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Alessia Pifferi sospende lo sciopero della fame: «Vuole andare in palestra, ha bisogno di sostentamento per allenarsi»
Alessia Pifferi, la 38enne condannata all’ergastolo per l’omicidio della piccola Diana, ha ripreso ad alimentarsi, dopo che – lo scorso lunedì – aveva iniziato uno sciopero della fame.Alessia Pifferi sospende lo sciopero della fame – Nanopress.itLa donna ha chiesto di poter utilizzare la palestra per un’ora al giorno e il permesso le è stato accordato.Alessia Pifferi sospende lo sciopero della fameAlessia Pifferi, la 38enne condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia Diana, avrebbe concluso lo sciopero della fame in carcere a Milano. Secondo relazioni interne del penitenziario di San Vittore, dove la donna è detenuta, ha chiesto e ottenuto il permesso per un’ora di palestra al giorno e, di conseguenza, ha ripreso a nutrirsi per poter sostenere gli allenamenti. Inoltre, una recente visita psicologica non avrebbe rilevato in lei uno stato di “anti conservativo” né “pentimento” per quanto accaduto.La psicologa Alessandra Bramante, che segue Alessia Pifferi nella sua detenzione, ha espresso la sua opinione riguardo la situazione. Secondo Bramante, la donna potrebbe non essere in grado di pensare a uno sciopero della fame, ma si trova in una situazione depressiva e reattiva a causa del processo che sta affrontando. La psicologa suggerisce che, con questo processo, Alessia potrebbe aver compreso di essere sola al mondo e che la sua bambina, Diana, sarebbe stata l’unica persona che avrebbe potuto starle vicino. L’omicidio della piccola Diana PifferiAlessia Pifferi è stata condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, la piccola Diana. Nel luglio del 2022, la 38enne lasciò la bambina da sola in casa, mentre lei si trovava a Leffe con il suo compagno, al quale aveva detto che la bambina era con la sorella Viviana. Alessia Pifferi condannata all’ergastolo – Nanopress.itQuando, dopo sei giorni, rientrò a casa, Alessia Pifferi trovò la bambina, ormai senza vita, nella sua culletta. L’esame autoptico sul corpicino della bambina ha riscontrato tracce di pannolino nello stomaco della piccola Diana; un tentativo di combattere la fame e la sete che l’hanno uccisa.La donna ha sempre sostenuto di non aver voluto uccidere la sua bambina. Di parere contrario i giudici della corte d’appello di Milano, secondo cui Alessia Pifferi era consapevole che, lasciando la figlia con un biberon di latte, la bambina non avrebbe potuto sopravvivere, come difatti è avvenuto. Nel corso del dibattimento, la sua legale aveva chiesto l’assoluzione per la 38enne, riferendo di un passato di violenze e abbandono, che la madre e la sorella dell’imputata hanno sempre negato. LEGGI TUTTO
Falso Crosetto, truffati anche Beretta e Menarini. Tronchetti, Moratti, della Valle e Bertelli tra i bersagli
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaE’ lungo l’elenco nelle mani della procura di Milano che sta cercando di ricostruire la complessa rete del raggiro messo in atto da un gruppo di truffatori che ha usato il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto, del suo staff e di un generale. Si tratta del gotha dell’imprenditoria e della finanza in Italia anche se per ora solo un filantropo ha denunciato la truffa da quasi un milione di euro. Salgono a tre, intanto, le denunce degli imprenditori che si sono rivolti alla procura di Milano. A non cadere nella rete, ma a denunciare la tentata truffa, è stato un esponente della famiglia Beretta, a capo della multinazionale produttrice di armi, e il gruppo Menarini. La truffa telefonica era ben congegnata: i soldi venivano chiesti, sfruttando il recente caso di Cecilia Sala, per arrivare alla liberazione”, così sostenevano, di giornalisti rapiti in Medio Oriente. Tra i nomi dei contattati (non caduti nel tranello) c’è il gotha dell’imprenditoria e della finanza tra cui lo stilista Giorgio Armani, un esponente della famiglia Moratti, Marco Tronchetti Provera, l’amministratore delegato di Tod’s Diego Della Valle e Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo.Anche Moratti tra le vittime: «Sembrava tutto vero»C’è anche Massimo Moratti tra le vittime dei truffatori che spendevano il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto. È lo stesso imprenditore, presidente dell’Inter dello storico triplete, ad ammetterlo. «Questi sono bravi, nel senso che sembrava assolutamente tutto vero – dice al quotidiano la Repubblica -. Comunque può capitare, poi certo uno non se l’aspetta una roba di questo genere. Ma succede a tutti…». «Hanno contattato anche me – rivela -. Preferirei non raccontare altro, vediamo come va avanti l’inchiesta. Al momento preferisco stare tranquillo. Ho fatto denuncia, certo”. “È corretto dire che ha pagato un milione di euro?”, insiste il giornalista. “È corretto dire che ho fatto denuncia, aspettiamo e poi le saprò dire”, si limita a rispondere Moratti. La denuncia è arrivata sul tavolo del pm Giovanni Tarzia, che coordina il lavoro dei carabinieri.Loading…Le indagini in corsoGli episodi, tra truffe messe a segno e tentate sono diversi, ma la vittima caduta nella rete del gruppo – capace di utilizzare tantissimi numeri “clonati”, uno con prefisso di Roma, ma anche dello staff del ministro Crosetto – è solo una. Alla richiesta di fantomatici riscatti da pagare per persone – giornalisti in particolare – rapite in Medio Oriente, solo una vittima ha versato denaro, in due diversi momenti. Sul suo nome il riserbo è massimo, anche per ragioni investigative. Il procuratore capo Marcello Viola, il pubblico ministero Giovanni Tarzia e i carabinieri del Nucleo investigativo, sono al lavoro per bloccare i bonifici fatti su conti esteri, anche se pare difficile si riescano a congelare. In tal senso, sono stati attivati tutti i canali di cooperazione internazionale per arrivare a bloccare il denaro, in particolare su un conto europeo. In Procura a Milano sono in arrivo altre denunce. Si tratta, da quanto si è saputo, di tentativi portati avanti anche attraverso gli staff, e a volte non direttamente, che avrebbero avuto come obiettivi Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, le famiglie Aleotti, Beretta, Caltagirone.Altre truffe in attoLa truffa in cui viene usato il nome di Crosetto, però, non sembra l’unica. Da Banca d’Italia arriva un invito alla prudenza. «Si sono verificati di recente alcuni tentativi di truffa che utilizzano indebitamente il nome e il logo della Banca d’Italia», come ad esempio richieste di denaro per liberare giornalisti rapiti all’estero, «con la promessa di una restituzione da parte della Banca d’Italia» si legge in una nota dell’istituto, completamente estraneo a tali richieste. «Si raccomanda di non fornire alcuna risposta e denunciare i casi all’autorità giudiziaria». LEGGI TUTTO
Dal terzo mandato alle pensioni, fino all’abuso d’ufficio: ecco i prossimi dossier sul tavolo della Consulta
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaTroppi fronti aperti, dalla giustizia ai casi internazionali. E troppo alta l’attenzione del Quirinale. Anche per questo nelle ultime ore Giorgia Meloni ha dato il via libera all’accordo siglato tra i partiti per l’elezione bipartisan (il quorum necessario è dei tre quinti) dei quattro giudici costituzionali mancanti: tre avevano terminato il loro mandato a dicembre scorso, ma il seggio lasciato libero dalla presidente emerita della Corte Silvana Sciarra era vacante addirittura dal novembre 2023. Il tredicesimo scrutinio a vuoto sarebbe stato troppo dopo i ripetuti richiami di Sergio Mattarella per ripristinare il quorum della Consulta, senza contare la discreta moral suasion proseguita anche negli ultimi giorni.La “tecnica” Sandulli sblocca l’impasse tra i partitiEd è così che il via libera della premier ha sbloccato l’impasse creatosi per la difficoltà di trovare un nome “tecnico” che andasse bene a tutti, oltre ai tre giudici in quota ai partiti (il consigliere di Palazzo Chigi Francesco Saverio Marini, il costituzionalista Massimo Luciani per le opposizioni e l’ex parlamentare di Fi Roberto Cassinelli in quota azzurra): la figura dell’amministrativista Maria Alessandra Sandulli, più vicina al centrosinistra ma apprezzata anche dal centrodestra, è risultata alla fine la più indicata a superare i veti incrociati.Loading…L’ok di Meloni per sminare il campo con il QuirinaleSminare il campo, dunque, anzi i campi. Lo sblocco dell’impasse sui giudici della Consulta è il terzo passo, nel giro di pochi giorni, che Meloni compie per andare incontro alle preoccupazioni del Capo dello Stato: prima l’apertura al dialogo con l’Anm sul piede di guerra contro la riforma Nordio sulla separazione delle carriere («Auspico che da subito si possa riprendere un sano confronto sui principali temi», ha detto subito dopo l’elezione a presidente di Cesare Parodi, di Magistratura indipendente); poi la richiesta informale al Tribunale internazionale dell’Aja fatta partire da Via Arenula per avviare un confronto sulle criticità, a partire dal caso Almasri, in modo da avviare una sorta di “agreement” per una migliore collaborazione futura.Già la prossima settimana è attesa la sentenza sulle pensioniD’altra parte dalla Corte costituzionale – dopo la delicata sentenza del 20 gennaio scorso sullo stop al referendum sull’autonomia differenziata presa in 11, un voto solo in più del quorum – si attendono nella prossime settimane decisioni importanti, sia per quanto riguarda temi politicamente sensibili sia per quanto riguarda il possibile impatto sui conti pubblici. Già la prossima settimana sarà trattato il tema della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, con evidenti possibili ricadute sulla spesa previdenziale già molto alta, e a stretto giro sarà la volta degli extraprofitti delle imprese energetiche.Occhi del governo (e del Pd) puntati sul terzo mandato e sull’abuso d’ufficioMa il tema politicamente più sensibile resta quello del terzo mandato per i governatori. Con la legge regionale della Campania impugnata dal governo, che sarà affrontato a fine aprile: il governatore dem Vincenzo De Luca attende questo passaggio per capire se dare battaglia nel suo partito, con la segretaria Elly Schlein che invece punta all’accordo con il M5s su un nome pentastellato (l’ex presidente della Camera Roberto Fico o l’ex ministro Sergio Costa); ed è noto il pressing della Lega per far restare in campo il “Doge” Luca Zaia in Veneto. Il 7 maggio è poi attesa la sentenza sull’abuso d’ufficio, con l’accorpamento di una decina di cause contro l’abolizione del reato decisa dal governo Meloni. Abolizione, va ricordato, sostenuta anche contro la segreteria dem dalla maggior parte dei sindaci del Pd. Insomma, meglio avere il quorum dei 15 giudici al completo, e con qualche esponente “amico”. LEGGI TUTTO
Studente sedicenne cede dell’hashish al compagno durante la lezione, il prof chiama la polizia
Il 16enne è stato denunciato al Tribunale per i Minorenni per il reato di cessione di sostanze stupefacenti, mentre il coetaneo è stato segnalato come consumatore al Commissariato del governo.Studente sedicenne cede dell’hashish al compagno durante la lezione – Nanopress.itIl questore Paolo Sartori ha sottolineato che lo spaccio e il consumo di stupefacenti non sono fenomeni occasionali, ma rappresentano una vera e propria piaga. Studente sedicenne cede dell’hashish al compagno durante la lezioneÈ arrivato a scuola in ritardo, dopodiché si è avvicinato a un compagno e gli ha ceduto una bustina di plastica contenente dell’hashish. Quando il professore gli ha chiesto di cosa si trattasse, lo studente ha ammesso che la bustina conteneva dello stupefacente. I fatti si sono registrati in un istituto superiore di Bolzano.Il docente ha segnalato l’accaduto al preside, che ha contattato la Questura. I due studenti hanno confermato agli agenti la dinamica dell’episodio. Il 16enne che ha ceduto l’hashish al compagno ha raccontato che era stato proprio lui, qualche giorno prima, a chiedergli di procurargli la droga. Gli agenti hanno quindi riaffidato i due studenti ai rispettivi genitori. Il ragazzo che ha ceduto la droga è stato denunciato al Tribunale per i Minorenni per il reato di cessione di sostanze stupefacenti, mentre il coetaneo è stato segnalato come consumatore al Commissariato del governo.Il questore Paolo Sartori ha sottolineato che lo spaccio e il consumo di stupefacenti non sono fenomeni occasionali, ma rappresentano una vera e propria piaga. LEGGI TUTTO
La manifestazione pro Europa a Roma, Serra: piazza con idee diverse è scandalo ma si chiama democrazia
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaHa preso il via sulle note dell’inno alla gioia la manifestazione a piazza del Popolo per l’Europa, lanciata da Michele Serra. «Siamo in tanti perché siamo popolo», le prime parole del giornalista dal palco. Migliaia di bandiere dell’Ue a fare da cornice all’iniziativa, ativisti, «europeisti» ma anche tanti parlamentari presenti nel cuore della Capitale. In cielo sventolano anche le bandiere della pace insieme a quelle di Ucraina e Georgia. Tanti gli slogan pro-Europa ma anche contro la politica del riarmo.«Non può che essere così una piazza europea»«Siamo in tanti e siamo diversi, e non può che essere così una piazza europea. In un mondo in frantumi una piazza che unisce persone con idee diverse è uno scandalo, e questo scandalo si chiama democrazia, non è molto di moda ma è la democrazia”, aggiunge Serra aprendo la manifestazione. «Abbiamo queste due parole preziose tra le mani, pace e libertà, ma non sappiamo bene come usarle senza che cadano a terra, e si rompano, e ci restino solo i cocci. Questa piazza non ha risposte, ma ha ben chiare le domande. Questa piazza è un punto interrogativo di colore blu. Noi siamo la domanda che consegniamo a noi stessi, a chi ci governa, a chi ci rappresenta nel Parlamento italiano e in quello europeo. Chi si illude di avere le risposte in tasca, e sa come si fa la guerra, e sa come si fa la pace, oggi non è qui».Loading…«La politica serve a sentirsi meno soli»«Ai politici presenti in piazza – prosegue Serra – che ringrazio di cuore, e a quelli che non ci sono, che rispetto, ho solo un piccolo rilievo da muovere. Siete troppo intelligenti. Cercate, per favore, di essere un poco più stupidi, come questa piazza che non ha fatto calcoli, che non sa esattamente che cosa si deve fare, ma cerca di farlo lo stesso. Cercate, per favore, di parlarvi e addirittura di ascoltarvi. Noi siamo qui, oggi, perché la nostra solitudine e le nostre speranze ci impedivano di restarcene in casa. Ci hanno spinto a uscire di casa, e a ritrovarci qui. Insieme. La ripeto perché è la più europea delle parole: insieme. Forse stasera ci sentiremo un poco meno confusi. Forse, ancora più confusi. Di sicuro, ci sentiremo un po’ meno soli. A questo dovrebbe servire la politica: a sentirsi meno soli».Gualtieri: Europa sia più popolare non populista«La salvezza non sta nella forza bruta delle armi ma nella costruzione di rapporti umani», è scritto su uno striscione sorretto da due donne. «Per andare avanti ed essere più unita l’Europa deve essere più popolare non populista. Le città siano protagoniste di questo processo». Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel suo intervento alla manifestazione di piazza del Popolo in rappresentanza delle decine dei primi cittadini che hanno aderito. «Come italiani ci sentiamo cittadini europei e sentiamo con il cuore ancora prima che con la mente che in questo mondo senza l’Europa sono in gioco i nostri diritti – ha aggiunto -. Serve un deciso salto in avanti verso un’unione europea più forte, unita e solidale che ci faccia sentire più sicuri e più liberi». L’Europa «sia portatrice di pace. Abbiamo una grande sfida di fronte, non possiamo più rimandare, non possiamo più procedere a piccoli passi. Abbiamo bisogno di scelte coraggiose». LEGGI TUTTO