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Amministrative, domenica si vota a Genova: sfida Salis-Piciocchi. Ecco chi sono
Ascolta la versione audio dell’articoloSono 481mila i genovesi chiamati alle urne per scegliere il nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale. La sfida nel capoluogo ligure è a sette: i contendenti sono in ordine alfabetico Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione), Raffaella Gualco (Genova Unita), Antonella Marras (Sinistra Alternativa), Pietro Piciocchi (centrodestra), Cinzia Ronzitti (Partito Comunista dei Lavoratori), Silvia Salis (centrosinistra-campo largo) e Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare). Al di là dei numeri e al centro del dibattito ci sono i temi importanti per il tessuto socioeconomico cittadino, soprattutto la sanità, forse il punto più dolente dell’intera Liguria. Ma anche le nuove infrastrutture come lo skymetro, la gestione dei servizi pubblici e il welfare che si intrecciano ormai quotidianamente con attacchi più o meno velati di tipo personale. La campagna elettorale si gioca molto sui social e nelle piazze con presenze politiche nazionali che però non riescono a far decollare del tutto la discussione sui programmi. Tra visioni opposte su cosa fare per il futuro di una città difficile e complessa come Genova e attacchi personali diretti, colpi bassi e insinuazioni, gli oltre 481 mila elettori genovesi dovranno andare a votare in un contesto fortemente polarizzato.Chi è Silvia SalisIl centosinistra va alle urne con uno schieramento ampio che secondo alcuni osservatori potrebbe far da modello anche a livello nazionale. Realizzato il campo largo con, tra gli altri, M5s, Avs e Italia Viva, a sostegno della candidata Silvia Salis, il centrosinistra giocherà anche la carta del civismo rappresentato dalla stessa Salis (Silvia Salis Sindaca e Riformiamo Genova con Silvia Salis), vicepresidente del Coni e atleta plurimedagliata. con un progetto civico che punta a ricucire le fratture sociali, riportare l’amministrazione vicino ai quartieri e restituire ai cittadini la possibilità di immaginare un futuro diverso. Il suo percorso unisce sport, istituzioni e impegno civile. Cinque le liste che appoggiano la candidata alla carica di sindaco scelta per sbaragliare le destre e tornare in Comune a Genova dopo anni di centrodestra. Il Comune di Genova in una nota ribadisce di aver sempre garantito gli spazi elettorali alla candidata sindaca del campo progressista Silvia Salis, dopo che il suo staff elettorale denuncia di essere stato costretto a spostare il comizio conclusivo della campagna elettorale in piazza della Vittoria da piazza Matteotti «poiché occupata da maxi-gazebo e una piscina-idromassaggio» per l’evento annuale Genova Design Week 2025. «Il Comune di Genova – prosegue la nota – ha provveduto a concedere, come nuovo spazio per il comizio elettorale, piazza della Vittoria, come richiesto dal Partito Democratico».Loading…Chi è Pietro PiciocchiIl centrodestra punta invece su Pietro Piciocchi, che dell’ex sindaco e oggi governatore Marco Bucci è stato vice in Comune a Genova oltre che super-assessore con ben 26 deleghe, alcune delle quali pesantisisme. Il centrodestra si presenta unito con FI, FdI, Lega, Udc, nuovo Psi-Dc assieme a Noi Moderati Orgoglio Genova (per cui si candida Ilaria Cavo (Noi moderati) e Vince Genova. Sette dunque le liste che appoggiano la candidatura di Piciocchi. Il candidato punta su sicurezza, pulizia urbana e infrastrutture strategiche come Terzo Valico e aeroporto. Il vicesindaco Piciocchi commenta l’autorizzazione per il comizio elettorale, della candidata rivale così: «Non è vero che il Comune di Genova ha ritirato l’autorizzazione per la serata conclusiva di Silvia Salis in piazza Matteotti. La manifestazione era regolarmente autorizzata, gli organizzatori sapevano della concomitanza di altri eventi già previsti, tanto da essere pronti ad allestire il palco a ridosso del sagrato della Chiesa del Gesù». LEGGI TUTTO
Tajani: l’Iran ha superato la linea rossa, ora al lavoro per la de-escalation
Ascolta la versione audio dell’articolo«Per quanto riguarda il programma nucleare dell’Iran, noi abbiamo il rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite secondo il quale l’Iran ha violato le regole ed è andato al di là della linea rossa per quanto riguarda la costruzione dell’arma atomica. Quindi le osservazioni israeliane sono assolutamente fondate sulla base di una relazione indipendente che arriva dall’agenzia dell’Onu».Tajani sottolinea le ragioni di Israele: «L’Iran ha superato la linea rossa»Prima ancora di andare in Parlamento per l’audizione davanti alla commissioni Esteri di Camera e Senato, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani rafforza la linea del governo dopo che, a caldo, la premier Giorgia Meloni nel suo colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva sottolineato la necessità che «l’Iran non possa in alcun caso dotarsi dell’arma nucleare», auspicando al contempo che «gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano ancora avere successo». La linea rossa, ribadisce dunque in Parlamento Tajani, è in realtà già stata superata. «Di fronte a una minaccia nucleare, non può esservi alcuna ambiguità. L’Iran non può dotarsi della bomba atomica. Ho voluto trasmettere questo messaggio anche al presidente della Repubblica israeliano Isaac Herzog, al quale ho ribadito il diritto di Israele a garantire la propria sopravvivenza tutelandosi da un possibile attacco nucleare». E ancora: «La decisione di lanciare l’operazione è scaturita da informazioni di intelligence su Teheran, tali da configurare una minaccia esistenziale per Israele, per la regione e per la comunità internazionale».Loading…«L’Italia è in prima linea per la de-escalation»Un sostanziale appoggio all’azione di Israele, dunque, in sintonia con la posizione assunta dal presidente Usa Donald Trump (“l’Iran faccia l’accordo prima che non ne resti più nulla”). La strada del governo italiano resta quella della ripresa dei colloqui per la denuclearizzazione e, da parte dell’Italia, il lavoro diplomatico per una de-escalation del conflitto («su questo fronte siamo in prima linea»). Le cui conseguenze, in caso di un prolungato scontro militare, sarebbero enormi anche dal punto di vista economico, sottolinea Tajani: è a rischio la libertà di navigazione in una rotta cruciale per l’Italia e per il commercio globale e ci sarebbero conseguenze sul piano energetico, umanitario e migratorio.«Finora nessuna situazione critica per i 50mila italiani nell’area»Infine, le informazioni sugli italiani – militari e civili – presenti nell’area. «Attualmente si trovano circa 50.000 italiani in tutta la regione mediorientale. La presenza più significativa è in Israele, con circa 20.000 connazionali, mentre sono circa 500 quelli residenti in Iran. Al momento non ci sono state segnalate situazioni critiche – ha detto Tajani -. A questi si aggiungono i nostri militari presenti nell’area, dall’Iraq al Libano, dal Golfo al Sinai, che seguiamo insieme al ministero della Difesa. Le nostre ambasciate sono in contatto con tutti i connazionali che hanno chiesto informazioni per rientrare in Italia. Stanno tutti bene e stanno ricevendo – uno ad uno – ogni possibile assistenza, tenendo conto dell’interruzione del traffico aereo nella regione», ha aggiunto. «In particolare, un gruppo di 36 pellegrini della Conferenza Episcopale Italiana, presente a Gerusalemme, è stato assistito dal nostro Consolato Generale ed è riuscito a raggiungere la Giordania».Opposizioni critiche: o si appoggia Israele o si lavora per la de-escalationL’informativa di Tajani non ha convinto le opposizioni, che la hanno trovata quantomeno contraddittoria. Si può appoggiare nella sostanza l’azione di Israele e al contempo assicurare di voler lavorare per la de-escalation, si chiede Francesco Silvestri del M5s: «Ci saremmo aspettati posizioni politiche più chiare. Nonostante il suo tono deciso, i contenuti appaiono contraddittori. Che senso ha venire qua a dire tutto e il contrario di tutto? A dire che sostiene la de-escalation ma anche l’azione che ha fatto Netanyahu? Queste cose sono in contraddizione. Non ha chiarito se è a favore di quello che è appena successo, nelle tempistiche rispetto agli sforzi che si fanno per una de-escalation vera». Più sfumata la posizione della segretaria del Pd Elly Schlein, che ha voluto sottolineare che «nessuno più di noi è ostile al regime iraniano che opprime le donne e nessuno più di noi sostiene il movimento Donna vita libertà, tuttavia questa azione improvvisa e unilaterale di Israele non può che indebolire le trattative nei luoghi deputati». Delle due l’una, dice Schlein chiedendo al governo di non schiacciare il Paese sugli «umori alterni» di Trump: «O si pensa che quello di Israele sia un attacco legittimo, e alcune dichiarazioni della maggioranza vanno in questa direzione, e allora bisogna avere il coraggio di dire: ha fatto bene. O si pensa che bisogna fermare l’escalation, e allora bisogna dire a Netanyahu di fermarsi e all’Iran di frenare le sue reazioni. L’attacco unilaterale all’Iran non è la via. Vorremmo chiarezza, lo chiediamo al governo e alla Ue». LEGGI TUTTO
Clima, appello al governo: servono obiettivi ambiziosi
Clima, appello al governo: servono obiettivi ambiziosi | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Mattarella: “Situazione a Gaza inaccettabile”
Mattarella: ‘Situazione a Gaza inaccettabile’ | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Mattarella visita Lussemburgo: “Ue decida o altri lo faranno al posto suo”
“Bisogna trovare meccanismi decisionali più rapidi ed efficaci perché altrimenti l’Europa rischia di essere spettatrice di soluzioni che verranno inevitabilmente decise da altri soggetti”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nel colloquio con il premier lussemburghese Luc Frieden e il presidente del parlamento Claude Wieseler. La necessità di mettere l’Unione Europea in condizione di prendere decisioni più rapide, la situazione non accettabile a Gaza e la necessità di una pace autentica, giusta e duratura in Ucraina sono state al centro dei colloqui.
I conflitti
A quanto si apprende, nel corso degli incontri è stata messo in evidenza che la soluzione al conflitto ucraino non può che passare attraverso una soluzione che tenga conto delle regole fondamentali del diritto internazionale e che garantisca in questo modo la tenuta della pace. La soluzione della crisi di Gaza, invece, trova nella formula “due popoli due stati” la sua chiave di volta. In questo contesto si fa più forte l’esigenza di una Unione Europea che si rafforzi rendendo più spediti i tempi delle proprie decisioni, per farne un attore di primo piano nelle relazioni internazionali.
“Palestinesi abbiano proprio Stato”
Il presidente della Repubblica si è espresso così sul conflitto a Gaza e la guerra tra Israele e Hamas: “Occorre arrivare immediatamente a un cessate il fuoco e al rilascio, da parte di Hamas, di tutti gli ostaggi. La soluzione “due popoli, due Stati” può sembrare irraggiungibile in questa situazione, ma è l’unica strada percorribile”. “Bisogna lavorare per indicare una prospettiva storica – ha aggiunto – che consenta ai palestinesi di avere il proprio Stato, accantonando sofferenze e rancori, e che assicuri, nel contempo, la sicurezza di Israele”.
“In Russia pace giusta”
“Nessuno vuole umiliare la Russia o sminuirne il ruolo. Ma la ricerca ostinata di una soluzione deve portare una pace vera, stabile, fondata sul diritto e la giustizia. Altrimenti non durerebbe”, ha detto Mattarella parlando della guerra russa in Ucraina. LEGGI TUTTOAmministrative, domenica si vota a Genova: sfida Salis-Piciocchi. Ecco chi sono
Ascolta la versione audio dell’articoloSono 481mila i genovesi chiamati alle urne per scegliere il nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale. La sfida nel capoluogo ligure è a sette: i contendenti sono in ordine alfabetico Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione), Raffaella Gualco (Genova Unita), Antonella Marras (Sinistra Alternativa), Pietro Piciocchi (centrodestra), Cinzia Ronzitti (Partito Comunista dei Lavoratori), Silvia Salis (centrosinistra-campo largo) e Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare). Al di là dei numeri e al centro del dibattito ci sono i temi importanti per il tessuto socioeconomico cittadino, soprattutto la sanità, forse il punto più dolente dell’intera Liguria. Ma anche le nuove infrastrutture come lo skymetro, la gestione dei servizi pubblici e il welfare che si intrecciano ormai quotidianamente con attacchi più o meno velati di tipo personale. La campagna elettorale si gioca molto sui social e nelle piazze con presenze politiche nazionali che però non riescono a far decollare del tutto la discussione sui programmi. Tra visioni opposte su cosa fare per il futuro di una città difficile e complessa come Genova e attacchi personali diretti, colpi bassi e insinuazioni, gli oltre 481 mila elettori genovesi dovranno andare a votare in un contesto fortemente polarizzato.Chi è Silvia SalisIl centosinistra va alle urne con uno schieramento ampio che secondo alcuni osservatori potrebbe far da modello anche a livello nazionale. Realizzato il campo largo con, tra gli altri, M5s, Avs e Italia Viva, a sostegno della candidata Silvia Salis, il centrosinistra giocherà anche la carta del civismo rappresentato dalla stessa Salis (Silvia Salis Sindaca e Riformiamo Genova con Silvia Salis), vicepresidente del Coni e atleta plurimedagliata. con un progetto civico che punta a ricucire le fratture sociali, riportare l’amministrazione vicino ai quartieri e restituire ai cittadini la possibilità di immaginare un futuro diverso. Il suo percorso unisce sport, istituzioni e impegno civile. Cinque le liste che appoggiano la candidata alla carica di sindaco scelta per sbaragliare le destre e tornare in Comune a Genova dopo anni di centrodestra. Il Comune di Genova in una nota ribadisce di aver sempre garantito gli spazi elettorali alla candidata sindaca del campo progressista Silvia Salis, dopo che il suo staff elettorale denuncia di essere stato costretto a spostare il comizio conclusivo della campagna elettorale in piazza della Vittoria da piazza Matteotti «poiché occupata da maxi-gazebo e una piscina-idromassaggio» per l’evento annuale Genova Design Week 2025. «Il Comune di Genova – prosegue la nota – ha provveduto a concedere, come nuovo spazio per il comizio elettorale, piazza della Vittoria, come richiesto dal Partito Democratico».Loading…Chi è Pietro PiciocchiIl centrodestra punta invece su Pietro Piciocchi, che dell’ex sindaco e oggi governatore Marco Bucci è stato vice in Comune a Genova oltre che super-assessore con ben 26 deleghe, alcune delle quali pesantisisme. Il centrodestra si presenta unito con FI, FdI, Lega, Udc, nuovo Psi-Dc assieme a Noi Moderati Orgoglio Genova (per cui si candida Ilaria Cavo (Noi moderati) e Vince Genova. Sette dunque le liste che appoggiano la candidatura di Piciocchi. Il candidato punta su sicurezza, pulizia urbana e infrastrutture strategiche come Terzo Valico e aeroporto. Il vicesindaco Piciocchi commenta l’autorizzazione per il comizio elettorale, della candidata rivale così: «Non è vero che il Comune di Genova ha ritirato l’autorizzazione per la serata conclusiva di Silvia Salis in piazza Matteotti. La manifestazione era regolarmente autorizzata, gli organizzatori sapevano della concomitanza di altri eventi già previsti, tanto da essere pronti ad allestire il palco a ridosso del sagrato della Chiesa del Gesù». LEGGI TUTTO
Tajani: l’Iran ha superato la linea rossa, ora al lavoro per la de-escalation
Ascolta la versione audio dell’articolo«Per quanto riguarda il programma nucleare dell’Iran, noi abbiamo il rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite secondo il quale l’Iran ha violato le regole ed è andato al di là della linea rossa per quanto riguarda la costruzione dell’arma atomica. Quindi le osservazioni israeliane sono assolutamente fondate sulla base di una relazione indipendente che arriva dall’agenzia dell’Onu».Tajani sottolinea le ragioni di Israele: «L’Iran ha superato la linea rossa»Prima ancora di andare in Parlamento per l’audizione davanti alla commissioni Esteri di Camera e Senato, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani rafforza la linea del governo dopo che, a caldo, la premier Giorgia Meloni nel suo colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva sottolineato la necessità che «l’Iran non possa in alcun caso dotarsi dell’arma nucleare», auspicando al contempo che «gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano ancora avere successo». La linea rossa, ribadisce dunque in Parlamento Tajani, è in realtà già stata superata. «Di fronte a una minaccia nucleare, non può esservi alcuna ambiguità. L’Iran non può dotarsi della bomba atomica. Ho voluto trasmettere questo messaggio anche al presidente della Repubblica israeliano Isaac Herzog, al quale ho ribadito il diritto di Israele a garantire la propria sopravvivenza tutelandosi da un possibile attacco nucleare». E ancora: «La decisione di lanciare l’operazione è scaturita da informazioni di intelligence su Teheran, tali da configurare una minaccia esistenziale per Israele, per la regione e per la comunità internazionale».Loading…«L’Italia è in prima linea per la de-escalation»Un sostanziale appoggio all’azione di Israele, dunque, in sintonia con la posizione assunta dal presidente Usa Donald Trump (“l’Iran faccia l’accordo prima che non ne resti più nulla”). La strada del governo italiano resta quella della ripresa dei colloqui per la denuclearizzazione e, da parte dell’Italia, il lavoro diplomatico per una de-escalation del conflitto («su questo fronte siamo in prima linea»). Le cui conseguenze, in caso di un prolungato scontro militare, sarebbero enormi anche dal punto di vista economico, sottolinea Tajani: è a rischio la libertà di navigazione in una rotta cruciale per l’Italia e per il commercio globale e ci sarebbero conseguenze sul piano energetico, umanitario e migratorio.«Finora nessuna situazione critica per i 50mila italiani nell’area»Infine, le informazioni sugli italiani – militari e civili – presenti nell’area. «Attualmente si trovano circa 50.000 italiani in tutta la regione mediorientale. La presenza più significativa è in Israele, con circa 20.000 connazionali, mentre sono circa 500 quelli residenti in Iran. Al momento non ci sono state segnalate situazioni critiche – ha detto Tajani -. A questi si aggiungono i nostri militari presenti nell’area, dall’Iraq al Libano, dal Golfo al Sinai, che seguiamo insieme al ministero della Difesa. Le nostre ambasciate sono in contatto con tutti i connazionali che hanno chiesto informazioni per rientrare in Italia. Stanno tutti bene e stanno ricevendo – uno ad uno – ogni possibile assistenza, tenendo conto dell’interruzione del traffico aereo nella regione», ha aggiunto. «In particolare, un gruppo di 36 pellegrini della Conferenza Episcopale Italiana, presente a Gerusalemme, è stato assistito dal nostro Consolato Generale ed è riuscito a raggiungere la Giordania».Opposizioni critiche: o si appoggia Israele o si lavora per la de-escalationL’informativa di Tajani non ha convinto le opposizioni, che la hanno trovata quantomeno contraddittoria. Si può appoggiare nella sostanza l’azione di Israele e al contempo assicurare di voler lavorare per la de-escalation, si chiede Francesco Silvestri del M5s: «Ci saremmo aspettati posizioni politiche più chiare. Nonostante il suo tono deciso, i contenuti appaiono contraddittori. Che senso ha venire qua a dire tutto e il contrario di tutto? A dire che sostiene la de-escalation ma anche l’azione che ha fatto Netanyahu? Queste cose sono in contraddizione. Non ha chiarito se è a favore di quello che è appena successo, nelle tempistiche rispetto agli sforzi che si fanno per una de-escalation vera». Più sfumata la posizione della segretaria del Pd Elly Schlein, che ha voluto sottolineare che «nessuno più di noi è ostile al regime iraniano che opprime le donne e nessuno più di noi sostiene il movimento Donna vita libertà, tuttavia questa azione improvvisa e unilaterale di Israele non può che indebolire le trattative nei luoghi deputati». Delle due l’una, dice Schlein chiedendo al governo di non schiacciare il Paese sugli «umori alterni» di Trump: «O si pensa che quello di Israele sia un attacco legittimo, e alcune dichiarazioni della maggioranza vanno in questa direzione, e allora bisogna avere il coraggio di dire: ha fatto bene. O si pensa che bisogna fermare l’escalation, e allora bisogna dire a Netanyahu di fermarsi e all’Iran di frenare le sue reazioni. L’attacco unilaterale all’Iran non è la via. Vorremmo chiarezza, lo chiediamo al governo e alla Ue». LEGGI TUTTO