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È stato risolto un pezzetto dell’enigma di Kaspar Hauser
Caricamento playerIl 26 maggio 1828 un ragazzo che indossava abiti trasandati fu visto aggirarsi da solo e confusamente nelle strade di Norimberga, in Germania. Si esprimeva male a parole, sembrava avere un qualche tipo di ritardo cognitivo, ma raccontò di aver passato tutta la propria vita in una stanza buia, dormendo a terra su un giaciglio di paglia e ricevendo solo pane e acqua da uno sconosciuto. Questo racconto affascinò molte persone, alcune delle quali ipotizzarono che Kaspar Hauser (così si chiamava il ragazzo secondo una di due lettere anonime che portava con sé quando fu “trovato”) fosse il legittimo erede del defunto granduca di Baden Karl, rapito e nascosto poco dopo la nascita per un intrigo dinastico.
La storia di Hauser ebbe grande risonanza sia in Germania che all’estero, perché all’epoca c’era una grande curiosità riguardo ai comportamenti innati, quelli che un essere umano mostrerebbe anche se fosse cresciuto del tutto isolato. Le reali circostanze della vita di Hauser però non furono mai chiarite. L’uomo morì nel 1833 per una ferita al petto che, secondo quanto disse, gli procurò un assalitore ignoto. Secondo altre ricostruzioni, secondo cui fu un impostore mitomane, se la inflisse invece da solo. Nei decenni la sua vicenda ispirò vari libri, una poesia di Paul Verlaine, una canzone di Suzanne Vega e vari film, tra cui il famoso L’enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog (1974). Ora uno studio genetico ha aggiunto un nuovo elemento, escludendo che Hauser fosse l’erede del granduca di Baden.
Questa conclusione è stata raggiunta attraverso delle analisi del DNA contenuto in tre ciocche di capelli appartenute a Hauser e conservate in alcune collezioni private. Lo studio, pubblicato in versione pre-print sulla rivista iScience, è stato fatto da un gruppo di ricerca internazionale all’Istituto di medicina forense di Innsbruck, in Austria, e all’Università di Potsdam, in Germania, con la collaborazione della genetista britannica Turi King, che nel 2013 identificò i resti del re d’Inghilterra Riccardo III (1452-1485).
Per la teoria che attribuiva a Hauser un’origine aristocratica, l’uomo sarebbe stato il figlio del granduca Karl e della moglie Stéphanie di Beauharnais, una parente di Giuseppina, la prima moglie di Napoleone. Nel 1812 i due ebbero un figlio maschio, l’unico nato dal loro matrimonio, che però morì dopo 18 giorni di vita. Per questo, alla morte del granduca nel 1818, fu suo zio Ludwig a succedergli e dato che nemmeno lui aveva avuto figli maschi, nel 1830 il trono passò a un altro zio del granduca Karl, Leopold. Secondo la teoria riguardo a Kaspar Hauser, la madre di Leopold, la contessa di Hochberg Luise Karoline, avrebbe scambiato il figlio del granduca Karl con un neonato malato, per favorire l’ascesa al trono del figlio.Già due volte in passato erano state fatte delle analisi genetiche a partire da oggetti legati a Kaspar Hauser. Nel 1996 fu esaminata una porzione di tessuto intrisa di sangue ottenuta da un paio di calzoni conservati in un museo di Ansbach, in Baviera, che sarebbero stati indossati da Hauser prima della morte. Dal campione venne estratto del DNA mitocondriale, che contiene informazioni sull’ascendenza da parte di madre, e lo si confrontò con quello di due discendenti viventi di Stéphanie di Beauharnais. Quel primo studio non trovò corrispondenze, dunque escluse la discendenza nobile, ma lasciò un’incertezza perché non era sicuro che i calzoni appartenessero davvero a Hauser.
Altre analisi vennero fatte tra il 2001 e il 2002, utilizzando un altro indumento del museo di Ansbach e delle ciocche di capelli riconducibili con certezza a Hauser. La sequenza di DNA mitocondriale così ottenuta risultò diversa da quella del 1996 e molto affine al DNA di uno dei discendenti di Stéphanie di Beauharnais, apparentemente confermando la teoria sulle origini nobili di Hauser. La porzione di DNA in questione tuttavia era molto piccola e statisticamente non si poteva escludere che la somiglianza trovata fosse una coincidenza. I metodi di analisi genetica usati fino ai primi anni Duemila del resto funzionavano molto male con i campioni molto piccoli o molto vecchi.
Dal 2014 il patologo forense Bernd Brinkmann, che aveva già lavorato alle analisi dei primi anni Duemila, cercò di ottenere altri campioni dal museo di Ansbach, per poterli analizzare con tecniche genetiche più aggiornate, ma l’istituto non ha più concesso agli scienziati di esaminare gli oggetti della sua collezione. Così nel 2019 si è deciso di ripetere uno studio genetico sulle ciocche di capelli, aggiungendone una terza a quelle già esaminate. Grazie a una tecnica di sequenziamento del DNA sviluppata solo nel 2017 è stato verificato che tutti i campioni esaminati (sia le varie ciocche di capelli che il sangue sui calzoni del museo) appartenevano alla stessa persona e che questa non era imparentata con Stéphanie di Beauharnais. Le discrepanze tra le analisi precedenti erano dovute esclusivamente ai limiti delle vecchie tecniche di analisi.
King ha commentato la scoperta chiarendo che comunque quello di Kaspar Hauser resta un mistero, perché il DNA mitocondriale, l’unico che si può ottenere da tracce di sangue antiche e da capelli senza bulbo, non permette di ricostruire interamente il genoma di una persona. Per questo non si può nemmeno fare delle ipotesi sulla regione di provenienza di Hauser, si sa solo genericamente che era probabilmente nato nell’Europa occidentale. Walther Parson dell’Università di Innsbruck, uno degli autori del nuovo studio, ha spiegato che servirebbero dei campioni ossei per ottenere maggiori informazioni.
Nemmeno quelli tuttavia potrebbero chiarire se la storia raccontata da Hauser a proposito della sua lunga prigionia fosse vera, o se, come nel tempo hanno concluso molti studiosi appassionati alla sua vicenda, l’uomo fosse in realtà un mentitore patologico, desideroso di attirare l’attenzione. LEGGI TUTTORenzi a Sky TG24: “Meloni isolata ed esclusa da consessi internazionali in cui si decide”
Una Giorgia Meloni “isolata”, “esclusa da tutti i consessi internazionali in cui si decide”.Vede così la premier il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ai microfoni di Start su Sky Tg24 attacca: “A tutti quelli che dicono che la Meloni è brava a livello internazionale rispondo: la Meloni è in crisi, è in difficoltà, non tocca palla a livello internazionale”. “La Polonia – rincara Renzi – ha preso il posto dell’Italia nel gruppo di testa. Il punto centrale è che l’Italia è isolata. La Meloni, nella sua ansia di accontentare il potente di turno, prima il bacio sulla fronte a Biden, poi sulla pantofola a Trump”, ha fatto in modo che “per la prima volta in 30 anni l’asse è tra Francia, Germania, Polonia; anziché’ Francia, Germania e Italia”. “Tutto quello che serve ora è questo sforzo diplomatico che Macron, Starmer e Merz stanno facendo; Meloni no”, aggiunge Renzi, con riferimento alla mancata presenza di Meloni al vertice dei Volenterosi di Kiev, a cui la premier ha partecipato in video-collegamento.
Renzi: “Polemica sul referendum aiuta la destra”
Ma Renzi affronta anche i nodi della politica interna e in particolare il referendum contro il suo jobs act. ”Non andare al voto è legittimo e comprensibile. La polemica sull’astensione aiuta la destra…” dichiara. ”E’ un errore della Cgil – avverte il leader di Iv – aver fatto questo referendum sul jobs act ora. Che bisogno c’era di fare un referendum sulle norme di dieci anni fa? Tu metti il Pd a chiedere l’abrogazione delle riforme fatte dal Pd e quindi Meloni se la gode e se la ride. Landini fa un gigantesco regalo alla Meloni”. “Elly Schlein – prosegue – ha fatto una operazione politica, spostando a sinistra l’asse di governo del Pd, stringendo un rapporto molto forte con Avs e M5s. Insieme vincono? Per me, no. Serve un’area riformista, che per me si deve alleare, sapendo che le posizioni sono molto diverse. Non è che per fare un accordo io rinuncio le miei idee. Bisogna mettere nel centrosinistra una tenda che sia pronta ad accogliere, non solo quelli più di sinistra, ma anche quelli più riformisti”. LEGGI TUTTOFesta della mamma, Meloni: “Auguri a tutte, senza di loro non esisterebbe nulla”. VIDEO
Nel giorno della Festa della mamma, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha diffuso un video per fare i suoi personali auguri. Le madri, dice la premier, “sono un monumento all’amore, alla dedizione, alla disponibilità e anche all’organizzazione” perchè “riuscire a mettere insieme tutto tra famiglia, vita, lavoro certi giorni sembra davvero impossibile”. Meloni continua: “Tra mille difficoltà ce la facciamo perché abbiamo testa, cuore e una forza che potrebbe sembrare sovrumana. Essere mamma è la sfida più impegnativa ma anche la più straordinaria che la vita possa regalare. Allora grazie a tutte le mamme, perché senza di loro semplicemente non esisterebbe nulla. Buona Festa della mamma, Italia”. LEGGI TUTTO
Meloni ai penalisti: carriere separate per giusto processo. Anm: sconcerta ipotesi di togliere polizia giudiziaria a pm
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«La riforma costituzionale sulla giustizia punta a raggiungere un obiettivo di sistema e che finora il sistema non ha raggiunto. L’art. 111 della Costituzione ci dice che “il giusto processo” è quello che si “svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale”. Il giusto processo si attua, in contradditorio, davanti ad un giudice che non deve solo essere terzo, ma che deve anche apparire terzo». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nell’incontro con l’Unione Camere penali a Palazzo Chigi: “È esattamente ciò che intendiamo fare noi con questa riforma, che prevede la separazione fra chi accusa e chi giudica e che punta a garantire una vera parità processuale fra accusa e difesa».Penalisti dopo incontro con Meloni: vada avanti con la riforma«Abbiamo fatto un incontro molto approfondito toccando tutti i temi che riguardano la riforma costituzionale della separazione delle carriere, abbiamo evidentemente invitato il governo ad andare avanti senza tentennamenti sulla via di questa riforma fondamentale, che restituisce ai cittadini il giusto processo attraverso l’istituzione finalmente di quel giudice terzo che è scritto nella nostra Costituzione all’articolo 111 ma di fatto non è mai stato realizzato». Così il presidente dell’Unione delle camere penali, Francesco Petrelli, dopo l’incontro a Palazzo Chigi con la premier.Loading…L’incontro con l’Associazione nazionale magistrati è previsto per le ore 15,30. Sarà l’occasione per affrontare il tema legato alla riforma della giustizia (provvedimento ora al Senato dopo l’approvazione delle Camere a gennaio) che prevede la separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti (e due distinti organi di autogoverno).Si chiede chiarezza sul togliere polizia giudiziaria ai pmPotrà essere l’occasione giusta per fare chiarezza sulla presunta intenzione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di togliere ai pm la guida della polizia giudiziaria per le inchieste. «Magari è una cosa priva di fondamento – commenta Cesare Parodi, presidente dell’Anm – ma se non fosse così ci preoccuperebbe ancora di più perché dà concretezza a quelli che erano i nostri timori. Ma mi chiedo: gli avvocati che difendono le garanzie dei cittadini su questa prospettiva del ministro, se è vera, non hanno nulla da dire? Va bene a tutti o siamo solo noi ad essere perplessi oppure la classe forense qualche motivo di preoccupazione dovrebbe averlo? Non lo so, ma io mi aspetto che gli avvocati – se la cosa fosse confermata – qualcosa dicano perché il tema non è affatto secondario».L’ipotesi del Ministro della Giustizia di togliere il controllo dei pm sulla polizia giudiziaria risulterebbe un provvedimento anticostituzionale: «Ho sentito molti colleghi e sono un misto tra stupiti e sconcertati: questa indicazione, così generica, sembrerebbe in palese contrasto con una norma della Costituzione che non è oggetto della riforma ovvero l’articolo 109 la quale dice che l’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria». Così il presidente Cesare Parodi, durante un intervista, ha mostrato il suo timore riguardo l’intenzione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di togliere ai pm la guida della polizia giudiziaria per le inchieste. «Se ne parlerò domani con Meloni? Non è un tema previsto ma – spiega – è talmente delicato che mi augurerei un chiarimento, perché tutti i colleghi se lo aspettano. Non era previsto nella riforma e avvalora la nostra tesi sul problema della separazione delle carriere». LEGGI TUTTO
Bimbo morto in piscina a Orosei, il pm chiede la condanna per i proprietari dell’hotel
Il bambino – Riccardo Mulas, 7 anni – rimase intrappolato nel bocchettone di scolo della piscina di un albergo a Orosei, provincia di Nuoro. La piscina in cui è morto il piccolo Riccardo – Nanopress.itPer i due proprietari della struttura ricettiva l’accusa è di omicidio colposo. Bimbo morto in piscina a Orosei, chiesta condanna per i proprietari dell’hotelIl pubblico ministero di Nuoro ha chiesto una condanna a un anno di reclusione per la proprietaria e l’amministratore dell’albergo nella cui piscina morì il piccolo Riccardo Mulas, il bambino di 7 anni che rimase intrappolato nel bocchettone di scolo della piscina. La tragedia si verificò il 2 settembre del 2018.Per i due imputati l’accusa è di omicidio colposo. Il magistrato ha imputato ai due “la responsabilità della manutenzione della piscina, per il quale avevano l’obbligo giuridico di evitare che diventasse un rischio per le persone, inserendo la grata sul bocchettone di scolo.” I legali di parte civile si sono associati alla richiesta del pubblico ministero, ma hanno anche chiesto una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro per i genitori della vittima.L’amministratore della società comproprietaria dell’albergo è già stato condannato con rito abbreviato a 5 mesi per omicidio colposo. Il ritorno in aula è previsto per il 3 novembre prossimo. LEGGI TUTTO
È stato risolto un pezzetto dell’enigma di Kaspar Hauser
Caricamento playerIl 26 maggio 1828 un ragazzo che indossava abiti trasandati fu visto aggirarsi da solo e confusamente nelle strade di Norimberga, in Germania. Si esprimeva male a parole, sembrava avere un qualche tipo di ritardo cognitivo, ma raccontò di aver passato tutta la propria vita in una stanza buia, dormendo a terra su un giaciglio di paglia e ricevendo solo pane e acqua da uno sconosciuto. Questo racconto affascinò molte persone, alcune delle quali ipotizzarono che Kaspar Hauser (così si chiamava il ragazzo secondo una di due lettere anonime che portava con sé quando fu “trovato”) fosse il legittimo erede del defunto granduca di Baden Karl, rapito e nascosto poco dopo la nascita per un intrigo dinastico.
La storia di Hauser ebbe grande risonanza sia in Germania che all’estero, perché all’epoca c’era una grande curiosità riguardo ai comportamenti innati, quelli che un essere umano mostrerebbe anche se fosse cresciuto del tutto isolato. Le reali circostanze della vita di Hauser però non furono mai chiarite. L’uomo morì nel 1833 per una ferita al petto che, secondo quanto disse, gli procurò un assalitore ignoto. Secondo altre ricostruzioni, secondo cui fu un impostore mitomane, se la inflisse invece da solo. Nei decenni la sua vicenda ispirò vari libri, una poesia di Paul Verlaine, una canzone di Suzanne Vega e vari film, tra cui il famoso L’enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog (1974). Ora uno studio genetico ha aggiunto un nuovo elemento, escludendo che Hauser fosse l’erede del granduca di Baden.
Questa conclusione è stata raggiunta attraverso delle analisi del DNA contenuto in tre ciocche di capelli appartenute a Hauser e conservate in alcune collezioni private. Lo studio, pubblicato in versione pre-print sulla rivista iScience, è stato fatto da un gruppo di ricerca internazionale all’Istituto di medicina forense di Innsbruck, in Austria, e all’Università di Potsdam, in Germania, con la collaborazione della genetista britannica Turi King, che nel 2013 identificò i resti del re d’Inghilterra Riccardo III (1452-1485).
Per la teoria che attribuiva a Hauser un’origine aristocratica, l’uomo sarebbe stato il figlio del granduca Karl e della moglie Stéphanie di Beauharnais, una parente di Giuseppina, la prima moglie di Napoleone. Nel 1812 i due ebbero un figlio maschio, l’unico nato dal loro matrimonio, che però morì dopo 18 giorni di vita. Per questo, alla morte del granduca nel 1818, fu suo zio Ludwig a succedergli e dato che nemmeno lui aveva avuto figli maschi, nel 1830 il trono passò a un altro zio del granduca Karl, Leopold. Secondo la teoria riguardo a Kaspar Hauser, la madre di Leopold, la contessa di Hochberg Luise Karoline, avrebbe scambiato il figlio del granduca Karl con un neonato malato, per favorire l’ascesa al trono del figlio.Già due volte in passato erano state fatte delle analisi genetiche a partire da oggetti legati a Kaspar Hauser. Nel 1996 fu esaminata una porzione di tessuto intrisa di sangue ottenuta da un paio di calzoni conservati in un museo di Ansbach, in Baviera, che sarebbero stati indossati da Hauser prima della morte. Dal campione venne estratto del DNA mitocondriale, che contiene informazioni sull’ascendenza da parte di madre, e lo si confrontò con quello di due discendenti viventi di Stéphanie di Beauharnais. Quel primo studio non trovò corrispondenze, dunque escluse la discendenza nobile, ma lasciò un’incertezza perché non era sicuro che i calzoni appartenessero davvero a Hauser.
Altre analisi vennero fatte tra il 2001 e il 2002, utilizzando un altro indumento del museo di Ansbach e delle ciocche di capelli riconducibili con certezza a Hauser. La sequenza di DNA mitocondriale così ottenuta risultò diversa da quella del 1996 e molto affine al DNA di uno dei discendenti di Stéphanie di Beauharnais, apparentemente confermando la teoria sulle origini nobili di Hauser. La porzione di DNA in questione tuttavia era molto piccola e statisticamente non si poteva escludere che la somiglianza trovata fosse una coincidenza. I metodi di analisi genetica usati fino ai primi anni Duemila del resto funzionavano molto male con i campioni molto piccoli o molto vecchi.
Dal 2014 il patologo forense Bernd Brinkmann, che aveva già lavorato alle analisi dei primi anni Duemila, cercò di ottenere altri campioni dal museo di Ansbach, per poterli analizzare con tecniche genetiche più aggiornate, ma l’istituto non ha più concesso agli scienziati di esaminare gli oggetti della sua collezione. Così nel 2019 si è deciso di ripetere uno studio genetico sulle ciocche di capelli, aggiungendone una terza a quelle già esaminate. Grazie a una tecnica di sequenziamento del DNA sviluppata solo nel 2017 è stato verificato che tutti i campioni esaminati (sia le varie ciocche di capelli che il sangue sui calzoni del museo) appartenevano alla stessa persona e che questa non era imparentata con Stéphanie di Beauharnais. Le discrepanze tra le analisi precedenti erano dovute esclusivamente ai limiti delle vecchie tecniche di analisi.
King ha commentato la scoperta chiarendo che comunque quello di Kaspar Hauser resta un mistero, perché il DNA mitocondriale, l’unico che si può ottenere da tracce di sangue antiche e da capelli senza bulbo, non permette di ricostruire interamente il genoma di una persona. Per questo non si può nemmeno fare delle ipotesi sulla regione di provenienza di Hauser, si sa solo genericamente che era probabilmente nato nell’Europa occidentale. Walther Parson dell’Università di Innsbruck, uno degli autori del nuovo studio, ha spiegato che servirebbero dei campioni ossei per ottenere maggiori informazioni.
Nemmeno quelli tuttavia potrebbero chiarire se la storia raccontata da Hauser a proposito della sua lunga prigionia fosse vera, o se, come nel tempo hanno concluso molti studiosi appassionati alla sua vicenda, l’uomo fosse in realtà un mentitore patologico, desideroso di attirare l’attenzione. LEGGI TUTTORenzi a Sky TG24: “Meloni isolata ed esclusa da consessi internazionali in cui si decide”
Una Giorgia Meloni “isolata”, “esclusa da tutti i consessi internazionali in cui si decide”.Vede così la premier il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ai microfoni di Start su Sky Tg24 attacca: “A tutti quelli che dicono che la Meloni è brava a livello internazionale rispondo: la Meloni è in crisi, è in difficoltà, non tocca palla a livello internazionale”. “La Polonia – rincara Renzi – ha preso il posto dell’Italia nel gruppo di testa. Il punto centrale è che l’Italia è isolata. La Meloni, nella sua ansia di accontentare il potente di turno, prima il bacio sulla fronte a Biden, poi sulla pantofola a Trump”, ha fatto in modo che “per la prima volta in 30 anni l’asse è tra Francia, Germania, Polonia; anziché’ Francia, Germania e Italia”. “Tutto quello che serve ora è questo sforzo diplomatico che Macron, Starmer e Merz stanno facendo; Meloni no”, aggiunge Renzi, con riferimento alla mancata presenza di Meloni al vertice dei Volenterosi di Kiev, a cui la premier ha partecipato in video-collegamento.
Renzi: “Polemica sul referendum aiuta la destra”
Ma Renzi affronta anche i nodi della politica interna e in particolare il referendum contro il suo jobs act. ”Non andare al voto è legittimo e comprensibile. La polemica sull’astensione aiuta la destra…” dichiara. ”E’ un errore della Cgil – avverte il leader di Iv – aver fatto questo referendum sul jobs act ora. Che bisogno c’era di fare un referendum sulle norme di dieci anni fa? Tu metti il Pd a chiedere l’abrogazione delle riforme fatte dal Pd e quindi Meloni se la gode e se la ride. Landini fa un gigantesco regalo alla Meloni”. “Elly Schlein – prosegue – ha fatto una operazione politica, spostando a sinistra l’asse di governo del Pd, stringendo un rapporto molto forte con Avs e M5s. Insieme vincono? Per me, no. Serve un’area riformista, che per me si deve alleare, sapendo che le posizioni sono molto diverse. Non è che per fare un accordo io rinuncio le miei idee. Bisogna mettere nel centrosinistra una tenda che sia pronta ad accogliere, non solo quelli più di sinistra, ma anche quelli più riformisti”. LEGGI TUTTO
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