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Da Genova a Trento a maggio otto capoluoghi e oltre 400 Comuni al voto: ecco i candidati
Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaLa prossima tornata di elezioni amministrative interessa complessivamente 461 Comuni italiani (114 appartenenti a regioni a statuto ordinario e 347 a regioni a statuto speciale). Di questi nove sono capoluogo di provincia: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Nelle regioni a statuto ordinario si andrà alle urne per il primo turno il 25-26 maggio e per l’eventuale ballottaggio (una trentina i Comuni oltre i 15mila abitanti potenzialmente interessati) l’8-9 giugno insieme ai referendum. Si voterà invece il 4 maggio a Trento e Bolzano. E a settembre (ancora da fissare la data precisa) ad Aosta.A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile “rivincita” per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l’uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l’accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.Loading…A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c’è il nome di Ilaria Goio (imprenditrice, già candidata alle elezioni provinciali del 2013 con la lista “Progetto Trentino”) messo sul tavolo da Fratelli d’Italia, è stato condiviso dalla Lega. Un nome che non ha convinto tutti, e che è stato considerato un “diktat romano” da alcuni partiti della coalizione di centrodestra che governa la provincia di Trento. E che hanno presentato come candidato sindaco Andrea Demarchi, 26 anni, attivo nel mondo del volontariato. Tra i candidati sindaco c’è anche Giulia Bortolotti, un tempo nelle liste di Ianeselli e ora candidata per Onda Civica, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista.Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell’attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d’Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Ancora da definire il candidato del centrosinistra. Matera è governata da un commissario prefettizio dopo il passo indietro nell’ottobre 2024 del sindaco M5s Domenico Bennardi in seguito alle dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32. LEGGI TUTTO
Landini: parte del Paese non sa che ci sono i referendum
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«C’è un problema di scarsa informazione. Finora le tv e i giornali non hanno fatto un’informazione, tante persone non sanno che c’è il referendum», «oggi siamo qui perché è importante informare le persone visto che non tutti lo stanno facendo. C’è una parte di Paese che non sa che ci sono i referendum». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, coi giornalisti al mercato di piazzale don Baroni a Lucca, prima tappa toscana oggi per invitare a votare Sì ai cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8-9 giugno. «È importante esser qui, parlare per ricostruire una partecipazione, una democrazia»«Referendum perché per i giovani è un disastro»«Perché facciamo questi referendum? Perché per i giovani è un disastro, c’è una precarietà senza fine, ci sono salari troppo bassi, si muore sul lavoro. Quindi è il momento di provare a cambiare questa situazione». Così ancora Landini.Loading…«Quello che vogliamo fare è andare a ascoltare, anche ascoltare le critiche, perché è un momento in cui devi anche ricostruire un rapporto per provare a cambiare la situazione. Non è che abbiamo fatto tutte le cose giuste, bisogna essere onesti. Essere qui è un elemento di umiltà per ascoltare, per capire, per verificare se quello che stiamo facendo corrisponde ai bisogni delle persone». Per il segretario della Cgil «è importante fare questo lavoro in questo mese – ha anche detto – di contatto, di coinvolgimento, ascoltando le persone e invitando le persone a decidere. Poi, ognuno vota quello che ritiene più opportuno, noi ovviamente li invitiamo a votare ’sì’, ma ognuno usa la sua testa». LEGGI TUTTO
Terzo mandato, di cosa si tratta e perché la maggioranza è divisa. Meloni incontra Fedriga
Ascolta la versione audio dell’articoloMassimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, è giunto a Palazzo Chigi per incontrare la premier Giorgia Meloni. Si tratta di un appuntamento annunciato dallo stesso governatore nei giorni scorsi, dopo la crisi politica nella sua Giunta, con gli assessori di Lega, Lista Fedriga e FI che hanno rimesso le deleghe. La Lega – e in particolare quella dei governatori del nord – non demorde sul terzo mandato. Al momento sembra più remota l’opzione di una sfiducia, più probabile un rimpasto di giunta per sanare la crepa. Ma all’orizzonte resta il nodo, più intricato, del divieto di mandati per i governatori che di certo non va giù a Luca Zaia, presidente del Veneto. Ma nemmeno a«L’ho detto più volte, io sono sempre favorevole quando scelgono i cittadini, dopodiché la limitazione dei mandati è data dalla volontà popolare per quanto mi riguarda». Lo ha detto Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro con la premier Giorgia Meloni. Tornando sulla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge della Provincia di Trento: «È stata ribadita un’impugnazione di carattere tecnico. Penso che le Regioni a statuto speciale abbiano competenza esclusiva e la Corte costituzionale adesso dirà di chi è la competenza per poter legiferare» conclude Fedriga. Nel frattempo, proprio Maurizio Fugatti, il presidente della Provincia autonoma di Trento, con un decreto, redistribuisce le competenze fra gli assessori e toglie le deleghe a Francesca Gerosa di Fratelli d’Italia, che era sua vice e assessora.Loading…Perché si insiste su un terzo mandato?La Lega è da sempre favorevole ad un terzo mandato, d’altronde sia Massimiliano Fedriga sia Maurizio Fugatti sono esponenti della Lega. La questione metterebbe in crisi il Partito, che da sempre rivendica la guida delle regioni di Friuli, Trentino, Veneto e Lombardia. Il Governo però non sembra intenzionato a valutare deroghe, opponendosi già alla legge approvata in Campania sullo stesso tema. L’appiglio usato per giustificare la scelta del presidente del Friuli risiede nel suo statuto speciale: la tesi dei favorevoli è che la provincia può disciplinare a modo suo questa questione delicata, essendo un ente a cui su molte materie è riconosciuta un’ampia autonomia. Ma il tema vero per la Lega, più del Friuli, è il Veneto. Soprattutto perché nella territoriosi voterà in autunno ed oltre alla sorte del già presidente Luca Zaia, preoccupa il rischio (concreto) che non ci sia un altro leghista in corsa, bensì un candidato di FdI. Con l’effetto, quindi, di perdere il timone della roccaforte veneta (e i consensi al partito di Salvini), e ipotecare la guida della Lombardia e del Friuli, anche se nel più lontano 2028. Ma nonostante il largo anticipo, è proprio il governatore leghista, Attilio Fontana, ad ammettere: «Un terzo mandato in Lombardia è una delle ipotesi che sicuramente prenderei in considerazione».L’equilibrismo di Matteo SalviniContinua, invece, a ridimensionare il suo giudizio Matteo Salvini: «Se il centrodestra ci darà ragione, sarò contento perché bisognerà fare in modo che siano i cittadini a scegliere», si limita a dire a Foggia, in una delle tappe dei suoi impegni da ministro delle Infrastrutture. Non a caso, incalzato dai giornalisti, aggiunge: «Le mie giornate sono piene di altro». Parole da cui affiora l’equilibrismo nei rapporti con gli alleati. Consapevole che sia difficile strappare qualcosa, dopo che il governo ha impugnato alla Consulta la legge trentina sul terzo mandato (con il voto contrario della Lega). Gli alleati – come spiegato sopra – sono molto meno sensibili alla questione, rispetto alla Lega che rischia di perdere. La più definitiva appare Forza Italia: è discorso chiuso, dice tra le righe il portavoce azzurro Raffaele Nevi. «Non ci sono cambiamenti per quanto ci riguarda», convinto che il limite dei due mandati «per tutte le regioni, anche a statuto speciale», serva. Il forzista risponde così, indirettamente, alla sponda tentata da Fratelli d’Italia (in attesa della decisione della Corte costituzionale che si può immaginare arriverà non prima di settembre e forse anche oltre) e all’apertura più esplicita fatta dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Conferma che «è una discussione legittima che andrà composta in sede politica» e ricorda che c’è stata «l’ampia disponibilità di tutti a separare la questione tecnico- giuridica» da una riflessione più ampia e politica. D’accordo il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Io non sono contrario in assoluto e anche nel caso specifico, penso che una riflessione sia solo positiva», è il commento misurato. LEGGI TUTTO
Mattarella: più l’UE è efficace, più ampio è il consenso
Mattarella: più l’UE è efficace, più ampio è il consenso | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Mattarella: dare continuità allo sradicamento della mafia
Ascolta la versione audio dell’articolo«“La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello. La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci, ricordando l’importanza di «tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali».Meloni ricorda Falcone: in prima linea contro la criminalitàPostando su X una foto di Giovanni Falcone e la frase “Gli uomini passano, le idee restano” anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato la strage di Capaci: «Il 23 maggio è la Giornata della Legalità, in memoria delle vittime della mafia. Ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per difendere i valori della legalità. E con loro, ogni vittima caduta per mano mafiosa. Il loro esempio e il loro ricordo continuano a guidare la nostra azione. Anche in loro nome, il governo è e sarà sempre in prima linea nella lotta contro ogni forma di criminalità. Senza tregua, senza compromessi. Non dimentichiamo».Loading…Piantedosi: la mafia spara meno ma contamina istituzioniIl ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato alla cerimonia a Palermo e ha sottolineato: «In 40 anni c’è stata una grande affermazione di giustizia. La mafia tende a sparare meno e a spargere meno sangue ma non per questo è meno insidiosa, perché contamina le istituzioni pubbliche e le principali stazioni appaltanti. C’è stata una trasformazione anche grazie a un’azione culturale ma dobbiamo stare molto attenti alle espressioni moderne. La mafia tende a inquinare i meccanismi della vita istituzionale: è un tema sensibile, lo andiamo a toccare quando sciogliamo i comuni per infiltrazioni». LEGGI TUTTO
Da Genova a Trento a maggio otto capoluoghi e oltre 400 Comuni al voto: ecco i candidati
Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaLa prossima tornata di elezioni amministrative interessa complessivamente 461 Comuni italiani (114 appartenenti a regioni a statuto ordinario e 347 a regioni a statuto speciale). Di questi nove sono capoluogo di provincia: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Nelle regioni a statuto ordinario si andrà alle urne per il primo turno il 25-26 maggio e per l’eventuale ballottaggio (una trentina i Comuni oltre i 15mila abitanti potenzialmente interessati) l’8-9 giugno insieme ai referendum. Si voterà invece il 4 maggio a Trento e Bolzano. E a settembre (ancora da fissare la data precisa) ad Aosta.A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile “rivincita” per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l’uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l’accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.Loading…A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c’è il nome di Ilaria Goio (imprenditrice, già candidata alle elezioni provinciali del 2013 con la lista “Progetto Trentino”) messo sul tavolo da Fratelli d’Italia, è stato condiviso dalla Lega. Un nome che non ha convinto tutti, e che è stato considerato un “diktat romano” da alcuni partiti della coalizione di centrodestra che governa la provincia di Trento. E che hanno presentato come candidato sindaco Andrea Demarchi, 26 anni, attivo nel mondo del volontariato. Tra i candidati sindaco c’è anche Giulia Bortolotti, un tempo nelle liste di Ianeselli e ora candidata per Onda Civica, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista.Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell’attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d’Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Ancora da definire il candidato del centrosinistra. Matera è governata da un commissario prefettizio dopo il passo indietro nell’ottobre 2024 del sindaco M5s Domenico Bennardi in seguito alle dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32. LEGGI TUTTO
Landini: parte del Paese non sa che ci sono i referendum
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«C’è un problema di scarsa informazione. Finora le tv e i giornali non hanno fatto un’informazione, tante persone non sanno che c’è il referendum», «oggi siamo qui perché è importante informare le persone visto che non tutti lo stanno facendo. C’è una parte di Paese che non sa che ci sono i referendum». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, coi giornalisti al mercato di piazzale don Baroni a Lucca, prima tappa toscana oggi per invitare a votare Sì ai cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8-9 giugno. «È importante esser qui, parlare per ricostruire una partecipazione, una democrazia»«Referendum perché per i giovani è un disastro»«Perché facciamo questi referendum? Perché per i giovani è un disastro, c’è una precarietà senza fine, ci sono salari troppo bassi, si muore sul lavoro. Quindi è il momento di provare a cambiare questa situazione». Così ancora Landini.Loading…«Quello che vogliamo fare è andare a ascoltare, anche ascoltare le critiche, perché è un momento in cui devi anche ricostruire un rapporto per provare a cambiare la situazione. Non è che abbiamo fatto tutte le cose giuste, bisogna essere onesti. Essere qui è un elemento di umiltà per ascoltare, per capire, per verificare se quello che stiamo facendo corrisponde ai bisogni delle persone». Per il segretario della Cgil «è importante fare questo lavoro in questo mese – ha anche detto – di contatto, di coinvolgimento, ascoltando le persone e invitando le persone a decidere. Poi, ognuno vota quello che ritiene più opportuno, noi ovviamente li invitiamo a votare ’sì’, ma ognuno usa la sua testa». LEGGI TUTTO
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