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  • Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di lei

    L’indagine è scattata dopo una segnalazione dei medici del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Ponte San Pietro, dove il piccolo era arrivato il 17 luglio scorso, insieme alla madre, per problemi di deambulazione.Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di lei – Nanopress.itI sanitari hanno riscontrato lividi sul corpo del piccolo paziente e hanno segnalato la vicenda ai carabinieri. Dagli accertamenti, è emersa la condotta violenta perpetrata dalla mamma del bambino e dal compagno della donna. I due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune del foggiano. Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di leiSono stati arrestati questa mattina, con l’accusa di maltrattamenti, la madre di un bambino di due anni e il compagno – 18 anni lei, 32 lui – dai carabinieri di Bergamo e di Ponte San Pietro. L’indagine è scattata dopo una segnalazione dei medici del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Ponte San Pietro, dove il piccolo era arrivato il 17 luglio scorso, insieme alla madre, per problemi di deambulazione. Durante la degenza del bambino, i medici hanno riscontrato la presenza di numerosi lividi sul corpo del piccolo, e hanno inviato una segnalazione alle autorità.A quel punto si sono mossi i carabinieri, che hanno accertato i maltrattamenti perpetrati dalla donna e dal compagno di lei sul bambino, nato da una precedente relazione della giovane. I due sono stati quindi trasferiti alla casa circondariale di Bergamo e, dopo l’interrogatorio di convalida del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune del Foggiano.Il piccolo è stato affidato a una comunità per minori, in attesa che si pronunci l’autorità giudiziaria minorile di Brescia. LEGGI TUTTO

  • Edicole, diversificare per non sparire: la proposta Verini punta sull’utilità sociale

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNegli ultimi tempi l’Italia ha perso migliaia di edicole, «soprattutto nei centri più sperduti e più marginali, nelle aree interne, ma anche nelle città». Si pensi che a Roma, «solo nel primo municipio hanno chiuso in questi anni 50 edicole». C’è anche questo bilancio – drammatico per chi considera le rivendite «un presidio anche sociale» oltre che «un contributo alla libertà di informazione» – all’origine di una proposta di legge dem appena presentata al Senato.Le misure salva edicoleIl dem Walter Verini, che della proposta di legge è il primo firmatario, riassume a Parlamento24 le possibili misure “salva edicole”, dalla defiscalizzazione di tasse e contributi previdenziali per gli edicolanti alla riduzione (o azzeramento) di una lunga serie di tasse locali che oggi gravano su queste particolari strutture di vendita capillare «ma con un ruolo di utilità sociale», dalla Tari alle tariffe comunali.Loading…La diversificazione delle attività e i contributi alla distribuzioneUno degli aspetti qualificanti della proposta di legge Verini riguarda la diversificazione delle attività delle edicole, per esempio come punto di contatto con i cittadini per conto delle amministrazioni locali: «Perché non mettere in rete le edicole con gli uffici comunali da cui arriva un certificato che consente ai cittadini di ritiralo senza andare lontano?». Tra le misure pro-edicole proposte da Verini anche l’introduzione di contributi per i distributori, «perché spesso portare dei giornali in luoghi lontani, sia nelle città e sia nelle aree più disagiate costa, costa in carburante, in benzina, in lavoro e magari per vendere cinque copie, dieci copie» in località difficile di raggiungere.Una battaglia che non deve avere bandierine politicheL’auspicio, conclude Verini, è che la sua proposta di legge attivi un dibattito per salvare le edicole aiutandole a superare la crisi che le caratterizza: «L’ho presentata io, ma davvero vuole essere molto aperta ai contributi di tutti. È una battaglia che non deve avere bandierine partitiche». LEGGI TUTTO

  • Soldi ai partiti, Fratelli d’Italia prima con 26 milioni. Per la Lega record di erogazioni liberali

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaA dieci anni dall’abolizione del finanziamento pubblico della politica i partiti continuano la loro ricerca di risorse per alimentare le proprie macchine organizzative. La cura dimagrante di personale e sedi ha permesso alla maggior parte dei bilanci di uscire dalle zone pericolose del disavanzo. Ma il carburante non è mai abbastanza. Lo dimostra il tentativo maldestro di cambiare l’intero sistema del 2 per mille (la quota dell’Irpef che il contribuente può destinare al sostegno dei partiti) con un emendamento del governo al decreto Fisco dello scorso novembre: l’obiettivo era quello cambiare la normativa in modo da destinare alle forze politiche anche la quota di chi non esplicita la scelta (l’inoptato che oggi rimane nelle casse dello Stato diversamente da quanto accade invece per l’8 per mille destinato alle confessioni religiose).Un movimento da cento milioni di euroSul provvedimento, come noto, è arrivato l’altolà del Quirinale e non se ne è fatto più nulla. Per ora. In compenso è salito di 4,691 milioni nel 2024 il tetto di spesa delle risorse che provengono dalla destinazione volontaria del due per mille dell’Irpef. Ci sono poi altri due “affluenti”: le quote associative e le erogazioni liberali (che sono per la gran parte versamenti fatti dagli eletti al proprio partito). E, infine, va citata una quarta risorsa, stavolta pubblica, che però è di natura diversa: si tratta delle fondi riservati ai gruppi parlamentari che sono riservati alle attività istituzionali e non alle iniziative di partito. La somma complessiva restituisce un numero tondo: circa 100 milioni complessivi per l’anno 2023. Più di un quarto (26 milioni di euro) appartiene a Fratelli d’Italia grazie ai 14 milioni di euro assicurati ai gruppi di Senato e Camera (i più numerosi nell’attuale Parlamento).Loading…Duexmille: scelte in crescitaIl due per mille è un meccanismo che continua a portare sempre più ossigeno alle casse dei partiti. Nelle dichiarazioni dei redditi del 2024 (anno d’imposta 2023) i contribuenti hanno destinato col due per mille una cifra pari a 29,79 milioni di euro (+23,8% sull’anno precedente). Per avere un termine di paragone, nell’edizione del 2015 erano stati erogati ai partiti 11,7 milioni di euro. Il Partito democratico continua a guidare la graduatoria e ha superato il tetto di 10 milioni di euro con 628.782 contribuenti che hanno scelto il partito guidato Elly Schlein. Al secondo posto Fratelli d’Italia che, dopo il balzo dello scorso anno (sfruttando la corrente ascensionale che ha portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi passò da 3,132 a 4,807 milioni di euro) continua a crescere anche se a un ritmo più moderato: è stato scelto da 382.457 contribuenti con un 5,658 milioni di euro. Completa il podio il M5s (239.240 cittadini con un importo spettante pari a 2,7 milioni). Se si sommano i numeri dei due soggetti in cui è stata divisa amministrativamente la Lega (la “vecchia” Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e la nuova “Lega per Salvini Premier”) il quarto posto spetta al movimento guidato da Matteo Salvini (1,62 milioni di euro).Quote associative ed erogazioni liberaliUn’operazione di addizione va fatta anche per ricostruire il valore complessivo di quote associative ed erogazioni liberali della galassia leghista. La Lega vanta il primato alla voce dei contributi volontari: oltre 9 milioni di euro (mezzo milione arriva dal vecchio Carroccio) con la rete di “Leghe regionali” che raccoglie 4,2 milioni di euro. Un lungo elenco di contributori in cui a deputati e senatori si alternano a numerose società. Il primo partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, raccoglie una somma maggiore per quote associative (2,878 milioni di euro) rispetto all’alleato di Governo ma le erogazioni liberali si fermano sotto quota 4 milioni di euro. Comunque un livello doppio rispetto alla principale forza di opposizione: da eletti e sostenitori il Pd ha ottenuto meno di due milioni (1,873). Cifra lontana dagli alleati-avversari del Movimento 5 Stelle (3,2 milioni) che però non può contare su quote annuali (e per questo perde terreno nella graduatoria complessiva). Nel 2023 Forza Italia ha incassato complessivamente contribuzioni per 2 milioni di euro: 700mila euro sono arrivati dalla famiglia Berlusconi (100mila a testa da ciascuno dei cinque figli di Silvio Berlusconi, altrettanti dal fratello Paolo e da Fininvest).Il contributo ai gruppi parlamentariCome detto, c’è una quarta fonte di finanziamento alla politica: il contributo ai gruppi parlamentari. Va detto che si tratta di risorse riservate a soggetti giuridici diversi rispetto al partito (i gruppi parlamentari devono presentare una propria rendicontazione annuale) e che hanno un vincolo di destinazione (attività istituzionali). Ma la “casa madre” è identica e permette di sommarle alle altre voci per arrivare a un totale complessivo. I fondi sono distribuiti in base alla consistenza numerica dei gruppi: Fratelli d’Italia, quindi, spadroneggia con 14,191 milioni tra Camera e Senato. Il Pd è lontano con 8,855. Il podio si chiude con 7,3 milioni di euro. Se si guardano a tutte le voci, Fratelli d’Italia è stato nel 2023 primo partito nelle urne ma anche nei contributi: 26,711 milioni di euro. Segue il Pd, unico sopra i 20 milioni. La Lega è leggermente sotto. A vincere la sfida centrista tra gli ex alleati Azione e Italia viva è la prima: 3,5 milioni per la formazione di Carlo Calenda contro i 3,1 milioni della creatura di Matteo Renzi. LEGGI TUTTO

  • Crolla il solaio per una fuga di gas, paura a Napoli: tre feriti

    L’esplosione ha provocato un forte boato che ha spaventato i residenti del quartiere, molti dei quali sono scesi in strada per la paura.Crolla il solaio per una fuga di gas, paura a Napoli: tre feriti – Nanopress.itI vigili del fuoco stanno verificando la sicurezza dell’edificio e degli edifici vicini. Crolla il solaio per una fuga di gas, paura a Napoli: tre feritiTre persone sono rimaste ferite a Napoli a causa del crollo del solaio di un’abitazione in vico Pace, nel rione Forcella. L’incidente è stato causato probabilmente dall’esplosione di una bombola di gas o da una fuga di gas. Fortunatamente, nessuno dei feriti è in gravi condizioni.L’esplosione ha provocato un forte boato che ha spaventato i residenti del quartiere, molti dei quali sono scesi in strada per la paura. Le otto famiglie residenti nello stabile sono state evacuate per precauzione. I vigili del fuoco stanno verificando la sicurezza dell’edificio e degli edifici vicini. LEGGI TUTTO

  • Ue: accordo Italia-Albania sui migranti deve rispettare il diritto europeo

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Quando estendono l’applicazione delle disposizioni di diritto nazionale che attuano il diritto dell’Unione a situazioni che esulano dall’ambito di applicazione di quest’ultimo, gli Stati membri devono farlo in modo da non compromettere o eludere l’applicazione delle norme armonizzate o degli obblighi da esso previsti». Lo afferma il commissario europeo alla Migrazione Magnus Brunner in risposta a un’interrogazione presentata da diversi esponenti del M5s, Pd e Avs sul protocollo Italia-Albania e la conformità al diritto europeo del trasferimento di migranti in Paesi terzi, precedentemente esclusa dalla Commissione europea.Lo spazio di manovra degli accordi bilaterali «Per quanto riguarda l’iniziativa condotta dall’Italia a seguito della firma di un protocollo sulla gestione della migrazione con l’Albania, l’attuazione di tale protocollo ai sensi del diritto italiano non deve compromettere il sistema europeo comune di asilo o incidere negativamente sulle norme comuni dell’Ue – sottolinea il commissario -. Deve inoltre essere complementare alle vie di accesso all’asilo esistenti e non può frapporsi alle finalità e agli obiettivi del diritto dell’Unione in quest’ambito, né ledere i diritti e le garanzie che gli Stati membri devono concedere alle persone che si trovano in queste situazioni».Loading…Accordo Italia Albania, via libera definitivo del Senato con 93 sì e 61 no«Sulla base delle informazioni di cui dispone la Commissione, l’iniziativa dell’Italia mira a trasferire determinate categorie di cittadini di paesi terzi intercettati in alto mare verso centri situati in territorio albanese, ma soggetti alla giurisdizione italiana, affinché ne vengano esaminate le domande di protezione internazionale. In caso di rifiuto di tali domande, l’Italia effettuerebbe procedure di rimpatrio da tali centri», prosegue Brunner.Monitoraggio confermato«Ai sensi della direttiva rimpatri, il cittadino di un paese terzo il cui soggiorno nel territorio di uno Stato membro è irregolare può essere rimpatriato nel proprio paese di origine, in un paese di transito in conformità di accordi di riammissione a livello dell’Ue o bilaterali o di altre intese, o in un altro paese terzo, in cui il cittadino del paese terzo in questione decide volontariamente di ritornare e in cui sarà accettato. La Commissione continuerà a seguire da vicino l’attuazione del protocollo Italia-Albania, monitorando in particolare la corretta applicazione del diritto dell’Unione in tale contesto», conclude.Ciriani: su modello Albania governo al lavoro per superare ostacoli“Il progetto in Albania è un’operazione che presenta profili inediti e di complessità rispetto ai quali il Governo è al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati al fine di consentire la piena funzionalità dei centri realizzati”. Lo ha detto al question time il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, facendo riferimento in particolare al protocollo Italia-Albania messo sotto osservazione dalla Commissione Ue. “Tra l’altro procedure accelerate di frontiera, a partire dal 2026, costituiranno un obbligo per gli Stati membri in virtù del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo e le nuove regole europee impongono all’Italia di organizzarsi per l’accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone; pertanto gli 880 posti delle strutture in Albania rappresentano un’indiscutibile opportunità”, ha evidenziato Ciriani. “La prosecuzione del progetto si inserisce nella linea tracciata dal Governo sin dal suo insediamento, che mira a ricondurre i flussi migratori entro una cornice di legalità e sostenibilità. In piena coerenza con tale impostazione, il progetto andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare, che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo, sia la strada da perseguire per combattere gli affari di trafficanti senza scrupoli”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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