IN EVIDENZA
Lite in strada finisce in tragedia, ucciso un 30enne
La lite, scoppiata tra due giovani di origine marocchina, entrambi braccianti agricoli, è degenerata in un atto di violenza fataleLite in strada finisce in tragedia, ucciso un 30enne – Nanopress.itL’aggressore, rimasto a sua volta ferite, è stato arrestato con l’accusa di omicidio. Lite in strada finisce in tragedia, ucciso un 30enneDramma a Nogara. Una lite tra i due giovani di origine marocchina, entrambi braccianti agricoli, è degenerata in un atto di violenza fatale. La vittima, Radouan Samsan, è stata colpita alla giugulare con un collo di bottiglia, una ferita che si è rivelata mortale nonostante l’intervento tempestivo dei sanitari.L’aggressore, anch’egli di origine marocchina, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di omicidio e si trova ora a disposizione dell’Autorità giudiziaria. LEGGI TUTTO
JD Vance da Meloni a Palazzo Chigi: «Con lei negoziato sui dazi anche con l’Ue»
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaAll’indomani della visita a Donald Trump di Giorgia Meloni – incoronata dal New York Times come «una dei pochi leader europei graditi a Donald Trump» – JD Vance atterra a Roma alle 8 del mattino con la moglie Usha e i tre figli, accolto a Ciampino nell’area riservata al 31esimo Stormo dell’Aeronautica Militare da Irene Castagnoli, diplomatica del ministero degli Esteri, dall’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Shawn Crowley, e dal comandante del 31simo Stormo Marco Angori. Imponenti le misure di sicurezza, con tiratori scelti, unità cinofile e la sorveglianza dal cielo affidata a un elicottero della Polizia.L’ottimismo sui negoziati tra Russia e UcrainaPoco prima delle 13 l’incontro con la premier a Palazzo Chigi preceduto da brevissime dichiarazioni pubbliche, senza interpreti, a causa di un piccolo imprevisto organizzativo. «Stiamo conducendo importanti negoziati commerciali non solo tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma con l’intera Unione Europea. Ne abbiamo parlato molto ieri e oggi proseguiremo queste conversazioni», annuncia Vance, sulla scia della promessa di Trump a Meloni di incontrare (forse) anche i vertici dell’Unione. E aggiunge: «Abbiamo alcune questioni da affrontare: aggiornerò la premier sui negoziati tra Russia e Ucraina, già in passato ne avevamo parlato, abbiamo un senso di positività e ottimismo sul fatto che possiamo sperare di portare a termine questa guerra brutale».Loading…Vance non manca di dirsi «ispirato da Roma»: «Questo è un posto che è stato costruito da persone che amavano l’umanità e amavano Dio: le strade, i palazzi, il panorama meraviglioso innalzano veramente lo spirito umano”.Meloni: rafforzeremo cooperazione, Italia partner affidabile«Sono onorata di accogliere a Palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance che non vedo da un sacco di tempo… “I’ve been missing you”», dice con una punta di umorismo la premier italiana. «Abbiamo avuto un fantastico incontro ieri a Washington» e «sicuramente Italia e Stati Uniti sono determinati a rafforzare la loro cooperazione. Noi crediamo che l’Italia possa essere un partner estremamente importante e affidabile in Europa e nel Mediterraneo per gli Stati Uniti d’America e sicuramente c’è un rapporto privilegiato tra noi del quale io vado molto orgogliosa».La premier si prende tutta la scenaIl clima è disteso, lo spazio del confronto con la stampa ridotto al minimo indispensabile. E tatticamente limitato al faccia a faccia Meloni-Vance, senza allargare ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini che il vicepresidente americano vedrà dopo aver pranzato tutti insieme a Palazzo Chigi. Duplice l’obiettivo: evitare slabbrature, buchi in un ordito tessuto quasi maniacalmente, e ribadire che la leadership è una sola. Quella di Meloni. LEGGI TUTTO
Carceri, in arrivo la circolare del Dap sulle «stanze dell’amore»
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl ministro della Giustizia Carlo Nordio si è detto «d’accordo “per tre quarti”» con le proposte contenute nel documento-appello che gli è stato consegnato dai Garanti dei detenuti durante un incontro al dicastero di Via Arenula. Il Guardasigilli ha confermato la sua contrarietà «ad amnistia, indulto e a qualsiasi forma di indulgenza lineare», ha riferito Samuele Ciambriello, portavoce della conferenza dei Garanti. Novità in arrivo per le cosiddette “stanze dell’amore”: a breve il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) emanerà una circolare per «garantire una omogeneità nell’applicazione e nella possibilità di riconoscere l’esercizio del diritto all’affettività in ogni istituto penitenziario».Misure contro il sovraffollamentoRiguardo al sovraffollamento, il ministro ha garantito che «ci saranno nuovi posti per gli istituti, puntando all’aumento di comunità, in particolare per tossicodipendenti, e meno carcere. Riguardo allo sfollamento delle carceri, un ruolo importante lo avranno i magistrati di sorveglianza, il cui numero potrebbe essere incrementato». I garanti sono convinti che serva una misura “deflattiva” e che occorra una norma per l’aumento dei giorni di liberazione anticipata speciale, prevedendo uno sconto di ulteriori 15 giorni a semestre. Tra le proposte, anche quella di ispirarsi alla misura temporanea della legge del 2010 che introduceva la possibilità di scontare nella propria abitazione o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza la pena detentiva – anche residua di pena maggiore – non superiore a 18 mesi.Loading…Sollicciano: infiltrazioni, cimici e qualche “panneggio d’amore”«Dal Dap circolare sulle “stanze dell’amore” in carcere»All’incontro, a cui hanno preso parte anche i garanti di Roma, Parma, del Piemonte e membri del coordinamento nazionale, è stato ricordato il dato allarmante dei suicidi in carcere valutando la possibilità del numero chiuso; è stato sollecitato l’aumento di educatori e mediatori linguistici, ma anche psicologi, psichiatri e assistenti sociali. Quanto all’attuazione della sentenza della Consulta sulla tutela del diritto all’affettività delle persone detenute, come detto, «il Dap sta preparando una circolare»: «Gradualmente gli istituti si adegueranno e dunque al momento ci sarà un’applicazione a macchia di leopardo nei vari istituti del Paese».Emergenza suicidi e minoriL’emergenza, sottolineano i garanti al ministro, è legata poi anche ai minori. Anche per questo i garanti, oltre a sollevare le problematiche legate agli istituti penali per i minorenni, chiedono di costruire più comunità e meno carceri minorili. «Il continuo ricorso alla penalizzazione come metodo di governo rischia di far crollare il sistema carcerario» segnala il capogruppo di Avs nella commissione Giustizia della Camera, Devis Dori. «La situazione drammatica dei giovani detenuti, costretti spesso con persone grandi, magari in carcere per reati gravi», a causa della mancanza di spazi: «l’accumulo delle pene impedirà una soluzione e una detenzione rieducativa per quei giovani». Occorre dunque «una depenalizzazione, un sostanziale dietro front rispetto al modello repressivo di Caivano, e la riattivazione di un sistema di pena alternativo» conclude Dori. Mentre per i suicidi in carcere «è davvero inquietante che il ministro Nordio non abbia mai detto una parola», una piaga drammatica sulla quale il capogruppo di Avs continua a sollecitare l’attenzione. LEGGI TUTTO
Il piano di riarmo europeo spacca il governo e divide i partiti
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl piano “ReArm Europe” proposto dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che dovrebbe mobilitare 800 miliardi di euro in ambito militare spacca le coalizioni politiche italiane, a partire dalla maggioranza che sostiene il governo. Non solo: crea distinzioni all’interno degli stessi partiti, come accade nel Partito democratico.Le distanze nella maggioranzaSul fronte del centrodestra la contrarietà del segretario della Lega Matteo Salvini è netta: «È il paradosso europeo – dice il vicepremier -: non si poteva investire un euro in più per sanità e scuola, mentre ora si possono spendere 800 miliardi per la difesa comune? Se oggi avessimo un esercito europeo, Francia e Germania ci avrebbero già mandato in guerra». Bocciatura del piano von der Leyen da parte del ministro dell’Economia ed esponente della Lega Giancarlo Giorgetti per il quale la difesa e sicurezza europea «implica un programma ragionato meditato di investimenti in infrastrutture militari che abbiano un senso, e non fatto in fretta e furia senza una logica».Loading…Di parere opposto l’altro vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani: «Noi siamo sempre stati a favore della difesa europea, era il grande sogno di De Gasperi e poi di Berlusconi e se adesso si concretizza questo sogno non può che essere un fatto positivo». Quanto al giudizio di Giorgetti il ministro dell’economia dice :«Quella è l’opinione di Giorgetti, a me invece pare essere un buon piano che dovremmo applicare e studiare, io certamente lo sostengo». Per un’esponente azzurra come la senatrice Licia Ronzulli, però, «c’è stato un errore di comunicazione da parte della Commissione europea. Credo che von der Leyen abbia sbagliato totalmente l’utilizzo della parola “riarmo”, bastava chiamarlo “Defend Europe” e non “Rearm Europe”.La prudenza della premierLa premier Giorgia Meloni è restata prudente: ha preso posizione solo al termine del Consiglio europeo del 6 marzo.Cautela perciò dal suo partito, Fratelli d’Italia. A parlare è stato Fabio Rampelli, che ha commentato la bocciatura del piano Ue di riarmo da parte del ministro dell’Economia: «La parola “armi”, dopo decenni di finto e ipocrita pacifismo, è diventata impronunciabile in Italia». Rampelli, con la sua dichiarazione, sostiene il Governo «Italia ed Europa sono state difese dalle testate nucleari americane, non dai sit-in arcobaleno, abbiamo partecipato alle missioni di pace con gli eserciti, non con i cortei». Più sei forte più puoi costruire la pace, sarebbe l’idea del vice presidente della Camera: «Si chiama “deterrenza”, più sei indifeso e più sei preda di chi ha intenzioni ostili. Più sei forte più puoi costruire la pace. Lo dimostrano gli Usa in queste ore: possono far cessare le ostilità perché sono una potenza militare, altrimenti non se li filerebbe nessuno». LEGGI TUTTO
Regionali, cosa succede in Campania e Veneto dopo lo stop al terzo mandato?
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl giorno dopo la sentenza della Consulta sul terzo mandato che ha messo la parola fine all’era non solo di Vincenzo De Luca alla guida della Campania, ma anche a quella di Luca Zaia alla guida del Veneto, la Lega è in pressing: «Le regioni che governiamo restino a noi». La successione Zaia è il nodo più delicato della prossima tornata di elezioni regionali. Quello che può mettere in seria difficoltà la coalizione, con la Liga veneta in subbuglio e Fratelli d’Italia che punta alla guida di una regione del Nord. Intanto si prende tempo, almeno fino a quando si capirà se davvero sia possibile fare slittare l’appuntamento elettorale veneto a primavera 2026 (rispetto alla scadenza naturale dell’autunno 2025), così da consentire a Zaia di tagliare il nastro delle Olimpiadi Milano-Cortina. Sul punto sono in conflitto norme nazionali e regionali, e sono in corso da settimane approfondimenti.Verso la conferma del Veneto alla LegaL’ipotesi che sta prendendo piede nelle ultime settimane è che alla fine Meloni molli la presa e lasci il Veneto all’alleato, fatto salvo però un forte riequilibrio della giunta in favore di Fratelli d’Italia. Dopo lo stop al ritorno di Salvini al Viminale, tenere buona la Lega, al di là delle regionali, è fondamentale per la stabilità di governo e per il prosieguo delle riforme. E lo stesso Zaia ha minacciato più di una volta di presentare una lista a suo nome contro un eventuale candidato non leghista. In pole in Veneto ci sono la vice di Zaia, Elena De Berti e soprattutto il vicesegretario del partito e salviniano doc Alberto Stefani. La contropartita per Fratelli d’Italia dovrebbe essere la Lombardia, casa di Salvini, ma dove si voterà nel 2028, dopo le politiche: c’è tempo.Loading…Il ruolo di De Luca in CampaniaIn Campania, invece, Vincenzo De Luca non ha alcuna intenzione di farsi da parte dopo la sentenza della Consulta che, stabilendo l’incostituzionalità della legge regionale sul terzo mandato ne ha sbarrato la strada verso una eventuale conferma alla presidenza. E punta a far valere il suo peso nella coalizione di centrosinistra, specie nella scelta del candidato. Resta da capire se accetterà il passo di lato senza pretendere altro e soprattutto se appoggerà il candidato comune del campo largo, che in Campania dovrebbe essere del M5S: o l’ex presidente della Camera Roberto Fico, sul quale spinge il Movimento, oppure l’ex ministro contiano Sergio Costa, che sembrerebbe più gradito ai deluchiani.Per il centrodestra in pole CirielliTra gli scenari possibili resta in piedi anche quello che – in caso di mancato accordo col centrosinistra – vedrebbe De Luca in campo con una propria lista a sostegno di un candidato di sua stretta osservanza. Un’ipotesi da evitare, dicono in molti, per impedire una frammentazione del campo largo che sarebbe letale.Il pontiere in campo è il commissario per la Campania Antonio Misiani, che spinge per la formazione di una lista di deluchiani in appoggio al candidato comune. Il Nazareno lunedì invierà in avanscoperta a Napoli il responsabile nazionale dell’Organizzazione Igor Taruffi e quello degli Enti locali Davide Baruffi. Per il centrodestra in pole c’è il meloniano viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli. LEGGI TUTTO