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  • Caso Almasri, fonti dell’esecutivo: il governo invia memoria alla Cpi

    Il governo ha trasmesso alla Corte penale internazionale dell’Aja la propria memoria difensiva sulla vicenda del mancato trasferimento di Njiiem Almasri, il comandante libico arrestato a Torino il 19 gennaio e rimpatriato appena due giorni dopo. Lo si apprende da fonti dell’esecutivo. L’invio del documento è avvenuto alla vigilia della scadenza della proroga concessa alla stessa autorità italiana per depositare le proprie osservazioni. Lunedì, dopo l’ultima richiesta di rinvio, l’incartamento è stato inviato agli uffici dell’Aja in formato digitale.  L’atto, che riassume la posizione dell’esecutivo nell’affaire, è ora all’attenzione dei giudici con base nei Paesi Bassi che, in sostanza, accusano l’Italia di non aver eseguito il mandato d’arresto, di non aver perquisito Almasri, di non aver sequestrato i dispositivi in suo possesso e di aver sperperato denaro pubblico rimpatriandolo a Tripoli a bordo di un aereo dell’intelligence. 

    Quale era la posizione del ministro Nordio

    Secondo quando si apprende, non è escluso che nell’incartamento sia stato ribadito quanto affermato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso dell’informativa in Parlamento a febbraio scorso. In sostanza il numero uno di via Arenula aveva sostenuto che l’arresto del generale libico, accusato di crimini contro l’umanità, era avvenuto senza una preventiva consultazione con il ministero, che il mandato della Corte penale internazionale conteneva “gravissime anomalie” e dunque era “radicalmente nullo”. In Aula Nordio ha ricordato che è il ministero della Giustizia, secondo la legge 237 del 2012, a curare “in via esclusiva” – recita la norma – i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Corte penale internazionale. Ma nel caso di specie – è la posizione ribadita dal ministro – via Arenula è stata tagliata fuori fin dall’inizio.  Una notizia informale dell’arresto, avvenuto a Torino alle 9.30 del 19 gennaio, spiegò davanti ai parlamentari, “venne trasmessa da un funzionario Interpol a un dirigente del nostro ministero alle 12,37”. Solo il giorno dopo, lunedì 20 alle 12.40, il procuratore della Corte d’appello di Roma ha inviato “il complesso carteggio”. Ed alle 13.57 l’ambasciatore italiano all’Aja ha trasmesso al ministero la richiesta di arresto. La comunicazione della questura, ha spiegato a febbraio Nordio, “era pervenuta al ministero ad arresto già effettuato e, dunque, senza la preventiva trasmissione della richiesta di arresto a fini estradizionali emessa dalla Cpi al ministro”.     LEGGI TUTTO

  • Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcere: “Non ho più voglia di vivere”

    Alessia Pifferi, la 39enne condannata all’ergastolo per omicidio pluriaggravato, ha iniziato lo sciopero della fame in carcere a Milano.Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame – Nanopress.it“Non ho più voglia di vivere” ha dichiarato la donna. All’indomani della condanna, Alessia Pifferi ha accusato un malore, che ha reso necessario l’intervento dei medici.Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcereAlessia Pifferi, la donna condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, lasciandola sola in casa per sei giorni, ha iniziato lo sciopero della fame in carcere, dove è attualmente detenuta. “Non ho più voglia di vivere”, ha dichiarato. Da almeno 24 ore Alessia Pifferi ha smesso di alimentarsi. Il 13 maggio scorso, la Corte d’Assise di Milano ha condannato la 38enne – detenuta nel carcere di San Vittore – alla pena dell’ergastolo, con l’accusa di omicidio pluriaggravato. La perizia psichiatrica, eseguita nel corso del processo, ha stabilito che Alessia Pifferi era capace di intendere e di volere al momento dei fatti, mentre la sua avvocata – Alessia Pontenani – ha sempre sostenuto che la sua assistita fosse affetta da un grave deficit cognitivo. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per la 38enne, segnata da una “vita difficile”. All’indomani della sentenza di condanna, Alessia Pifferi ha accusato un malore, che ha reso necessario l’intervento dei medici. In quell’occasione l’ha raggiunta anche la sua legale.L’omicidio della piccola DianaAveva soltanto 18 mesi la piccola Diana Pifferi, la figlia di Alessia Pifferi, morta di fame e sete. Nel luglio del 2022 la bambina è rimasta sola in casa per sei giorni, mentre la mamma trascorreva qualche giorno di vacanza con l’allora compagno, nella casa di lui a Leffe. All’uomo aveva detto che la figlia era con la sorella Viviana, che invece non sapeva nulla di quanto stesse succedendo alla nipotina. Quando la 38enne è rientrata a casa, dopo sei giorni, ha trovato il corpicino della piccola, ormai senza vita.Dalle indagini è emerso che la bambina era stata lasciata sola, con accanto un biberon di acqua e uno di latte. Secondo i giudici, la madre era consapevole che, lasciando la figlia per così tanto tempo da sola, con appena due biberon, l’epilogo sarebbe stato drammatico, come infatti è accaduto. LEGGI TUTTO

  • Si sgancia la giostra durante la festa patronale, ferito un ragazzo

    I carabinieri stanno indagando per accertare eventuali responsabilità da parte dei giostrai riguardo alla sicurezza.Si sgancia la giostra durante la festa patronale, ferito un ragazzo – Nanopress.itL’incidente ne ricorda un altro simile 26avvenuto a maggio a San Severo, dove il cavo di una giostra si spezzò, causando nove feriti. Si sgancia la giostra durante la festa patronale, ferito un ragazzoTragedia sfiorata a Capurso durante la festa patronale della Madonna del Pozzo. Un ragazzo è caduto da una giostra da un’altezza di circa cinque metri dopo che la chiusura di sicurezza si è sganciata. Fortunatamente, nonostante abbia battuto la testa, è rimasto vigile e non è in pericolo di vita. È stato prontamente soccorso dagli operatori sanitari del 118 e trasportato all’ospedale Di Venere di Bari.I carabinieri stanno indagando per accertare eventuali responsabilità da parte dei giostrai riguardo alla sicurezza. L’incidente ne ricorda un altro avvenuto a maggio a San Severo, dove il cavo di una giostra si spezzò, causando nove feriti. LEGGI TUTTO

  • Elezioni comunali, Monfalcone si conferma roccaforte della Lega: flop della lista islamica

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaVittoria schiacciante del centrodestra a Monfalcone (Gorizia). Luca Fasan (candidato della Lega sostenuto da tutto il centrodestra) si è imposto con il 70,9% (pari 8.272 voti). Distanziato Diego Moretti (26,2%; 3.057 voti), capogruppo Pd in Consiglio Fvg e candidato del Pd e altre 3 liste. Solo il 2,9% e 343 voti a Bou Konate, candidato della lista islamica Italia Plurale. Quella che doveva essere la novità di queste elezioni amministrative si è rivelata insomma un flop.Flop della lista islamica Italia pluraleCandidato sindaco della lista (che conta 18 nomi) è Bou Konate, ingegnere venuto dal Senegal che ha già un passato politico proprio a Monfalcone, dove era stato assessore al Lavori pubblici nel 2001. Monfalcone è una roccaforte del Carroccio. Il Comune è stato guidato nell’ultimo decennio dalla leghista Anna Maria Cisint (ora europarlamentare a Strasburgo), che ha chiuso le moschee abusive, vietato il bagno alle donne vestite, tolto le panchine agli immigrati irregolari. E che ha commentato così il risultato elettorale: «La lista islamica la rimandiamo al mittente, anche se apre un tema importante, quello dell’islamizzazione che ormai è una realtà e che io combatto insieme ad altri perchè soltanto così noi come città e come popolo potremo avere un futuro». A Monfalcone la Lega è primo partito con il 31%. A seguire la lista civica Fasan sindaco con il 24%. Distanziati nel centrodestra FdI (9,7%) e Forza Italia (5,7%). Nel centrosinistra il Pd è al 10,7%.Loading…A Monfalcone alta concentrazione di stranieri residenti: la metà del BanglaseshMonfalcone ha una delle percentuale più alte di stranieri residenti: sono 10mila (lavorano quasi tutti nel grande polo industriale di Fincantieri), pari al 33% della popolazione totale. E di questi circa la metà, circa 5mila, sono del Bangladesh, Paese a stragrande maggioranza islamica.Vittoria del centrodestra anche Il centrodestra vince anche a Pordenone, dove le consultazioni comunali sono state convocate anticipatamente per l’elezione a eurodeputato del sindaco Alessandro Ciriani (Fratelli d’Italia). Il candidato Alessandro Basso, consigliere regionale in carica di Fratelli d’Italia, sostenuto da 5 liste di area, a due terzi dello spoglio, è ben oltre il 50%. Mentre il consigliere regionale in carica del Pd, Nicola Conficoni, appoggiato da 5 liste di area, è sotto il 40% LEGGI TUTTO

  • Acconti Irpef senza il taglio aliquote. Dossier aperto su platea e coperture

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaTra i paradossi del Fisco italiano c’è anche quello che la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef per alcuni contribuenti non si tradurrà in una diminuzione delle tasse nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025. Arriva, infatti, ora al pettine il nodo di quella che tecnicamente si chiama sterilizzazione degli effetti sugli acconti della prima riduzione da quattro a tre aliquote che il decreto attuativo della delega fiscale (il Dlgs 216/2023) aveva introdotto per il 2024. Riduzione che poi l’ultima manovra ha messo a regime, però senza un coordinamento tra le due norme.Recupero solo nella dichiarazione 2026Tradotto in pratica, vuol dire che gli acconti d’imposta per il 2024 e il 2025 si calcolano come se quell’accorpamento del primo scaglione fino a 28mila euro sotto l’aliquota del 23% (eliminando quindi quella del 25%) non esistesse per ora. Risultato? Secondo le prime simulazioni effettuate dai Caf della Cgil si determinerebbe un effetto paradossale con un aumento di tassazione dai 75 ai 260 euro per i lavoratori dipendenti e dai 100 ai 260 euro per i pensionati. Soldi che potranno essere recuperati solo con la dichiarazione 2026 e che quindi determinano una sorta di anticipo a tasso zero per l’Erario.Loading…Impatto su pensionati e dipendentiUn problema che poco più di un anno fa era solo prospettico e, invece, ora si materializza con l’avvio della campagna della dichiarazione dei redditi. E che soprattutto rischia, secondo la denuncia della Cgil, di penalizzare solo dipendenti e pensionati e quindi quei contribuenti che pagano tutto e che vedono tassati tutti i loro redditi da lavoro e pensione. In realtà, bisogna considerare due aspetti. Il primo è che si tratta di un effetto solo temporaneo, perché l’anticipo maggiorato che si rischia di pagare ora poi sarà recuperato con la dichiarazione dei redditi 2026. La perdita è solo temporanea e, in ogni caso, al di là delle situazioni tipo molto dipenderà dai bonus fiscali (detrazioni e deduzioni) che il singolo contribuente potrà far valere in dichiarazione e che portano anche per l’anno in corso a mitigare la possibile penalizzazione. Penalizzazione che ora risulterebbe visibile nell’immediato solo per le addizionali comunali perché, per espressa previsione della riforma fiscale, sono rimaste comunque a quattro aliquote e perché vengono applicate mese dopo mese direttamente in busta paga.Il dossier apertoIn teoria, quindi, ci sarebbero i tempi per un intervento per rimediare al cortocircuito tra riforma Irpef e manovra, come chiesto a gran voce da tutte le forze di opposizione che ora riconoscono gli effetti di una norma sottoposta comunque al parere delle commissioni parlamentari prima di approdare in «Gazzetta Ufficiale». Il dossier è stato aperto sui tavoli governativi ma l’input è quello di procedere con cautela cercando di capire quali sono i numeri effettivi della platea interessata e quelli delle coperture.Il problema sul cuneo fiscaleSul tavolo, infatti, c’è anche la necessità di prevedere un’integrazione – come del resto già anticipato dalla sottosegretaria all’Economia Lucia Albano in risposta a un question time a fine gennaio – per la perdita di 1.200 euro annuali di trattamento integrativo che la riscrittura del cuneo fiscale, sempre nell’ultima manovra, ha determinato per i contribuenti con retribuzione lorda tra 8.500 e 9.000 euro. LEGGI TUTTO

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