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  • Migranti, il governo cerca una soluzione per superare l’ostacolo delle Corti d’appello

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’ipotesi di un nuovo provvedimento del governo continua ad infiammare il dibattito politico dopo l’ennesimo scontro tra giudici e magistratura. Dopo il terzo no dei giudici al trattenimento dei migranti nel centro albanese di Gjader, con una decisione rinviata alla Corte di giustizia europea, FdI passa all’attacco lanciando un’idea che il governo potrebbe valutare in queste ore e riguarda un nuovo intervento sui giudici che si occupano di immigrazione.L’intenzione è quella di una norma specifica per evitare che nelle Corti d’appello, titolari della convalida dei trattenimenti, passino i magistrati delle “sezioni immigrazione”: si tratta degli stessi giudici che finora hanno sempre bocciato le richieste di convalida dei trattenimenti in Albania.Loading…Fdi all’attaccoGià nelle scorse ore i capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, avevano segnalato la questione comunicando il loro sdegno: «Il governo e il Parlamento hanno trasferito la competenza alla Corte di appello per sottrarla alle sezioni specializzate del Tribunale e loro migrano in massa, grazie anche al provvedimento del presidente della Corte che glielo consente.Una chiara presa in giro del Parlamento», avevano detto. Un fenomeno che sarebbe stato segnalato già da tempo dal primo partito in Parlamento, ma che adesso è diventato un problema da risolvere, tanto che la misura è stata segnalata con maggiore urgenza a Palazzo Chigi.La norma allo studioLa novità è tale che non sarebbe ancora arrivata alcuna richiesta agli uffici competenti, ma non si può escludere che a breve possa arrivare la richiesta da parte di Palazzo Chigi di formulare una bozza. LEGGI TUTTO

  • Tajani: no a una guerra commerciale, governo è operativo in difesa delle imprese italiane

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Ci sarà con effetto dal 15 aprile una lista di prodotti americani su cui mettere i dazi. È una vecchia lista congelata, io ho chiesto il rinvio ma mi pare che la posizione prevalente sia di cominciare dal 15». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del consiglio Affari esteri in formato Commercio a Lussemburgo. Se nella lista c’è il whiskey? «Ho chiesto che non ci sia, la lista verrà stilata tra stasera e domani, diciamo che sono moderatamente ottimista», ha spiegato Tajani aggiungendo che la seconda serie di contromisure dovrebbe entrare in vigore il 15 maggio ma, «da qui al 15 c’è ancora tempo per la trattativa».No ad una guerra commercialeInvestire negli Usa è un modo per «proteggere» le esportazioni italiane. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del consiglio Ue commercio. Per il Ministro una guerra commerciale «sarebbe esiziale per gli Usa come per la Ue e noi dobbiamo proteggere le nostre esportazioni e il sistema industriale, per questo occorre trattare con gli Usa e lo deve fare l’Europa unita».Loading…La fiducia verso il commissario Sefcovic (responsabile del commercio in rappresentanza della Commissione europea che agisce su mandato dei governi sulla politica commerciale) è sulle mosse che si stanno compiendo in questi giorni, «l’obiettivo ideale sarebbe trovare un accordo con zero tariffe da una parte e dell’altra, una via intermedia potrebbe essere la riduzione dei dazi del 10% da parte americana. Con un’Europa unita, l’Italia può lavorare per una dilazione dell’imposizione della reazione europea, cioè una lista (di contromisure) congelata». In tal quadro «lavoreremo perché la lista non sia perniciosa per le nostre imprese, per dazi che non provochino reazioni da parte americana».Meloni a WashingtonTajani ha ripetuto che «è il momento di mostrare grande equilibrio, serietà, evitare reazioni scomposte che provocherebbero danni non solo al commercio americano ma anche europeo e italiano». E più volte ha battuto il tasto sul concetto che da parte italiana «c’è voglia di lavorare con la Ue: non prenderemo alcun atteggiamento in contrasto con la Ue, daremo un contributo di equilibrio, di assoluta contrarietà a una guerra dei dazi». Il riferimento quasi ossessivo all’unità della Ue e alla fiducia verso Bruxelles si spiega con la necessità di smarcarsi dalle posizioni della Lega.Chiarendo come sia possibile trattare in questa fase, visto che un negoziato implica una volontà da entrambe le parti di farlo, il ministro degli esteri ha detto: «La trattativa è aperta, Sefcovic ha già avviato una interlocuzione con gli Usa, non mi pare che il dialogo si sia interrotto, ora dobbiamo andare avanti cercando comunque la trattativa». Poi ha fatto riferimento alla missione della premier Meloni a Washington: «Mi auguro possa essere utile, tutti noi governi europei dobbiamo convincere gli Usa ad avere una posizione dialogante, poi la trattativa la fa la Commissione». LEGGI TUTTO

  • Premier time, Meloni oggi in Senato. Dai dazi alle bollette, i temi sul tavolo

    Giorgia Meloni è attesa oggi alle 13.30 nell’Aula del Senato per il premier time, previsto inizialmente per il 23 aprile e rinviato a causa della morte di Papa Francesco. La presidente del Consiglio dovrà rispondere ai quesiti di opposizioni e maggioranza su diversi temi. Dopo quasi un anno e mezzo dall’ultima volta, Meloni torna alla prova delle domande dei parlamentari. In questo caso dei senatori. E se il 24 gennaio 2024 l’arena di Montecitorio si animò sulla vertenza Stellantis, le critiche al rinnovato Patto di stabilità e lo Stato di Palestina (per la premier, in dissenso dal governo Netanyahu) ora i quesiti si spostano sui rapporti con gli Usa di Donald Trump, i dazi, le bollette, le spese per la difesa militare e le riforme costituzionali promesse. A meno di cambiamenti dell’ultim’ora, vista la pressante richiesta delle opposizioni che il governo riferisca sulla situazione a Gaza.

    I precedenti

    Per la presidente del Consiglio è il quarto premier time negli oltre 900 giorni del suo esecutivo. Ed è molto atteso, essendo finito nei giochi delle casualità e coincidenze del Vaticano, prima con la morte di Papa Francesco e poi con il Conclave. Inizialmente, infatti, il question time era in programma il 23 aprile ma la morte del Pontefice, due giorni prima, ha costretto al rinvio. Fissato al 7 maggio, è stato anticipato dalle 16 alle 13.30 per non finire in concomitanza con l’inizio del Conclave che si apre questo pomeriggio.
    I quesiti
    Nove i quesiti sul tavolo. Meloni li affronterà nei tempi stringati previsti dal regolamento. Tre minuti per illustrare ogni quesito, tre per la risposta e altri 2 concessi all’autore della domanda, per replicare. Aria di sfida si attende da Matteo Renzi pronto a interrogare la premier sulle riforme, con una domanda secca quasi da quiz tv: “Quali sono le tre riforme che il governo ritiene fondamentali e che punta a chiudere nella legislatura”, dovrebbe essere il senso del quesito. Stefano Patuanelli del M5s e Carlo Calenda di Azione chiederanno conto delle spese per la difesa. Il primo per sapere con quali fondi e se davvero l’Italia non farà ricorso al fondo di coesione. Calenda anche per sondare il governo sull’intenzione di partecipare alla “costruzione di un pilastro europeo della Nato”. Avs si concentra su effetti e risultati del bilaterale tra Meloni e Trump a Washington, per conoscere “le ragioni a fondamento della decisione di garantire 40 miliardi di euro dei cittadini italiani al governo Usa?”. Il Pd resta sul caro bollette (“visto il palese fallimento del decreto bollette”) e per sapere che impegno ha preso Meloni a Washington sugli acquisti del gas naturale liquido.

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    Meloni e la sfida nazionale

    Le domande della maggioranza

    Lavoro ed economia saranno invece tra i temi oggetto di interrogazioni da parte delle stesse forze di maggioranza. In questo contesto, la presidente di Fratelli d’Italia è pronta a rivendicare i risultati del suo esecutivo, come fatto in occasione del primo maggio: oltre un milione di posti di lavoro creati in due anni e mezzo; record per quanto riguarda il numero complessivo degli occupati, più di 24 milioni e 300mila, e l’occupazione femminile. Meloni potrebbe rimarcare l’impegno sul fronte della sicurezza, “con nuove risorse, più controlli, incentivi e una forte spinta sulla prevenzione e sulla formazione”: di questo si parlerà anche giovedì, in occasione dell’incontro tra governo e sindacati (appuntamento che non figura nell’agenda della premier, la cui presenza non è confermata). Non mancheranno i migranti tra i quesiti. A porre la questione sarà proprio il partito della premier, Fratelli d’Italia, che presenterà un’interrogazione sulle politiche di contrasto dell’immigrazione clandestina.

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    Governo e opposizione, un bilancio di metà legislatura LEGGI TUTTO

  • Arianna Meloni ricompatta FdI: ora responsabilità, tutti con Giorgia

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAvanti uniti, al fianco di Giorgia Meloni, perché «questo è il tempo della responsabilità»: la «traversata nel deserto» è stata lunga ma oggi Fratelli d’Italia «è il grande partito della Nazione» e ognuno è chiamato a fare la propria parte, «rispettando oneri e onori». Non c’è la premier a scaldare la platea della direzione nazionale del partito, riunita allo spazio Roma Eventi di Piazza di Spagna. Ma è sua sorella Arianna, responsabile della segreteria politica di Fdi, a tracciare la rotta nell’intervento conclusivo dell’assemblea a porte chiuse durata circa quattro ore, dove i riflettori dei media erano puntati soprattutto su Daniela Santanchè (unico ministro a non intervenire dal palco e tra i primi a lasciare la sala, per «impegni già presi»).«Impegno maggiore»Un appello alla compattezza è quello che Arianna Meloni rivolge ai quasi duecento dirigenti stipati nel centro congressi: «L’Italia – scandisce la responsabile del tesseramento Fdi – è stata svenduta a lungo, ora è il tempo di capire da che parte stare. Dobbiamo realizzare ciò che ci eravamo promessi di fare quando abbiamo iniziato a fare politica». L’orizzonte è la fine della legislatura, nel 2027: «Abbiamo riportato i nostri valori in sicurezza» ma ora «l’impegno deve essere maggiore. Ognuno per il suo ruolo».Loading…«Giorgia è il nostro Frodo»Ancora una volta è Il Signore degli Anelli di Tolkien a fornire spunti metaforici: «Giorgia è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell’Anello. L’anello è pesante, dobbiamo aiutarla nella fatica di portarlo senza mai indossarlo». Prima il caso Almasri, poi la decisione della decisione del Tribunale di Roma di sospendere il trattenimento dei 43 migranti portati in Albania hanno aperto un nuovo fronte con la magistratura.ARIANNA MELONI CON LA SUA ASSISTENTELo scontro con la magistraturaNel partito c’è chi accarezza l’idea della piazza per rimarcare la supremazia della politica sulle toghe: in un questionario di ieri destinato a iscritti e militanti si parlava proprio di questo. «Le piazze appartengono al nostro codice genetico», dice il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, che avverte: «Se la politica perde autorevolezza, la magistratura ne occupa lo spazio». Ma uno scontro totale con la magistratura in questo momento sarebbe solo deleterio per il governo e per il partito leader della maggioranza. Questo, i dirigenti di Via della Scrofa lo sanno bene e infatti, negli interventi dei principali rappresentanti della direzione si cerca il più possibile di tenere i toni bassi e di circoscrivere la polemica con i giudizi a «una minoranza» di toghe politicizzate.La delegazione al governoSia Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (capo delegazione di Fdi al governo) avrebbero insistito su un punto: essere garantisti – il senso del loro ragionamento – «non vuol dire combattere la magistratura», il problema semmai sono quei giudici che si muovono per fini politici e cercano di condizionare le scelte del governo attraverso le correnti. Non esiste – osserva Lollobrigida, per esempio – che un partito nato nell’ammirazione di Paolo Borsellino possa essere contro la magistratura. LEGGI TUTTO

  • Abusi sessuali su un’alunna disabile, arrestato insegnante di sostegno

    I fatti si sarebbero registrati in un istituto superiore di Livorno. A far scattare le indagini è stata la denuncia della dirigente scolastica, che avrebbe notato alcuni atteggiamenti anomali da parte del docente. Abusi sessuali su un’alunna disabile, arrestato insegnante di sostegno – Nanopress.itPer l’uomo è stata disposta dal gip la custodia cautelare, per il pericolo di reiterazione del reato.Abusi sessuali su un’alunna disabile, arrestato insegnante di sostegnoUn insegnante di sostegno di un istituto superiore di Livorno è stato arrestato, questa mattina, dai carabinieri della locale Compagnia con l’accusa di presunti abusi sessuali ai danni di un’alunna disabile minorenne. Il reato ipotizzato dalla procura è violenza sessuale pluriaggravata. A far scattare le indagini è stata la denuncia della dirigente scolastica, che avrebbe notato dei comportamenti anomali da parte del docente.L’uomo sarebbe stato notato in più occasioni in luoghi isolati e inaccessibili in compagnia dell’alunna. Non solo, l’indagato avrebbe rivolto – in più di una occasione – commenti offensivi ai danni di colleghe e alunne. Disposta la custodia cautelareIl gip ha disposto una perquisizione nell’abitazione del docente, durante la quale i carabinieri hanno trovato materiale informatico con contenuti sessualmente espliciti che l’indagato pare avesse tentato di criptare, come riferisce Tgcom24. Disposta la misura cautelare – Nanopress.itLa misura di custodia cautelare è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari per il pericolo di reiterazione del reato. L’indagato “risulta avere contatti con giovani e giovanissimi anche in relazione ad attività svolte nella sfera privata” ha spiegato il gip.Se condannato, l’insegnante potrebbe essere interdetto dai pubblici uffici, il che significa che non potrà più esercitare la professione o ricoprire altri incarichi pubblici. In alcuni casi, una condanna per reati sessuali può comportare l’inserimento del nome dell’indagato (nel caso in cui venisse condannato in maniera definitiva) in un registro dei sex offender, con conseguenze a lungo termine per la sua vita personale e professionale. LEGGI TUTTO

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