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IN EVIDENZA

  • Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di lei

    L’indagine è scattata dopo una segnalazione dei medici del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Ponte San Pietro, dove il piccolo era arrivato il 17 luglio scorso, insieme alla madre, per problemi di deambulazione.Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di lei – Nanopress.itI sanitari hanno riscontrato lividi sul corpo del piccolo paziente e hanno segnalato la vicenda ai carabinieri. Dagli accertamenti, è emersa la condotta violenta perpetrata dalla mamma del bambino e dal compagno della donna. I due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune del foggiano. Botte e percosse a un bambino di due anni: arrestati la mamma e il compagno di leiSono stati arrestati questa mattina, con l’accusa di maltrattamenti, la madre di un bambino di due anni e il compagno – 18 anni lei, 32 lui – dai carabinieri di Bergamo e di Ponte San Pietro. L’indagine è scattata dopo una segnalazione dei medici del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Ponte San Pietro, dove il piccolo era arrivato il 17 luglio scorso, insieme alla madre, per problemi di deambulazione. Durante la degenza del bambino, i medici hanno riscontrato la presenza di numerosi lividi sul corpo del piccolo, e hanno inviato una segnalazione alle autorità.A quel punto si sono mossi i carabinieri, che hanno accertato i maltrattamenti perpetrati dalla donna e dal compagno di lei sul bambino, nato da una precedente relazione della giovane. I due sono stati quindi trasferiti alla casa circondariale di Bergamo e, dopo l’interrogatorio di convalida del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune del Foggiano.Il piccolo è stato affidato a una comunità per minori, in attesa che si pronunci l’autorità giudiziaria minorile di Brescia. LEGGI TUTTO

  • Soltanto il 6% delle leggi immune dal monocameralismo alternato

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaNei primi 26 mesi di legislatura soltanto poco più del 6% delle leggi approvate è stato modificato da entrambi i rami Parlamento. E neanche uno dei numerosi decreti legge convertiti ha spuntato una “terza lettura” parlamentare. Il monocameralismo “di fatto”, o “alternato”, è ormai qualcosa di più di un fenomeno “sotto traccia” con cui le Camere fanno i conti da qualche anno, anche a dispetto della rotta tracciata dalla Costituzione. Anche perché all’insegna del “senso unico alternato”, seppure con modalità diverse e in modo non sempre marcato, si è fin qui sviluppata la navigazione di quasi il 94% dei testi licenziati da Montecitorio e Palazzo Madama. Prime fa tutte le tre leggi di bilancio targate Meloni, in perfetta continuità con le stagioni del “Conte 1 e 2” e di Draghi.L’eco delle polemiche che hanno accompagnato il via libera quasi sul filo di lana dell’ultima manovra economica, nonostante una delle sessioni di bilancio più lunghe degli ultimi anni (oltre due mesi), non si è ancora sopita. Una manovra “gestita” e modificata soltanto da Montecitorio, con Palazzo Madama relegato al semplice ruolo di notaio. Non è una novità. Ed è lo stesso destino che da tempo accomuna anche la conversione della pioggia di decreti legge che inonda le aule parlamentari. Non a caso anche in uno degli ultimi dossier del Comitato per la legislazione della Camera, sull’attività svolta tra il settembre 2023 e il luglio 2024, si sottolinea che «il ricorso alla decretazione d’urgenza ha confermato la tendenza del “monocameralismo alternato». Che non è altro che il fenomeno che offre solo a uno dei due “rami” la possibilità di modificare il provvedimento. Al di là dei proclami che arrivano dai vari partiti, la principale attività del Parlamento è essenzialmente quella di garantire l’approdo ai Dl (siamo arrivati a quota 82) lasciando il poco spazio che avanza prevalentemente ad altri testi d’iniziativa governativa.Loading…I dati dell’ultimo monitoraggio sulla produzione legislativa del Servizio studi di Montecitorio parlano da soli: delle 172 leggi licenziate dalle Camere dall’inizio della legislatura (la diciannovesima) a tutto il 13 dicembre scorso, soltanto 11 sono arrivate alla terza lettura (con modifiche, quindi, di entrami i “rami”) e in un caso, quello della legge costituzionale sull’inserimento dello sport nella “Carta”, si è trattato di un obbligo, dato che il provvedimento era vincolato ai 4 passaggi parlamentari. Tutti i 68 decreti convertiti in legge fino al 13 dicembre scorso sono stati corretti da una sola Camera. Un paio, da quanto emerge dal monitoraggio, hanno “operativamente” fatto tappa al secondo ramo del Parlamento addirittura soltanto per un giorno (i Dl 190/ 2022 sulle elezioni 2023 e 131/2023 sull’energia). Un cammino simile è toccato a 58 delle 60 leggi d’iniziativa governativa che hanno ricevuto il disco verde finale: solo per due testi (la delega fiscale e il Ddl su competitività e riforma del mercato dei capitali) si è giunti al terzo passaggio parlamentare. Ben 8 delle 42 leggi promosse da deputati e senatori (di cui una costituzionale) sono invece riuscite a valicare l’asperità delle sole due letture, così come una delle due leggi d’iniziativa “mista” (una governativa e parlamentare e l’altra Parlamento-Cnel).Ma c’è anche un altro sostanziale indicatore che misura la tendenza sempre più accentuata del Parlamento al “monocameralismo alternato”: la quantità degli emendamenti approvati. A tutto il 13 dicembre scorso risultano complessivamente approvati 3.527 ritocchi: 3.444 in prima lettura (di cui 2.119 nella fase di conversione dei decreti legge) e appena 83 in “seconda”. LEGGI TUTTO

  • Migranti, Meloni: «Avanti con protocollo Italia-Albania. La Corte Ue non comprometta i rimpatri»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl Governo non dimentica «l’impegno sulle soluzioni innovative» come «il protocollo Italia-Albania», una soluzione «che è determinato a portare avanti proprio e soprattutto alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa il punto nel suo intervento alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia presso la Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno. «Noi siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini, il dovere della politica è di assumersi le sue responsabilità, il governo dei flussi migratori è ovviamente una questione sulla quale l’indicazione che arriva dalla maggioranza dei cittadini è molto chiara e i cittadini ci chiedono di fermare l’immigrazione illegale perché l’immigrazione illegale produce insicurezza, mancata integrazione, incapacità di garantire lo stato di diritto e anche perché l’immigrazione illegale di massa è la prima nemica della migrazione legale». In sintesi, «siamo impegnati a ristabilire un principio banale, cioè che in Italia si entra solo legalmente».Urgente rivedere concetto Paese terzo sicuroIn materia di immigrazione vengono ribadite le priorità. L’esecutivo «continua a ritenere ovviamente necessaria, ormai urgente, una revisione della direttiva rimpatri del 2008, il concetto di Paese terzo sicuro, penso che sia importante anticipare l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo patto di immigrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro anche per fare un po’ chiarezza su un tema molto controverso e oggetto di provvedimenti giudiziari che appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano». A dire di Meloni «anche l’argomentazione della supremazia della normativa europea rispetto alla normativa italiana, in base alla quale si giustificherebbe la disapplicazione della norma italiana sui Paesi sicuri, appare fragile, atteso che per esempio il più grande paese europeo, la Germania, rimpatria migranti afgani in Afghanistan senza che questo sia reputato dai giudici tedeschi in contrasto con la normativa europea». Aggiunge la presidente del Consiglio che «sarà importante su questo fare chiarezza e l’auspicio è che la Corte di Giustizia e l’Unione europea scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli stati membri dell’Unione europea».Loading…Una nuova fase in Italia e Ue «In materia di governo dei flussi migratori noi abbiamo lavorato con coraggio, osando, per aprire una fase nuova in Italia e anche in Europa, per disegnare un modello di contrasto all’immigrazione irregolare e di governo dei flussi migratori che si sviluppava sostanzialmente su quattro direttrici: lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, costruzione di un nuovo modello di cooperazione sviluppo con i Paesi di partenza e di transito dei migranti, promozione di percorsi di migrazione legale concordata e conseguentemente più integrabile, soluzioni innovative per ridisegnare il governo dei flussi migratori». Secondo la premier «diminuire le partenze e stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo per ridurre il numero delle persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa e io penso che questo debba essere il risultato che più di tutti ci si inorgoglisce perché non c’è niente di più importante che salvare una vita umana o strappare quella vita agli artigli della mafia».Drastica riduzione degli sbarchi«Sono quattro direttrici – ha detto ancora Meloni -che ci hanno consentito di registrare gli obiettivi che abbiamo raggiunto: da una parte la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale e con questo la diminuzione delle morti in mare, in particolare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia e anche la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nell’Unione Europea anche su altre volte come la rotta balcanica. Nel 2024 – ha ricordato Meloni – gli sbarchi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023 e del 35% rispetto al 2022, però io penso che non sia questo l’unico dato significativo, penso che sia per esempio sia significativo il fatto che l’Organizzazione delle migrazioni ci dice che nel 2024 sulla rotta del Mediterraneo centrale, a fronte di circa 66.000 arrivi, si sono registrati 1.695 morti e dispersi. Nel 2023, con oltre 157.000 arrivi irregolari, i morti e i dispersi sono stati 2.526. Nel 2014, l’anno dell’operazione Mare Nostrum, che come voi sapete nasceva proprio per salvaguardare la vita in mare, si sono contati 3126 morti a fronte di 170 mila arrivi». LEGGI TUTTO

  • Bimba di 3 anni precipita dal balcone di casa: è gravissima | Era sola in casa al momento dell’incidente

    La piccola è stata ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. L’incidente è avvenuto questo pomeriggio a Costa Masnaga, provincia di Lecco. Bimba di 3 anni precipita dal balcone di casa: è gravissima – Nanopress.itSu cause e dinamica dell’accaduto, sono in corso le indagini del Comando provinciale di Lecco. Bimba di 3 anni precipita dal balcone di casa: è gravissimaUna bambina di 3 anni e mezzo è caduta dal balcone di casa, dal secondo piano di un’abitazione a Costa Masnaga, provincia di Lecco. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, la piccola era rimasta momentaneamente sola a casa quando è avvenuto l’incidente. La mamma era al lavoro, mentre il papà era sceso a prendere gli altri due figli alla fermata del bus, vicino casa.La piccola è riuscita a raggiungere il balcone e ad arrampicarsi, perdendo poi l’equilibrio. Immediato è scattato l’allarme. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso dotato di verricello. La piccola, che non ha mai perso conoscenza, è stata poi ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale di Bergamo. Su cause e dinamica dell’accaduto, sono in corso le indagini del Comando provinciale di Lecco. LEGGI TUTTO

  • Migranti, il governo cerca una soluzione per superare l’ostacolo delle Corti d’appello

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’ipotesi di un nuovo provvedimento del governo continua ad infiammare il dibattito politico dopo l’ennesimo scontro tra giudici e magistratura. Dopo il terzo no dei giudici al trattenimento dei migranti nel centro albanese di Gjader, con una decisione rinviata alla Corte di giustizia europea, FdI passa all’attacco lanciando un’idea che il governo potrebbe valutare in queste ore e riguarda un nuovo intervento sui giudici che si occupano di immigrazione.L’intenzione è quella di una norma specifica per evitare che nelle Corti d’appello, titolari della convalida dei trattenimenti, passino i magistrati delle “sezioni immigrazione”: si tratta degli stessi giudici che finora hanno sempre bocciato le richieste di convalida dei trattenimenti in Albania.Loading…Fdi all’attaccoGià nelle scorse ore i capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, avevano segnalato la questione comunicando il loro sdegno: «Il governo e il Parlamento hanno trasferito la competenza alla Corte di appello per sottrarla alle sezioni specializzate del Tribunale e loro migrano in massa, grazie anche al provvedimento del presidente della Corte che glielo consente.Una chiara presa in giro del Parlamento», avevano detto. Un fenomeno che sarebbe stato segnalato già da tempo dal primo partito in Parlamento, ma che adesso è diventato un problema da risolvere, tanto che la misura è stata segnalata con maggiore urgenza a Palazzo Chigi.La norma allo studioLa novità è tale che non sarebbe ancora arrivata alcuna richiesta agli uffici competenti, ma non si può escludere che a breve possa arrivare la richiesta da parte di Palazzo Chigi di formulare una bozza. LEGGI TUTTO

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