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Anniversario Gdf, Mattarella: Modello a livello internazionale
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Sicurezza, governo studia nuove misure per agenti e medici
Dopo le criticità rilevate dalla Cassazione in merito al decreto sicurezza, maggioranza e governo sembrano pronte a rilanciare e pensano ad un provvedimento per tutelare forze di polizia e personale ospedaliero
Mentre si discute, e ci si scontra, sui dubbi arrivati dalla Corte di Cassazione sul decreto sicurezza, e il suo rischio di incostituzionalità, governo e maggioranza sembrano intenzionati al rilancio e valutano un nuovo provvedimento per la tutela delle forze dell’ordine e del personale sanitario. “Difendere le divise significa difendere gli italiani”, mette nero su bianco la Lega in una nota. L’ipotesi sarebbe quella di una sorta di tutela rafforzata per evitare l’iscrizione automatica nel registro degli indagati e tutto quello che deriva dall’obbligo della magistratura di aprire le indagini per “atto dovuto”. Escluso nettamente lo scudo penale, a Palazzo Chigi si ragionerebbe su una specifica misura per tutelare forze dell’ordine e agenti ma anche medici e infermieri, coloro dunque che in prima linea rischiano di più. LEGGI TUTTO
Braccianti ridotti in schiavitù, arrestati due caporali
L’emissione delle ordinanze di custodia cautelare si è resa necessaria per evitare l’inquinamento probatorio, poiché uno dei caporali aveva esercitato forti pressioni sulle famiglie dei braccianti affinché ritrattassero quanto rivelato.Braccianti ridotti in schiavitù, arrestati due caporali – Nanopress.itLe vittime – 33 braccianti indiani – sarebbero stati costretti a vivere in condizioni degradanti e precarie, senza alcuna considerazione per le basilari norme igienico-sanitarie. Braccianti ridotti in schiavitù, arrestati due caporaliSono scattate le manette per i due caporali di origine indiana, accusati di aver ridotto in schiavitù 33 braccianti indiani nella provincia di Verona. Secondo quanto riportato da Ansa, la Guardia di Finanza ha arrestato i due cittadini indiani residenti a Cologna Veneta, in provincia di Verona, per reati di riduzione in schiavitù, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. I due indagati avrebbero costretto i lavoratori a vivere in condizioni precarie e degradanti, sfruttandoli nelle campagne della provincia scaligera.Le famiglie indiane erano state costrette a indebitarsi e a impegnare tutti i loro beni per pagare 17mila euro ai caporali, che in cambio avevano promesso loro il permesso di lavoro per l’ingresso e la permanenza nel territorio italiano, all’unico scopo di sfruttare i lavoratori in condizioni disumane.L’emissione delle ordinanze di custodia cautelare si è resa necessaria per evitare l’inquinamento probatorio, poiché uno dei caporali aveva esercitato forti pressioni sulle famiglie dei braccianti affinché ritrattassero quanto rivelato. I due sono stati trasferiti nel carcere di Verona Montorio. LEGGI TUTTO
Giuli: nessun film fantasma avrà più risorse pubbliche
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Sfruttamento del lavoro nero, cinque arresti a Cagliari
Smantellata a Cagliari un’associazione a delinquere che reclutava e sfruttava lavoratori in nero impiegati in alcune aziende agricole della zona. Lavoratori in nero a Cagliari – Nanopress.itLa manovalanza veniva reclutata tra gli stranieri ospiti del Centro di accoglienza di Monastir. La polizia di Stato ha arrestato cinque persone e ne ha iscritto una sesta nel registro degli indagati, con l’accusa di aver fatto da autista per l’organizzazione. Smantellata associazione a delinquere a CagliariLi reclutavano tra gli ospiti del Centro di accoglienza straordinaria di Monastir (Cagliari), per farli lavorare in alcune aziende agricole della cittadina sarda, sottopagandoli e senza fargli sottoscrivere alcun contratto di lavoro. È con questa accusa che questa mattina gli agenti della polizia di Stato di Cagliari hanno tratto in arresto cinque persone, tutte pakistane ma con permesso di soggiorno in Italia, che avrebbero messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere.Come riferisce l’Ansa, una sesta persona – anche questa di origini pakistane – è indagata in stato di libertà con l’accusa di aver fatto da autista per l’associazione. Stando a quanto ricostruito nei mesi di indagine, ogni mattina un furgone prelevava gli ospiti del centro di accoglienza per portarli a lavorare in diverse aziende del capoluogo, per 5 euro l’ora. A volte i lavoratori dovevano provvedere anche a procurarsi i pasti per la giornata. In totale sono 12 i titolari di aziende agricole indagati. LEGGI TUTTO