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1 maggio, Meloni: su lavoro ancora tanto da fare, ma direzione chiara
Sul lavoro “c’è ancora tanto da fare, ma la direzione è chiara”. Lo scrive in un post su X la premier Giorgia Meloni in occasione del primo maggio, ribadendo che “il lavoro è uno dei pilastri su cui questo Governo ha fondato la sua azione”. “In due anni e mezzo sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro e il numero complessivo degli occupati ha raggiunto il massimo storico: più di 24 milioni e 300 mila. Anche l’occupazione femminile ha toccato il livello più alto di sempre. La disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte”, rivendica la premier, parlando di “ui impegno concreto che continua anche sul fronte della sicurezza, con nuove risorse, più controlli, incentivi e una forte spinta sulla prevenzione e sulla formazione”. “Buon Primo Maggio a chi lavora, a chi cerca un’occasione, a chi non si arrende e ogni giorno contribuisce – in tanti modi diversi – alla crescita dell’Italia”, conclude Meloni. LEGGI TUTTO
Trovato senza vita nel parco dei Trecento Scalini: Enrico Viggi è morto di freddo, la conferma dal medico legale
La Procura di Bologna ha affidato la consulenza medico-legale al dottor Paolo Fais, che ha concluso che la morte del 47enne scomparso nel marzo scorso sia sopraggiunta per ipotermia. Enrico Viggi è morto di freddo, la conclusione del medico legale – Nanopress.itNonostante il 47enne fosse risultato positivo ad alcol e antidepressivi, secondo il medico legale, la quantità assunta non era sufficiente da causarne la morte.Caso Enrico Viggi, la conclusione del medico legaleSarebbe morto di freddo Enrico Viggi, il 47enne trovato senza vita il 14 marzo scorso, nel parco dei Trecento Scalini a Bologna. A confermarlo è l’autopsia affidata dalla Procura al dottor Paolo Fais, che ha accertato la morte per ipotermia. La denuncia di scomparsa era stata fatta dal fratello di Enrico, Fabio Viggi, e del caso si era occupata anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’. Nonostante il 47enne fosse risultato positivo ad antidepressivi e alcol, secondo quanto accertato dal medico legale, la morte non sarebbe scaturita dalla loro assunzione. A tre settimane di distanza dalla scoperta del cadavere, da parte di un passante, era stato trovato il giubbotto del 47enne, gettato fra le sterpaglie, in una zona impervia dello stesso parco.Ritrovato il giubbotto che Enrico Viggi indossava quando è scomparso a #Bologna. Era a una cinquantina di metri dal corpo. Qualche giorno fa rinvenuta la sua bicicletta, mancano ancora le scarpe e lo zaino. Atteso esito dell’autopsia.#chilhavisto→https://t.co/7AO3nUfGvp pic.twitter.com/HVMpiPMbv7— Chi l’ha visto? (@chilhavistorai3) April 4, 2024Qualche settimana dopo era stata ritrovata la bicicletta appartenuta a Viggi. Secondo quanto accertato dall’esame autoptico, la morte sarebbe sopraggiunta qualche ora dopo la scomparsa. Sul cadavere, in avanzato stato di decomposizione, non erano stati riscontrati traumi né segni di violenza che facessero ipotizzare il coinvolgimento di una terza persona. Il medico legale ritiene più probabile l’ipotesi di un suicidio di una persona con problemi psichiatrici e con una storia di tossicodipendenza alle spalle. Il caso è ora affidato alla pm della Procura di Bologna, che dovrà fare le proprie valutazioni, alla luce di quanto emerso dall’autopsia. LEGGI TUTTO
Il congresso federale della Lega il 5 e 6 aprile a Firenze
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«A nome della commissione statuto e regolamenti della Lega – Salvini Premier e come concordato con il segretario federale Matteo Salvini, il prossimo congresso federale ordinario della Lega – Salvini Premier si svolgerà a Firenze nelle giornate del 5 e 6 aprile». Lo rende noto il senatore della Lega Roberto Calderoli, in un comunicato.Oltre 400 delegati e porte aperte a tutti i militantiOltre ai 400 delegati eletti dai militanti nei congressi regionali della Lega, al congresso federale del 5 e 6 aprile parteciperanno anche i parlamentari nazionali ed europei, i segretari regionali e provinciali, i consiglieri regionali e i membri di diritto. Ai lavori potranno assistere tutti i militanti, gli amministratori e i semplici sostenitori. Un consiglio federale ad hoc approverà gli ultimi passaggi formali prima del congresso.Loading…Verso candidatura unitariaSgomberato il campo dalla possibile corsa del governatore Luca Zaia per la segreteria («lo escludo, devo pensare al Veneto»), Salvini sembra intenzionato a sfruttura quel poco di vantaggio che ha prima delle regionali per blindare la sua candidatura. «Penso probabilmente che arriveremo al congresso con un candidato unico, quindi mi sembra che siano ricostruzioni che anche nei fatti risultano assolutamente fantasiose», ha puntualizzato.Calderoli: adesso Salvini è l’unico che può guidare la Lega«Credo che Salvini sia l’unica persona in questo momento in grado di guidare il movimento». Lo ha detto nei giorni scorsi il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli che ha parlato a margine dell’assemblea dei segretari di sezione della Lega lombarda a Chiuduno, nella Bergamasca. «Abbiamo avuto un periodo anche travagliato – ha aggiunto -, adesso con le idee chiare si può ritornare a raccogliere quei consensi che lui aveva raccolto nel passato».Lega, eventi in Veneto, Marche e Campania prima del congresso In vista del Congresso nazionale della Lega ci saranno tre grandi assemblee programmatiche aperte a militanti e sostenitori in Veneto, Marche e Campania. Saranno occasioni per mettere a fuoco i temi più significativi. In Veneto si discuteranno i dossier dell’autonomia e del buongoverno nelle Marche quelli del lavoro, della pace fiscale e del fisco più snello, in Campania quelli della sicurezza, dell’immigrazione e della lotta alla criminalità. LEGGI TUTTO
Caso Santanché, ecco cos’è la mozione di sfiducia: in 40 anni falliti 79 tentativi su 80
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl tentativo del M5s di sfiduciare il ministro del Turismo, Daniela Santanché per le vicende giudiziarie legate al “caso Visibilia” è al centro dell’agenda parlamentare. Ma per l’esponente di Fdi non è un inedito: le due mozioni di sfiducia individuale presentate alla Camera e al Senato, con primi firmatari, rispettivamente, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, seguono quelle dei due stessi esponenti dei Cinque stelle, finite sotto i riflettori nell’aprile e nel luglio del 2024: entrambe respinte dai due rami del Parlamento. Così come quasi tutte le altre 75 che dall’ormai lontano 1983 (all’alba della nona legislatura) ai giorni nostri sono transitate per le Aule di Montecitorio e Palazzo Madama. L’unica mozione ad arrivare sostanzialmente a segno delle 80 messe nero su bianco negli ultimi 40 anni (di cui meno della metà effettivamente votate) è stata quella approvata nel 1995 da un Parlamento scosso da “Mani pulite” che aveva come destinatario l’allora ministro della Giustizia dell’esecutivo Dini, Filippo Mancuso, che, tra l’altro, aveva lanciato più di un’accusa nei confronti del capo dello Stato dell’epoca, Oscar Luigi Scalfaro. Ma allora per quale motivo, alla luce di questi risultati, i gruppi parlamentari provano a utilizzare questa carta? Perché quasi tutti i partiti ritengono che la mozione di sfiducia individuale sia di fatto uno strumento con un peso politico rilevante. Che per la prima volta fece la sua comparsa sulle scene parlamentari nel 1984, in piena prima Repubblica, quando alcuni esponenti di opposizione presentarono una richiesta di dimissioni dell’allora ministro degli Esteri, Giulio Andreotti, per il suo presunto coinvolgimento nel “caso Sindona”.Che cos’è la mozione di sfiduciaLa nostra Costituzione prevede che un governo, una volta nominato dal presidente della Repubblica, per entrare operativamente in carica deve prima presentarsi alle Camere per ottenere la loro fiducia. Che, come prevede l’articolo 94 della Carta, può anche essere revocata facendo leva su una mozione di sfiducia, con il risultato di costringere l’esecutivo a dimettersi. La Costituzione non prevede esplicitamente che possa essere sfiduciato un singolo membro del governo, ma nemmeno esclude questa possibilità. E, non a caso, il regolamento della Camera dispone che per le mozioni di sfiducia rivolte a un singolo ministro debba essere applicata la stessa disciplina di quelle riguardanti l’intero governo.Loading…Andreotti, il primo ministro a rischio sfiduciaNel 1984, durante la nona legislatura, si è manifestata per la prima volta una richiesta di sfiducia individuale nei confronti di Giulio Andreotti, all’epoca ministro degli Esteri nel governo Craxi, per un presunto coinvolgimento nel caso Sindona. Eravamo anche nel pieno della prima Repubblica. Ma bisogna attendere l’inizio della cosiddetta seconda Repubblica per vedere la sola mozione di sfiducia approvata, almeno finora: quella che nel 1995, ancora sull’onda dell’inchiesta “Mani pulite”, ha interessato Filippo Mancuso, ministro della Giustizia dell’esecutivo Dini.Prima della pronuncia su Santanché, 36 mozioni votate in oltre 40 anniIn oltre 40 anni, dalla nona legislatura (cominciata nel luglio 1983) a quella in corso (la diciannovesima), si sono materializzate 80 mozioni di sfiducia individuale, comprese le ultime due nei confronti del ministro Santanché, ma fin qui non più di 36 sono state effettivamente discusse e votate in Aula. Nell’attuale legislatura alle quattro presentate dal M5s nei due rami del Parlamento nei confronti di Santanché, va aggiunta quella relativa al ministro delle Infrastrutture, e vicepremier, Matteo Salvini, che è arrivata in Aula a Montecitorio nella primavera del 2024, con la prima firma di Matteo Richetti (Az),e che è stata poi respinta.I voti nelle ultime quattro legislatureGuardando in particolare alle ultime quattro legislature, partendo quindi dalla sedicesima (cominciata nell’aprile 2008), emerge che le mozioni di sfiducia discusse e votate fino a questo momento sono state in tutto 23. In questo periodo oltre a Santanché altri membri di governo sono stati investiti da più di una mozione di sfiducia: gli ex ministri Alfonso Bonafede, Angelino Alfano, Danilo Toninelli e Sandro Bondi. L’unico esponente con tre mozioni di sfiducia a proprio carico è Roberto Speranza, ministro della Salute nel periodo della pandemia nel governo “Conte 2” e nell’esecutivo guidato da Mario Draghi. E nel caso di Speranza queste tre mozioni sono state discusse e votate nello stesso giorno: a presentarle sono stati Gianluigi Paragone (Misto-Italexit, ex M5s), Mattia Crucioli (Misto-L’alternativa, ex M5s) e Luca Ciriani (Fdi), che attualmente nell’esecutivo Meloni ricopre l’incarico di ministro per i Rapporti con il Parlamento. Sempre nell’arco delle ultime quattro legislature sono stati due i governi al centro di mozioni di sfiducia, sempre respinte: il IV governo Berlusconi nel 2010 e l’esecutivo Renzi nel 2016. LEGGI TUTTO
Dazi Usa, dalle imprese alla Ue alla visita di JD Vance a Roma: la roadmap del governo
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl Governo è alla ricerca di una strategia dopo la scure dei dazi imposti all’Unione europea (e quindi all’Italia) dall’amministrazione Trump. Diverse le mosse previste nei prossimi giorni.L’incontro con le categorie produttiveDissolta la speranza, coltivata a lungo ai piani alti del governo, che gli Usa potessero fare eccezioni, la prima mossa dopo che sono state rese note le tariffe commerciali degli Usa sui prodotti stranieri è stata annunciata ieri dalla premier Giorgia Meloni al Tg1: la prossima settimana ci sarà un incontro con rappresentanti delle categorie produttive che hanno subito lanciato il grido d’allarme per il duro colpo sferrato dall’amministrazione Trump destinato a tradursi in un calo dei volumi e a mette a rischio migliaia di posti di lavoro a rischio. Vino, motocicli, gioielleria, ma soprattutto agricoltura, tessile e piccola manifattura sono i settori più colpiti, come emerso nelle riunioni di governo. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha ricordato che il valore stimato dal rapporto del Centro Studi Confindustria «è una perdita per le imprese italiane tra i 7 e i 14 miliardi, che è equivalente allo 0,3-0,5% del Pil». Andranno cercate «le soluzioni migliori» ha detto Meloni.Loading…La risposta dell’EuropaC’è poi la diplomazia da metter in campo in una cornice europea (anche se la Lega Lega spinge per negoziati bilaterali). «Ci sono scelte che possono essere diverse» ha avvertito però Meloni che ha spiegato che rispondere a dazi con altri dazi» non è la strada giusta.Lunedì in Lussemburgo ci sarà una riunione dei ministri Ue del Commercio estero che esamineranno il pacchetto di misure di “controdazi” su acciaio e alluminio che scatterà dal 15 aprile. In seguito dovrà tenersi un Consiglio Ue straordinario dei 27 per concordare una posizione comune. «Bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo di rimuoverli, non di moltiplicarli» ha detto Meloni. Un punto di caduta considerato positivo potrebbe essere dimezzarli al 10%.La visita di JD Vance a RomaPrima però la premier vedrà il vicepresidente americano JD Vance ed è scontato che il tema verrà affrontato con il vicepresidente degli Stati Uniti nel corso della sua visita programmata a Roma nei giorni di Pasqua, fra il 18 e il 20 aprile. Un’occasione per valutare gli spazi di manovra per trattare con gli Usa. Ma non è escluso che Meloni sarà ancor prima a Washington per un faccia a faccia con Trump. LEGGI TUTTO