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La chat di Fdi con le accuse a Salvini è un caso. Meloni: «Polemica forzata non scalfisce il nostro rapporto»
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Se qualcuno spera di mettere in difficoltà la maggioranza pubblicando vecchie chat riservate, sbaglia». Lo afferma in una lunga intervista sul Tempo il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini riferendosi alle chat interne di FdI pubblicate dal Fatto Quotidiano, con commenti poco lusinghieri su di lui e sul suo partito. «Certo, anche se non sono eccessivamente permaloso non fa piacere leggere certe cose – aggiunge – però si tratta di battute scritte in un’altra era politica che, sono certo, non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati. Giorgia (Meloni, ndr) saprà confermarlo».Meloni: polemica forzata non scalfisce rapporto con SalviniLoading…Cosa che puntualmente accade. «Non sarà certo qualche polemica forzata e strumentale a scalfire il nostro rapporto. Con Matteo Salvini abbiamo affrontato tante battaglie insieme e continueremo a lavorare fianco a fianco, con lealtà e determinazione, per il bene dell’Italia» ha affermato in serata la premier sui social, postando una foto in cui abbraccia sorridente il vicepremier e leader della Lega. «La stima nei suoi confronti è nei fatti: oltre a essere Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è anche Vicepremier del nostro Governo – aggiunge Meloni -. Un ruolo centrale per portare avanti le riforme e i progetti che servono alla Nazione. Noi andiamo avanti, compatti, come sempre»E nella conferenza stampa alla Camera sulla proposta di rottamazione fiscale della Lega aggiunge: «Non è un problema politico perché eravamo su fronti diversi, ovviamente altro paio di maniche sarebbe se considerazioni di un certo tipo fossero fatte da alleati adesso mentre governiamo insieme»Gli affondi sferzanti contro SalviniNon erano alleati all’epoca, ma ora che il Fatto quotidiano pubblica commenti tutt’altro che teneri verso il leader leghista comparsi nelle chat interne di FdI ai tempi del governo Conte I, sono inevitabili le fibrillazioni fra il partito di Giorgia Meloni e quello del vicepremier. Anche perché uno degli affondi più sferzanti viene attribuito al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, braccio destro della premier: “Il ministro bimbominkia colpisce ancora”, il commento scritto su WhatsApp dopo la visita in Israele dell’allora ministro dell’Interno, che definì i componenti di Hezbollah “terroristi islamici” aprendo uno scontro diplomatico con il Libano. Anche altri epiteti sono al vetriolo. Matteo Salvini è “un cialtrone”, “ridicolo”, “incapace”, “un Renzi di destra”, un politico che fa “accordi sottobanco con Renzi per il cognato Denis Verdini”. LEGGI TUTTO
Mattarella: la mafia può essere vinta, dipende da noi
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaI nomi delle vittime di mafia «sono parte della nostra memoria collettiva, ed è nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori. La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano». Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.Meloni: le mafie nemico dichiarato della nostra democraziaLa premier Giorgia Meloni sui social scrive che «oggi è la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, un importante momento di riflessione per tutti noi. L’Italia e le sue Istituzioni si inchinano davanti al sacrificio di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata: cittadini onesti, servitori dello Stato, persone innocenti cadute sotto i colpi vigliacchi di un giogo vile e spietato». La presidente del Consiglio sottolinea che «le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia, un’offesa alla dignità della Nazione. Per questo – aggiunge – con assoluta determinazione e fermezza, ribadiamo la nostra condanna ad ogni tipo di mafia e ci impegniamo, ogni giorno, a combatterla».Loading…«Ogni ambito è stato colpito dal flagello» mafioso«Il 21 marzo – scrive il presidente della Repubblica – rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità. L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti».«Ricorrono trent’anni – ricorda Mattarella – da quando Libera e altre associazioni hanno intrapreso un percorso importante di sensibilizzazione e mobilitazione civile fino a far sì che una legge dello Stato istituisse la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, per esprimere doverosa solidarietà nei confronti delle vittime innocenti uccise dalla mano mafiosa. Ogni ambito è stato colpito da questo flagello: servitori della Repubblica, donne e uomini che si battevano per migliorare la società, imprenditori e cittadini che hanno respinto il ricatto del crimine, persone semplici finite sotto il tiro degli assassini».Un impegno che si rinnova«I loro nomi sono parte della nostra memoria collettiva, ed è nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori. La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano». LEGGI TUTTO
Strage di Bologna, dopo 44 anni migliaia di persone in piazza per ricordare l’attentato
L’attentato di Bologna del 1980 è stato attribuito ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), un gruppo neofascista italiano protagonosta di quelli che saranno definiti poi i cosiddetti “anni di piombo”. Due membri dei NAR, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, sono stati condannati per il loro ruolo nell’agguato costato la vita a 85 persone. Strage di Bologna, dopo 44 anni migliaia di persone in piazza per ricordare l’attentato – Nanopress.itOggi, a 44 anni da quel giorno, sono previste diverse commemorazioni per ricordare le vittime della strage di Bologna.Strage di Bologna, dopo 44 anni migliaia di persone in piazza per ricordare l’attentatoOggi ricorre il 44° anniversario della strage di Bologna, uno degli attentati più devastanti della storia recente del nostro Paese. Il 2 agosto 1980, alle 10:25, una bomba esplose nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Bologna Centrale, causando la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200.Oggi, a quasi mezzo secolo da quel drammatico giorno, si terranno diverse commemorazioni per ricordare le vittime e riflettere sull’importanza di non dimenticare le vittime. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato come questa tragedia rappresenti una ferita insanabile e un monito permanente per le generazioni future. Le condanneL’attentato di Bologna del 1980 è stato attribuito a gruppi neofascisti, in particolare ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). I motivi dietro questo atto terroristico sono complessi e legati a un periodo di grande tensione politica e sociale in Italia, noto come gli “anni di piombo”.Durante questo periodo, l’Italia era segnata da violenze politiche, con gruppi estremisti sia di destra che di sinistra che cercavano di destabilizzare il Paese. L’obiettivo dei neofascisti era creare un clima di paura e insicurezza per favorire un ritorno a un regime autoritario. La strage di Bologna, con la sua brutalità e il numero elevato di vittime, mirava a colpire duramente la popolazione civile per raggiungere questo scopo. Strage di Bologna – Nanopress.itDue membri dei NAR, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, sono stati condannati per il loro ruolo nell’attentato. Tuttavia, il contesto e le dinamiche dietro l’attacco sono complessi e coinvolgono anche altre figure e gruppi dell’estrema destra italiana.Le indagini e i processi legati alla strage di Bologna sono stati lunghi e complessi. Nonostante le condanne di alcuni membri dei NAR, ci sono ancora molte domande senza risposta e teorie di complotto che circondano l’attentato. Ogni anno, come oggi, si tengono commemorazioni per ricordare le vittime e mantenere viva la memoria di questo tragico evento. LEGGI TUTTO
Da Trump a Putin, perché ora Meloni si riavvicina all’Europa
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaCi sono volute due ore prima che Giorgia Meloni mettesse in rete la sua dichiarazione a sostegno di Sergio Mattarella contro l’attacco mosso al Capo dello Stato dalla portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova. Fino a quel momento l’unica voce del Governo era stata quella del titolare della Farnesina, Antonio Tajani. In quelle due ore più di qualcuno era pronto a scommettere che la Premier non sarebbe intervenuta, complice il nuovo corso imposto da Donald Trump su Putin, sull’Ucraina e sul rapporto con l’Europa. Invece Meloni ha deciso che non poteva non prendere posizione. E a quel punto la solidarietà a Mattarella è stata anche l’occasione per ribadire il sostegno a Kiev che – ha fatto sapere – ha confermato allo stesso Volodymyr Zelensky al telefono poche ore dopo.Il ruolo di pontiere tra Usa e UeSono giorni complicati per la Premier. Il ruolo da pontiere tra Washington e Bruxelles che le hanno attribuito pare traballare. Probabilmente perché Trump è andato oltre, molto oltre quanto si potesse immaginare. Quanto Meloni immaginasse. Quella telefonata con Vladimir Putin sul futuro dell’Ucraina senza alcun coinvolgimento dell’Europa parallelamente alle nuove minacce sui dazi lascia interdetti (soprattutto) coloro che immaginavano di poter rafforzare il rapporto tra le due sponde dell’Atlantico. Invece (almeno per ora) così non è. La Premier – prima della presa di posizione di ieri su Mattarella – è rimasta piuttosto in disparte. Niente dichiarazioni social, niente viaggi. Ha evitato anche la trasferta a Monaco per la Conferenza sulla sicurezza. Questo non significa che non si stia muovendo.Loading…La svolta Ue sulla difesaLa presa di posizione di Ursula von der Leyen sulle spese per la difesa fuori dai parametri del Patto di stabilità è un segnale importante. E non solo perché questa è da sempre la posizione portata avanti dal governo italiano. Ma anche perché segna un importante (ri)avvicinamento tra Roma e Bruxelles. Che va oltre la spesa per la difesa e sarà strategico anche ai fini del confronto sui dazi e sulle altre partite che coinvolgono il rapporto con gli Stati Uniti. La Premier si muove su un terreno in questo momento molto scivoloso. Anche perché la maggioranza è tutt’altro che compatta.Il silenzio di Salvini dopo gli attacchi di Mosca a MattarellaIl silenzio di Matteo Salvini sugli attacchi a Mattarella è solo l’ennesima conferma della presa di distanza del leader della Lega dagli alleati. Salvini cerca di risalire la china facendosi più trumpiano dei trumpiani e muovendosi in modo autonomo sul fronte interno, vedi il pressing sulla nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Finora Meloni ha evitato di scontrarsi con il suo vice. Anche perché non è certo lui il suo problema. Il crollo della produzione industriale, il caro energia, l’incertezza degli imprenditori in attesa di capire cosa succederà alle esportazioni italiane senza contare le partite aperte sull’immigrazione (che si fa dei centri in Albania?) o sulla giustizia. E’ un equilibrio divenuto improvvisamente fragile. Che impone prudenza, procedere con passi misurati. La fase due del Governo Meloni è cominciata. LEGGI TUTTO
Piantedosi nel mirino del luogotenente di Musk in Italia: i sospetti su Salvini e la strategia del caos
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaTutto è cominciato martedì, quando Andrea Stroppa, il referente di Elon Musk in Italia, pubblica e poi cancella un post in inglese su X, il social di proprietà del magnate statunitense, che recita: «In un quartiere di Roma controllato da una gang, da febbraio ci sono state quattro aggressioni fisiche contro la polizia. Ieri con un coltello. In molti chiedono il ritorno di Matteo Salvini come ministro dell’Interno».I sondaggi incriminatiTroppo diretto? Forse. Tanto che mercoledì il 31enne informatico, voluto come consulente nel 2017 dallo stesso Matteo Renzi in quanto ex collaboratore dell’imprenditore Marco Carrai, lancia un sondaggio che esplicito è dire poco. «Da quando è ministro Piantedosi mi sento per me e i miei cari più o meno sicuro?», la domanda data in pasto ai circa 120mila follower. Rispondono in 1.129. E il commento di Stroppa è netto: «Preoccupante. Risultato finale su sondaggio operato del Ministro degli interni Piantedosi: 67% si sente meno sicuro da quando è ministro». Ieri nuovo round: «Quale ministro dell’Interno ha gestito meglio la sicurezza negli ultimi anni?». La scelta è tra Marco Minniti, Luciana Lamorgese, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi. In poche ore 4mila risposte, oggi saranno resi noti gli esiti. Scontati, a giudicare dal precedente. Un attacco in piena regola: ma sferrato perché?Loading…I sospetti su SalviniImmediatamente i sospetti si concentrano sul vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, per due ragioni: la sintonia con Musk e il non aver mai fatto mistero, dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, di gradire un ritorno al Viminale. Anche se Piantedosi è stato suo capo di gabinetto nel Governo Conte 1 (2018-2019) proprio all’Interno. In quel ruolo ha elaborato i decreti Sicurezza 1 e 2. Un tecnico, insomma, non certo tenero nei confronti dell’immigrazione irregolare, come dimostrano i provvedimenti approvati dal Governo Meloni, dalla stretta sulle Ong al Dl Cutro, e la stessa operazione Albania. Soltanto lunedì a Genova, interpellato a margine di un sopralluogo alle ferrovie, Salvini aveva negato ogni ambizione ed elogiato Piantedosi: «Ho tanti cantieri da accompagnare e poi c’è un ministro degli Interni che sta facendo bene il suo lavoro e che è anche un amico, se glielo fanno fare il suo lavoro i giudici e i geni di Bruxelles».Il vicepremier cita Trump e rivendica la sua azione al ViminaleIeri ha tagliato corto: «Non ho tempo di seguire i sondaggi». Ma poco prima aveva rivendicato la sua azione al Viminale, condividendo le «parole di sacrosanto buonsenso» di Donald Trump sull’Europa che deve «occuparsi di immigrazione con più intelligenza e con più forza, prima che sia troppo tardi». «Come ribadisce la Lega da anni e secondo i principi che ho applicato come ministro dell’Interno (con le conseguenze anche giudiziarie ben note) – ha scritto sui social – l’Europa, lenta e in alcuni casi complice, non può più far finta di niente davanti all’emergenza dell’immigrazione clandestina».La guerriglia contro MeloniAnche se dal Carroccio si espone soltanto il deputato Rossano Sasso, che rivela il suo voto («Sono di parte e dico Salvini»), sono in molti a leggere l’offensiva di Stroppa come un puntello all’azione di disturbo nei confronti di Giorgia Meloni che Salvini sta ostinatamente conducendo da settimane. Una guerriglia (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 febbraio) che è andata dalla difesa d’ufficio della ministra del Turismo Daniela Santanchè al colloquio con Netanyahu in Israele, fino alla partita della rottamazione fiscale. Tanto che dalla maggioranza si azzarda una lettura audace, ossia che i sondaggi di Stroppa non farebbero altro che blindare Piantedosi perché mai Meloni cederebbe a un rimpasto dopo la pressione esibita del luogotenente di Musk. La premier – fanno notare – lunedì ha voluto essere presente accanto al titolare del Viminale alla Conferenza dei prefetti e dei questori, da dove ha rinnovato la lotta senza quartiere all’immigrazione illegale e, implicitamente, la piena fiducia al suo ministro dell’Interno. LEGGI TUTTO