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Meloni: i dazi Usa una scelta sbagliata ma non è una catastrofe. Orsini: no al panico, reagiamo uniti in Europa
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Penso che la scelta degli Stati Uniti sia una scelta sbagliata, che non favorisce né l’economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l’allarmismo che sto sentendo in queste ore. Il mercato degli Stati Uniti è un mercato importante per le esportazioni italiane, vale alla fine il 10% del complessivo delle nostre esportazioni e noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti. Significa che ovviamente abbiamo un altro problema che dobbiamo risolvere, ma non è la catastrofe che insomma, alcuni stanno raccontando». A dirlo è la premier Giorgia Meloni in un’intervista al Tg1.«Bisogna ovviamente condividere le nostre proposte con i partner europei – ha proseguiti Meloni -. Qui sì ci sono scelte che possono essere diverse. Ad esempio, io non sono convinta che la scelta migliore sia quella di rispondere a dazi con altri dazi, perché l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini. E bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo dal mio punto di vista di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli».Loading…La presidente del Consiglio ha poi fatto sapere: «Stiamo facendo e dobbiamo fare uno studio sull’impatto reale che settore per settore ha questa scelta» dei dazi americani: «Ci confronteremo la settimana prossima con i rappresentanti delle categorie produttive per confrontare anche con le stime che hanno loro, cercare le soluzioni migliori».Orsini: no al panico, dobbiamo reagire uniti in Europa Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini al Tg1 ha detto: «Non ci dobbiamo far prendere dal panico e dobbiamo reagire tutti uniti compatti in Europa per negoziare con gli Stati Uniti». «Il valore stimato dal rapporto presentato ieri dal nostro centro studi è una perdita per le imprese italiane tra i 7 e i 14 miliardi, che è equivalente allo 0,3-0,5% del Pil», spiega. E avverte: «Il rischio di perdere posti di lavoro e di delocalizzazione esiste, pertanto serve, da subito, fare tutto per mantenere le nostre imprese in Italia». E «serve un piano strategico di investimenti e innovazione per le imprese, serve abbassare il costo dell’energia che è un gap competitivo anche verso i Paesi europei, aprire nuovi mercati da subito come il Mercosur e l’India e liberare l’Europa dalla burocrazia. Penso, ad esempio – dice ancora il leader degli industriali -, ai dazi imposti all’auto ieri del 25% che ci obbligano, da subito, a eliminare le sanzioni e a rivedere tutti gli obiettivi del green deal». LEGGI TUTTO
Vertice a Palazzo Chigi, discusso il piano di Ursula von der Leyen
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaNel corso del vertice a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, a quanto si apprende, sarebbero state discusse le proposte contenute nella lettera della presidente della Commissione Ursula von der Leyen sul piano ReArm Europe in vista del Consiglio europeo di giovedì.In ogni caso, viene sottolineato, essendo informale quello del 6 marzo è un Consiglio europeo «preparatorio», mentre «ragionevolmente quello decisivo» dovrebbe essere il Consiglio europeo ordinario convocato per il 20 marzo.Loading…Le posizioni nella maggioranzaUn chiarimento era necessario, dopo le polemiche dei giorni scorsi e le esternazioni del leader della Lega che avevano mostrato chiaramente la presenza di (almeno) due linee sulla questione all’interno del governo. In particolare dopo l’annuncio del piano che secondo la presidente della Commissione è in grado di mobilitare 800 miliardi di euro per la difesa tra risorse nazionali, liberate dalla deroga al Patto di stabilità, e soldi freschi comunitari, reperiti dall’Ue sui mercati.Un progetto che non piace a Salvini, secondo cui «per Ursula von der Leyen gli Stati europei possono fare debito solo per armarsi» mentre negli anni scorsi – accusa – non è stato possibile «investire in sanità, in educazione e sostegno alle imprese e alle famiglie». Al contrario, per Tajani, l’iniziativa è positiva: «Bene von der Leyen: finalmente si fanno concreti passi in avanti per costruire una indispensabile difesa europea. Era il grande sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo, senza indugi, nel modo migliore possibile per rendere più forte l’Europa nel contesto di una solida alleanza con gli Stati Uniti», ha scritto il capo della dipomazia italiana su X. LEGGI TUTTO
Ue: accordo Italia-Albania sui migranti deve rispettare il diritto europeo
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Quando estendono l’applicazione delle disposizioni di diritto nazionale che attuano il diritto dell’Unione a situazioni che esulano dall’ambito di applicazione di quest’ultimo, gli Stati membri devono farlo in modo da non compromettere o eludere l’applicazione delle norme armonizzate o degli obblighi da esso previsti». Lo afferma il commissario europeo alla Migrazione Magnus Brunner in risposta a un’interrogazione presentata da diversi esponenti del M5s, Pd e Avs sul protocollo Italia-Albania e la conformità al diritto europeo del trasferimento di migranti in Paesi terzi, precedentemente esclusa dalla Commissione europea.Lo spazio di manovra degli accordi bilaterali «Per quanto riguarda l’iniziativa condotta dall’Italia a seguito della firma di un protocollo sulla gestione della migrazione con l’Albania, l’attuazione di tale protocollo ai sensi del diritto italiano non deve compromettere il sistema europeo comune di asilo o incidere negativamente sulle norme comuni dell’Ue – sottolinea il commissario -. Deve inoltre essere complementare alle vie di accesso all’asilo esistenti e non può frapporsi alle finalità e agli obiettivi del diritto dell’Unione in quest’ambito, né ledere i diritti e le garanzie che gli Stati membri devono concedere alle persone che si trovano in queste situazioni».Loading…Accordo Italia Albania, via libera definitivo del Senato con 93 sì e 61 no«Sulla base delle informazioni di cui dispone la Commissione, l’iniziativa dell’Italia mira a trasferire determinate categorie di cittadini di paesi terzi intercettati in alto mare verso centri situati in territorio albanese, ma soggetti alla giurisdizione italiana, affinché ne vengano esaminate le domande di protezione internazionale. In caso di rifiuto di tali domande, l’Italia effettuerebbe procedure di rimpatrio da tali centri», prosegue Brunner.Monitoraggio confermato«Ai sensi della direttiva rimpatri, il cittadino di un paese terzo il cui soggiorno nel territorio di uno Stato membro è irregolare può essere rimpatriato nel proprio paese di origine, in un paese di transito in conformità di accordi di riammissione a livello dell’Ue o bilaterali o di altre intese, o in un altro paese terzo, in cui il cittadino del paese terzo in questione decide volontariamente di ritornare e in cui sarà accettato. La Commissione continuerà a seguire da vicino l’attuazione del protocollo Italia-Albania, monitorando in particolare la corretta applicazione del diritto dell’Unione in tale contesto», conclude.Ciriani: su modello Albania governo al lavoro per superare ostacoli“Il progetto in Albania è un’operazione che presenta profili inediti e di complessità rispetto ai quali il Governo è al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati al fine di consentire la piena funzionalità dei centri realizzati”. Lo ha detto al question time il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, facendo riferimento in particolare al protocollo Italia-Albania messo sotto osservazione dalla Commissione Ue. “Tra l’altro procedure accelerate di frontiera, a partire dal 2026, costituiranno un obbligo per gli Stati membri in virtù del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo e le nuove regole europee impongono all’Italia di organizzarsi per l’accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone; pertanto gli 880 posti delle strutture in Albania rappresentano un’indiscutibile opportunità”, ha evidenziato Ciriani. “La prosecuzione del progetto si inserisce nella linea tracciata dal Governo sin dal suo insediamento, che mira a ricondurre i flussi migratori entro una cornice di legalità e sostenibilità. In piena coerenza con tale impostazione, il progetto andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare, che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo, sia la strada da perseguire per combattere gli affari di trafficanti senza scrupoli”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO
Diciannovenne morta mentre faceva rafting sul fiume Lao, chiesti due rinvii a giudizio
La vittima, Denise Galatà, stava partecipando a un’escursione con i suoi compagni di classe, quando finì in acqua. Il corpo della diciannovenne fu recuperato il giorno seguente.Diciannovenne morta mentre fa rafting – Nanopress.itL’inchiesta ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di decine di persone, ma la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per due di loro.Diciannovenne morta mentre faceva rafting sul fiume Lao, chiesti due rinvii a giudizioLa Procura della Repubblica di Castrovillari ha richiesto il rinvio a giudizio per due persone in relazione alla morte di Denise Galatà, la studentessa diciannovenne dell’Istituto “Rechichi” di Polistena (Reggio Calabria). Denise perse la vita il 30 maggio 2023 mentre partecipava a un’escursione di rafting sul fiume Lao a Laino Borgo (Cosenza). I due imputati sono il presidente del consiglio direttivo della società di rafting e l’istruttore che guidava il gommone su cui si trovava la giovane vittima. L’accusa per entrambi è di omicidio colposo. L’udienza preliminare si terrà davanti al Gip di Castrovillari, competente per il territorio. Nel pomeriggio del 30 maggio 2023, mentre gli altri partecipanti stavano tornando, scattò l’allarme per la scomparsa di Denise in acqua. Il suo corpo senza vita fu recuperato soltanto il giorno seguente, nonostante le ricerche fossero andate avanti per tutta la notte. L’inchiesta portò all’iscrizione nel registro degli indagati di dieci persone, tra cui il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo. Furono sequestrati la struttura di rafting e tutti i gommoni e le attrezzature utilizzate durante l’escursione.Le ricerche di Denise Galatà – Nanopress.itSecondo la Procura di Castrovillari, il presidente del consiglio direttivo avrebbe violato il divieto di entrare nel fiume Lao, stabilito da un’ordinanza comunale emessa a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Inoltre, la guida non avrebbe avuto le qualifiche necessarie per affrontare il terzo grado di difficoltà del corso d’acqua, che presentava passaggi di quarto grado. L’equipaggiamento del gommone sarebbe stato inadeguato, e le ragazze a bordo, nonostante la loro inesperienza ed esilità, sarebbero cadute più volte durante la discesa prima dell’evento fatale per Denise. La guida avrebbe anche sottovalutato le criticità della discesa in acqua, come riferisce l’Ansa, continuando la navigazione e affrontando il tratto critico del fiume Lao senza fermarsi, nonostante la ragazza fosse caduta in acqua e non fosse più riemersa. LEGGI TUTTO
Il presidente della Consulta Amoroso: riconoscimento nuovi diritti spetta al Parlamento
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDelle 212 pronunce dello scorso anno ben 94 contengono dispositivi di illegittimità costituzionale, ossia quasi il 50%. «Il principio della separazione dei poteri – osservata nel lontano 1921 – avrebbe rischiato di non mantenere le sue promesse – ha detto il presidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso – da allora, la Corte è chiamata a dare tutela ai diritti fondamentali e a svolgere la sua missione di giudice delle leggi nel più ampio contesto di leale collaborazione istituzionale». Così il Presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso nell’intervista pubblicata sull’Annuario della Corte sull’attività dell’anno 2024, relativamente ai dati sull’attività giurisdizionale e i numeri delle pronunce del Collegio nell’anno 2024. Conclude il Presidente dicendo che la Costituzione «è un patrimonio comune della nostra società civile; la Corte ne è custode nella misura in cui ad essa è demandata la giurisdizione costituzionale».Un futuro incerto, ma lo stato di diritto è ancora un saldo ancoraggio«Con questa riunione straordinaria la Corte si presenta alle istituzioni del Paese e alla società civile per dar conto dell’esercizio della sua giurisdizione costituzionale. E lo fa oggi in tempi difficili, come quelli che stiamo vivendo». Con queste parole il presidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso, ha aperto la sua relazione sull’attività del 2024, in occasione della Riunione straordinaria che, come ogni anno, si è svolta nel Salone Belvedere del Palazzo della Consulta alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle più alte cariche. «Il futuro è divenuto incerto e nello scenario globale vari parametri sembrano in rapido e imprevedibile mutamento. Ma lo stato di diritto costituisce ancora saldo ancoraggio del vivere insieme come consorzio civile con comunanza di valori e principi fondamentali, i quali danno corpo al patto fondativo della società – rimarca – ne è componente essenziale il controllo di costituzionalità, svolto da una Corte a ciò dedicata, il cui normale esercizio costituisce fattore di stabilità e di garanzia dell’ordinamento e delle istituzioni».Loading…Numeri elevati rispetto a Francia e Germania«Delle 212 pronunce della Corte, 138 sono state rese in giudizi incidentali. È un numero ben maggiore di quello registrato nello stesso anno nei giudizi incidentali di altre Corti europee, come, in Francia, al Conseil constitutionnel e, in Germania, al Bundesverfassungsgericht. «Ben 94 pronunce recano dispositivi di illegittimità costituzionale. Sono soprattutto tali ultime sentenze che hanno modificato l’ordinamento giuridico sia cancellando disposizioni quando sono consistite in pronunce meramente caducatorie, sia correggendone altre e inserendone talora di nuove quando la Corte ha fatto ricorso a pronunce additive o sostitutive». Così il Presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso.Dal potere legislativo alla finanza pubblica, i temi principali delle sentenze«Di queste sentenze principalmente verrò a dire, senza peraltro trascurare pronunce che, pur non dichiarando alcuna illegittimità costituzionale, si presentano comunque come di particolare rilievo. Le une e le altre, declinate secondo una griglia tematica – ha proseguito -, vanno a comporre un mosaico le cui tessere possono essere rappresentate da alcune parole chiave: il potere legislativo e i suoi limiti, anche nel contesto sovranazionale europeo; la tutela dei diritti fondamentali in plurime materie; la tutela giurisdizionale; il regionalismo tra solidarietà e riparto di competenze; la finanza pubblica e l’equilibrio di bilancio; i conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato; il dialogo con il legislatore e i moniti della Corte». LEGGI TUTTO
POLITICA
Meloni invia lettera al Papa: “Stato e Chiesa distinti ma crescono insieme”
Polizze anti-calamità, via libera della Camera al decreto: le novità per i contratti assicurativi delle imprese
Referendum, per cosa si vota e come sono schierati i partiti
Codice della Strada, sostanze stupefacenti: circolare sui nuovi criteri per i test