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Milano e Roma, allerta per i cortei del 25 aprile
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura Il giorno della festa del 25 aprile, più che l’ottantesimo anniversario per la Liberazione a tenere banco sono il tema sicurezza e il rischio di scontri e le polemiche per gli eventi cancellati o modificati a causa del lutto nazionale per la morte di papa Francesco. Scontri in piazza Castello a Torino, si sono registrati nella serata di giovedì, al termine della fiaccolata organizzata dalla Città per il 25 Aprile. A cerimonia ultimata i componenti dello spezzone ’antagonista’ del corteo, composto da autonomi, attivisti dei centri sociali e di movimenti filo palestinesi, sono saliti sul palco dopo avere rimosso le transenne. In un punto i dimostranti sono giunti a contatto con il cordone delle forze dell’ordine che ha risposto con una manovra di alleggerimento e delle manganellate.Loading…A Milano timore per gli antagonistiA Milano a preoccupare sono soprattutto antagonisti, sindacati di base e giovani palestinesi che hanno annunciato l’intenzione di prendere la testa del corteo, invece di restare in coda come da tradizione. Lo scorso anno si sono ritrovati direttamente in piazza Duomo, dove hanno cercato di sfondare le transenne per arrivare al palco ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine. Quest’anno, dopo un primo invito a ripetere lo stesso schema e trovarsi in piazza, hanno deciso di concentrarsi un paio di ore prima della partenza della manifestazione nazionale in via Palestro, in modo da precedere Anpi, gonfaloni ufficiali, sindacati e partiti, che però non hanno intenzione di cedere il passo.Attenzione sulla Brigata ebraicaSulla Brigata ebraica, che sfilerà insieme alla comunità ucraina, c’è particolare attenzione (lo scorso anno un membro della brigata fu ferito lievemente da un gruppo di ragazzini che usciva da un fast food). Con loro saranno in corteo anche esponenti di Azione (non Calenda che sarà al cimitero angloamericano di Roma), e di Forza Italia come Mariastella Gelmini. In manifestazione anche la segretaria del Pd Elly Schlein, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e Maurizio Landini che poi parlerà dal palco (insieme al sindaco Giuseppe Sala, al segretario nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo a quello milanese Primo Minelli e alla partigiana Sandra Gilardelli, classe 1925).Massima allerta a RomaSimile la preoccupazione a Roma per evitare contatti fra la Brigata ebraica che si troverà a porta San Paolo e il presidio di studenti palestinesi “No ai terroristi israeliani, no ai sionisti” e poi più tardi per escludere incidenti al corteo dell’Anpi da largo Bompiani al Parco Schuster, da cui si staccherà lo spezzone di ProPal e movimenti studenteschi diretto a Porta San Paolo. Il prefetto Lamberto Giannini ha parlato di “massima allerta” anche perché la capitale in contemporanea deve far fronte al flusso di fedeli diretti alla camera ardente di papa Francesco, che chiuderà domani sera. LEGGI TUTTO
Incidente nel cantiere della metro a Napoli, un morto e due feriti
Gli operai sarebbero stati travolti dal cedimento del terreno durante i lavori per la nuova metro tra Capodichino e Poggioreale.Incidente nel cantiere della metro a Napoli – Nanopress.itI feriti sono un uomo di 54 anni, ricoverato al Cardarelli di Napoli in codice rosso, e un uomo di 59 anni. Un terzo operaio risulta tuttora disperso. Incidente nel cantiere della metro a NapoliUn incidente sul lavoro si è verificato in un cantiere della metropolitana di Napoli in zona Capodichino: secondo le prime informazioni un operaio sarebbe morto, un altro disperso e due sarebbero feriti. Entrambi sono ricoverati in ospedale in codice rosso. Gli operai sarebbero stati travolti dal cedimento del terreno durante i lavori per la nuova metropolitana tra Capodichino e Poggioreale. Sul posto la polizia e i vigili del fuoco.Notizia in aggiornamento. LEGGI TUTTO
ReArm Europe, approvata la mozione di maggioranza. No ai sei documenti presentati dalle opposizioni
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’aula della Camera ha approvato con 144 sì e 105 no la mozione di maggioranza sul tema della difesa europea. Respinti i sei documenti presentati dalle opposizioni. Cinque stelle e Pd si sono reciprocamente astenuti sul voto alle rispettive mozioni. Quella dei pentastellati ha ottenuto 169 no e 51 astensioni. Il gruppo di Avs ha votato a favore. Mentre quella a prima firma Chiara Braga (Pd) ha ottenuto 149 no e 62 astenuti, tra i quali anche i deputati di Avs. Il Pd si è astenuto anche sulla mozione di Azione.La mediazione nella maggioranzaLoading…Nel centrodestra il punto di partenza della Lega era «la ferma opposizione all’attuazione» a ReArm Europe. L’accordo finale è stato trovato con l’impegno del governo «a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare». Nessun riferimento esplicito al concetto di riarmo. Il documento conferma il sostegno a Kiev e l’obiettivo della pace. In una fase successiva, si impegna il governo a favorire «la costituzione di una forza multinazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite». Il governo in Aula ha dato parere favorevole solo a questa mozione, parere contrario ai sei documenti dell’opposizione.Opposizione spaccataTra le mozioni sul piano di riarmo europeo presentate dall’opposizione alla Camera, oltre a quella del M5s che, analogamente ad Avs, chiede esplicitamente di «non proseguire nel sostegno del piano di riarmo europeo ReArm Europe/Readiness 2030», c’è quella del Pd che punta a ”promuovere” una «radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla Presidente Von der Leyen» al fine di «assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali».Di contro, Più Europa vuole “sostenere il piano ReArm Europe” e Azione intende «partecipare attivamente, in base al piano ReArm Europe e al programma European Defense/Readiness 2030, al percorso di costruzione di un sistema di difesa europea e di progressiva integrazione politica, industriale e militare tra gli Stati membri». Il documento di Italia viva, infine, mira «a promuovere attivamente in sede europea l’attuazione del piano ReArm Europe e a sostenere l’adozione di una strategia industriale europea della difesa ambiziosa, che favorisca l’integrazione, l’innovazione, la competitività e la riduzione delle dipendenze, anche attraverso un massiccio ricorso agli appalti comuni e al potenziamento di strumenti in essere». LEGGI TUTTO
Ius scholae, solo il 30% dei minori stranieri ha la cittadinanza italiana
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaSi terrà, presso la sala della Regina di Palazzo Montecitorio, l’incontro “Ius Scholae: tempi nuovi per l’Italia?”, un dibattito di alto profilo sul tema della cittadinanza e dei diritti civili. L’evento metterà al centro la possibile riforma dello Ius Scholae e dello Ius Italiae, attualmente al centro del confronto politico in Parlamento. «L’obiettivo dell’incontro – si legge in una nota – è stimolare una riflessione costruttiva sull’inclusione e l’integrazione, superando le divisioni ideologiche per individuare soluzioni concrete e sostenibili. Il dibattito rappresenterà un’occasione di confronto interdisciplinare sullo Ius Scholae, non solo come riforma giuridica, ma anche come strumento per ripensare il rapporto tra identità, cittadinanza e partecipazione in una società in continua evoluzione».Due alunni stranieri su 3 sono nati in ItaliaQuella che l’Idos definisce «una generazione invisibile», secondo i dati dell’Istat all’inizio del 2024 era pari a 1,9 milioni di residenti italiani con un background migratorio (1 ogni 30 abitanti in Italia) e 1,3 milioni di minorenni di origine straniera (il 13% di tutti i minori residenti nel Paese), dei quali più di un milione senza la cittadinanza italiana, pur essendo nati in Italia o essendovi arrivati in tenerissima età. Nelle scuole 2 alunni stranieri su 3 sono nati in Italia, ma restano esclusi dai pieni diritti di cittadinanza. «L’attuale legge (n. 91 del 1992) – spiega la ricerca – impone un percorso lungo e tortuoso per ottenere la cittadinanza, penalizzando soprattutto i giovani, che possono acquisirla o per naturalizzazione (10 anni di residenza ininterrotta cui se ne aggiungono mediamente altri 3-4 per le pratiche burocratiche), o per elezione ai 18 anni d’età (con una finestra temporale di soli 12 mesi) o per trasmissione dai genitori divenuti italiani». Ne deriva che il numero di acquisizioni di cittadinanza da parte di minori è «sorprendentemente basso rispetto alla loro presenza quantitativa nel Paese»: nel quinquennio 2019-2023 i minorenni stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati in totale solo 295.000, una media di 59.000 all’anno, a fronte di oltre 1 milione di loro che risiedono in Italia.Loading…L’80% dei giovani di origine straniera si sente «anche italiano»Quindi i giovani con background migratorio restano per la maggior parte stranieri anche ben oltre la maggiore età. Uno studio Istat del 2023, ricorda Idos, rivela che oltre l’80% dei giovani di origine straniera si sente «anche italiano», un dato che sale all’85% tra quelli nati in Italia ma la difficoltà di ottenere la cittadinanza può influenzare le loro prospettive future: solo il 45% di questi giovani prevede di vivere in Italia da adulti, mentre il 34% preferirebbe trasferirsi all’estero. «È un dato che dovrebbe far riflettere: un Paese che disconosce il contributo, l’attaccamento e il valore delle nuove generazioni – conclude Idos – rischia di compromettere le proprie speranze di ripresa e di sviluppo».Referendum sulla cittadinanzaL’Italia «è a un bivio cruciale: il referendum dell’8-9 giugno che propone di ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza continuativa necessario a ottenere la cittadinanza italiana per naturalizzazione, rappresenta il primo passo verso un’inclusione più equa e strutturale, ma non è sufficiente. La vera sfida è garantire ai figli degli immigrati nati e/o cresciuti in Italia un riconoscimento giuridico e identitario». A sostenerlo è il Centro studi e ricerche Idos presentando a Roma la ricerca “Orizzonti condivisi. L’Italia dei giovani immigrati con background migratorio”. «È il momento di superare un impianto normativo obsoleto e di gettare le basi per una società italiana più aperta e ancorata al tessuto multiculturale del Paese – affermano Luca Di Sciullo e Antonio Ricci, presidente e vicepresidente di Idos e curatori della ricerca -. Consentire il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza ai giovani con background migratorio, nati o arrivati presto in Italia e qui cresciuti, significa investire in capitale umano, rafforzare il senso di appartenenza e promuovere la coesione sociale. È nell’interesse di tutta la comunità nazionale e dell’intero sistema Paese, e quindi dovere della politica, rimuovere gli ostacoli alla partecipazione piena e attiva di tutte le componenti della società».Il dibattito sullo Ius ScholaeAll’incontro “Ius Scholae: tempi nuovi per l’Italia?” Interverranno il Ministro Anna Maria Bernini, Monsignor Vincenzo Paglia, Giuseppe Fioroni, l’avvocato Hilarry Sedu, il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno e la Professoressa Maria Rita Parsi. A moderare il dibattito sarà Diego Antonio Nesci, ideatore del think tank, mentre i saluti istituzionali saranno affidati a Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati. «Il nostro progetto – afferma Dalila Nesci, organizzatrice dell’evento – nasce dalla convinzione che la parola abbia un potere trasformativo. Attraverso il confronto tra esperti, politici e cittadini, vogliamo generare riflessioni e azioni concrete per un cambiamento positivo. Lo Ius Scholae può rappresentare un passo significativo verso un’Italia più inclusiva, fondata sul valore della relazione con l’altro come pilastro di una convivenza consapevole e giusta». LEGGI TUTTO
Elezioni amministrative, aperti i seggi a Pordenone, Monfalcone, Nimis e San Pier d’Isonzo
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIn Friuli Venezia Giulia seggi aperti in quattro comuni per il rinnovo delle amministrazioni. I seggi elettorali dei quattro Comuni del Friuli Venezia Giulia – Pordenone, Monfalcone, Nimis e San Pier d’Isonzo – sono stati regolarmente costituiti, come reso noto dal Servizio elettorale della Regione.Orario più lungo lunedì per la Pasqua ebraicaPer venire incontro agli elettori di fede ebraica, che domenica 13 e lunedì 14 aprile celebreranno la Pasqua, la Regione ha ampliato l’orario di apertura dei seggi. Gli elettori lunedì avranno sette ore in più per esprimere le proprie preferenze, rispetto alle ore 15, orario previsto dall’ultima Finanziaria della Regione per l’avvio delle operazioni di spoglio.Loading…Tutti comuni sciolti anticipatamenteLe elezioni comunali 2025 in Friuli Venezia Giulia prevedono il rinnovo degli organi di quattro comuni, tutti sciolti anticipatamente, due con popolazione inferiore a 15mila abitanti, Nimis e San Pier d’Isonzo, e due con popolazione superiore ai 15mila abitanti, Monfalcone e Pordenone. Per questi ultimi due è possibile il turno di ballottaggio se uno dei candidati alla carica di sindaco non dovesse ottenere almeno il 40% dei voti al primo turno (articolo 15 legge reg. 19/2013 come modificata dalla legge regionale 1/2024).Pordenone vota dopo l’elezione a Straburgo del sindaco CirianiPer esempio Pordenone, capoluogo di Provincia, torna alle urne dopo che il primo cittadino Alessandro Ciriani è stato eletto a Strasburgo alle Europee nel 2024 con 40mila preferenze. Dal mese di luglio la poltrona di primo cittadino è occupata dal vicesindaco facente funzioni Alberto Parigi (FdI). I candidati alle amministrative di Pordenone sono Alessandro Basso, Nicola Conficoni, Anna Ciriani e Marco Salvador. Il centrodestra sostiene Alessandro Basso, esponente di Fratelli d’Italia. A suo sostegno la sua “Pordenone civica”, la lista “Pordenone Cambia” di Alessandro Ciriani, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Il centrosinistra punta, invece, su Nicola Conficoni, espnente del Pd, sostenuto da Italia Viva e dalle liste “Un’altra Pordenone c’è”, “Il bene Comune”, “Pordenone in salute”. Non si è presentato il Movimento 5 Stelle. La consigliera comunale uscente Anna Ciriani correrà da sola con la lista “#AmiAmoPordenone”. Nel centrosinistra Marco Salvador si è presentato solo, sostenuto da una propria lista civica.Quattro candidati a MonfalconeSfida a quattro a Monfalcone. Il consigliere regionale del Pd Diego Moretti, 55 anni, guiderà una coalizione di centrosinistra, sostenuta dal Pd e dalle liste “Monfalcone Civica e Solidale”, “Insieme con Moretti” e “Progressisti per Monfalcone”. Il centrodestra punta sull’assessore alla Cultura uscente Luca Fasan, 60 anni (Lega), sostenuto da Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale, Forza Italia, la lista “Cisint per Monfalcone – Fasan sindaco” e il “Popolo della Famiglia”. In lizza anche Bou Konate, 62 anni, ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Pizzolitto nei primi anni Duemila e presidente onorario dell’associazione Darus Salaam. Sostenuto da “Italia Plurale. In corsa anche Rudj Pecikar, 64 anni, che guida la lista civica “Insieme Liberi con Rudi per Monfalcone”. LEGGI TUTTO