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La Ocean Viking sbarca ad Ancona con 67 naufraghi
Tra i migranti ci sono sette minori, di cui tre non accompagnati, che saranno trasferiti in diverse strutture delle Marche.La Ocean Viking sbarca ad Ancona con 67 naufraghi – Nanopress.itSI tratta del nono approdo nel porto di Ancona, con circa mille migranti arrivati nel capoluogo.La Ocean Viking sbarca ad Ancona con 67 naufraghiQuesta mattina, la nave Ocean Viking ha trasportato a bordo 67 naufraghi, tra cui sette minorenni, di cui tre non accompagnati. Le procedure per lo sbarco al porto di Ancona sono tuttora in corso, e al momento non sono stati segnalati casi di emergenza sanitaria particolare. Dopo l’accoglienza, i controlli sanitari e l’identificazione, i tre minori non accompagnati verranno temporaneamente accolti in diverse strutture delle Marche, mentre gli altri migranti, compresi i minori accompagnati, saranno trasferiti in località tra la Basilicata e l’Emilia Romagna. L’imbarcazione umanitaria ha già effettuato otto approdi precedenti con circa mille persone sbarcate. Il coordinamento delle operazioni di soccorso coinvolge diverse istituzioni, associazioni e forze dell’ordine, tra cui il prefetto Saverio Ordine, il vicesindaco Giovanni Zinni e il questore Cesare Capocasa.Tra i naufraghi, la nazionalità siriana risulta nettamente prevalente, con circa 40 profughi. Nonostante la riduzione rispetto a uno sbarco precedente sulla stessa nave, le sfide rimangono costanti: garantire sicurezza, assistenza sanitaria e riconoscimento a chi ha bisogno.La nave Ocean Viking, gestita dall’organizzazione umanitaria SOS Méditerranée, è nata nel 1986 come nave di supporto per l’industria del petrolio e del gas nel Mare del Nord, ed è stata successivamente riconvertita per operazioni umanitarie. La sua missione è quella di soccorrere barconi in difficoltà e assistere i migranti che si trovano in situazioni pericolose in mare. LEGGI TUTTO
Fausta Bonino condannata all’ergastolo: l’infermiera è accusata di aver ucciso quattro pazienti con iniezioni letali
Fausta Bonino, che si è sempre professata innocente, era presente in aula alla lettura della sentenza. L’ex infermiera è accusata di omicidio volontario. Fausta Bonino condannata all’ergastolo – Nanopress.itLa sentenza è stata emessa dalla Corte d’assise d’appello bis.Fausta Bonino condannata all’ergastoloFausta Bonino, l’infermiera dell’ospedale di Piombino finita a processo per le morti di alcuni pazienti, è stata condannata alla pena dell’ergastolo. La sentenza è stata emessa questa mattina dalla corte d’assise d’appello al processo bis di secondo grado, dopo che la Cassazione aveva annullato l’assoluzione della donna. Le morti sospette risalgono al periodo compreso tra il 2014 e il 2015, quando Fausta Bonino lavorava come infermiera all’ospedale di Piombino. Inizialmente, l’infermiera era stata accusata di dieci decessi: in primo grado era stata condannata all’ergastolo per quattro di questi casi, ma in appello era stata assolta. Tuttavia, la Cassazione ha disposto un nuovo appello per quattro pazienti deceduti, confermando l’assoluzione per gli altri sei casi.Al processo bis, al cospetto della corte d’assise d’appello a Firenze, il sostituto procuratore generale Fabio Origlio ha quindi chiesto la condanna all’ergastolo per Fausta Bonino, accusata di aver iniettato eparina (un anticoagulante che, se assunto in quantità imponenti, provoca emorragie interne) a quattro pazienti, causandone il decesso.Fausta Bonino, che si è sempre professata innocente, era presente in aula alla lettura della sentenza. Si procederà ora in Cassazione per capire quale sarà il destino dell’ex infermiera.Le parole del legale“Prendiamo atto della sentenza. Siamo curiosi di leggere le motivazioni, perché in questa vicenda ci sono molti fatti che non tornano, molti dubbi e quindi la corte d’assise d’appello adesso avrà il compito di mettere in fila queste cose” ha detto all’Ansa il legale dell’infermiera, annunciando il ricorso per il terzo grado di giudizio. LEGGI TUTTO
Codice della Strada, sostanze stupefacenti: circolare sui nuovi criteri per i test
Una circolare datata 11 aprile 2025 fa chiarezza su un particolare aspetto legato al recente codice della strada, approvato lo scorso novembre dal parlamento italiano. Inviata, nello specifico, dai ministeri dell’Interno e della Salute alle prefetture e alle forze dell’ordine, la circolare in questione ha fatto maggior luce sulle sanzioni prese in considerazione per chi fa uso di sostanze stupefacenti a prescindere dagli effetti sulla capacità di guida. Dopo l’entrata in vigore del codice, questo specifico aspetto era stato contestato da diverse associazioni ed esperti di diritto. Adesso, la circolare in questione ha, di fatto, sconfessato la versione precedente e chiarito che quel principio non ha valore. Infatti, affinchè una persona sia punibile per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti occorre “una correlazione temporale tra l’assunzione e la guida, che si concretizza in una perdurante influenza della sostanza stupefacente o psicotropa in grado di esercitare effetti negativi sull’abilità alla guida”.
La verifica necessaria
La riforma così come approvata, sostanzialmente, aveva tolto le parole “stato di alterazione psico-fisica” dalle regole e dalle sanzioni legate alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Inizialmente, era sufficiente un test positivo, persino a distanza di giorni o settimane dopo l’assunzione delle stesse sostanze, per far scattare la sanzione e, di conseguenza, far sospendere la patente di chi contravveniva alle regole. La circolare, dunque, specifica che per far scattare una sanzione nei confronti di chi guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, è necessario appurare dettagliatamente che la sostanza in questione “produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”. Il documento rileva che la nuova norma, “diversamente dalla precedente formulazione, punisce la guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, a prescindere da un effettivo stato di alterazione psicofisica”. L’elemento caratterizzante, richiamato nella locuzione “dopo aver assunto”, aggiunge, “è costituito dallo stretto collegamento tra l’assunzione della sostanza e la guida del veicolo”. Occorre così provare, si legge ancora nella circolare, “che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”. A questo scopo, “la presenza dei principi attivi delle sostanze stupefacenti o psicotrope deve essere determinata esclusivamente attraverso analisi di campioni ematici o di fluido del cavo orale del conducente, le uniche matrici biologiche nelle quali la presenza di molecole o metaboliti attivi costituisce indice di una persistente attività della sostanza, in grado di influire negativamente sulla guida”. Di fatto, dicono i ministeri, serve proprio certificare che la sostanza stupefacente sia stata assunta in un lasso temporale definito strettamente “prossimo” al momento in cui ci si è messi al volante. In definitiva, la circolare ha voluto ristabilire il criterio legato allo stato di alterazione psico-fisica, in un primo momento non contemplato.
Le analisi
Come verificare questo stato di alterazione? “La presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope e/o loro metaboliti nelle urine, sulla base di evidenze scientifiche – prosegue il testo di Interno e Salute – non può essere indicativa di una intossicazione in atto, ma può rappresentare il presupposto per l’accertamento della sussistenza delle condizioni psicofisiche richieste per il mantenimento” della patente. La procedura spetta alle forze dell’ordine che eseguono i controlli su strada. Infatti, la persona controllata deve essere sottoposta ad un test salivare che, se risulta positivo, impone il prelievo di due campioni di saliva che devono essere conservati a 4 gradi, ed inviati ad un laboratorio di tossicologia forense. Qui, attraverso una analisi definita “di conferma” si può effettivamente certificare la violazione del codice che scatta qualora anche questa tipologia di analisi confermi la positività. LEGGI TUTTOEdicole, diversificare per non sparire: la proposta Verini punta sull’utilità sociale
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNegli ultimi tempi l’Italia ha perso migliaia di edicole, «soprattutto nei centri più sperduti e più marginali, nelle aree interne, ma anche nelle città». Si pensi che a Roma, «solo nel primo municipio hanno chiuso in questi anni 50 edicole». C’è anche questo bilancio – drammatico per chi considera le rivendite «un presidio anche sociale» oltre che «un contributo alla libertà di informazione» – all’origine di una proposta di legge dem appena presentata al Senato.Le misure salva edicoleIl dem Walter Verini, che della proposta di legge è il primo firmatario, riassume a Parlamento24 le possibili misure “salva edicole”, dalla defiscalizzazione di tasse e contributi previdenziali per gli edicolanti alla riduzione (o azzeramento) di una lunga serie di tasse locali che oggi gravano su queste particolari strutture di vendita capillare «ma con un ruolo di utilità sociale», dalla Tari alle tariffe comunali.Loading…La diversificazione delle attività e i contributi alla distribuzioneUno degli aspetti qualificanti della proposta di legge Verini riguarda la diversificazione delle attività delle edicole, per esempio come punto di contatto con i cittadini per conto delle amministrazioni locali: «Perché non mettere in rete le edicole con gli uffici comunali da cui arriva un certificato che consente ai cittadini di ritiralo senza andare lontano?». Tra le misure pro-edicole proposte da Verini anche l’introduzione di contributi per i distributori, «perché spesso portare dei giornali in luoghi lontani, sia nelle città e sia nelle aree più disagiate costa, costa in carburante, in benzina, in lavoro e magari per vendere cinque copie, dieci copie» in località difficile di raggiungere.Una battaglia che non deve avere bandierine politicheL’auspicio, conclude Verini, è che la sua proposta di legge attivi un dibattito per salvare le edicole aiutandole a superare la crisi che le caratterizza: «L’ho presentata io, ma davvero vuole essere molto aperta ai contributi di tutti. È una battaglia che non deve avere bandierine partitiche». LEGGI TUTTO
Aggredisce i poliziotti che lo fermano per un controllo, 34enne arrestato a Como
I fatti si sono registrati questa mattina a Como, dove un 34enne nigeriano è stato fermato da una pattuglia della polizia per un normale controllo. Agenti di polizia feriti durante un controllo – Nanopress.itA quel punto l’uomo – che è stato identificato e arrestato – ha iniziato a dare in escandescenze. Dà in escandescenze durante un controllo della poliziaUna violenta aggressione quella registrata questa mattina a Como ai danni di alcuni agenti di polizia. I poliziotti hanno fermato un 34enne di origini straniere per un controllo. A quel punto, l’uomo – con precedenti di polizia e senza una dimora stabile – si è scagliato contro gli agenti, ferendone alcuni.Alcuni colleghi sono riusciti a bloccarlo e lo hanno arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. I poliziotti coinvolti nell’aggressione hanno riportato lievi ferite su braccia e gambe e sono stati medicati dal personale del 118, intervenuto sul posto. LEGGI TUTTO
POLITICA
Meloni invia lettera al Papa: “Stato e Chiesa distinti ma crescono insieme”
Polizze anti-calamità, via libera della Camera al decreto: le novità per i contratti assicurativi delle imprese
Referendum, per cosa si vota e come sono schierati i partiti
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