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  • Molestava le pazienti durante i trattamenti: finto massaggiatore in arresto, tra le vittime anche una minorenne

    A far scattare le indagini, culminate con l’arresto, sono state le denunce delle due presunte vittime. L’uomo non aveva alcuna qualifica professionale. Molestava le pazienti durante i trattamenti – Nanopress.itLa Procura ha chiesto e ottenuto dal gip la misura degli arresti domiciliari. Finto massaggiatore arrestato per violenza sessualeSenza nessuna qualifica professionale, si spacciava per massaggiatore. È con questo escamotage che un 60enne residente a Reggio Emilia avrebbe abusato di due donne, di cui una minorenne, nonché figlia della sua compagna. Stando a quanto riferisce l’Unione Sarda, l’uomo avrebbe pubblicato un annuncio su una piattaforma online in cui offriva massaggi gratuiti.Una signora ha risposto all’annuncio e si è recata nell’appartamento dell’uomo. A quel punto, il sedicente massaggiatore l’ha fatta spogliare e l’ha costretta ad atti sessuali contro la sua volontà. Stesso trattamento riservato anche alla figlia della compagna, una ragazza minorenne, a cui ha offerto un massaggio alla schiena, culminato con un abuso sessuale. Il tutto approfittando dell’assenza della sua compagna.A far scattare le indagini sono state le denunce presentate ai carabinieri dalle due presunte vittime. L’uomo è stato quindi arrestato con l’accusa di violenza sessuale. A seguito degli accertamenti e delle indagini condotte dai carabinieri, la Procura ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti del sedicente massaggiatore degli arresti domiciliari. LEGGI TUTTO

  • Camere, ecco la classifica di chi vota e degli assenti: Avs e M5S al top, Fdi «vigila»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaUna maggioranza che vede soprattutto i gruppi di Fratelli d’Italia, il partito della premier, presidiare le Aule parlamentari durante le votazioni elettroniche sui provvedimenti, e non solo, mentre Lega e soprattutto Fi si presentano non raramente con più di una defezione. E un’opposizione che mostra Avs a Montecitorio e il M5S a Palazzo Madama quasi a prova di assenteismo. Almeno sulla base di dati che, senza dimenticare la variabile delle “missioni” di deputati e senatori, si ricavano per questi primi 28 mesi di legislatura dalle banche dati delle due Camere e da OpenParlamento, la piattaforma che monitora l’attività parlamentare. Alla Camera a guidare la classifica dei gruppi più presenti è Alleanza Verdi Sinistra, che raggiunge l’80,7%, con Fdi al terzo posto (72,2%). Al Senato invece il “primato” spetta al Movimento Cinque stelle (84,6%), seguito dal gruppo della premier (81,1%). I fanalini di coda, al netto del gruppo Misto, sono a Montecitorio i centristi di Noi moderati (50,2%) e nell’altra camera il gruppo delle Autonomie (64,5%).A Montecitorio i centristi di Noi moderati i meno presenti alle votazioniDai dati sui lavori delle Camere e di OpenParlamento emerge che a Montecitorio il gruppo con la percentuale di presenze più alta durante le votazioni elettroniche in Aula è quello di Alleanza Verdi Sinistra con l’80,7%, seguito dal partito Democratico (74,1%) e da Fdi (72,2%). I valori più bassi sono quelli registrati per Forza Italia (59,7%) e Noi Moderati (50,21%), entrambi gruppi della maggioranza. Con presenze in Aula di poco superiori al 60% sono Azione (61,09%), Italia Viva (61,5%) e Lega (63,23%). Il Movimento Cinque Stelle alla Camera arriva a quota 70,2%.Loading…A Palazzo Madama M5s, Fdi e Pd i gruppi più assiduiAl Senato la percentuale media di presenze è più alta rispetto alla Camera. In cima alla classifica è il M5s (84,6%), seguito da Fdi con l’81,17% delle presenze nel corso delle votazioni elettroniche in Aula. Anche il Pd supera la soglia dell’80% (80,92%), mentre, al netto del Misto, il gruppo con meno presenze al momento del voto è quello delle Autonomie (Svp-Patt, Cb) con il 64,5%, preceduto da Fi (64,61%) e dalla Lega, che comunque vede i suoi senatori presenti nel 76,06% dei casi, più o meno sullo stesso livello di Iv (77,4%), che però è all’opposizione, e dei centristi che fanno parte del gruppo Cd’I-Udc-Nm-Maie-Cp (78,3%)Nella maggioranza è di Fdi il primo presidio delle Aule Nel centrodestra a presidiare maggiormente le Aule dei due rami del Parlamento durante le votazioni sono i gruppi parlamentari del partito guidato da Giorgia Meloni, che sono anche quelli di maggioranza relativa. Alla Camera il gruppo di Fdi si colloca al terzo posto, sostanzialmente a un’incollatura da quello Pd, che è al secondo e che da un punto di vista numerico è la principale forza d’opposizione. Al Senato Fdi risulta invece in seconda posizione con una percentuale di presenze significativamente superiore rispetto alla Lega e, soprattutto, a Fi.Nelle opposizioni Avs alla Camera e M5S al Senato quasi a prova di assenteismoPer le opposizioni a incalzare governo e maggioranza durante nelle delicate fasi delle votazioni sono soprattutto Avs e M5S che, rispettivamente, a Montecitorio e a Palazzo Madama sono i gruppi più presenti e, quindi, di fatto a prova di assenteismo. Ma anche la performance del Pd non è trascurabile: secondo nell’ideale classifica alla Camera e terzo al Senato. LEGGI TUTTO

  • Meloni: le risorse del RearmEu sembrano molte ma sono virtuali

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Le risorse» previste dal RearmEu «sembrano molte ma sono virtuali. Noi non chiudiamo ai prestiti» alla base della clausola di salvaguardia nazionale ma «è una scelta che dobbiamo valutare, non abbiamo ancora i dettagli». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a margine del vertice Ue. Sulla scelta di attivare la clausola o meno entro aprile Meloni ha sottolineato: «L’orizzonte ci sembra ravvicinato».Meloni: bene Ue su neutralità tecnologica auto, nostra battaglia «Per la prima volta – ha detto la premier – nelle conclusioni del Consiglio europeo entra un riferimento alla neutralità tecnologica. È stata una lunga battaglia italiana e non solamente italiana così come entrano alcune risposte molto importanti per il settore dell’automotive». «C’è impegno della Commissione europea – ha aggiunto – sulla sospensione delle multe per i produttori non in linea con gli obiettivi e l’anticipo della revisione sui target di emissione: entrambe le questioni rispettano totalmente la posizione italiana».Loading…«Sconvolta da reazione della sinistra su Ventotene» Rispondendo a una domanda sul caso del Manifesto di Ventotene Melomi ha detto: «Ritengo che l’essenza di alcuni passaggi che ho letto di quel manifesto» è «che il popolo non è in grado di autodeterminarsi. Nel momento in cui si distribuisce quel testo, che messaggio voleva dare la sinistra? Sono rimasta sconvolta dalla reazione che ho visto ieri in aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie. Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura».«La sinistra mostra un’anima illiberale e nostalgica»Da parte della sinistra, ha proseguito la presidente del Consiglio sollecitata dalle domande dei giornalisti, c’è stata una «reazione assolutamente scomposta» che mostra «un’anima illiberale e nostalgica» della sinistra che ha «oggettivamente delle difficoltà a confrontarsi con le idee degli altri. Io non ho difficoltà. Sono molto convinta delle mie, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia e quindi il problema credo che ce l’abbiano altri».«Sui dazi prudenza, bene rinvio delle contromisure» «Sui dazi – ha sottolineato Meloni – bisogna essere prudenti con una risposta automatica. Sono preoccupata dalle conseguenze. Oggi la presidente della Bce Lagarde parlava di una stima di contrazione di 0,3 del Pil che andrebbe allo 0,5 se rispondessimo. Mi sembra lucido, da parte della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, rinviare di qualche giorno» l’attivazione delle contromisure. LEGGI TUTTO

  • Silvana Inserra, ex modella morta dopo la liposuzione: anestesista condannata a due anni

    Silvana Inserra aveva 47 anni. Nel febbraio 2020, dopo aver subito l’intervento in una clinica romana, fu ricoverata in ospedale dove morì dopo una settimana. Ex modella morta dopo la liposuzione: anestesista condannata a due anni – Nanopress.itL’anestesista è stata condannata a due anni di reclusione per omicidio colposo.Ex modella morta dopo la liposuzione: anestesista condannataDoveva essere un intervento di routine e invece, Silvana Inserra, 47 anni, ex modella, è morta una settimana dopo essersi sottoposta a quella operazione. L’anestesista presente in sala operatoria il giorno dell’intervento è stata condannata a due anni di reclusione per omicidio colposo. Secondo i giudici, la professionista sarebbe la responsabile della morte della paziente, che è sopraggiunta a seguito di un arresto cardiocircolatorio. Come riferisce Il Mattino, il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero che, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto per l’anestesista la pena che le è stata poi comminata. La clinica in cui fu effettuata l’operazione, responsabile civile nel procedimento, dovrà risarcire il marito della vittima con una provvisionale di 100mila euro e pagare 5mila euro di spese legali.L’operazione e il ricovero d’urgenzaTutto ha inizio la mattina del 4 febbraio 2020, quando Silvana Inserra, ex modella, arriva a Roma insieme al marito per sottoporsi a un intervento di liposuzione. Alle undici del mattino entra in clinica e viene sedata, dalla dottoressa che sarà poi condannata dal tribunale.L’intervento non riesce. Dopo tre ore, la situazione in sala operatoria si complica. Il marito di Silvana Inserra viene messo al corrente di quanto sta succedendo. La moglie è stata intubata e rianimata e deve essere trasferita all’ospedale San Giovanni Addolorata per via dell’aggravarsi delle sue condizioni. Sette giorni dopo, a causa di una condizione “di ipossia con conseguenti episodi di bradicardia” generati da un mix di farmaci anestetici usati per sedare la paziente, come si legge nel capo di imputazione a carico dell’anestesista, Silvana Inserra muore. LEGGI TUTTO

  • Diritti umani, tra razzismo e violenza sulle minoranze: ecco perché l’Italia dovrebbe introdurre un’Indu

    “Sono pervenute nuove segnalazioni di tortura e altro maltrattamento da parte di agenti carcerari e di polizia. Gli attivisti per la giustizia climatica sono incorsi in restrizioni sproporzionate al diritto di riunione pacifica. La violenza di genere è rimasta a livelli inaccettabilmente elevati”, così apre il Rapporto 2023-2024 di Amnesty International rispetto la tutela dei diritti umani all’interno del nostro Paese. Manifestazione contro la violenza sulle donne – Nanopress.it“L’accesso all’asilo è stato notevolmente limitato, anche attraverso misure illegali. E’ perdurata la preoccupazione per i discorsi d’odio e i crimini d’odio, mentre le garanzie contro la discriminazione sono risultate inadeguate – continua il report – L’accesso all’aborto è rimasto difficile in alcune parti del Paese. L’Italia rischiava di non riuscire a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio”.Ora, dopo mesi dall’inizio del 2024, la situazione non è cambiata. Al contrario, l’emergenza rispetto la tutela dei diritti umani si è solo accentuata.La condizione dei diritti umani in ItaliaA tal proposito, dunque, basta citare solo alcuni dei più recenti fatti che hanno coinvolto le istituzioni italiane in tal senso.Tra questi, il caso di Ousmane Sylla. Il ragazzo di 22 anni originario della Guinea che – dimenticato, maltrattato e privato della propria libertà personale proprio dalle istituzioni italiane – lo scorso 4 febbraio, ha deciso di togliersi la vita impiccandosi alla cancellata del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, nella periferia di Roma.Ancora, si possono citare le numerose manifestazioni pro-Palestina represse, in diversi casi, con misure particolarmente violente da parte delle forze dell’ordine. E seppur i dati – come riportato in Aula dopo le cariche agli studenti di Pisa e Firenze dal ministro Piantedosi – dimostrano che a parità del numero di manifestazioni, le situazioni di “criticità” che hanno generato repressioni violente da parte della polizia, sono quantitativamente inferiori; analizzando i fatti concreti, si può arrivare alla conclusione che in nessuna di esse il fine giustificava effettivamente i mezzi (messi in atto dalle forze dell’ordine). Manifestazione pro Palestina a Roma – Nanopress.itPer non parlare dei provvedimenti che l’attuale governo sta introducendo: a partire dal forte attacco che la libertà di stampa e di informazione sta subendo all’interno del Paese. Fino ad  arrivare a mettere a repentaglio il diritto all’aborto – e dunque il diritto all’autodeterminazione della donna – attraverso l’introduzione di volontari Pro vita all’interno dei consultori. I numerosi (e in molti casi) tragici eventi che hanno, e continuano, a caratterizzare il nostro Paese, dimostrano chiaramente che avremmo urgentemente bisogno di un’istituzione nazionale per i diritti umani (Indu). Cosa sono le InduUn’Istituzione nazionale per i diritti umani è un ente indipendente che ha lo scopo di controllare, supportare e indirizzare l’amministrazione statale rispetto la tutela dei diritti umani, fungendo da ponte tra il diritto interno e quello internazionale.Al giorno d’oggi, su 193 Stati riconosciuti dall’Onu, ben 120 sono dotati di un’Indu. L’Italia, purtroppo, fa parte della minoranza di Paesi che non ne posseggono una.In particolare, in Europa, solo cinque Paesi sono ancora privi di Indu. Tra questi, oltre alla nostra penisola, anche la Repubblica Ceca, l’Estonia, Malta e la Romania. Va detto che, nonostante l’Italia si sia sempre mostrata aperta nell’acquisizione di obblighi internazionali riguardanti la tutela dei diritti umani, anche attraverso la creazione di organi interni, come il Garante per la protezione dei dati personali o il Garante diritti dei detenuti. Purtroppo, questo tipo di tutele si sono rilevate non abbastanza efficienti, settoriali e limitate, dunque, a specifici ambiti, lasciandone scoperti molti altri. Diritti delle donne – NanopressLe Istituzioni nazionali per i diritti umani (classificate come attori internazionali di terzo tipo), invece, nascono proprio con lo scopo di controllare e supportare lo Stato nella tutela indipendente e completa dei diritti umani. Andando, dunque, a prevenire le violazioni in tal senso, anche attraverso una stretta collaborazione con le organizzazioni internazionali, regionali e interregionali.Perché non ne possediamo una in Italia?Attualmente la questione delle Indu è completamente scomparsa dall’agenda politica nazionale. Nonostante la vicenda va avanti ormai da decenni – essendo giunta in più occasioni sia alla Camera che in Senato – nessuna proposta di legge in tal senso ha mai avuto seguito.A pochi giorni dalle elezioni europee, ci si augura che il governo, prima o poi, possa comprendere i numerosi vantaggi che l’acquisizione di tali istituzioni potrebbe comportare per il Paese.In primo luogo, esse permetterebbero di “restaurare” e/o migliorare la reputazione internazionale dell’Italia in termini di tutela dei diritti. Ma, ancor di più, un’istituzione di questo tipo – potendo ricevere ricorsi individuali rispetto violazioni di diritti umani – garantirebbe uno smaltimento burocratico, alleggerendo così la stracolma macchina giudiziaria italiana. LEGGI TUTTO

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