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Un caso di Febbre Dengue a Pavia: il virus contratto dopo un viaggio in Sudamerica
L’Ats di Pavia ha disposto la disinfestazione nell’area circostante la casa del paziente, bonificando tombini e caditoie, che sono i principali siti di riproduzione delle zanzare.Un caso di febbre Dengue a Pavia – Nanopress.itOltre a 197 casi di Dengue, quest’anno in Italia sono stati registrati anche quattro casi di Chikungunya e quattro di Zika Virus, entrambi trasmessi dalle zanzare.Un caso di Febbre Dengue a PaviaA Pavia, un uomo è stato ricoverato per aver contratto la febbre Dengue. La Dengue è una febbre tropicale trasmessa dalle zanzare, e il paziente di Pavia l’avrebbe contratta durante un recente viaggio in Sud America. Questo virus non si trasmette da uomo a uomo, ma solo attraverso la puntura di zanzare infette.Per precauzione, l’Ats di Pavia ha disposto la disinfestazione nell’area circostante la casa del paziente, bonificando tombini e caditoie, che sono i principali siti di riproduzione delle zanzare. Sintomi della DengueI sintomi della Dengue includono vomito, nausea, dolori muscolari e articolari, febbre alta e mal di testa. La maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, ma in alcuni casi il virus può portare complicazioni. Al momento non esiste un vaccino specifico contro la Dengue, ma il trattamento consiste nella gestione dei sintomi e nella reidratazione. È importante prevenire il contatto con le zanzare, utilizzando repellenti, indossando abiti adeguati e installando zanzariere e tende. Inoltre, è fondamentale eliminare i ristagni d’acqua per ridurre la proliferazione delle zanzare. I sintomi della febbre dengue – Nanopress.itOltre ai casi di Dengue, quest’anno in Italia sono stati registrati anche quattro casi di Chikungunya e quattro di Zika Virus, entrambi trasmessi dalle zanzare. Inoltre, è stata segnalata la presenza del West Nile Virus, che causa febbre e, in rari casi, gravi sintomi neurologici. L’Ats di Pavia e le autorità locali sono impegnate nel monitoraggio della situazione e nella messa in atto di tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione della malattia.A livello nazionale, dall’inizio dell’anno, in Italia sono stati registrati 197 casi di Dengue, tutti associati a viaggi all’estero. La maggior parte dei contagiati, come nel caso del paziente di Pavia, era di ritorno da un viaggio in Sud America, in particolare Argentina e Brasile. LEGGI TUTTO
Arianna Meloni ricompatta FdI: ora responsabilità, tutti con Giorgia
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAvanti uniti, al fianco di Giorgia Meloni, perché «questo è il tempo della responsabilità»: la «traversata nel deserto» è stata lunga ma oggi Fratelli d’Italia «è il grande partito della Nazione» e ognuno è chiamato a fare la propria parte, «rispettando oneri e onori». Non c’è la premier a scaldare la platea della direzione nazionale del partito, riunita allo spazio Roma Eventi di Piazza di Spagna. Ma è sua sorella Arianna, responsabile della segreteria politica di Fdi, a tracciare la rotta nell’intervento conclusivo dell’assemblea a porte chiuse durata circa quattro ore, dove i riflettori dei media erano puntati soprattutto su Daniela Santanchè (unico ministro a non intervenire dal palco e tra i primi a lasciare la sala, per «impegni già presi»).«Impegno maggiore»Un appello alla compattezza è quello che Arianna Meloni rivolge ai quasi duecento dirigenti stipati nel centro congressi: «L’Italia – scandisce la responsabile del tesseramento Fdi – è stata svenduta a lungo, ora è il tempo di capire da che parte stare. Dobbiamo realizzare ciò che ci eravamo promessi di fare quando abbiamo iniziato a fare politica». L’orizzonte è la fine della legislatura, nel 2027: «Abbiamo riportato i nostri valori in sicurezza» ma ora «l’impegno deve essere maggiore. Ognuno per il suo ruolo».Loading…«Giorgia è il nostro Frodo»Ancora una volta è Il Signore degli Anelli di Tolkien a fornire spunti metaforici: «Giorgia è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell’Anello. L’anello è pesante, dobbiamo aiutarla nella fatica di portarlo senza mai indossarlo». Prima il caso Almasri, poi la decisione della decisione del Tribunale di Roma di sospendere il trattenimento dei 43 migranti portati in Albania hanno aperto un nuovo fronte con la magistratura.ARIANNA MELONI CON LA SUA ASSISTENTELo scontro con la magistraturaNel partito c’è chi accarezza l’idea della piazza per rimarcare la supremazia della politica sulle toghe: in un questionario di ieri destinato a iscritti e militanti si parlava proprio di questo. «Le piazze appartengono al nostro codice genetico», dice il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, che avverte: «Se la politica perde autorevolezza, la magistratura ne occupa lo spazio». Ma uno scontro totale con la magistratura in questo momento sarebbe solo deleterio per il governo e per il partito leader della maggioranza. Questo, i dirigenti di Via della Scrofa lo sanno bene e infatti, negli interventi dei principali rappresentanti della direzione si cerca il più possibile di tenere i toni bassi e di circoscrivere la polemica con i giudizi a «una minoranza» di toghe politicizzate.La delegazione al governoSia Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (capo delegazione di Fdi al governo) avrebbero insistito su un punto: essere garantisti – il senso del loro ragionamento – «non vuol dire combattere la magistratura», il problema semmai sono quei giudici che si muovono per fini politici e cercano di condizionare le scelte del governo attraverso le correnti. Non esiste – osserva Lollobrigida, per esempio – che un partito nato nell’ammirazione di Paolo Borsellino possa essere contro la magistratura. LEGGI TUTTO
Riace, il Consiglio comunale respinge la richiesta di decadenza di Mimmo Lucano
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaMimmo Lucano resta sindaco di Riace. Il consiglio comunale, infatti, nella seduta dell’8 aprile ha respinto la decadenza con un voto a maggioranza, un solo astenuto e l’assenza dei tre consiglieri di opposizione, dopo il provvedimento di metà marzo della prefettura di Reggio Calabria in seguito alla condanna definitiva a 18 mesi per un falso contestato a Lucano nel processo “Xenia”. Lucano non era presente. Secondo il Viminale, seppur con pena sospesa la condanna rientrerebbe nella fattispecie della legge Severino per la quale Lucano sarebbe stato ineleggibile. La Prefettura può ricorrere al giudice civile.Lucano: spero che la vicenda della decadenza si chiuda qui«Non avevo dubbi sulla decisione del Consiglio comunale che avrebbe votato contro la mia decadenza. Spero che la vicenda si chiuda qui, ma se la Prefettura, come ha già annunciato, promuoverà l’azione popolare, ovviamente cercherò di far valere le mie ragioni in tutte le sedi opportune che la legge mi consentirà», ha commentato il sindaco di Riace ed europarlamentare Mimmo Lucano.Loading…Mimmo Lucano assolto: “Uscita da un tunnel”Sull’applicazione della Severino Lucano sta pensando di rivolgersi a Mattarella«Nel mio caso – ha aggiunto – l’applicazione della legge Severino, per come dicono tutti gli avvocati ed esperti di diritto amministrativo, è assurda. Proprio per questo stiamo pensando di rivolgerci al presidente della Repubblica Sergio Mattarella». LEGGI TUTTO
Meloni, mediatrice tra Trump e l’Europa: dazi, armi e la strategia per l’Italia
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaNon finire stritolata tra Washington e Bruxelles. Non essere costretta a scegliere tra Donald Trump e Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni è una trapezista senza rete. Da un lato, la minaccia del Presidente Usa che incombe sull’Europa con i suoi dazi e la sua richiesta di riarmo. Dall’altro, l’Unione Europea, divisa e paralizzata, come sempre. La premier italiana ha scelto di stare al centro, di fare da mediatore. Ma quel ruolo che oggi le sembra una posizione di forza si può trasformare in un abito troppo stretto, soffocante. Meloni lo sa ma non ha alternative. Anzi è convinta che può ricavarne qualcosa di solido in prospettiva. Ad esempio una flessibilità del Patto di stabilità sul computo delle spese per la Difesa, che Roma chiede da anni senza successo.I dazi e il riarmo dell’Europa Il riarmo dell’Europa assieme ai dazi sono i due temi portanti di questo inizio anno su cui incombe l’ombra del nuovo inquilino della Casa Bianca, come dimostra il confronto avvenuto nel Consiglio straordinario di lunedì 3 febbraio a Bruxelles. Un vertice durante il quale Meloni da un lato ha suggerito agli alleati di evitare il corpo a corpo con Trump e dall’altro è tornata alla carica sulla necessità di escludere dal calcolo del deficit le spese per la Difesa. Per ora il Presidente Usa ha minacciato ma non deciso di aumentare le tariffe: “Vuole negoziare”, è la convinzione della Premier. In parte è certamente vero. Ma solo in parte, perché la stessa Presidente del Consiglio è consapevole che quella minaccia a breve si tradurrà in qualcosa di molto concreto e doloroso. Soprattutto per i Paesi più esposti nell’interscambio con gli Usa: Germania e Italia.Loading…Le elezioni tedesche in arrivoNel frattempo, la data del 23 febbraio incombe. Sono le elezioni tedesche, e Trump potrebbe aspettarne l’esito prima di affondare il colpo sui dazi. Chissà se qualcuno – magari Elon Musk, il suo amico e sponsor della destra estrema europea– gli ha suggerito di temporeggiare, per vedere di quanto salirà l’AfD e puntare sulle difficoltà di Berlino per formare il nuovo governo. E non è da escludere anche che, quando la minaccia si farà concreta, Trump l’articolerà. Nel senso che si muoverà puntando a dividere la Ue, favorendo alcuni prodotti rispetto ad altri. Comprare armi (e gas liquido) made in Usa può certo aiutare a riequilibrare la bilancia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico e rendere meno ostile Trump. Meloni ci conta. Ma per giocare questa carta ha bisogno di soldi, di margini di spesa che Bruxelles, per ora, non le concede. E così la Premier prova a barattare il riarmo con la flessibilità, chiedendo che le spese militari siano escluse dal calcolo del deficit, che si adottino misure straordinarie – emissione di debito – come avvenuto con il Covid.Si lavora a un faccia a faccia von der Leyen-TrumpLa Presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è detta disponibile a una qualche forma di flessibilità mentre si lavora a un possibile faccia a faccia a Washington. No (per ora) della Germania e dell’Olanda. Un no paradossale, soprattutto quello di Amsterdam, che ha un ministro dell’Economia di destra-destra che va a braccetto con Matteo Salvini e un ex premier, Mark Rutte ( quello che andò a Tunisi con Meloni per firmare il patto sui migranti) alla guida della Nato, impegnato proprio a spingere per l’aumento della spesa militare europea. Il cortocircuito è evidente.Oggi scommessa, domani vicolo cieco?L’Italia al momento è ancora parecchio sotto il tetto del 2% del Pil che era stato fissato qualche anno fa e che nel frattempo è diventato anacronistico. Trump ha alzato l’asticella al 5%. Per noi si tradurrebbe in oltre 100 miliardi. Impossibile, anche solo in prospettiva. Meloni sa che l’Italia, da sola, rischia di essere solo un vaso di coccio tra i giganti. Eppure, continua a provarci. Con una strategia che somiglia a una scommessa ma che domani potrebbe rivelarsi un vicolo cieco. LEGGI TUTTO
Meloni: le risorse del RearmEu sembrano molte ma sono virtuali
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Le risorse» previste dal RearmEu «sembrano molte ma sono virtuali. Noi non chiudiamo ai prestiti» alla base della clausola di salvaguardia nazionale ma «è una scelta che dobbiamo valutare, non abbiamo ancora i dettagli». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a margine del vertice Ue. Sulla scelta di attivare la clausola o meno entro aprile Meloni ha sottolineato: «L’orizzonte ci sembra ravvicinato».Meloni: bene Ue su neutralità tecnologica auto, nostra battaglia «Per la prima volta – ha detto la premier – nelle conclusioni del Consiglio europeo entra un riferimento alla neutralità tecnologica. È stata una lunga battaglia italiana e non solamente italiana così come entrano alcune risposte molto importanti per il settore dell’automotive». «C’è impegno della Commissione europea – ha aggiunto – sulla sospensione delle multe per i produttori non in linea con gli obiettivi e l’anticipo della revisione sui target di emissione: entrambe le questioni rispettano totalmente la posizione italiana».Loading…«Sconvolta da reazione della sinistra su Ventotene» Rispondendo a una domanda sul caso del Manifesto di Ventotene Melomi ha detto: «Ritengo che l’essenza di alcuni passaggi che ho letto di quel manifesto» è «che il popolo non è in grado di autodeterminarsi. Nel momento in cui si distribuisce quel testo, che messaggio voleva dare la sinistra? Sono rimasta sconvolta dalla reazione che ho visto ieri in aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie. Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura».«La sinistra mostra un’anima illiberale e nostalgica»Da parte della sinistra, ha proseguito la presidente del Consiglio sollecitata dalle domande dei giornalisti, c’è stata una «reazione assolutamente scomposta» che mostra «un’anima illiberale e nostalgica» della sinistra che ha «oggettivamente delle difficoltà a confrontarsi con le idee degli altri. Io non ho difficoltà. Sono molto convinta delle mie, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia e quindi il problema credo che ce l’abbiano altri».«Sui dazi prudenza, bene rinvio delle contromisure» «Sui dazi – ha sottolineato Meloni – bisogna essere prudenti con una risposta automatica. Sono preoccupata dalle conseguenze. Oggi la presidente della Bce Lagarde parlava di una stima di contrazione di 0,3 del Pil che andrebbe allo 0,5 se rispondessimo. Mi sembra lucido, da parte della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, rinviare di qualche giorno» l’attivazione delle contromisure. LEGGI TUTTO