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Detto & contraddetto: lo scontro sul comandante libico Almasri
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaDetto & contraddetto: le polemiche sul caso AlmasriLa querelle sul caso Almasri è arrivata in Parlamento con l’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi. Una vicenda che ha suscitato molte polemiche, nella quale la premier Giorgia Meloni è indagata dalla Procura di Roma per favoreggiamento e peculato per il rimpatrio del generale libico Osama Njeem Almasri. Con Giorgia Meloni sono indagati due ministri, quello della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Almasri è il comandante della prigione di Mitiga: è stato accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sotto la lente dell’opposizione il rilascio di Almasri e il suo rimpatrio a bordo di un aereo di Stato italiano. L’avvocato Li Gotti ha presentato una denuncia contro Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano per favoreggiamento e peculato per la scarcerazione del funzionario libico Osama Almasri e per la sua espulsione a Tripoli con volo di Stato. In Detto & contraddetto le diverse opinioni politiche a confronto.Meloni: liberato su disposizione dei giudici, non del governo«Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d’appello di Roma, non su disposizione del governo. La Corte chiede dei chiarimenti? Manderemo dei chiarimenti. E ne chiederemo a nostra volta».Loading…«Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. Avanti a testa alta»Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, 25 e 28 gennaio 2025Nordio: non faccio il passacarte, l’atto Cpi era nullo «Il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato. Non faccio da passacarte, ho il potere di interloquire con altri organi dello Stato in caso di necessità e questa necessità si presentava eccome. Serve valutare la coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba» LEGGI TUTTO
Parla il generale Jean: “Perché l’esercito russo è stato battuto…”
L’ipotesi che l’Ucraina possa diventare un nuovo Vietnam o un nuovo Afghanistan per la Russia si fa ogni giorno più concreta. Il presidente Vladimir Putin, molto probabilmente, non aveva considerato che il conflitto potesse durare così tanto tempo, sottovalutando la strenua difesa del popolo ucraino che, sembra, stia logorando l’esercito russo. Il generale Carlo Jean, esperto di strategia, docente e opinionista ha espresso le sue preoccupazioni al quotidiano Il Sussidiario. “L’esercito russo – ha dichiarato – non è mai stato pensato per una guerra a lunga scadenza con combattimenti nelle città, ma è stato organizzato per eventuali conflitti in campo aperto, da qui il grande numero di mezzi corazzati a disposizione, mentre la fanteria può schierare un numero limitato di uomini”.Sarebbe proprio questo il motivo principale del cambio di strategia da parte di Putin, il quale, non riuscendo a vincere le battaglie con i soldati città per città, ha deciso di bombardare in maniera indiscriminata anche i civili, nel tentativo di creare terrore e costringere gli ucraini ad arrendersi. Lo stesso sistema è stato utilizzato in Cecenia e in Georgia, Negli ultimi giorni a Kiev e in altri centri ucraini sono stati bombardati supermercati e altri obiettivi frequentati dai civili, un’escalation di violenza che sta mettendo a dura prova la popolazione indigena. Secondo il generale Jean, l’esercito russo non è organizzato per la guerriglia di quartiere. “I soldati di Putin – ha spiegato – sono stati addestrati per una eventuale guerra contro la Nato, un conflitto in campo aperto, non nei centri urbani. Non è un caso che il numero delle truppe di fanteria sia piuttosto limitato, mentre non lo è quello dei carri armati e dei mezzi corazzati in generale”.L’obiettivo della Russia è quello di occupare tutta la linea costiera affinché unisca in un solo blocco russo i territori che vanno da Odessa al Donbass, ma la strada sembra in salita per la forte resistenza degli ucraini. Ciò ha infastidito Putin che ha già rimosso dal loro incarico due comandanti dello Stato maggiore dell’esercito. Nelle ultime ore sta girando voce che la Russia starebbe utilizzando armi chimiche e biologiche, ma il generale Jean non sembra credere a questa possibilità. “Lo escluderei – ha detto – sono incontrollabili e, considerando anche i venti che spirano in Ucraina, sarebbe un autogol”. LEGGI TUTTO
Ponte Morandi, 6 anni fa la tragedia che costò la vita a 43 persone
La città di Genova si prepara alla commemorazione delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi.Ponte Morandi, 6 anni fa la tragedia che costò la vita a 43 persone – Nanopress.itAlla cerimonia parteciperanno autorità pubbliche nazionali e locali,Sei anni fa il crollo del Ponte MorandiSei anni fa, il crollo del Ponte Morandi a Genova ha segnato una delle più grandi tragedie nella storia recente del nostro Paese. Oggi, la città di Genova si prepara a commemorare le 43 vittime con una cerimonia nella Radura della Memoria, situata sotto l’impalcato del ponte San Giorgio nel quartiere di Certosa. La commemorazione inizierà con una messa officiata dall’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, seguita da una camminata in ricordo delle vittime. Alle 10:45, si terrà la cerimonia ufficiale con la partecipazione di autorità locali e nazionali. Durante il minuto di silenzio alle 11:36, verranno suonate le sirene delle navi in porto e le campane di tutta la diocesi.Il crollo del Ponte Morandi: la ricostruzione di quei drammatici istantiIl crollo del Ponte Morandi, noto anche come viadotto Polcevera, avvenne alle 11.36 del 14 agosto 2018 a Genova. Il crollo coinvolse il ponte che sovrastava la zona fluviale e industriale di Sampierdarena. La sezione del ponte lunga 250 metri crollò insieme al pilone di sostegno numero 9, provocando 43 vittime tra gli occupanti dei mezzi in transito e gli operai al lavoro nella sottostante isola ecologica dell’AMIU, l’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti. La ricostruzione del crollo – Nanopress.itL’intero pezzo di ponte cadde su una palazzina e la ferrovia sottostante, causando 14 feriti. Nel 2020, è stato inaugurato il nuovo viadotto Genova San Giorgio, costruito su disegno dell’architetto Renzo Piano e aperto al traffico. Il crollo del Ponte Morandi è stato causato da una complessa catena di fattori. Sebbene non esista ancora una risposta definitiva, alcune indagini hanno fornito importanti informazioni riguardo le cause del crollo. L’incidente è stato innescato dalla rottura di uno strallo, un elemento portante del ponte. Questo ha compromesso l’equilibrio della struttura. Lo strallo si è rotto a causa dell’alta corrosione. La mancanza di manutenzione adeguata ha contribuito a questo problema. La mancanza di controlli e ispezioni adeguate ha aggravato la situazione. La manutenzione inadeguata è stata un fattore chiave.A seguito del crollo è stato avviato un processo legale per indagare sulle cause dell’incidente e stabilire eventuali responsabilità. Nel 2019, 43 persone sono state indagate, tra cui funzionari di Autostrade per l’Italia, l’azienda che gestiva il ponte. Il processo ha coinvolto una serie di perizie tecniche e testimonianze per comprendere le ragioni del crollo e valutare eventuali negligenze o violazioni delle norme di sicurezza. Il processo è tuttora in corso e potrebbero essere necessari anni prima che si giunga a una conclusione definitiva. LEGGI TUTTO
Il giudice concede a Chico Forti il permesso di rivedere la madre
A breve – probabilmente già in settimana – Chico Forti si recherà a Trento per riabbracciare la madre 96enne, che non vede da 16 anni. Chico Forti potrà incontrare la madre – Nanopress.itA renderlo noto è stato il parlamentare di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, che ha seguito la vicenda e l’iter del trasferimento in Italia, avvenuto dopo 24 anni di detenzione in carcere a Miami.Chico Forti potrà rivedere la madreChico Forti, l’imprenditore 65enne condannato all’ergastolo, ha ottenuto il permesso dal giudice per visitare a breve la sua famiglia a Trento. In particolare, potrà rivedere sua madre, Maria Loner Forti, 96enne, e lo zio. L’ultimo incontro con sua madre risale a sedici anni fa, e in quell’occasione Chico Forti le disse che, probabilmente, sarebbe stato l’ultimo. Al contrario delle previsioni, ora avrà l’opportunità di riabbracciarla. La madre, nonostante i suoi 96 anni e le difficoltà di salute, ha resistito fino ad oggi soltanto per poter rivedere il figlio. Il permesso è stato concesso dalla Sorveglianza. A renderlo noto è stato il parlamentare di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, che ha seguito la vicenda e l’iter del trasferimento in Italia. Prima del trasferimento in Italia, avvenuto il 17 maggio scorso, Chico Forti aveva parlato al telefono con sua madre dal carcere di Verona, rassicurandola sulle sue condizioni di salute. Nel frattempo, ha anche condiviso con suo fratello Stefano frammenti della sua nuova vita nel penitenziario di Verona, raccontando di trovarsi bene con i suoi compagni di cella. Con il fratello ha scherzato anche sul timore di ingrassare a causa del cibo italiano preparato da un cuoco professionista, un piacere che gli mancava da tanto tempo.L’omicidio di Dale Pike Il 15 febbraio 1998 Dale Pike, figlio di Anthony Pike, con il quale Chico Forti stava trattando l’acquisizione del Pikes Hotel, a Ibiza, venne trovato morto su una spiaggia di Miami, Florida. Il giovane era stato colpito con due proiettili alla testa ed era nudo. Il giorno prima di essere ucciso, Dale Pike era arrivato negli Stati Uniti, dove aveva incontrato l’imprenditore italiano, che riferirà di averlo lasciato nel parcheggio di un ristorante alle 19 di quello stesso pomeriggio. L’omicidio di cui è accusato Chico Forti – Nanopress.itInterrogato come persona informata sui fatti, Chico Forti riferì di non aver incontrato la vittima, salvo poi ritrattare la sua prima dichiarazione. La falsa testimonianza fu dovuta al timore dell’imprenditore che anche il padre Anthony fosse stato ucciso (informazione falsa che la polizia gli aveva fornito per capire, dalla sua reazione, un eventuale coinvolgimento nei fatti). Il 20 febbraio, dopo 14 ore di interrogatorio – senza un legale – Chico Forti fu arrestato.Nel 2000 è stato condannato all’ergastolo per omicidio. LEGGI TUTTO
È morto Paolo Spada, il medico delle “Pillole di ottimismo” durante il Covid
Malato da tempo, il dottor Paolo Spada – chirurgo vascolare – ha lasciato un’impronta significativa nel mondo della medicina e della comunicazione. Addio a Paolo Spada – Nanopress.itDocente presso la Clinica Humanitas di Rozzano, le sue “Pillole di ottimismo” hanno raggiunto quasi 200.000 persone sui social media durante la pandemia.Addio al dottor Paolo SpadaAddio al dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare e docente alla Clinica Humanitas di Rozzano, Milano. Durante la pandemia da Covid-19, era diventato famoso per la sua rubrica “Pillole di ottimismo”, in cui cercava di offrire una visione positiva senza nascondersi dietro frasi generiche come “andrà tutto bene”. Il medico, vista anche la sua professione, basava la sua fiducia sulla scienza e la comunicazione chiara. Malato da tempo, la sua esperienza personale gli ha insegnato l’importanza di dare un significato alla vita e di viverla appieno, come lui stesso più volte ha ribadito. Spada credeva che la comunicazione fosse fondamentale nel rapporto tra medico e paziente. Non si trattava solo di curare il corpo, ma anche di fornire conforto e supporto emotivo.Inoltre, il dottor Paolo Spada aveva a cuore i giovani. Li incoraggiava a superare i propri limiti e a osare. Per coloro che desideravano intraprendere la professione medica, suggeriva di fare volontariato in ambulanza. Questa esperienza avrebbe permesso loro di acquisire competenze sanitarie, aiutare gli altri e fare nuove amicizie.Le sue “Pillole di ottimismo” hanno raggiunto quasi 200.000 persone sui social media durante la pandemia, fornendo informazioni importanti e rassicurazioni. Paolo Spada rimarrà un punto di riferimento importante per molti, sia come medico che come essere umano che ha saputo comunicare con chiarezza e semplicità.“Un Doc pieno di umanità, un uomo pieno di interessi e di grandi passioni che ha saputo illuminarci e guidarci con le sue “pillole di ottimismo” quotidiane – ogni giorno- durante la pandemia. Aspettavamo i tuoi dati ogni sera tutte insieme, per capire e imparare cosa fosse la pandemia e cosa sarebbe successo… ci hai insegnato e confortato tanto” si legge in uno dei tanti messaggi condivisi sul web in ricordo del professionista prematuramente scomparso. LEGGI TUTTO