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Milleproroghe: tutte le novità su rottamazione, polizze e contratti approvate dalla Camera
Proroga sugar tax in un altro provvedimentoLa proroga della sugar tax, la tassa sulle bevande edulcorate che scatterà il primo luglio prossimo, non entra nel milleproroghe, ma il governo promette che il tema verrà affrontato con un altro provvedimento nei prossimi mesi.Pa, assunzioni senza mobilità Viene prorogata di un altro anno, per tutto il 2025, la possibilità per la Pubblica amministrazione di bandire concorsi, e quindi di assumere, senza l’obbligo preliminare di avviare la mobilità volontaria. Sempre nella Pa, inoltre, la durata degli incarichi dirigenziali e direttivi gratuiti per lavoratori in quiescenza potrà essere al massimo di 2 anni, anziché di uno.Fisco, ecco il salvagente per chi non ha pagato la rottamazione delle cartelleSlitta la consulta dei tifosiSlitta di due anni la costituzione della consulta dei tifosi nei cda delle società sportive. Il decreto sposta il termine dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, ma con l’ok ad un emendamento di FI il rinvio è ulteriormente spostato a fine 2027. La richiesta iniziale era di arrivare a fine 2028, ma si è trovata una mediazione dopo le fibrillazioni nella maggioranza.Stop alle multe per i no vaxAnnullate le multe da 100 euro emesse contro quanti non hanno ottemperato l’obbligo vaccinale durante la pandemia Covid. L’intervento riguarda solo coloro che non hanno ancora pagato la sanzione o la cartella. Non ci sarà alcun rimborso per quanti hanno già pagato la sanzione.Contratti a termine Per le aziende arriva la possibilità di usare per un altro anno, fino al 31 dicembre 2025, la norma che consente di stipulare contratti a termine più lunghi di 12 mesi con causali meno rigide LEGGI TUTTO
Cercasi pianta femmina per pianta maschio in via di estinzione
Caricamento playerAnche le specie vegetali possono estinguersi e anche delle specie vegetali può succedere che sia rimasto un unico individuo sul pianeta. È il caso della cicas di Wood, un albero originario del Sudafrica, che è stato soprannominato “la pianta più sola nel mondo”. Ce ne sono circa 110 all’interno di giardini botanici di vari paesi, ma geneticamente si tratta della stessa pianta, che è stata propagata staccando steli dall’unica cicas di Wood trovata in natura finora. C’è però chi sta cercando di trovarne un’altra, e così evitare l’estinzione della specie, usando droni in volo sopra una foresta e un algoritmo per il riconoscimento delle immagini.
La cicas di Wood dei Kew Gardens di Londra, nel Regno Unito, nel 2019; venne propagata dall’individuo trovato in Sudafrica nel 1899 (il Post)
La cicas di Wood è, come suggerisce il nome, un tipo di cicas, un gruppo di specie di piante diverse. Apparentemente le cicas sono simili alle palme, ma in realtà sono molto distanti a livello evolutivo, e sono molto più antiche – esistevano già 270 milioni di anni fa, nel Mesozoico, detto anche “era delle cicas”. Sono piante dioiche, di cui cioè esistono individui femminili e individui maschili. La cicas di Wood di cui siamo a conoscenza è un individuo maschile, per questa ragione per preservare la specie non basterebbe trovare una cicas di Wood qualsiasi, ma un individuo femminile.
Il nome scientifico della cicas di Wood è Encephalartos woodii: la specie deve il suo nome a John Medley Wood, un botanico sudafricano vissuto tra il 1827 e il 1915. Nel 1895 Wood trovò l’individuo di cicas a noi noto nella foresta di Ngoye, un’area boscosa nell’est del Sudafrica che attualmente ha un’estensione di 40 chilometri quadrati. Dal 1916 quell’albero si trova a Pretoria, in un’area recintata e protetta, dove è stato portato perché il dipartimento forestale del Sudafrica temeva che potesse essere distrutto.
Dopo il 1895 vari esploratori hanno cercato altre cicas di Wood nella foresta di Ngoye, ma senza successo. La foresta però non è mai stata esplorata del tutto. Ispirato dalla “solitudine” della cicas di Wood maschio C-LAB, un collettivo di ricerca artistica che impiega metodi scientifici per i propri progetti, ha deciso di provare a cercare una femmina usando tecnologie contemporanee, a cominciare da droni e algoritmi.
La cicas di Wood trovata da John Medley Wood nella foresta di Ngoye nel 1907 (James Wylie)
Laura Cinti, ricercatrice dell’Università di Southampton e una dei fondatori di C-LAB, spiega che per il collettivo l’arte e la scienza sono «discipline interconnesse che possono ispirarsi a vicenda». «Nella nostra attività usiamo metodi sofisticati e materiali intricati, e lavoriamo a stretto contatto con scienziati ed esperti. Questa combinazione offre prospettive uniche sul modo con cui vediamo, capiamo e sperimentiamo il mondo», dice.
Per provare a trovare la cicas di Wood femmina, all’inizio del 2024 C-LAB ha fatto volare dei droni su una piccola porzione della foresta di Ngoye, meno di un chilometro quadrato, raccogliendo più di 15mila fotografie. Tutte insieme le immagini formano una mappa molto dettagliata della porzione di foresta esaminata.
Mosaico di immagini di cicas usate per addestrare l’algoritmo di C-LAB (Laura Cinti & Howard Boland © C-LAB)
La mappa è poi stata fatta analizzare a un algoritmo per il riconoscimento delle immagini precedentemente “addestrato” a riconoscere le cicas usando sia fotografie reali di diverse cicas, sia immagini di diverse cicas di Wood prodotte con un software di intelligenza artificiale. L’idea è di ottenere un sistema informatico in grado di individuare altre cicas di Wood nella foresta di Ngoye grazie alle fotografie fatte dall’alto coi droni.
Per ora non sono state trovate altre cicas, ma resta da esaminare ancora la stragrande maggioranza della foresta, e col procedere delle ricerche l’algoritmo di C-LAB dovrebbe migliorare le proprie prestazioni. Intanto il collettivo artistico sta avviando un’ulteriore ricerca per capire se utilizzando degli stimoli chimici o fisici si potrebbe far cambiare sesso a una delle cicas di Wood presenti nei giardini botanici. Infatti secondo alcuni studi è già successo che individui di altre specie di cicas abbiamo cambiato sesso in seguito a cambiamenti nel loro ambiente.– Leggi anche: Cosa fai tutto il giorno quando la tua specie si è estinta LEGGI TUTTO
Difesa, Crosetto firma un decreto per riconoscere la figura del veterano
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaArrivano il “Veterano della Difesa” ed il “Veterano delle Missioni internazionali”. Sono le nuove qualifiche introdotte con un decreto del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ufficializza anche l’11 novembre come giornata per la celebrazione del “Veterano”.Riconoscimento estesoL’iniziativa amplia la platea del personale insignito della qualifica di “Veterano delle Missioni internazionali” e “Veterano della Difesa”, estendendo questo riconoscimento anche a coloro che, pur non avendo riportato traumi fisici o psichici invalidanti, abbiano servito onorevolmente il Paese, sia in Patria che nelle missioni internazionali.Loading…Le medaglieInfine, il provvedimento prevede l’istituzione di Medaglie al merito di “Veterano della Difesa” e “Veterano delle Missioni Internazionali”, la cui progettazione avverrà attraverso un concorso di idee rivolto agli studenti delle scuole, con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni nella valorizzazione della memoria e dei valori della Difesa.Crosetto: dare il giusto valore alla figura dei VeteraniSi tratta, spiega Crosetto, di «un passo importante per garantire il giusto riconoscimento a tutti coloro che hanno servito il nostro Paese con dedizione e onore. Per questo risultato desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento al sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago e a tutti i componenti del tavolo tecnico per il prezioso lavoro svolto. È nostro dovere – sottolinea – dare il giusto valore a questa figura che rappresenta una risorsa fondamentale per la nostra Nazione. Come dico sempre la famiglia della Difesa si basa su valori e ideali che devono ispirare il personale e alimentare l’orgoglio e il senso di appartenenza. L’esempio che hanno dato i Veterani, la voglia di affrontare ogni sfida e di ricominciare, deve essere motivo della massima riconoscenza da parte di tutti». LEGGI TUTTO
Marina Berlusconi su Trump: “100 giorni per far vacillare gli Usa”
Le politiche protezionistiche di Trump destano preoccupazioni anche alla presidente di Fininvest e gruppo Mondadori Marina Berlusconi. Durante l’inaugurazione della rinnovata libreria Rizzoli in Galleria a Milano l’imprenditrice ha infatti confessato ai giornalisti di apprezzare l’operato della premier Giorgia Meloni, ma di non concordare con le misure commerciali di Donald Trump, nei confronti delle quali nutre perplessità. “Il governo sta andando nella giusta direzione”, dichiara la figlia dell’ex leader di Forza Italia, “far tornare i conti nonostante i vincoli europei è una eredità pesante e Giorgia Meloni sta agendo bene nella trattativa sui dazi”, tuttavia, aggiunge: “è fondamentale, vista la situazione internazionale complessa di grande instabilità, anche in futuro, non discostarsi un millimetro da questi valori e continui a muoversi in modo coerente e coordinato con l’Europa”.
L’opinione su Trump
Il suo discorso non può prescindere dalla situazione internazionale, verso la quale manifesta preoccupazioni verso il leader americano a cui “sono bastati meno di cento giorni per far vacillare le certezze su cui è stato costruito l’ordine politico ed economico del dopoguerra e infliggere un colpo durissimo alla credibilità degli Stati Uniti e dell’Occidente”. Non mancano tuttavia le speranze. Da un lato perché Trump inizia ad essere costretto a fare qualche “marcia indietro” e comunque “l’America non è solo Trump ma di più”. Dall’altra per l’impegno ad una trattativa sui dazi che Giorgia Meloni, ha riconosciuto, lavora per facilitare e che considera l’unica strada.L’elezione del nuovo Pontefice
Marina chiude con speranza il dialogo con i giornalisti, richiamando l’elezione del nuovo Pontefice, Leone XIV, di nazionalità americana: “Dai Papi ci possiamo aspettare tanti miracoli, tante cose positive e speriamo che aiuti anche da questo punto di vista” ha detto sorridendo. “Non è un miracolo ma come figlia di Silvio Berlusconi che ha dedicato a Forza Italia 30 anno scalda il cuore vedere come questo partito non solo esiste ancora, quando le previsioni erano che potesse scomparire, ma ha ripreso a crescere”. E questo grazie alla “ottima guida di Antonio Tajani che ha fatto e sta ancora facendo un ottimo lavoro”, conclude l’intervento la Presidente.
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Marina Berlusconi, la politica senza la militanza. Forse LEGGI TUTTODal terzo mandato alle pensioni, fino all’abuso d’ufficio: ecco i prossimi dossier sul tavolo della Consulta
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaTroppi fronti aperti, dalla giustizia ai casi internazionali. E troppo alta l’attenzione del Quirinale. Anche per questo nelle ultime ore Giorgia Meloni ha dato il via libera all’accordo siglato tra i partiti per l’elezione bipartisan (il quorum necessario è dei tre quinti) dei quattro giudici costituzionali mancanti: tre avevano terminato il loro mandato a dicembre scorso, ma il seggio lasciato libero dalla presidente emerita della Corte Silvana Sciarra era vacante addirittura dal novembre 2023. Il tredicesimo scrutinio a vuoto sarebbe stato troppo dopo i ripetuti richiami di Sergio Mattarella per ripristinare il quorum della Consulta, senza contare la discreta moral suasion proseguita anche negli ultimi giorni.La “tecnica” Sandulli sblocca l’impasse tra i partitiEd è così che il via libera della premier ha sbloccato l’impasse creatosi per la difficoltà di trovare un nome “tecnico” che andasse bene a tutti, oltre ai tre giudici in quota ai partiti (il consigliere di Palazzo Chigi Francesco Saverio Marini, il costituzionalista Massimo Luciani per le opposizioni e l’ex parlamentare di Fi Roberto Cassinelli in quota azzurra): la figura dell’amministrativista Maria Alessandra Sandulli, più vicina al centrosinistra ma apprezzata anche dal centrodestra, è risultata alla fine la più indicata a superare i veti incrociati.Loading…L’ok di Meloni per sminare il campo con il QuirinaleSminare il campo, dunque, anzi i campi. Lo sblocco dell’impasse sui giudici della Consulta è il terzo passo, nel giro di pochi giorni, che Meloni compie per andare incontro alle preoccupazioni del Capo dello Stato: prima l’apertura al dialogo con l’Anm sul piede di guerra contro la riforma Nordio sulla separazione delle carriere («Auspico che da subito si possa riprendere un sano confronto sui principali temi», ha detto subito dopo l’elezione a presidente di Cesare Parodi, di Magistratura indipendente); poi la richiesta informale al Tribunale internazionale dell’Aja fatta partire da Via Arenula per avviare un confronto sulle criticità, a partire dal caso Almasri, in modo da avviare una sorta di “agreement” per una migliore collaborazione futura.Già la prossima settimana è attesa la sentenza sulle pensioniD’altra parte dalla Corte costituzionale – dopo la delicata sentenza del 20 gennaio scorso sullo stop al referendum sull’autonomia differenziata presa in 11, un voto solo in più del quorum – si attendono nella prossime settimane decisioni importanti, sia per quanto riguarda temi politicamente sensibili sia per quanto riguarda il possibile impatto sui conti pubblici. Già la prossima settimana sarà trattato il tema della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, con evidenti possibili ricadute sulla spesa previdenziale già molto alta, e a stretto giro sarà la volta degli extraprofitti delle imprese energetiche.Occhi del governo (e del Pd) puntati sul terzo mandato e sull’abuso d’ufficioMa il tema politicamente più sensibile resta quello del terzo mandato per i governatori. Con la legge regionale della Campania impugnata dal governo, che sarà affrontato a fine aprile: il governatore dem Vincenzo De Luca attende questo passaggio per capire se dare battaglia nel suo partito, con la segretaria Elly Schlein che invece punta all’accordo con il M5s su un nome pentastellato (l’ex presidente della Camera Roberto Fico o l’ex ministro Sergio Costa); ed è noto il pressing della Lega per far restare in campo il “Doge” Luca Zaia in Veneto. Il 7 maggio è poi attesa la sentenza sull’abuso d’ufficio, con l’accorpamento di una decina di cause contro l’abolizione del reato decisa dal governo Meloni. Abolizione, va ricordato, sostenuta anche contro la segreteria dem dalla maggior parte dei sindaci del Pd. Insomma, meglio avere il quorum dei 15 giudici al completo, e con qualche esponente “amico”. LEGGI TUTTO