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IN EVIDENZA

  • Codice della Strada, sostanze stupefacenti: circolare sui nuovi criteri per i test

    Una circolare datata 11 aprile 2025 fa chiarezza su un particolare aspetto legato al recente codice della strada, approvato lo scorso novembre dal parlamento italiano. Inviata, nello specifico, dai ministeri dell’Interno e della Salute alle prefetture e alle forze dell’ordine, la circolare in questione ha fatto maggior luce sulle sanzioni prese in considerazione per chi fa uso di sostanze stupefacenti a prescindere dagli effetti sulla capacità di guida. Dopo l’entrata in vigore del codice, questo specifico aspetto era stato contestato da diverse associazioni ed esperti di diritto. Adesso, la circolare in questione ha, di fatto, sconfessato la versione precedente e chiarito che quel principio non ha valore. Infatti, affinchè una persona sia punibile per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti occorre “una correlazione temporale tra l’assunzione e la guida, che si concretizza in una perdurante influenza della sostanza stupefacente o psicotropa in grado di esercitare effetti negativi sull’abilità alla guida”. 

    La verifica necessaria

    La riforma così come approvata, sostanzialmente, aveva tolto le parole “stato di alterazione psico-fisica” dalle regole e dalle sanzioni legate alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Inizialmente, era sufficiente un test positivo, persino a distanza di giorni o settimane dopo l’assunzione delle stesse sostanze, per far scattare la sanzione e, di conseguenza, far sospendere la patente di chi contravveniva alle regole. La circolare, dunque, specifica che per far scattare una sanzione nei confronti di chi guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, è necessario appurare dettagliatamente che la sostanza in questione “produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”. Il documento rileva che la nuova norma, “diversamente dalla precedente formulazione, punisce la guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, a prescindere da un effettivo stato di alterazione psicofisica”. L’elemento caratterizzante, richiamato nella locuzione “dopo aver assunto”, aggiunge, “è costituito dallo stretto collegamento tra l’assunzione della sostanza e la guida del veicolo”. Occorre così provare, si legge ancora nella circolare, “che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”. A questo scopo, “la presenza dei principi attivi delle sostanze stupefacenti o psicotrope deve essere determinata esclusivamente attraverso analisi di campioni ematici o di fluido del cavo orale del conducente, le uniche matrici biologiche nelle quali la presenza di molecole o metaboliti attivi costituisce indice di una persistente attività della sostanza, in grado di influire negativamente sulla guida”. Di fatto, dicono i ministeri, serve proprio certificare che la sostanza stupefacente sia stata assunta in un lasso temporale definito strettamente “prossimo” al momento in cui ci si è messi al volante. In definitiva, la circolare ha voluto ristabilire il criterio legato allo stato di alterazione psico-fisica, in un primo momento non contemplato.
    Le analisi
    Come verificare questo stato di alterazione? “La presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope e/o loro metaboliti nelle urine, sulla base di evidenze scientifiche – prosegue il testo di Interno e Salute – non può essere indicativa di una intossicazione in atto, ma può rappresentare il presupposto per l’accertamento della sussistenza delle condizioni psicofisiche richieste per il mantenimento” della patente. La procedura spetta alle forze dell’ordine che eseguono i controlli su strada. Infatti, la persona controllata deve essere sottoposta ad un test salivare che, se risulta positivo, impone il prelievo di due campioni di saliva che devono essere conservati a 4 gradi, ed inviati ad un laboratorio di tossicologia forense. Qui, attraverso una analisi definita “di conferma” si può effettivamente certificare la violazione del codice che scatta qualora anche questa tipologia di analisi confermi la positività. LEGGI TUTTO

  • Al via il cambio di pneumatici: cosa fare dal 15 ottobre

    Anche se il clima è tutt’altro che invernale, può essere molto pericoloso avventurarsi in strade di montagna senza avere i giusti pneumatici nella propria auto. Anche se il regolamento nazionale impone l’obbligo di gomme invernali dal 15 novembre al 15 aprile, da sabato 15 ottobre l’Anas ricorda che in Val d’Aosta prenderà il via l’obbligo di catene a bordo o pneumatici invernali sulle proprie strade “particolarmente esposte al rischio di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio”.Perché si cambiano le gommeRispetto a quelle estive, l’aderenza di quelle invernali è migliore e rende i rischi minimi anche su strade dove sull’asfalto sono presenti criticità dovute alla stagione che avanza. È bene che tutti gli automobilisti abbiano un mese di tempo per organizzarsi nel cambio degli pneumatici o sbrigarsi nel caso in cui debbano imbattersi su strade d’alta quota. Per effettuare il cambio basta recarsi da un gommista o da un rivenditore autorizzato.Temperatura e condizioni stradaliCome si legge su Drivercenter, i pneumatici invernali sono progettati e realizzati “per reagire attivamente ad una temperatura esterna bassa, orientativamente inferiore ai 7°C”. Qualsiasi siano le condizioni del fondo stradale (bagnato, con neve o ghiaccio), dai sette gradi in giù si possono percepire i benefici della tipologia di pneumatico progettato e costruito per far fronte a quel tipo di criticità. “Grazie a uno specifico disegno battistrada e all’utilizzo di lamelle, i pneumatici invernali massimizzano l’aderenza su superfici bagnate, innevate o ghiacciate”, sottolineano gli specialisti. L’aderenza è sicuramente maggiore in queste condizioni (sia in motricità che in frenata) ma si mantengono ottime anche se la strada è asciutta.Per quanto riguarda la frenata, la differenza tra uno pneumatico normale e pneumatico invernale è abissale: secondo alcuni test, su fondo bagnato e con una velocità dell’auto pari a 90 Km/h, nel primo caso saranno necessari 59,2 metri, con quello invernale 53,8. Con un fondo innevato, invece, quello estivo frena in 43,8 metri, quello invernale in 35,5 metri e senza la possibilità di sbandate.Le gomme quattro stagioniNegli ultimi anni, però, vanno molto di moda gli pneumatici “quattro stagioni”, riconoscibili dalla scritta M+S (Mud+ Snow, fango e neve), alcuni con accanto il simbolo del fiocco di neve a indicare la loro idoneità all’utilizzo invernale e su fondi innevati. In generale, però, le gomme “all seasons” hanno un’aderenza minore rispetto a quelle termiche quando il fondo è ghiacciato o c’è la presenza di neve così come i tempi di frenata, ridotti nel secondo caso rispetto al primo. LEGGI TUTTO

  • Landini: parte del Paese non sa che ci sono i referendum

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«C’è un problema di scarsa informazione. Finora le tv e i giornali non hanno fatto un’informazione, tante persone non sanno che c’è il referendum», «oggi siamo qui perché è importante informare le persone visto che non tutti lo stanno facendo. C’è una parte di Paese che non sa che ci sono i referendum». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, coi giornalisti al mercato di piazzale don Baroni a Lucca, prima tappa toscana oggi per invitare a votare Sì ai cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8-9 giugno. «È importante esser qui, parlare per ricostruire una partecipazione, una democrazia»«Referendum perché per i giovani è un disastro»«Perché facciamo questi referendum? Perché per i giovani è un disastro, c’è una precarietà senza fine, ci sono salari troppo bassi, si muore sul lavoro. Quindi è il momento di provare a cambiare questa situazione». Così ancora Landini.Loading…«Quello che vogliamo fare è andare a ascoltare, anche ascoltare le critiche, perché è un momento in cui devi anche ricostruire un rapporto per provare a cambiare la situazione. Non è che abbiamo fatto tutte le cose giuste, bisogna essere onesti. Essere qui è un elemento di umiltà per ascoltare, per capire, per verificare se quello che stiamo facendo corrisponde ai bisogni delle persone». Per il segretario della Cgil «è importante fare questo lavoro in questo mese – ha anche detto – di contatto, di coinvolgimento, ascoltando le persone e invitando le persone a decidere. Poi, ognuno vota quello che ritiene più opportuno, noi ovviamente li invitiamo a votare ’sì’, ma ognuno usa la sua testa». LEGGI TUTTO

  • Mattarella: grazie a chi soccorre migranti rispettando la legge del mare

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«I movimenti migratori vanno governati e l’Unione Europea deve esprimere il massimo impegno in questo senso. Il necessario contrasto all’illegalità, la lotta alla criminalità, si nutrono della predisposizione di canali e modalità di immigrazione legali che, con coerenza, esprimano rispetto nei confronti della vita umana». Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando il naufragio del 2015 nel Canale di Sicilia.«Nel fare memoria – ha aggiunto Mattarella – rinnoviamo l’apprezzamento per l’opera di soccorso da parte delle navi italiane che sono riuscite, in condizioni estreme, a salvare vite, rispettando quanto impone la legge del mare».Loading…«La Repubblica italiana – ha affermato il presidente della Repubblica – ricorda quelle tante donne e tanti uomini, molti destinati a restare senza nome. È la nostra civiltà a impedirci di voltare le spalle, di restare indifferenti, di smarrire quel sentimento di umanità che è radice dei nostri valori». LEGGI TUTTO

  • Mattarella: “Intollerabile indifferenza su morti lavoro”

    “Tra due giorni – ha detto il Presidente della Repubblica – celebreremo la data simbolo del 1° maggio: la festa del lavoro. Un lavoro che non può consegnare alla morte, ma sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come  persona. Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dall’irriducibile unicità e dignità di ogni donna e di ogni uomo”

    ascolta articolo

    “Quella delle morti del lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visitando a Latina l’azienda BSP Pharmaceuticals S.p.a. in occasione della celebrazione della Festa del lavoro. “Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione – ha continuato ancora il Capo dello Stato -. È evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori. Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo maggio unitario”.

    Le celebrazioni per il Primo Maggio

    “Tra due giorni – ha detto Mattarella – celebreremo la data simbolo del 1° maggio: la festa del lavoro. Un lavoro che non può consegnare alla morte, ma sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come  persona. Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dall’irriducibile unicità e dignità di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso”. E ancora: “La Repubblica è fondata sul lavoro. Il lavoro è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale. Il progresso civile, la effettiva esistenza dei diritti, la sostenibilità del nostro modello sono legati, al tempo stesso, all’efficacia delle istituzioni e all’attività degli attori economici e sociali. Il lavoro richiama e sollecita la corresponsabilità, la solidarietà. Il lavoro è stato il vettore più potente di giustizia, di mobilità sociale, di costruzione del welfare”.  “Il confronto tra le parti sociali, il dialogo favorito dalle istituzioni, è stato nella nostra storia – con intese dal valore epocale – un volano di progresso civile, sociale, economico.  Il dialogo tra imprese e sindacati ha molti ambiti in cui può svilupparsi.  Conviene sempre investire nel dialogo, aiuta a raggiungere mete di progresso, come è stato con l’invenzione, nel secolo scorso, dello Stato sociale. E’ questo un tema fondamentale nell’agenda pubblica”.  LEGGI TUTTO

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