dello sversamento di plastica in mare. Per questo pensiamo sia necessario introdurre anche in Italia un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi per bevande monouso in plastica e metallo. In Europa esistono esperienze di grande successo su questa modello e il caso della Germania, che ha raggiunto il 98% di tasso di riciclo, dimostra l’efficacia della misura contenuta in questa proposta di legge». More






Regionali: stallo in Calabria, più vicina la candidatura di Decaro in Puglia
Ascolta la versione audio dell’articoloIl Pd prova ad accelerare sulla Puglia, con una mossa decisa da Elly Schlein per sbloccare la candidatura di Antonio Decaro. Così è nata la riunione fra l’europarlamentare dem ed ex sindaco di Bari, il governatore uscente Michele Emiliano (finora deciso a non fare un passo di lato), Igor Taruffi, braccio destro della leader, e il segretario generale del partito Domenico De Santis, che ha ospitato l’incontro. Un confronto “cordiale e costruttivo”, hanno spiegato da Nazareno, in cui “si sono poste le basi per un lavoro comune per il futuro della Puglia”.Verso lo sblocco della candidatura di Decaro Le comunicazioni ufficiali non vanno oltre. Ma chi segue da vicino la vicenda nota che dai vertici del partito è arrivato un segnale chiaro: in sostanza, ognuno deve ammorbidire le proprie posizioni per favorire una soluzione. Può dunque essere il primo passo verso una distensione destinata a sdoganare la candidatura di Decaro, i cui dubbi finora erano legati alla possibilità di ritrovarsi in Consiglio regionale le ingombranti presenze di due ex governatori, Nichi Vendola e appunto Emiliano. Alla fine non è escluso che quest’ultimo rinunci a farsi inserire nelle liste. Fra gli scenari possibili, che rimbalzano sul territorio, anche quello che l’ex magistrato possa coordinare la campagna elettorale di Decaro e magari poi avere un incarico da assessore.Loading…I dubbi di Tridico Sono ore cruciali anche per la Calabria. Il Pd attende a stretto giro una risposta definitiva dal cosentino Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, approdato al Parlamento europeo con il M5s. Il suo post sui social di un paio di giorni fa, con la foto di una lunga tavolata e il messaggio “Calabria mia, terra mia”, era stato interpretato come un indizio, ma nelle ultime 48 ore il diretto interessato avrebbe manifestato ancora dubbi. Nel Pd si guarda con scetticismo ad altri candidati che potrebbe esprimere il M5s, come la deputata Vittoria Baldino. Ed è netta la distanza verso Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano. Senza un accordo a breve, il centrosinistra potrebbe presentarsi diviso in Calabria.Il piano B del centrodestra in CalabriaE sono ore di riflessione anche nel centrodestra. Roberto Occhiuto dopo le dimissioni ha annunciato l’intenzione di ricandidarsi, ma nella coalizione si fa largo – in caso di peggioramento del quadro giudiziario – l’opportunità di prevedere un ’Piano B’. È circolata anche l’ipotesi che Giorgia Meloni potesse mettere sul tavolo la carta Luigi Sbarra, ma arrivano solo smentite con l’ex segretario della Cisl che, viene assicurato, non avrebbe dato alcuna disponibilità per le Regionali, restando concentrato sul ruolo di sottosegretario al Sud.Il braccio di ferro Fdi-Lega in VenetoUna decisione è attesa nel vertice fra Meloni e gli altri leader della coalizione, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, che potrebbe tenersi anche prima della fine di agosto. In quell’occasione si attende anche la soluzione del rebus Veneto, con il braccio di ferro fra FdI e Lega per l’indicazione del successore di Luca Zaia, nonché il nome del candidato in Campania. Sembra essersi raffreddata l’ipotesi Edmondo Cirielli (in quota FdI), a differenza di quella di Giosy Romano (su cui potrebbe convergere anche Azione). Sono stati commissionati sondaggi anche su Mara Carfagna di Noi moderati, e non viene scartato un profilo civico come quello di Gianfranco Nicoletti, rettore dell’Ateneo Vanvitelli. More






Oggi Meloni riceve Abu Mazen: «Con la pace a Gaza l’Italia riconoscerà la Palestina»
Ascolta la versione audio dell’articoloIl pieno sostegno all’azione dei mediatori per la cessazione delle ostilità a Gaza. L’impegno dell’Italia «a lavorare a una soluzione politica duratura basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi». La volontà del Governo «di svolgere un ruolo di primo piano nella stabilizzazione e nella ricostruzione della Striscia». Le tre garanzie cardine che quasi un anno fa, il 13 novembre 2024, la premier Giorgia Meloni offriva al presidente palestinese Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, saranno le stesse che rinnoverà oggi alle 15, accogliendolo di nuovo a Palazzo Chigi. Con una differenza sostanziale: una tregua, seppur ancora fragile, c’è. E la prospettiva del riconoscimento dello Stato della Palestina da parte dell’Italia non è più così lontana come appariva allora.Sul tavolo la bozza di risoluzione Onu targata TrumpL’incontro avviene proprio nelle ore in cui prende forma la bozza di risoluzione proposta dagli Usa sulla base del piano Trump, che dovrebbe essere votata nei prossimi giorni dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo quanto anticipato da Reuters, prevede il via libera al Board of Peace come amministrazione transitoria della Striscia e il dispiegamento di 20mila soldati, autorizzati a «usare tutte le misure necessarie», ovvero anche l’uso della forza, per portare a termine il mandato.Loading…La denuncia di Abu Mazen: nessuna comunicazione con IsraeleMeloni ha già sottolineato come, se richiesto, l’Italia entrerebbe volentieri nel Board e la capacità di dialogo mostrata con tutte le parti – l’Anp e Israele – e con Donald Trump potrebbe giocare a favore, ma è presto per dirlo. Il leader, ormai novantenne, ha rilasciato ad Avvenire proprio oggi un’intervista in cui si duole dell’assenza di dialogo con Israele: «Le comunicazioni politiche dirette tra noi e il Governo israeliano sono pressoché inesistenti». Le priorità dell’Anp? Insieme con la stabilizzazione del cessate il fuoco, indica anche quella di «fermare tutte le misure unilaterali in Cisgiordania e a Gerusalemme, comprese le colonie, il terrorismo dei coloni e le aggressioni contro i luoghi santi islamici e cristiani, nonché liberare tutte le nostre entrate finanziarie trattenute».La disponibilità italiana per formazione e addestramentoAl tempo stesso, la premier rilancerà la disponibilità italiana a partecipare al piano con la formazione e l’addestramento delle forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese e il rafforzamento delle loro capacità operative. «Siamo pronti a contribuire con i nostri Carabinieri da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese, e nella missione Ue per Rafah, il cui numero siamo pronti ad aumentare», dirà ad Abu Mazen, come ha anticipato alla Camera il 22 ottobre nelle comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo.L’incognita dell’impegno diretto nella forza di stabilizzazionePiù delicato da assicurare l’impegno a partecipare all’eventuale forza di stabilizzazione: nonostante l’apertura fatta in Parlamento, il Governo aspetta di comprendere meglio quale sarà il mandato, anche per verificare politicamente la praticabilità dell’invio di militari italiani sul campo. Lo schema di risoluzione Onu contemplerebbe la collaborazione della forza con «una nuova forza di polizia palestinese addestrata e selezionata» per «smilitalizzare la Striscia», distruggere le «infrastrutture militari, terroristiche e offensive» e «impedirne la ricostituzione», nonché di disarmare in modo permanente «i gruppi armati non statali» come Hamas. More






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