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IN EVIDENZA

  • Giorgia Meloni supera Prodi ed entra nella top five dei governi più longevi

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl record del “Berlusconi 2”, rimasto in carica per 1.412 giorni, è ancora lontano. Ma il governo Meloni, pur tra qualche fibrillazione per le strategie da adottare sulla Difesa o sull’Ucraina e per la “gestione” del Ddl sicurezza, può intanto festeggiare l’ingresso nella “top five” dei governi più longevi . L’attuale esecutivo di centrodestra, che si è insediato a Palazzo Chigi il 22 ottobre 2022, raggiungendo il 27 marzo 2025 gli 887 giorni di attività, distanzia il primo governo Prodi, che si è fermato a quota 886 giorni.Due dei 4 governi Berlusconi i più duraturi nella storia RepubblicanaCome dettoz, a guidare la graduatoria degli esecutivi più longevi è Silvio Berlusconi con il suo secondo governo, che è rimasto in carica 1.412 giorni tra l’11 giugno 2001 e il 23 aprile 2005. E, oltretutto, il Cavaliere, scomparso nel giugno 2023, precede sé stesso: al secondo posto c’è infatti il quarto esecutivo Berlusconi con 1.287 giorni (dall’ 8 maggio 2008 al 16 novembre 2011).Loading…Da Craxi a Moro: gli altri esecutivi nel segno della longevitàSul podio, al terzo posto, continua a restare il primo governo Craxi, rimasto in carica 1.093 giorni nel periodo compreso tra il 4 agosto 1983 e il 1° agosto 1986. In quarta posizione figura il governo Renzi, che ha lasciato Palazzo Chigi dopo 1.024 giorni (dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016). E che entra ora nel mirino di Giorgia Meloni. Che ha appena superato il “Prodi 1” (886 giorni tra il 18 maggio 1996 e il 21 ottobre 1998) e che ha già abbondantemente staccato il terzo governo guidato per 852 giorni da Aldo Moro dal 24 febbraio 1966 al 25 giugno 1968.Meloni ora punta alla top ten dei premier più longeviGiorgia Meloni sta anche salendo di posizioni nella classifica con cui si misura il tempo complessivamente in carica del presidente del Consiglio (sommando la durata dei governi guidati). La leader di Fdi all’inizio del mese di agosto del 2025 dovrebbe entrare nella “top ten” dei premier più longevi, superando Giuseppe Conte (attualmente undicesimo), che in totale ha ricoperto l’incarico per 988 giorni nei due mandati consecutivi dei suoi due governi (”gialloverde” e “giallorosso”), guidati tra il 2018 e il febbraio 2021, e Matteo Renzi (al momento decimo), come già detto a Palazzo Chigi per 1,024 giorni. Ai primi tre posti di questa graduatoria ci sono Silvio Berlusconi, con 3.339 giorni complessivi al timone dei suoi quattro esecutivi, seguito da Giulio Andreotti (2.678 giorni) e Alcide De Gasperi (2.591 giorni). LEGGI TUTTO

  • Denatalità, senza politiche perdiamo il 9% del Pil. Bonetti: «Agire subito»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«La situazione è a dir poco drammatica: l’indice di fertilità è dell’1,2, tra più i bassi d’Europa e tra i più bassi a livello mondiale. Siamo scesi sotto i 400mila nati a fronte di più di 500mila nel 2013. Avanti così e il rapporto tra la popolazione in età lavorativa e quella in età non lavorativa, che oggi è di 3 a 2, sarà di 1 a 1 nel 2050. E, come ha sottolineato Bankitalia con Andrea Brandolini, se i tassi di partecipazione al lavoro restassero quelli attuali il Pil calerebbe di 9 punti percentuali in 25 anni».La presidente di Azione Elena Bonetti, eletta a febbraio scorso con voto unanime presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli “effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto”, rilancia l’allarme contro il declino demografico dopo che si è chiuso, con Bankitalia, il primo importante ciclo di audizioni che ha visto tra i protagonisti anche il Cnel e l’Istat. «Il quadro che emerge richiede urgentemente l’intervento di politiche pubbliche nel breve, nel medio e nel lungo periodo – dice -: queste prime audizioni hanno messo in evidenza che il nostro Paese si trova in una condizione di non sostenibilità economica e sociale per una duplicità di presenza di effetti: da un lato il calo delle nascite, dall’altro lato una longevità della popolazione che in sé è un fatto positivo ma che provoca potenzialmente un aumento della spesa pubblica per l’assistenza sociosanitaria e le pensioni. Il compito della commissione da me presieduta è intanto dare una sistematicità a questi dati. Va poi introdotta anche una prospettiva di valutazione delle politiche pubbliche».Loading…La propostaBonetti insiste molto sulla necessità di introdurre principi di valutazione di impatto ex ante, in fieri ed ex post delle politiche pubbliche contro il declino demografico già nella legge di revisione della contabilità dello Stato. Le politiche su questo fronte, infatti, hanno giocoforza effetto nel lungo periodo: anche se aumentasse improvvisamente la fertilità, come ha sottolineato Bankitalia in audizione, bisognerebbe attendere circa 25 anni per vedere i primi impatti sul mercato del lavoro. «Da qui la necessità di investire sulla formazione continua dei lavoratori per aumentare la produttività e di attivare politiche migratorie più legate alle esigenze delle imprese. Tutti gli auditi hanno sottolineato che l’immigrazione, qualificata e formata, è indispensabile per la sostenibilità del sistema. Ma il nodo principale resta quello delle donne», ricorda Bonetti.«Servono politiche di incentivi che portino ad un aumento della capacità salariale delle donne»Anche Bankitalia ha sottolineato che almeno dagli anni Ottanta sono proprio le lavoratrici a fare più figli: aumentare un tasso di partecipazione femminile che ora è poco sopra il 50% resta la priorità, soprattutto al Sud. Ma non basta fermarsi alla partecipazione, avverte Bonetti. «Oggi avere un figlio ha di fatto un effetto di penalizzazione salariale e troppo spesso anche di abbandono del lavoro – dice -. Per questo bisogna insistere su politiche di incentivi che portino ad un aumento della capacità salariale delle donne, della loro promozione di carriera. Ma occorre anche promuovere servizi territoriali che rendano del tutto compatibile la scelta di maternità accanto a quella lavorativa. A partire dagli asili nido, che rischiano di essere un obiettivo mancato del Pnrr. Bankitalia ha anche ricordato che noi dobbiamo crescere nella gestione paritaria a livello familiare: dare solo alle donne congedi per rimanere a casa ha un effetto negativo sulle donne e, mi permetto di dire, anche sui costi delle imprese».Insomma, agire presto è la parola d’ordine, di fronte alla prospettiva di recessione delineata da Bankitalia. «Non ce lo possiamo permettere», conclude Bonetti. LEGGI TUTTO

  • Decreti, ecco cos’è il Milleproroghe: 25 anni di testi extralarge e assalti alla diligenza

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa consueta battaglia finale a colpi di emendamenti. È quella che anche quest’anno è scoppiata al Senato sul decreto Milleproroghe, con una tensione via via sempre più alta soprattutto sul terreno del fisco (ma non solo) tra la maggioranza e le opposizioni, ma anche all’interno dello stesso centrodestra. Non si tratta di un inedito. Nei suoi 25 anni di vita, il “Milleproroghe”, approvato sostanzialmente per la prima volta nel 2001, è diventato il veicolo legislativo, dopo la legge di bilancio, più frequentemente al centro di assalti alla diligenza di deputati e senatori, ma anche quello più utilizzato dai governi di turno per provare a sistemare in extremis varie emergenze o questioni rimaste in sospeso. Basti pensare al decreto del 2019 (poi convertito in legge nel 2020), con il quale il governo dell’epoca è intervenuto sul tema della concessione autostradale ad Atlantia. Ma il ricorso a questo tipo di norme è stato a più riprese collocato da costituzionalisti e “addetti ai lavori” tra gli abusi della decretazione. Dl sfuggiti in alcuni casi anche ai criteri imposti dalla nostra Costituzione su «necessità» e «urgenza». Non a caso nel 2012 la Corte costituzionale ha precisato che i decreti “Milleproroghe” sono legittimi solo se servono a prorogare la scadenza di misure urgenti e imminenti.Che cos’è il decreto MilleprorogheCon il termine “Milleproroghe” viene denominato un decreto legge che il governo di turno vara solitamente una volta all’anno. Questo Dl prevede il rinvio di scadenze o dell’entrata in vigore di alcune disposizioni il cui mancato rispetto potrebbe provocare gravi problemi per cittadini, imprese e istituzioni. La funzione del decreto è quindi quella di affrontare con un unico atto una serie di termini che altrimenti dovrebbero essere trattati e risolti separatamente. Come tutti i decreti, anche questo tipo di Dl deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore.Loading…Dal 2001 un appuntamento annuale, con qualche eccezioneLeggi di conversione di Dl in questo formato (varati molto spesso a dicembre) vengono di fatto approvate dal 2001 una volta all’anno. Con qualche eccezione: il 2003, il 2004 ed il 2006, quando i Milleproroghe varati sono stati due. Nel 2017 e nel 2019, invece, non ne è stato pubblicato nessuno. Nel 2018 il decreto è stato varato a luglio. Secondo una parte della “letteratura” in materia, norme assimilabili al Milleproroghe erano da considerare già presenti in alcuni testi degli anni Novanta.Abusi e misure settorialiNel corso degli anni i settori di intervento di questo strumento sono diventati sempre più vasti, portando, secondo molti costituzionalisti, anche a più di un “abuso”. Nel decreto per il 2023, ad esempio, si autorizzava l’erogazione delle risorse di un fondo da 10 milioni di euro attivato dalla legge di bilancio per il 2022 in favore dei proprietari di abitazioni non utilizzabili a causa dell’occupazione abusiva. Con il decreto del 2019, convertito in legge nel 2020, è stato previsto un intervento sul tema della concessione autostradale ad Atlantia. Il decreto per il 2023 ha invece disposto l’ennesimo rinvio sull’adeguamento dell’Italia alla cosiddetta direttiva Bolkestein (che prevede che i servizi pubblici e le concessioni siano affidati a privati solo per mezzo di una gara pubblica). Il Milleproroghe, insomma, è stato sovente utilizzato per intervenire in settori anche molto diversi il cui unico elemento comune era la necessità di rinviare le scadenze. Per questo motivo in varie occasioni si è parlato di un atto “omnibus”, una norma cioè dal contenuto estremamente eterogeneo.Decreti in formato «extra-large»L’appesantimento dei testi è confermato anche dal numero di articoli dei vari Milleproroghe varati. Il picco si è registrato nel 2020 con 82 articoli, mentre il primo Dl, quello del 2001, ne conteneva solo 9. Negli ultimi anni questi decreti, almeno in partenza, sono tornati ad alleggerirsi, anche se non del tutto. Nel 2021 il Milleproroghe contava 37 articoli, nel 2022 si è risaliti a 49 e nel 2023 l’asticella si è fermata a quota 46. L’ultimo Milleproroghe (per il 2025), al momento del varo presentava 21 articoli. A ingrossare ulteriormente gli articolati ci ha poi pensato, a colpi di emendamenti, il Parlamento durante la fase di conversione in legge. Soltanto per i due Milleproroghe approvati dalle Camere a inizio 2023 e 2024 sono stati approvati 241 ritocchi (tutti in prima lettura): 162 nel primo caso e 79 nel secondo. LEGGI TUTTO

  • Bambino scomparso a Locorotondo: il piccolo Domenico ha percorso 5 chilometri, ma nessuno lo ha visto

    Il lieto fine di quello che poteva diventare l’ennesimo caso di cronaca nera lascia ancora tanti dubbi da chiarire, sui quali stanno cercando di fare luce i carabinieri di Locorotondo, la località in provincia di Bari dove, martedì mattina, è scomparso il piccolo Domenico. Bambino scomparso a Locorotondo: il piccolo Domenico ha percorso 5 chilometri, ma nessuno lo ha visto – Nanopress.it (Foto da Paese Vivrai)Il bambino, due anni ancora da compiere, è stato ritrovato intorno alle 19, quando il titolare di una serigrafia lo ha notato in strada e ha immediatamente lanciato l’allarme.Bambino scomparso a Locorotondo: il piccolo Domenico è stato ritrovatoCosa sia accaduto tra le 11 di martedì 30 luglio e le 19 di quello stesso giorno saranno le indagini dei carabinieri di Locorotondo a chiarirlo. Quel che è certo è che un bambino di quasi due anni, il piccolo Domenico, è scomparso mentre giocava nello spazio antistante la sua abitazione, una villetta immersa nel verde delle campagne baresi. Quando la mamma si è accorta della sua scomparsa, ha immediatamente lanciato l’allarme.Le ricerche sono partite subito. Volontari e forze dell’ordine hanno battuto la zona palmo a palmo, finché il titolare di una serigrafia (a cinque chilometri da Locorotondo) non ha notato il piccolo Domenico rannicchiato sotto un albero, e ha immediatamente contattato le forze dell’ordine. Il piccolo era impaurito e visibilmente scosso, ma le sue condizioni generali sono state giudicate buone. Ecco come è stato ritrovato il bambino di Locorotondo.Un vero miracolo.Dario Baccaro Eroe.@Quirinale queste sono medaglie al valore da dare. pic.twitter.com/TQp5lJ26xk— Donnie Brasco (@Si_Si_come_no) July 31, 2024 È stato trasferito in ospedale per medicare una piccola ferita alla testa e per accertarne lo stato di salute. Dopo i controlli del caso, il piccolo ha fatto ritorno a casa, dalla mamma, dal papà e dai tre fratellini, che hanno vissuto ore di angoscia nell’attesa di ritrovarlo.I dubbi degli inquirentiSulla scomparsa e sul ritrovamento del piccolo Domenico è stata quindi aperta un’indagine. Quando è stato ritrovato, il bambino era a circa cinque chilometri da casa. Quello che si chiede chi indaga è come abbia fatto un bambino così piccolo a percorrere una distanza tanto lunga senza essere visto da nessuno, dato che avrebbe percorso un’arteria stradale piuttosto trafficata. Un’altra domanda a cui rispondere è come si sia procurato la ferita alla testa. Il sindaco di Locorotondo ha precisato che saranno le forze dell’ordine a chiarire cosa sia accaduto in quelle 7/8 ore tra la scomparsa e il ritrovamento del piccolo Domenico. “Ora è tempo di festeggiare”, ha detto il primo cittadino.Anche il papà del bambino ci ha tenuto a ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per le ricerche del figlio. Ai microfoni dei giornalisti, visibilmente commosso, l’uomo ha affidato le prime parole che è riuscito a mettere insieme dopo il grande spavento: “Non finirò mai di esservi grato”, ha detto, rivolgendosi a quanti si sono adoperati nelle ricerche. LEGGI TUTTO

  • Il camionista che travolse e uccise Davide Rebellin ricoverato per un ictus: è gravissimo

    Per questa mattina era prevista la prima udienza del processo per la morte del campione Davide Rebellin, investito e ucciso da un camion il 30 novembre del 2022. Il camionista che travolse e uccise Davide Rebellin ricoverato per un ictus – Nanopress.itDal 23 febbraio scorso, Wolfgang Rieke era agli arresti domiciliari in un appartamento in provincia di Treviso.In gravissime condizioni il camionista che travolse e uccise Davide RebellinWolfgang Rieke, il camionista tedesco coinvolto nell’incidente stradale in cui perse la vita Davide Rebellin, è attualmente ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cà Foncello di Treviso a causa di un ictus ischemico che lo ha colpito nella serata di domenica. Oggi, davanti al tribunale di Vicenza, era prevista la prima udienza dibattimentale del processo per la morte del campione di ciclismo. I legali di Rieke hanno presentato un’istanza di rinvio per legittimo impedimento, che verrà esaminata nelle prossime ore. L’11 marzo scorso, il Tribunale di Vicenza aveva rigettato la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali di Rieke, uguale a quella già formulata dinanzi al Giudice dell’udienza preliminare. I giudici avevano quindi dichiarato aperto il procedimento, fissando per oggi la prima udienza dibattimentale, durante la quale era previsto l’esame delle perizie sul luogo dell’incidente e sul Tir coinvolto. La moglie, la madre e i tre fratelli di Rebellin sono già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione del mezzo pesante. Dal 23 febbraio scorso, il camionista si trovava agli arresti domiciliari in un appartamento di conoscenti nella provincia di Treviso.L’incidente costato la vita al campioneEra il 30 novembre del 2022, quando Davide Rebellin, 51 anni, campione di ciclismo e vincitore di tante medaglie, tra cui quella del Giro d’Italia, morì dopo dopo essere stato travolto da un camion mentre si allenava lungo le strade di Montebello Vicentino, in provincia di Vicenza. La vittima si era ritirata un mese prima della tragedia. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il guidatore del mezzo pesante non avrebbe rispettato una precedenza, svoltando a destra senza inserire la freccia. Dopo aver travolto il campione in sella alla sua bici, Wolfgang Rieke si allontanò a bordo del suo mezzo, senza prestare soccorso. La bici di Davide Rebellin dopo l’incidente – Nanopress.itL’uomo è accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Secondo alcuni testimoni, l’indagato – una volta sceso dal camion – sarebbe rimasto qualche minuto accanto al corpo del campione, prima di risalire a bordo del mezzo.Il 17 giugno del 2023 è stato fermato e arrestato in Germania in esecuzione di un mandato d’arresto europeo. LEGGI TUTTO

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