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Incidente in Autostrada, chiusa l’A1 nel Parmense
L’Autostrada del Sole è stata chiusa in entrambe le direzioni, fra Fiorenzuola e Fidenza, nel Parmense, per consentire l’accesso ai mezzi di soccorso.Autostrada – Nanopress.itQuesta mattina si è verificato un incidente, che ha visti coinvolti un autocarro, un pullman e un tir. Sul posto vigili del fuoco e polizia stradale. Incidente in A1: chiuso tratto di autostrada nel ParmenseÈ stata chiusa in entrambi i sensi di marcia l’autostrada A1, nel tratto fra Fiorenzuola e Fidenza, nel Parmense, per consentire l’accesso ai mezzi di soccorso, per via di un incidente stradale che ha visti coinvolti un autocarro, un pullman e un tir. Sul posto anche polizia stradale e vigili del fuoco, che stanno regolamentando il traffico.A seguito dell’incidente si registrano un morto e un ferito ricoverato in gravi condizioni all’Ospedale ‘Maggiore’ di Parma. LEGGI TUTTO
Studente sedicenne cede dell’hashish al compagno durante la lezione, il prof chiama la polizia
Il 16enne è stato denunciato al Tribunale per i Minorenni per il reato di cessione di sostanze stupefacenti, mentre il coetaneo è stato segnalato come consumatore al Commissariato del governo.Studente sedicenne cede dell’hashish al compagno durante la lezione – Nanopress.itIl questore Paolo Sartori ha sottolineato che lo spaccio e il consumo di stupefacenti non sono fenomeni occasionali, ma rappresentano una vera e propria piaga. Studente sedicenne cede dell’hashish al compagno durante la lezioneÈ arrivato a scuola in ritardo, dopodiché si è avvicinato a un compagno e gli ha ceduto una bustina di plastica contenente dell’hashish. Quando il professore gli ha chiesto di cosa si trattasse, lo studente ha ammesso che la bustina conteneva dello stupefacente. I fatti si sono registrati in un istituto superiore di Bolzano.Il docente ha segnalato l’accaduto al preside, che ha contattato la Questura. I due studenti hanno confermato agli agenti la dinamica dell’episodio. Il 16enne che ha ceduto l’hashish al compagno ha raccontato che era stato proprio lui, qualche giorno prima, a chiedergli di procurargli la droga. Gli agenti hanno quindi riaffidato i due studenti ai rispettivi genitori. Il ragazzo che ha ceduto la droga è stato denunciato al Tribunale per i Minorenni per il reato di cessione di sostanze stupefacenti, mentre il coetaneo è stato segnalato come consumatore al Commissariato del governo.Il questore Paolo Sartori ha sottolineato che lo spaccio e il consumo di stupefacenti non sono fenomeni occasionali, ma rappresentano una vera e propria piaga. LEGGI TUTTO
Sì a guerra e atomica per l’86% dei russi. Ecco il Paese di Putin
Sei russi su sette (l’86,6% del campione intervistato) sostengono in principio un’eventuale aggressione militare di Mosca a Paesi dell’Unione Europea. Non solo: i tre quarti degli intervistati non sono contrari nemmeno all’impiego da parte della Russia di armi nucleari. Lo rivela un sondaggio pubblicato da Active Group, un gruppo di ricerca ucraino. Il campione è stato consultato tenendo conto delle leggi restrittive russe che obbligano a usare la dicitura «operazione speciale» al posto di «guerra» e a definire «nazisti» le forze militari difensive ucraine.«L’impressione generale che abbiamo ricavato dall’indagine spiega Andriy Eremenko, che ha fondato Active Group nel 2011 è che i russi che hanno accettato di rispondere alle nostre domande dimostrino aggressività non solo verso l’Ucraina, ma anche nei confronti dell’Ue». I tre quarti del campione approverebbero l’eventuale estensione dell’attuale «operazione speciale in Ucraina» a ulteriori Paesi, e indicano nella Polonia il bersaglio preferito. L’idea di recuperare con la forza l’impero sovietico perduto nel 1991 con la fine dell’Urss sembra sorridere alla maggioranza dei russi: oltre alla Polonia (indicata dal 75,5% degli intervistati), essi vorrebbero vedere i loro soldati nella veste di invasori e occupanti nelle tre Repubbliche baltiche (41%), in Bulgaria, Romania, Ungheria e nella ex Cecoslovacchia (39,6%). Ma anche la Georgia (32,4%) e la Moldavia (28,8%) dovrebbero «tornare alla madrepatria», mentre meno del 5% si azzarda ad approvare un attacco anche a Paesi dell’Europa occidentale. La gran parte dei russi, dunque, pensa che i Paesi dell’Europa orientale che hanno scelto ormai 30 anni fa di sfuggire al dominio russo e di far parte della comunità occidentale si trovino in una specie di libertà vigilata, e che sarebbe pieno diritto della Russia rimetterli a forza sotto il proprio tallone. Solo il 17,6% del campione ha preferito non rispondere alle domande sull’estensione della «influenza militare russa» all’estero, e un insignificante 1,4% ha risposto che la Russia non dovrebbe espandersi: assai meno comunque di quanti sostengono l’opportunità di aggredire gli stessi Stati Uniti (4,6%), mentre c’è perfino un nocciolo duro di guerrafondai assoluti che asseconderebbe un tentativo di Putin di mettere sotto controllo il mondo intero (12,5%). Un secolo di ossessiva propaganda anti occidentale fatto salvo l’intervallo degli anni Novanta ha lasciato segni indelebili nell’opinione pubblica russa, anche se bisogna ricordare che Putin soffoca la libera informazione e inculca un’ideologia nazional-imperiale che ha ormai perfino riabilitato la sanguinaria figura di Stalin, presentato anche nelle scuole come artefice della grandezza nazionale. Senza poi dimenticare l’esistenza, soprattutto tra i giovani e i residenti nelle grandi città, di una coraggiosa minoranza chiaramente ostile al regime ma messa in condizione di non «disturbare il Manovratore» (vedi il destino di Aleksei Navalny). Ma l’aspetto più impressionante riguarda l’accettazione dell’arma nucleare per aggredire i Paesi vicini «se Putin avesse informazioni sul loro possibile uso contro la Russia»: dal 40,3% arriva un sì incondizionato, dal 34,3% una disponibilità parziale e solo dal 25,4% un no secco. Siamo ridotti a sperare che i vertici del regime siano più responsabili dei loro sudditi. LEGGI TUTTO
Entra nella fabbrica abbandonata per scattare una foto, 18enne precipita dal solaio
Il ragazzo era in compagnia di due amici, entrambi maggiorenni, nello stabile dell’ex fabbrica di penicillina su via Tiburtina a Roma. Incidente alla fabbrica di penicillina – Nanopress.itSul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Il giovane è stato trasferito in ospedale, ma non è in pericolo di vita. I tre amici rischiano una denuncia per invasione di edifici. Entra nella fabbrica abbandonata per scattare una foto, 18enne precipita dal solaioUn incidente che poteva avere conseguenze ben più drammatiche quello avvenuto la notte scorsa nell’ex fabbrica di penicillina sulla via Tiburtina a Roma. Tre amici, tutti maggiorenni, si sono introdotti nello stabile per scattare una foto da pubblicare sui loro profili social. Uno di loro però è rimasto vittima di un incidente. È salito sul solaio, ma una lastra ha ceduto e il giovane è precipitato da un’altezza di circa sei metri.Fortunatamente gli amici hanno allertato i soccorsi e il ragazzo ha riportato una frattura delle costole, ma non è in pericolo di vita. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e carabinieri della stazione di San Basilio e della compagnia di Monte Sacro. I tre amici rischiano una denuncia per invasione di edifici. Al vaglio delle forze dell’ordine anche i profili social dei tre giovani, per accertare se vi siano stati altri episodi simili. LEGGI TUTTO
Strage di Ustica, la Procura di Roma chiede l’archiviazione dell’ultima inchiesta
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaSembra destinata a restare senza colpevoli la strage di Ustica. La procura di Roma ha chiesto al gip l’archiviazione dell’ultima inchiesta sul Dc-9 Itavia che la sera del 27 giugno 1980 precipitò nel mar Tirreno, provocando 81 morti. Lo scrive la Repubblica, riferendo che per i pm lo scenario resta comunque quello della battaglia aerea ed è stata esclusa la pista della bomba esplosa a bordo.Secondo il quotidiano la procura romana non sarebbe riuscita a identificare la nazionalità dei caccia in assetto da guerra che quella sera erano nei cieli di Ustica e che avrebbero provocato l’abbattimento dell’aereo diretto da Bologna a Palermo e dunque a individuare i responsabili. E questo nonostante le decine di rogatorie internazionali – in particolare quelle degli ultimi anni con la Francia e gli Usa – e le numerose testimonianze raccolte dai magistrati.Ci sarebbe stata poca trasparenza nella collaborazione fornita dai Paesi ai quali l’Italia si è rivolta, con informazioni incomplete, non riscontrabili e in alcuni casi addirittura fuorvianti.Loading…Bonfietti: archiviazione su Ustica grande delusione «Con grande dolore e delusione apprendo la richiesta della Procura di Roma di archiviazione per la indagine sulla tragedia di Ustica aperta nel 2008 dopo le dichiarazione del Presidente Cossiga che indicava aerei francesi come responsabili dell’abbattimento del DC9 Itavia. È la reazione di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Dolore, sottolinea Bonfietti, «per i nostri morti che non hanno ancora avuto completa giustizia e delusione per i tanti anni di indagini e sforzi di magistratura e avvocati che non hanno ancora potuto portare alla completa verità». LEGGI TUTTO
POLITICA
Meloni invia lettera al Papa: “Stato e Chiesa distinti ma crescono insieme”
Polizze anti-calamità, via libera della Camera al decreto: le novità per i contratti assicurativi delle imprese
Referendum, per cosa si vota e come sono schierati i partiti
Codice della Strada, sostanze stupefacenti: circolare sui nuovi criteri per i test