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M5S in piazza contro il riarmo, c’è la delegazione del Pd (senza Schlein)
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaI Cinque Stella portano in piazza il popolo anti-riarmo. Dalle 13 da Piazza Vittorio partirà il corteo con alla testa i giovani del Movimento, almeno 200, e si dirigerà verso i Fori Imperiali dove è stato allestito il palco. In arrivo – fanno sapere da Campo Marzio – oltre 100 pullman da tutta Italia, in 500 arriveranno in treno dal nord, altri in aereo dalla Sardegna e schiereranno le bandiere del Movimento ma anche quella della pace. In corteo con M5S ci sarà anche una delegazione del Pd. L’annuncio è arrivato alla vigilia dalla leader dem: ci sono convergenze e differenze nella visione tra i due partiti, ha detto Elly Schlein, ma «con il M5S governiamo in molte regioni e città, e quando un nostro alleato va in piazza al netto delle nostre differenze noi diamo attenzione ed ascolto, perché siamo testardamente unitari».I dem nella delegazioneNon ci sarà lei in prima persona ma in rappresentanza dei dem il capogruppo in Senato Francesco Boccia e il responsabile organizzazione Igor Taruffi e ancora Marco Furfaro, Annalisa Corrado, Antonio Misiani, Emiliano Fossi, Cecilia D’Elia, Cristina Tajani, Marco Sarracino, Susanna Camusso, Sandro Ruotolo. Nessuno, chiaramente, dell’area riformista. Non ci sarà Schlein ma l’adesione è comunque – fa sapere Conte a strettissimo giro dall’annuncio – una scelta apprezzata e che gli è stata anticipata in una telefonata dalla segretaria. Del resto se le posizioni in politica estera sono diversificate, almeno sul fronte economico, la convergenza sembra più alla portata. Data anche la consapevolezza, nei due partiti, della necessità di mostrarsi come alternativa in un momento di difficoltà del governo dopo la scure dei dazi trumpiani. «Questa destra – sottolinea Schlein – non è imbattibile e noi la battiamo non se li inseguiamo sul loro terreno, ma se li trasciniamo dove non vogliono stare: il terreno sociale, quello economico, su cui non stanno dando risposte. Faremo tutte le discussioni interne che dobbiamo fare – è il richiamo ai suoi – ma non perdiamo di vista l’obiettivo che è battere questa destra: abbiamo una responsabilità di continuare ad alimentare l’alternativa».Loading…Gli interventi dal palcoUn’alternativa della quale anche M5S vede un nucleo nella piazza «di popolo» che ha organizzato. «Domani mettiamo il primo grande mattone per un progetto di governo», sottolinea Conte al Tg1. Sul palco oltre a lui una trentina di interventi. Ci saranno i tre capigruppo M5S di Camera e Senato e al Parlamento Europeo e i vicepresidenti del partito e anche l’ex presidente della Camera Roberto Fico e la governatrice della Sardegna Alessandra Todde. Previsti gli interventi di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e Maurizio Acerbo e dell’eurodeputato belga del Partito del Lavoro Marc Botenga. Oltre ai politici si alterneranno sul palco anche esponenti di altri mondi, ci sarà l’economista statunitense Jeffrey Sachs ma anche Marco Travaglio, il professor Alessandro Barbero, Tomaso Montanari e il divulgatore Mario Tozzi, Massimo Wertmüller, Barbara Spinelli e Saskia Terzani, figlia di Tiziano. Da capire se alla fine si farà vedere la TikToker Rita De Crescenzo che aveva fatto un appello alla partecipazione al corteo e salita agli onori delle cronache per l’’invasione’ della località sciistica di Roccaraso.Fronte comune sul fecreto sicurezzaIntanto il centrosinistra si ritrova insieme al presidio al Pantheon contro il nuovo decreto sicurezza. A fianco degli studenti ci sono esponenti di Pd, M5S, Avs e +Europa, non Iv e Azione. Nello stesso giorno della manifestazione pentastellata, però, +Europa sarà impegnata in banchetti per il referendum sulla cittadinanza mentre il giorno successivo, anche per cortesia istituzionale, ci saranno le piazza per l’Europa promosse dai sindaci di Bologna e Firenze. E poi, esaurite le piazze arriverà in Parlamento un banco di prova con le mozioni sul riarmo di M5S, Avs e Azione. LEGGI TUTTO
Separazione carriere e premierato, le due riforme in aula a luglio: cosa cambierà
Ascolta la versione audio dell’articoloDopo il primo via libera (della Camera) al decreto sicurezza, bandiera della Lega la maggioranza accelera sulle due riforme costituzionali in cantiere. Lo fa avanzando in conferenza dei capigruppo l’ipotesi di inserire nel calendario di luglio della Camera la separazione delle carriere dei magistrati (fortemente sponsorizzata da Forza Italia) e il premierato, “madre di tutte le riforme” per Fdi. Ma sui tempi e la procedura portata avanti dalla maggioranza, è scontro con l’opposizione che accusa il centrodestra di andare avanti in maniera “autoritaria” comprimendo le prerogative del Parlamento. «Crediamo sia una forzatura – ha detto la capogruppo Dem Chiara Braga – e non siamo disponibili ad accettare compressioni. Evidentemente dopo il decreto sicurezza la spartizione tra le forze di maggioranza si è rimessa in moto e questo è un altro tassello di quel disegno volto a mettere in discussione l’equilibrio delle nostre istituzioni». Non casuale il riferimento al decreto sicurezza, che dopo il via libera a Montecitorio, la maggioranza è intenzionata ad approvare al Senato in tempi record (sarà già in Aula già il 3 giugno).Premierato fermo in commissioneIl Ddl Casellati, che oltre a prevedere l’elezione diretta dà di fatto al premier il potere di determinare lo scioglimento delle Camere, non sta procedendo spedito in Parlamento: dopo il primo via libera del Senato è fermo in commissione Affari costituzionali della Camera dal luglio scorso. La riforma dovrebbe arrivare al via libera definitivo in Parlamento a fine legislatura, mentre il referendum confermativo si terrà dopo le politiche. Al momento è esclusa l’ipotesi di unire il premierato alla riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, per la quale invece si prevede il voto popolare di conferma a giugno 2026.Loading…L’intreccio premierato-autonomia differenziataNon solo. La strada del premierato si incrocia con l’iter della legge sull’autonomia differenziata: era questo il patto di inizio legislatura e la Lega non perde occasione per ricordarlo. Salvini, anche al congresso della Lega di aprile, ha associato l’Autonomia alla riforma del Premierato: “Vanno insieme, mano nella mano”. E lo scorso 19 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega sull’Autonomia che recepisce le indicazioni della Corte Costituzionale per la definizione dei Lep.I contenuti della riformaElezione «a suffragio universale e diretto» del premier, che resta al potere per cinque anni grazie ad un sistema elettorale che “garantisce” la maggioranza dei seggi in Parlamento e che non può essere rieletto dopo due mandati consecutivi. E, soprattutto, che può essere sostituito solo una volta nella legislatura, e solo se sarà lui stesso a decidere di passare la mano, da un parlamentare che fa parte della coalizione vincitrice delle elezioni. Tradotto: niente più governi tecnici e di larghe intese guidati da personalità non elette dai cittadini (leggasi Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021, ma anche Giuseppe Conte nel 2018). Al netto dell’elezione diretta, la novità più rilevante del Ddl Casellati è l’attribuzione al premier eletto del potere di scioglimento delle Camere, che è il vero potere deterrente delle crisi politiche, allineandolo in questo ai colleghi dei maggiori Paesi UeCosa è la separazione delle carriereIl disegno di legge costituzionale “Norme in materia di ordi+namento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” modifica invece il titolo IV della Costituzione con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. A tal fine, vengono previsti due Csm: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Ulteriori novità sono i componenti dei Csm estratti a sorte e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Il provvedimento ha avuto il primo via libera della Camera lo scorso gennaio, è ora in Commissione al Senato. L’intenzione della maggioranza è portare il testo in Aula l’11 luglio. In tempo per il ritorno in Aula alla Camera per la terza lettura a luglio. LEGGI TUTTO
Da Vance ai colloqui sul nucleare, Roma diventa il crocevia della geopolitica mondiale
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaRoma questo fine settimana sarà un importante snodo della geopolitica internazionale. Con due appuntamenti di primo piano. Venerdì la visita del vice presidente americano JD Vance. E sabato il secondo round dei negoziati Usa-Iran sul nucleare previstiprobabilmente nella sede dell’ambasciata dell’Oman.L’incontro di Vance con MeloniRoma si prepara agli eventi delle festività di Pasqua che coincideranno quest’anno con la visita del vicepresidente americano JD Vance. Pronto il piano sicurezza per i prossimi giorni, particolarmente impegnativi sotto il profilo dell’ordine pubblico. Con tiratori scelti, no fly zone, bonifiche, chiusure di strade e filtraggi con metal detector. Il vicepresidente degli Stati Uniti, accompagnato dalla moglie Usha, atterrerà la mattina di venerdì a Ciampino. Poi ci saranno i primi appuntamenti istituzionali. La sua agenda, come quella della second lady, resta blindata per motivi di sicurezza ma la Casa Bianca ha fatto sapere che è in calendario un incontro con la premier Giorgia Meloni (di ritorno dall’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca), in programma venerdì a ora di pranzo a Palazzo Chigi. Nella tre giorni vedrà, inoltre, il segretario di stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Scontato, inoltre, che nel corso della visita nella Capitale Vance e signora approfittino delle bellezze artistiche, a partire dal Colosseo.Loading…A Roma il secondo round dei negoziati sul nucleare iranianoDopo annunci e smentite iraniane, il dado è tratto: si svolgerà sabato a Roma il secondo round dei negoziati indiretti tra l’inviato Usa Steve Witkoff e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi sul nucleare. A dare la conferma la tv di stato iraniana che spiega che sarà «il ministero degli Esteri dell’Oman ad ospitare i colloqui», probabilmente all’ambasciata nella capitale. Era stato proprio Araghchi a riportare il negoziato a Muscat (capitale dell’Oman) nonostante le parti avessero concordato in un primo momento di vedersi a Roma alla vigilia di Pasqua. Una retromarcia che, secondo alcuni media iraniani, derivava dalla riluttanza di Teheran a tenere i colloqui mentre nella capitale italiana era presente anche il vicepresidente Usa JD Vance. E infatti la decisione sul cambio di sede viene definita dal portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghaei, come «una mossa che potrebbe essere considerata una mancanza di serietà e buona volontà» mentre «siamo ancora nella fase di sperimentazione». Il ministro degli esteri Antonio Tajani aveva confermato sin da subito la disponibilità del governo italiano ad ospitare i colloqui a Roma: «L’Italia vuole semplicemente essere un ponte di pace, non abbiamo ambizioni di nessun tipo», aveva spiegato Tajani.Le difficoltà del negoziatoIl primo incontro tra Witkoff e Araghchi, che si erano scambiati dieci messaggi attraverso il ministro degli Esteri omanita Badr Albusaidi, si era chiuso senza alcun reale passo avanti, nonostante alla fine dei colloqui indiretti a Muscat una settimana fa c’era stato un brevissimo faccia a faccia, un primo contatto diretto dopo molto tempo. E anche il nuovo round negoziale parte con linee rosse ben demarcate da entrambi le parti e in un clima di diffidenza reciproca. «Siamo pronti a costruire fiducia rispetto a possibili preoccupazioni riguardo al nostro programma nucleare ma la questione dell’arricchimento dell’uranio non è negoziabile», ha chiarito Araghchi. In un’intervista a Fox News, Witkoff ha lasciato intendere che l’obiettivo degli Usa è impedire agli ayatollah di dotarsi dell’arma nucleare, tollerando tuttavia un certo margine di arricchimento dell’uranio (al 3,67% come prevedeva l’accordo Jpcoa del 2015 poi abbandonato da Trump, contro l’attuale 60%). LEGGI TUTTO
Premierato e separazione delle carriere in frenata, a luglio ingorgo di sette decreti alla Camera
Ascolta la versione audio dell’articoloUn ingorgo di decreti ma anche una fase di riflessione in vista del futuro referendum confermativo sulla giustizia hanno rallentato l’avanzamento delle due riforme del governo ancora in campo: il premierato e la separazione delle carriere dei magistrati.Premierato e giustizia escono da calendario luglio CameraA spiegare il primo aspetto è stato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, dopo che mercoledì scorso la capigruppo della Camera ha escluso l’approdo in Aula delle due riforme prima della pausa estiva. Un mese fa lo stesso Ciriani, alla precedente capigruppo chiamata a programmare i lavori di giugno-luglio, aveva chiesto di inserire in quel calendario il premierato. Quanto alla separazione delle carriere, ora all’attenzione dell’assemblea del Senato, i più ottimisti avevano pensato ad un iter più celere a Palazzo Madama, così da portare il testo in Commissione Affari costituzionali della Camera ai primi di luglio e in Aula prima delle ferie estive. Ma lo scenario è cambiato, come hanno stabilito i presidenti dei gruppi parlamentari di Montecitorio.Loading…L’ingorgo di decretiIl governo, dunque, non ha potuto fare altro che ricordare il lungo elenco di decreti, ben sette, che pioveranno a luglio nell’Aula della Camera, ingorgandola: differimento termini per il danno erariale, infrastrutture strategiche, Campi Flegrei e zone alluvionate, il decreto del Miur, quello del ministero dello Sport, quello fiscale e quello sull’ex Ilva. Per non parlare di disegni di legge del governo a cui comunque l’esecutivo tiene, come quello sul sostegno alle zone di montagna o quello sull’Intelligenza artificiale. Anche la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati ha detto di sperare che l’esame del premierato in commissione Affari costituzionali si chiuda “in autunno”.L’iter delle due riformeLe due riforme sono in due fasi completamente diverse dell’iter legislativo. Il premierato è stato approvato dal solo Senato ed è in prima lettura in commissione a Montecitorio, dovendo affrontare ancora la fase degli emendamenti. La separazione delle carriere delle toghe ha già ricevuto il sì della Camera e della commissione Affari costituzionali del Senato, che ha confermato il testo Camera; ed anche in Aula la maggioranza è intenzionata a fare altrettanto. Quando dunque il ddl tornerà in seconda lettura a Montecitorio l’iter, secondo l’articolo 138 della Costituzione, sarà rapido: il testo non potrà essere emendato e potrà essere solo approvato o respinto; lo stesso dicasi per la futura seconda lettura di Palazzo Madama. .Referendum confermativo e riforma della legge elettoraleA quel punto, dopo l’approvazione definitiva della riforma, la maggioranza dovrà affrontare il referendum confermativo. Un passaggio politico decisivo per le sorti del governo Meloni. Accelerare l’iter del ddl o rallentarlo di poco permette di far cadere il referendum nel momento voluto, dato che esso potrebbe condurre a elezioni anticipate anche in caso di vittoria del sì. Di qui il confronto, per ora informale, tra le forze politiche sulla legge elettorale che, nelle intenzioni della maggioranza, dovrà essere modificata indipendentemente dal premierato. LEGGI TUTTO
Dazi Usa, dalle imprese alla Ue alla visita di JD Vance a Roma: la roadmap del governo
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl Governo è alla ricerca di una strategia dopo la scure dei dazi imposti all’Unione europea (e quindi all’Italia) dall’amministrazione Trump. Diverse le mosse previste nei prossimi giorni.L’incontro con le categorie produttiveDissolta la speranza, coltivata a lungo ai piani alti del governo, che gli Usa potessero fare eccezioni, la prima mossa dopo che sono state rese note le tariffe commerciali degli Usa sui prodotti stranieri è stata annunciata ieri dalla premier Giorgia Meloni al Tg1: la prossima settimana ci sarà un incontro con rappresentanti delle categorie produttive che hanno subito lanciato il grido d’allarme per il duro colpo sferrato dall’amministrazione Trump destinato a tradursi in un calo dei volumi e a mette a rischio migliaia di posti di lavoro a rischio. Vino, motocicli, gioielleria, ma soprattutto agricoltura, tessile e piccola manifattura sono i settori più colpiti, come emerso nelle riunioni di governo. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha ricordato che il valore stimato dal rapporto del Centro Studi Confindustria «è una perdita per le imprese italiane tra i 7 e i 14 miliardi, che è equivalente allo 0,3-0,5% del Pil». Andranno cercate «le soluzioni migliori» ha detto Meloni.Loading…La risposta dell’EuropaC’è poi la diplomazia da metter in campo in una cornice europea (anche se la Lega Lega spinge per negoziati bilaterali). «Ci sono scelte che possono essere diverse» ha avvertito però Meloni che ha spiegato che rispondere a dazi con altri dazi» non è la strada giusta.Lunedì in Lussemburgo ci sarà una riunione dei ministri Ue del Commercio estero che esamineranno il pacchetto di misure di “controdazi” su acciaio e alluminio che scatterà dal 15 aprile. In seguito dovrà tenersi un Consiglio Ue straordinario dei 27 per concordare una posizione comune. «Bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo di rimuoverli, non di moltiplicarli» ha detto Meloni. Un punto di caduta considerato positivo potrebbe essere dimezzarli al 10%.La visita di JD Vance a RomaPrima però la premier vedrà il vicepresidente americano JD Vance ed è scontato che il tema verrà affrontato con il vicepresidente degli Stati Uniti nel corso della sua visita programmata a Roma nei giorni di Pasqua, fra il 18 e il 20 aprile. Un’occasione per valutare gli spazi di manovra per trattare con gli Usa. Ma non è escluso che Meloni sarà ancor prima a Washington per un faccia a faccia con Trump. LEGGI TUTTO
M5S in piazza contro il riarmo, c’è la delegazione del Pd (senza Schlein)
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaI Cinque Stella portano in piazza il popolo anti-riarmo. Dalle 13 da Piazza Vittorio partirà il corteo con alla testa i giovani del Movimento, almeno 200, e si dirigerà verso i Fori Imperiali dove è stato allestito il palco. In arrivo – fanno sapere da Campo Marzio – oltre 100 pullman da tutta Italia, in 500 arriveranno in treno dal nord, altri in aereo dalla Sardegna e schiereranno le bandiere del Movimento ma anche quella della pace. In corteo con M5S ci sarà anche una delegazione del Pd. L’annuncio è arrivato alla vigilia dalla leader dem: ci sono convergenze e differenze nella visione tra i due partiti, ha detto Elly Schlein, ma «con il M5S governiamo in molte regioni e città, e quando un nostro alleato va in piazza al netto delle nostre differenze noi diamo attenzione ed ascolto, perché siamo testardamente unitari».I dem nella delegazioneNon ci sarà lei in prima persona ma in rappresentanza dei dem il capogruppo in Senato Francesco Boccia e il responsabile organizzazione Igor Taruffi e ancora Marco Furfaro, Annalisa Corrado, Antonio Misiani, Emiliano Fossi, Cecilia D’Elia, Cristina Tajani, Marco Sarracino, Susanna Camusso, Sandro Ruotolo. Nessuno, chiaramente, dell’area riformista. Non ci sarà Schlein ma l’adesione è comunque – fa sapere Conte a strettissimo giro dall’annuncio – una scelta apprezzata e che gli è stata anticipata in una telefonata dalla segretaria. Del resto se le posizioni in politica estera sono diversificate, almeno sul fronte economico, la convergenza sembra più alla portata. Data anche la consapevolezza, nei due partiti, della necessità di mostrarsi come alternativa in un momento di difficoltà del governo dopo la scure dei dazi trumpiani. «Questa destra – sottolinea Schlein – non è imbattibile e noi la battiamo non se li inseguiamo sul loro terreno, ma se li trasciniamo dove non vogliono stare: il terreno sociale, quello economico, su cui non stanno dando risposte. Faremo tutte le discussioni interne che dobbiamo fare – è il richiamo ai suoi – ma non perdiamo di vista l’obiettivo che è battere questa destra: abbiamo una responsabilità di continuare ad alimentare l’alternativa».Loading…Gli interventi dal palcoUn’alternativa della quale anche M5S vede un nucleo nella piazza «di popolo» che ha organizzato. «Domani mettiamo il primo grande mattone per un progetto di governo», sottolinea Conte al Tg1. Sul palco oltre a lui una trentina di interventi. Ci saranno i tre capigruppo M5S di Camera e Senato e al Parlamento Europeo e i vicepresidenti del partito e anche l’ex presidente della Camera Roberto Fico e la governatrice della Sardegna Alessandra Todde. Previsti gli interventi di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e Maurizio Acerbo e dell’eurodeputato belga del Partito del Lavoro Marc Botenga. Oltre ai politici si alterneranno sul palco anche esponenti di altri mondi, ci sarà l’economista statunitense Jeffrey Sachs ma anche Marco Travaglio, il professor Alessandro Barbero, Tomaso Montanari e il divulgatore Mario Tozzi, Massimo Wertmüller, Barbara Spinelli e Saskia Terzani, figlia di Tiziano. Da capire se alla fine si farà vedere la TikToker Rita De Crescenzo che aveva fatto un appello alla partecipazione al corteo e salita agli onori delle cronache per l’’invasione’ della località sciistica di Roccaraso.Fronte comune sul fecreto sicurezzaIntanto il centrosinistra si ritrova insieme al presidio al Pantheon contro il nuovo decreto sicurezza. A fianco degli studenti ci sono esponenti di Pd, M5S, Avs e +Europa, non Iv e Azione. Nello stesso giorno della manifestazione pentastellata, però, +Europa sarà impegnata in banchetti per il referendum sulla cittadinanza mentre il giorno successivo, anche per cortesia istituzionale, ci saranno le piazza per l’Europa promosse dai sindaci di Bologna e Firenze. E poi, esaurite le piazze arriverà in Parlamento un banco di prova con le mozioni sul riarmo di M5S, Avs e Azione. LEGGI TUTTO
Separazione carriere e premierato, le due riforme in aula a luglio: cosa cambierà
Ascolta la versione audio dell’articoloDopo il primo via libera (della Camera) al decreto sicurezza, bandiera della Lega la maggioranza accelera sulle due riforme costituzionali in cantiere. Lo fa avanzando in conferenza dei capigruppo l’ipotesi di inserire nel calendario di luglio della Camera la separazione delle carriere dei magistrati (fortemente sponsorizzata da Forza Italia) e il premierato, “madre di tutte le riforme” per Fdi. Ma sui tempi e la procedura portata avanti dalla maggioranza, è scontro con l’opposizione che accusa il centrodestra di andare avanti in maniera “autoritaria” comprimendo le prerogative del Parlamento. «Crediamo sia una forzatura – ha detto la capogruppo Dem Chiara Braga – e non siamo disponibili ad accettare compressioni. Evidentemente dopo il decreto sicurezza la spartizione tra le forze di maggioranza si è rimessa in moto e questo è un altro tassello di quel disegno volto a mettere in discussione l’equilibrio delle nostre istituzioni». Non casuale il riferimento al decreto sicurezza, che dopo il via libera a Montecitorio, la maggioranza è intenzionata ad approvare al Senato in tempi record (sarà già in Aula già il 3 giugno).Premierato fermo in commissioneIl Ddl Casellati, che oltre a prevedere l’elezione diretta dà di fatto al premier il potere di determinare lo scioglimento delle Camere, non sta procedendo spedito in Parlamento: dopo il primo via libera del Senato è fermo in commissione Affari costituzionali della Camera dal luglio scorso. La riforma dovrebbe arrivare al via libera definitivo in Parlamento a fine legislatura, mentre il referendum confermativo si terrà dopo le politiche. Al momento è esclusa l’ipotesi di unire il premierato alla riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, per la quale invece si prevede il voto popolare di conferma a giugno 2026.Loading…L’intreccio premierato-autonomia differenziataNon solo. La strada del premierato si incrocia con l’iter della legge sull’autonomia differenziata: era questo il patto di inizio legislatura e la Lega non perde occasione per ricordarlo. Salvini, anche al congresso della Lega di aprile, ha associato l’Autonomia alla riforma del Premierato: “Vanno insieme, mano nella mano”. E lo scorso 19 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega sull’Autonomia che recepisce le indicazioni della Corte Costituzionale per la definizione dei Lep.I contenuti della riformaElezione «a suffragio universale e diretto» del premier, che resta al potere per cinque anni grazie ad un sistema elettorale che “garantisce” la maggioranza dei seggi in Parlamento e che non può essere rieletto dopo due mandati consecutivi. E, soprattutto, che può essere sostituito solo una volta nella legislatura, e solo se sarà lui stesso a decidere di passare la mano, da un parlamentare che fa parte della coalizione vincitrice delle elezioni. Tradotto: niente più governi tecnici e di larghe intese guidati da personalità non elette dai cittadini (leggasi Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021, ma anche Giuseppe Conte nel 2018). Al netto dell’elezione diretta, la novità più rilevante del Ddl Casellati è l’attribuzione al premier eletto del potere di scioglimento delle Camere, che è il vero potere deterrente delle crisi politiche, allineandolo in questo ai colleghi dei maggiori Paesi UeCosa è la separazione delle carriereIl disegno di legge costituzionale “Norme in materia di ordi+namento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” modifica invece il titolo IV della Costituzione con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. A tal fine, vengono previsti due Csm: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Ulteriori novità sono i componenti dei Csm estratti a sorte e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Il provvedimento ha avuto il primo via libera della Camera lo scorso gennaio, è ora in Commissione al Senato. L’intenzione della maggioranza è portare il testo in Aula l’11 luglio. In tempo per il ritorno in Aula alla Camera per la terza lettura a luglio. LEGGI TUTTO