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Giustizia, Zanettin: separazione carriere nel dna di FI
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Cercasi pianta femmina per pianta maschio in via di estinzione
Caricamento playerAnche le specie vegetali possono estinguersi e anche delle specie vegetali può succedere che sia rimasto un unico individuo sul pianeta. È il caso della cicas di Wood, un albero originario del Sudafrica, che è stato soprannominato “la pianta più sola nel mondo”. Ce ne sono circa 110 all’interno di giardini botanici di vari paesi, ma geneticamente si tratta della stessa pianta, che è stata propagata staccando steli dall’unica cicas di Wood trovata in natura finora. C’è però chi sta cercando di trovarne un’altra, e così evitare l’estinzione della specie, usando droni in volo sopra una foresta e un algoritmo per il riconoscimento delle immagini.
La cicas di Wood dei Kew Gardens di Londra, nel Regno Unito, nel 2019; venne propagata dall’individuo trovato in Sudafrica nel 1899 (il Post)
La cicas di Wood è, come suggerisce il nome, un tipo di cicas, un gruppo di specie di piante diverse. Apparentemente le cicas sono simili alle palme, ma in realtà sono molto distanti a livello evolutivo, e sono molto più antiche – esistevano già 270 milioni di anni fa, nel Mesozoico, detto anche “era delle cicas”. Sono piante dioiche, di cui cioè esistono individui femminili e individui maschili. La cicas di Wood di cui siamo a conoscenza è un individuo maschile, per questa ragione per preservare la specie non basterebbe trovare una cicas di Wood qualsiasi, ma un individuo femminile.
Il nome scientifico della cicas di Wood è Encephalartos woodii: la specie deve il suo nome a John Medley Wood, un botanico sudafricano vissuto tra il 1827 e il 1915. Nel 1895 Wood trovò l’individuo di cicas a noi noto nella foresta di Ngoye, un’area boscosa nell’est del Sudafrica che attualmente ha un’estensione di 40 chilometri quadrati. Dal 1916 quell’albero si trova a Pretoria, in un’area recintata e protetta, dove è stato portato perché il dipartimento forestale del Sudafrica temeva che potesse essere distrutto.
Dopo il 1895 vari esploratori hanno cercato altre cicas di Wood nella foresta di Ngoye, ma senza successo. La foresta però non è mai stata esplorata del tutto. Ispirato dalla “solitudine” della cicas di Wood maschio C-LAB, un collettivo di ricerca artistica che impiega metodi scientifici per i propri progetti, ha deciso di provare a cercare una femmina usando tecnologie contemporanee, a cominciare da droni e algoritmi.
La cicas di Wood trovata da John Medley Wood nella foresta di Ngoye nel 1907 (James Wylie)
Laura Cinti, ricercatrice dell’Università di Southampton e una dei fondatori di C-LAB, spiega che per il collettivo l’arte e la scienza sono «discipline interconnesse che possono ispirarsi a vicenda». «Nella nostra attività usiamo metodi sofisticati e materiali intricati, e lavoriamo a stretto contatto con scienziati ed esperti. Questa combinazione offre prospettive uniche sul modo con cui vediamo, capiamo e sperimentiamo il mondo», dice.
Per provare a trovare la cicas di Wood femmina, all’inizio del 2024 C-LAB ha fatto volare dei droni su una piccola porzione della foresta di Ngoye, meno di un chilometro quadrato, raccogliendo più di 15mila fotografie. Tutte insieme le immagini formano una mappa molto dettagliata della porzione di foresta esaminata.
Mosaico di immagini di cicas usate per addestrare l’algoritmo di C-LAB (Laura Cinti & Howard Boland © C-LAB)
La mappa è poi stata fatta analizzare a un algoritmo per il riconoscimento delle immagini precedentemente “addestrato” a riconoscere le cicas usando sia fotografie reali di diverse cicas, sia immagini di diverse cicas di Wood prodotte con un software di intelligenza artificiale. L’idea è di ottenere un sistema informatico in grado di individuare altre cicas di Wood nella foresta di Ngoye grazie alle fotografie fatte dall’alto coi droni.
Per ora non sono state trovate altre cicas, ma resta da esaminare ancora la stragrande maggioranza della foresta, e col procedere delle ricerche l’algoritmo di C-LAB dovrebbe migliorare le proprie prestazioni. Intanto il collettivo artistico sta avviando un’ulteriore ricerca per capire se utilizzando degli stimoli chimici o fisici si potrebbe far cambiare sesso a una delle cicas di Wood presenti nei giardini botanici. Infatti secondo alcuni studi è già successo che individui di altre specie di cicas abbiamo cambiato sesso in seguito a cambiamenti nel loro ambiente.– Leggi anche: Cosa fai tutto il giorno quando la tua specie si è estinta LEGGI TUTTO
Positivo all’alcol e droga, investì e uccise due ragazzi in scooter: disposti i domiciliari | Il padre della ragazza: “Non è giustizia”
Il duro sfogo dei genitori delle vittime, Lucia Morra – 20 anni – e Francesco Altamura – 23 anni – uccisi dopo un incidente stradale, mentre erano in sella al loro scooter. Francesco Altamura e Lucia Morra – Nanopress.itIl giudice ha disposto gli arresti domiciliari per il 34enne che era alla guida dell’auto che travolse e uccise i due adolescenti. Arresti domiciliari per l’uomo che travolse e uccise due fidanzati in scooter“Compie un omicidio volontario chi alla guida investe e uccide dopo avere assunto droga e alcol”.Non riesce a darsi pace Gianfranco Morra, padre di Lucia Morra, la 20enne travolta e uccisa il 30 settembre scorso, mentre – in sella al suo scooter – insieme al suo fidanzato Francesco Altamura, venne travolta da un’auto. I due fidanzati morirono sul colpo, l’impatto con l’Audi fu devastante. Alla guida della vettura c’era un uomo di 34 anni, che fu immediatamente identificato e fermato e risultò positivo all’alcol e droga.Nonostante indossassero il casco protettivo, per i due giovani non ci fu nulla da fare. Tanta è la rabbia di Gianfranco Morra.“Vorrei parlare con il giudice e dirgli ‘cosa avrebbe dovuto fare per andare in galera uno così? Una strage? Non sono omicidi stradali, perché chi investe e uccide dopo avere assunto e alcol commette omicidio volontario”.Stando a quanto ricostruito dopo l’incidente, la vettura – che procedeva ad alta velocità – avrebbe invaso la corsia opposta, centrando in pieno lo scooter. I due veicoli erano stati entrambi sequestrati. LEGGI TUTTO
Spese difesa, Giorgetti: sforzo coinvolga industrie italiane
Spese difesa, Giorgetti: sforzo coinvolga industrie italiane | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Meloni premier da 989 giorni, superato Conte. Ecco quali sono i governi più longevi
Ascolta la versione audio dell’articoloGiorgia Meloni ha sorpassato ieri Giuseppe Conte per numero di giorni in carica come presidente del Consiglio, con 989 contro 988. Fratelli d’Italia in un post su Facebook commenta: «Lo supera anche per serietà e lungimiranza». A guidare la classifica dei premier più a lungo in carica c’è Silvio Berlusconi con 3.339 giorni, seguito da Giulio Andreotti (2.678) e Alcide De Gasperi (2.591). Quarto Aldo Moro (2.279), poi Amintore Fanfani (1.659), Romano Prodi (1.608), Bettino Craxi (1.353), Mariano Rumor (1.104), Antonio Segni (1.088), Matteo Renzi (1.024) e, quindi, Meloni e Conte.Le permanenze a Palazzo ChigiL’esecutivo durato più a lungo di tutti resta il Berlusconi II con 1.409 giorni seguito da un altro governo del Cavaliere, il quarto: sostenuto da Pdl, Lega nord ed MpA durò dall’8 maggio 2008 al 12 novembre 2011 ovvero 1.283 giorni. Ancora sopra i mille giorni, medaglia di bronzo, al primo governo Craxi che durò dal 4 agosto 1983 al 27 giugno 1986, era sostenuto da Dc, Psi, Psdi, Pri e Pli e durò 1058 giorni. Al quarto posto il governo Renzi con 1.019 giorni. Dietro a Renzi il governo Prodi I che durò 874 giorni, dal 18 maggio del 1996 al 9 ottobre del 1998. Di poco sotto, all’ottavo posto nella classifica dei governi più lunghi troviamo il terzo governo di Aldo Moro che durò 834 giorni, dal 23 febbraio del 1966 al 5 giugno 1968. A seguire il secondo governo di Romano Prodi che durò 617 giorni, dal 17 maggio del 2006 all’8 maggio del 2008. E ancora un governo De Gasperi, il settimo: sostenuto da Dc e Pri durò dal 26 luglio del 1951 al 29 giugno del 1953 con 705 giorni. Al nono posto il primo governo Segni con 688 giorni.Loading… LEGGI TUTTO
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La cicas di Wood dei Kew Gardens di Londra, nel Regno Unito, nel 2019; venne propagata dall’individuo trovato in Sudafrica nel 1899 (il Post)
La cicas di Wood è, come suggerisce il nome, un tipo di cicas, un gruppo di specie di piante diverse. Apparentemente le cicas sono simili alle palme, ma in realtà sono molto distanti a livello evolutivo, e sono molto più antiche – esistevano già 270 milioni di anni fa, nel Mesozoico, detto anche “era delle cicas”. Sono piante dioiche, di cui cioè esistono individui femminili e individui maschili. La cicas di Wood di cui siamo a conoscenza è un individuo maschile, per questa ragione per preservare la specie non basterebbe trovare una cicas di Wood qualsiasi, ma un individuo femminile.
Il nome scientifico della cicas di Wood è Encephalartos woodii: la specie deve il suo nome a John Medley Wood, un botanico sudafricano vissuto tra il 1827 e il 1915. Nel 1895 Wood trovò l’individuo di cicas a noi noto nella foresta di Ngoye, un’area boscosa nell’est del Sudafrica che attualmente ha un’estensione di 40 chilometri quadrati. Dal 1916 quell’albero si trova a Pretoria, in un’area recintata e protetta, dove è stato portato perché il dipartimento forestale del Sudafrica temeva che potesse essere distrutto.
Dopo il 1895 vari esploratori hanno cercato altre cicas di Wood nella foresta di Ngoye, ma senza successo. La foresta però non è mai stata esplorata del tutto. Ispirato dalla “solitudine” della cicas di Wood maschio C-LAB, un collettivo di ricerca artistica che impiega metodi scientifici per i propri progetti, ha deciso di provare a cercare una femmina usando tecnologie contemporanee, a cominciare da droni e algoritmi.
La cicas di Wood trovata da John Medley Wood nella foresta di Ngoye nel 1907 (James Wylie)
Laura Cinti, ricercatrice dell’Università di Southampton e una dei fondatori di C-LAB, spiega che per il collettivo l’arte e la scienza sono «discipline interconnesse che possono ispirarsi a vicenda». «Nella nostra attività usiamo metodi sofisticati e materiali intricati, e lavoriamo a stretto contatto con scienziati ed esperti. Questa combinazione offre prospettive uniche sul modo con cui vediamo, capiamo e sperimentiamo il mondo», dice.
Per provare a trovare la cicas di Wood femmina, all’inizio del 2024 C-LAB ha fatto volare dei droni su una piccola porzione della foresta di Ngoye, meno di un chilometro quadrato, raccogliendo più di 15mila fotografie. Tutte insieme le immagini formano una mappa molto dettagliata della porzione di foresta esaminata.
Mosaico di immagini di cicas usate per addestrare l’algoritmo di C-LAB (Laura Cinti & Howard Boland © C-LAB)
La mappa è poi stata fatta analizzare a un algoritmo per il riconoscimento delle immagini precedentemente “addestrato” a riconoscere le cicas usando sia fotografie reali di diverse cicas, sia immagini di diverse cicas di Wood prodotte con un software di intelligenza artificiale. L’idea è di ottenere un sistema informatico in grado di individuare altre cicas di Wood nella foresta di Ngoye grazie alle fotografie fatte dall’alto coi droni.
Per ora non sono state trovate altre cicas, ma resta da esaminare ancora la stragrande maggioranza della foresta, e col procedere delle ricerche l’algoritmo di C-LAB dovrebbe migliorare le proprie prestazioni. Intanto il collettivo artistico sta avviando un’ulteriore ricerca per capire se utilizzando degli stimoli chimici o fisici si potrebbe far cambiare sesso a una delle cicas di Wood presenti nei giardini botanici. Infatti secondo alcuni studi è già successo che individui di altre specie di cicas abbiamo cambiato sesso in seguito a cambiamenti nel loro ambiente.– Leggi anche: Cosa fai tutto il giorno quando la tua specie si è estinta LEGGI TUTTO