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Foti: con Green deal rischio deindustrializzazione dell’Italia
Ascolta la versione audio dell’articolo«L’Europa deve essere, non una macchina per vietare, ma uno strumento che effettivamente favorisce la crescita delle imprese. L’errore di fondo è che noi stiamo pagando una politica del Green Deal che non ha senso: se teniamo questa strada abbiamo la deindustrializzazione del paese». Con il rischio di tensioni sociali. A dire così è il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, intervenendo al Forum in Masseria. «L’automotive – ha aggiunto – pesa in Europa e 13 milioni di famiglie traggono sostentamento dal settore, per tacere di tutte le filiere. Se continuiamo a parlare del sesso degli angeli, sarà molto affascinante filosoficamente, ma politicamente fallimentare».Per Coesione serve programmazione più veloce«La Coesione agisce su un periodo medio di sette anni. In termini di programmazione persino l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche si fermava a piani quinquennali. Se si va con un piano di programmazione più veloce e si hanno risultati superiori». Lo ha sottolineato il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, intervenendo al Forum in Masseria di Manduria. «Stiamo parlando – ha proseguito – del periodo di programmazione 2028-2034, che è un periodo abbastanza decisivo per quanto riguarda la possibilità per l’Europa di recuperare gap. In questa ultima fase, con la programmazione prevista da Fitto, si possono destinare ad altri ambiti le risorse della coesione. Per la parte regionale occorre acquisire singolarmente le adesione di tutte le Regioni. C’è il problema che le risorse regionali vanno contrattate Regione per Regione».Loading…Casa, ministero dedicato? Taglio norme e rigenerazionePer fare la casa «servono due cose: disboscare tutta una serie di norme che suggeriscono di non fare nuove case. Poi il tema vero è quello della rigenerazione urbana, che non può non essere accompagnata da misure fiscali». Il ministro risponde circa la necessità della creazione di un ministero ad hoc per quest’ambito. «Penso poi alla misura a cui pensava il vice presidente Fitto che era quella di dire alle Regioni: abbiamo capoluoghi tutti in sofferenza, anziché utilizzare risorse europee per misure quantomeno opinabili usiamole per colmare il gap housing».Deldossi (Ance): sull’energia necessaria governance forteA giudizio del vicepresidente Ance Massimo Angelo Deldossi, presente al Forum, «per incidere davvero sui costi dell’energia e consentire a imprese e famiglie un risparmio significativo sulle bollette dobbiamo abbattere i consumi energetici. La direttiva case green ci offre l’occasione di tagliare i consumi almeno del 50%, ma per realizzare questi obiettivi serve una governance forte, mettendo a sistema tutti i fondi a sostegno della riqualificazione che già ci sono: europei, nazionali, fondi d’investimento e capitali privati. Questo è il primo punto del decalogo che Ance ha messo a punto per l’efficienza energetica». LEGGI TUTTO
AUTO1.com: grazie ad Allane Mobility oltre 10mila veicoli in più
AUTO1.com, la più grande piattaforma B2B di auto usate in Europa, ha avviato una collaborazione con Allane Mobility Group (ex Sixt Leasing), assicurandosi così un’ulteriore disponibilità annuale di 10.000 veicoli di alta qualità della flotta e che rientrano dal leasing. Per i dealer partner, i veicoli sono disponibili online nell’”Asta a catalogo”, un’asta in tempo reale, gestita separatamente e completamente automatizzata. Grazie alla partnership con AUTO1.com, Allane Mobility Group espande la sua rete remarketing a più di 60.000 acquirenti attivi in 30 mercati europei e ottiene i prezzi di vendita migliori per le proprie auto usate.Allane Mobility Group, accoglie positivamente la collaborazione, come spiega Andreas Birgmann, Director Remarketing Allane SE: “L’integrazione dei sistemi è stata effettuata senza problemi e le prime prove hanno dato risultati molto soddisfacenti. Essendo focalizzata su un modello di business digitale per la compravendita di veicoli B2B, AUTO1.com rappresenta per noi il partner ideale per commercializzare in modo efficiente i veicoli della flotta e quelli che rientrano dal leasing. Lo spirito innovativo condiviso è un ottimo presupposto per il reciproco successo”.L’Asta a catalogo, che si svolge ogni settimana in tutta Europa, include da 250 a 300 veicoli di alta qualità, di diverse marche e modelli, appartenenti alla flotta o provenienti dal leasing. Durante la cosiddetta “Fase catalogo”, gli acquirenti possono valutare i veicoli per un’intera settimana, metterli nella loro watchlist e iniziare a fare direttamente offerte. Ogni giovedì alle 11 inizia la “Fase turbo”. I veicoli vengono presentati uno dopo l’altro per un breve periodo di tempo. Da quel momento, per quelli maggiormente richiesti, i potenziali acquirenti hanno l’ultima possibilità di aggiudicarsi l’asta piazzando la loro offerta più alta. Ad asta conclusa, gli acquirenti possono beneficiare del supporto logistico di AUTO1.com con un network di oltre 300 partner in Europa.”Grazie al nostro network molto attivo in Europa, il nostro nuovo partner Allane Mobility Group può beneficiare di un modello d’asta dinamico e, di conseguenza, di prezzi migliori. I dealer, d’altra parte, sono sempre alla ricerca di veicoli di alta qualità da poter acquistare a prezzi di mercato equi e vendere con profitto, soprattutto in questo periodo, a causa della carenza di auto” dice Stefano Galluccio, VP Italy di AUTO1 Group.”Siamo entusiasti di aver trovato un altro grande partner per il remarketing e sicuri di poter apportare un contributo significativo per entrambi”, dichiara Werner König, Managing Director Remarketing di Allane SE.”I nostri partner non devono più passare da una piattaforma all’altra. Possono contare su uno stock diversificato e sui migliori servizi complementari offerti da AUTO1.com. Grazie a questa nuova partnership, i nostri acquirenti hanno ora a disposizione quattro modalità di acquisto. L’Asta a catalogo, le Aste 24h, l’Asta fra clienti privati e l’opzione Acquisto immediato”, dichiara Francesco Rocchi, Director Sales & Remarketing Italy di AUTO1 Group.L’Asta a catalogo è disponibile per tutti i partner registrati in oltre 30 mercati in tutta Europa. Chi è interessato può registrarsi su www.AUTO1.com e in seguito ricevere l’accesso all’Asta a catalogo. LEGGI TUTTO
Cittadinanza, Meloni: ius scholae non è in programma governo
Cittadinanza, Meloni: ius scholae non è in programma governo | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Ci servirebbe una macchina che annusa
Gli odori hanno un ruolo centrale nella nostra percezione del mondo, eppure buona parte del funzionamento dell’olfatto rimane un mistero. Sappiamo che microscopiche strutture (i recettori) nel naso rilevano le sostanze in sospensione nell’aria che respiriamo e inviano un segnale al cervello, che elabora quell’informazione dandoci la consapevolezza di avere appena percepito un odore, ma non comprendiamo ancora perfettamente come. Osmo, una società statunitense con grandi finanziatori come Google, dice di avere fatto importanti progressi per risolvere il mistero insegnando alle macchine a riconoscere gli odori, naturalmente usando sistemi di intelligenza artificiale.Il capo di Osmo è Alex Wiltschko, un neurobiologo originario del Texas che ha fatto fortuna in California lavorando diversi anni a Google, prima che da una delle divisioni di ricerca della società nascesse la sua start-up. Fin da ragazzino Wiltschko era ossessionato dai profumi, al punto da averne una piccola collezione ed essere incuriosito dal modo in cui ciascuno di noi li percepisce, con una certa componente di soggettività. Fu quella curiosità a spingerlo a studiare neurobiologia e a conseguire un dottorato, che però non riuscì a mettere a frutto in ambito accademico, dove non sembrava esserci molto interesse per la biologia dell’olfatto.
Wiltschko lasciò l’università, lavorò in varie società e infine trovò impiego a Google Research, dedicata alla ricerca di prodotti innovativi, dove divenne il responsabile di un gruppo di lavoro che si occupava di “olfatto digitale”. La sua idea, che avrebbe poi continuato a sviluppare con Osmo, era di creare un sistema per mappare gli odori, sviluppando sensori e sistemi informatici per la loro identificazione e in prospettiva per lo sviluppo di nuove molecole. Le applicazioni potrebbero essere molteplici, dalla produzione di profumi alla ricerca di deterrenti più efficaci contro gli insetti, passando per sensori in grado di diagnosticare malattie in base all’odore prodotto dai pazienti.
Per lungo tempo l’olfatto ha ricevuto meno attenzioni rispetto ad altri sensi come la vista e l’udito, forse anche a causa della sua enorme e talvolta sfuggente complessità. I nostri occhi vedono una certa porzione della luce, definibile e misurabile, così come le nostre orecchie percepiscono i suoni con una frequenza compresa in un certo intervallo, anche in questo caso misurabile e analizzabile. Per l’olfatto è tutto più complicato: le sostanze che stimolano la nostra percezione sono potenzialmente miliardi e ciò che rende possibile identificarle, i recettori, sono strutture minuscole con una grande varietà di forme e funzioni. Si stima che siano almeno 400, contro i due tipi di recettori che rendono possibile la visione.
Secondo Wiltschko, l’unico modo per padroneggiare una tale complessità è costruire una mappa, come del resto abbiamo fatto per definire la varietà di colori che possono vedere i nostri occhi o i suoni che possiamo percepire con le orecchie. Le mappe sono una delle invenzioni più efficaci per ridurre la complessità, o per lo meno per costruirne più livelli via via più articolati e dettagliati. La semplificazione che offre una cartina di un quartiere cittadino è ideale per essere gestita con le nostre conoscenze e capacità mentali, ma più una mappa diventa articolata più è difficile navigarla e per questo Osmo lavora con sistemi di intelligenza artificiale in grado di produrre la mappa stessa e di orientarsi al suo interno.
(James Glossop/WPA Pool/Getty Images)
I cartografi degli odori sono partiti da alcuni cataloghi di profumi realizzati negli anni, che descrivono sia la struttura delle molecole che producono determinati odori sia le loro caratteristiche quando vengono inalati: fruttato, legnoso, affumicato e così via. I cataloghi più grandi comprendono migliaia di molecole, ma non è sempre semplice trovare relazioni tra loro in modo da poterli organizzare in una mappa, che per esempio comprenda un’isola di odori che evocano la sensazione del fresco e un’altra dello stantio. Due composti chimici estremamente simili tra loro possono produrre due odori completamente diversi, mentre due molecole con strutture molto diverse tra loro possono produrre odori simili.
Osmo ha quindi fatto allenare un sistema di intelligenza artificiale in modo che da quei cataloghi organizzasse gli odori in una mappa con circa 5mila punti, collegati tra loro su più livelli e da utilizzare per provare a prevedere le caratteristiche di altri odori non compresi nei cataloghi stessi partendo unicamente dalle caratteristiche della loro molecola. Una volta realizzato, il modello è stato messo alla prova confrontando le sue previsioni con le valutazioni di un gruppo di volontari.
A 15 persone sono state proposte alcune centinaia di aromi, con la richiesta di odorarli e di descriverli scegliendo da un elenco di cinquanta parole come “tropicale” e “affumicato”. La percezione degli odori è soggettiva, ma nel complesso nelle valutazioni c’era la prevalenza di determinate parole. Il gruppo di ricerca ha poi confrontato le descrizioni fornite dai volontari con quelle prodotte dal sistema di intelligenza artificiale, che si basavano esclusivamente sull’interpretazione della struttura delle molecole di quegli aromi. Lo studio scientifico in cui è raccontato l’esperimento ha segnalato che l’AI riesce a fare un lavoro di identificazione e mappatura migliore di quello che riesce a fare una persona addestrata per catalogare gli odori.
Il modello sviluppato da Osmo ha ricevuto grandi attenzioni, ma la società è distante da un uso commerciale. Nella percezione degli odori sono coinvolti molti altri fattori legati al funzionamento dei recettori e degli enzimi che intervengono sui composti che inaliamo con l’aria. La grande varietà di recettori implica che ci possano essere interazioni tra loro di tipo diverso a seconda delle sostanze, con esiti che variano da persona a persona. È il motivo per cui alcuni percepiscono come più intensi alcuni profumi, al punto da trovarli fastidiosi rispetto ad altri. Districarsi in queste sfumature è difficile, ma Wiltschko ritiene che la capacità di una AI di navigare e organizzare la complessità possa essere la risposta. Un tipo di risposta molto conveniente.
Le valutazioni variano molto, ma si stima che il mercato dei profumi abbia un valore annuo intorno ai 30 miliardi di dollari. È un settore particolarmente remunerativo soprattutto per i produttori di cosmetici e profumi, con alti ricarichi resi possibili soprattutto dalle collaborazioni delle società che li sviluppano con i grandi marchi di moda. Trovare le giuste combinazioni di aromi sta però diventando sempre più difficile perché si faticano a trovare nuove molecole.
(Justin Sullivan/Getty Images)
Le società che se ne occupano investono ingenti quantità di denaro per sintetizzarne di nuove, ma poche si rivelano poi adatte per essere impiegate in un profumo. Alcune non sono persistenti a sufficienza dopo l’applicazione sulla pelle, altre sono poco stabili o si disgregano troppo facilmente quando sono miscelate con altri composti. Una nuova molecola di sintesi deve essere inoltre testata per verificarne la sicurezza, con regole che variano a seconda dei paesi. Può quindi accadere che un composto che sembrava molto promettente debba essere accantonato dopo anni di sviluppo, rendendo fallimentare l’investimento iniziale.
In futuro i sistemi sviluppati da Osmo, e da altre società che seguono approcci simili, potrebbero essere impiegati per sviluppare velocemente nuove molecole usando le loro articolate mappe degli odori. L’idea è che si possa chiedere al sistema un aroma di cedro maturato al Sole nell’aria salmastra del Mediterraneo d’estate, ottenendo come risposta la formula chimica delle sostanze per realizzarla. In ultima istanza, potrebbe essere il sistema stesso a provvedere alla sua sintesi, uno scenario che per i più scettici è da fantascienza allo stato attuale delle conoscenze e delle tecnologie.
I modelli basati sulle AI potrebbero rivelarsi utili anche per sviluppare nuovi sistemi per l’analisi e la rivelazione degli odori. Macchinari di questo tipo esistono già da tempo, ma di solito sono altamente specializzati nel riconoscere determinate sostanze. I cosiddetti “nasi elettronici” sono impiegati per esempio per rilevare gli inquinanti presenti nell’aria come il diossido di azoto o il monossido di carbonio, o per valutare l’impatto olfattivo di impianti industriali nelle prossimità dei centri abitati. Non esistono però nasi elettronici versatili e con capacità paragonabili a quelle del nostro olfatto, e soprattutto non forniscono descrizioni delle sensazioni che evocano le sostanze odorose.
Oltre ai recettori che abbiamo nel naso, la nostra esperienza con gli aromi è fortemente legata all’attività cerebrale. Il nostro cervello è estremamente abile nell’interpretare i segnali che riceve quando odoriamo qualcosa e alcune persone hanno capacità più spiccate di altre. L’”ipersomia” è una condizione che determina questa capacità e può portare a esiti sorprendenti, come la capacità di distinguere l’odore di una malattia degenerativa, prima che questa diventi evidente in chi ne è affetto. Imitando questa capacità si potrebbero quindi realizzare nasi elettronici per aiutare i medici nella diagnosi precoce di alcune malattie, intervenendo con le terapie prima ancora della comparsa di alcuni sintomi.
Un naso elettronico basato sull’intelligenza artificiale come quello cui sta lavorando Osmo potrebbe rivelarsi utile anche per un altro tipo di prevenzione. Ogni anno in tutto il mondo ci sono circa 250 milioni di casi di malaria trasmessa dalle zanzare, con oltre 600mila morti annue per la malattia. Intervenire sulle popolazioni di zanzare e sui metodi per prevenire il loro morso è essenziale per ridurre i contagi e di conseguenza i decessi, ma fare prevenzione è costoso e richiede grandi sforzi organizzativi, non sempre praticabili nelle aree più povere del mondo. Un migliore repellente contro le zanzare potrebbe fare la differenza.
Reti per ridurre il rischio di contagi da malaria dovuti alle zanzare in una capanna in Cambogia nel 2010 (Paula Bronstein/Getty Images)
Per questo la Bill & Melinda Gates Foundation, che finanzia da anni progetti per contrastare la diffusione della malaria, ha investito 3,5 milioni di dollari in Osmo scommettendo sulle capacità dei suoi sistemi per sviluppare in futuro repellenti di nuova generazione contro le zanzare. Questi insetti trovano le loro prede, per lo più gli esseri umani, grazie a recettori estremamente sensibili all’anidride carbonica e ad altre sostanze volatili che produciamo con la traspirazione.
I repellenti le mascherano in modo da risultare meno appetibili alle zanzare, ma contengono sostanze da utilizzare con cautela e c’è il sospetto che generazione dopo generazione le zanzare abbiano iniziato ad adattarsi e a non trovarle più repellenti come un tempo. Conoscendo il funzionamento dei recettori delle zanzare, i sistemi di Osmo e quelli sviluppati da altre società potrebbero essere impiegati per sviluppare sostanze per eluderli e che al tempo stesso richiedano meno precauzioni per il loro utilizzo rispetto ai repellenti attuali.
Wiltschko aveva iniziato a lavorare con i sistemi di intelligenza artificiale ben prima che iniziasse l’euforia degli ultimi anni, spinta soprattutto dai successi di ChatGPT di OpenAI. Il maggiore interesse verso queste tecnologie ha comunque favorito gli investimenti anche nel settore in cui è attiva Osmo, che dovrà quindi confrontarsi con altre aziende e start-up interessate a risolvere il mistero dell’olfatto, o almeno a provarci. LEGGI TUTTOBimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegato
I parenti, tra cui la madre che è in attesa di un altro figlio, ne avevano segnalato poco prima la scomparsa.Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegato – Nanopress.itI soccorritori, tra cui i sanitari del 118, hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione, ma tutti i tentativi sono risultati inutili. Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegatoNon ce l’ha fatta il bambino di tre anni finito nel pomeriggio di oggi in un canale irriguo nel territorio del comune di Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno. Il piccolo, di origine straniera, si trovava lì con la famiglia. I parenti, tra cui la madre che è in attesa di un altro figlio, ne avevano segnalato poco prima la scomparsa.I soccorritori, tra cui i sanitari del 118, hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione, ma tutti i tentativi sono risultati inutili. Nel contempo è stata allertata l’eliambulanza che è stata poi rimandata indietro perché il piccolo è morto. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri, che erano stati allertati da alcune persone del posto, che avevano notato il corpicino nell’acqua. LEGGI TUTTO
Foti: con Green deal rischio deindustrializzazione dell’Italia
Ascolta la versione audio dell’articolo«L’Europa deve essere, non una macchina per vietare, ma uno strumento che effettivamente favorisce la crescita delle imprese. L’errore di fondo è che noi stiamo pagando una politica del Green Deal che non ha senso: se teniamo questa strada abbiamo la deindustrializzazione del paese». Con il rischio di tensioni sociali. A dire così è il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, intervenendo al Forum in Masseria. «L’automotive – ha aggiunto – pesa in Europa e 13 milioni di famiglie traggono sostentamento dal settore, per tacere di tutte le filiere. Se continuiamo a parlare del sesso degli angeli, sarà molto affascinante filosoficamente, ma politicamente fallimentare».Per Coesione serve programmazione più veloce«La Coesione agisce su un periodo medio di sette anni. In termini di programmazione persino l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche si fermava a piani quinquennali. Se si va con un piano di programmazione più veloce e si hanno risultati superiori». Lo ha sottolineato il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, intervenendo al Forum in Masseria di Manduria. «Stiamo parlando – ha proseguito – del periodo di programmazione 2028-2034, che è un periodo abbastanza decisivo per quanto riguarda la possibilità per l’Europa di recuperare gap. In questa ultima fase, con la programmazione prevista da Fitto, si possono destinare ad altri ambiti le risorse della coesione. Per la parte regionale occorre acquisire singolarmente le adesione di tutte le Regioni. C’è il problema che le risorse regionali vanno contrattate Regione per Regione».Loading…Casa, ministero dedicato? Taglio norme e rigenerazionePer fare la casa «servono due cose: disboscare tutta una serie di norme che suggeriscono di non fare nuove case. Poi il tema vero è quello della rigenerazione urbana, che non può non essere accompagnata da misure fiscali». Il ministro risponde circa la necessità della creazione di un ministero ad hoc per quest’ambito. «Penso poi alla misura a cui pensava il vice presidente Fitto che era quella di dire alle Regioni: abbiamo capoluoghi tutti in sofferenza, anziché utilizzare risorse europee per misure quantomeno opinabili usiamole per colmare il gap housing».Deldossi (Ance): sull’energia necessaria governance forteA giudizio del vicepresidente Ance Massimo Angelo Deldossi, presente al Forum, «per incidere davvero sui costi dell’energia e consentire a imprese e famiglie un risparmio significativo sulle bollette dobbiamo abbattere i consumi energetici. La direttiva case green ci offre l’occasione di tagliare i consumi almeno del 50%, ma per realizzare questi obiettivi serve una governance forte, mettendo a sistema tutti i fondi a sostegno della riqualificazione che già ci sono: europei, nazionali, fondi d’investimento e capitali privati. Questo è il primo punto del decalogo che Ance ha messo a punto per l’efficienza energetica». LEGGI TUTTO
AUTO1.com: grazie ad Allane Mobility oltre 10mila veicoli in più
AUTO1.com, la più grande piattaforma B2B di auto usate in Europa, ha avviato una collaborazione con Allane Mobility Group (ex Sixt Leasing), assicurandosi così un’ulteriore disponibilità annuale di 10.000 veicoli di alta qualità della flotta e che rientrano dal leasing. Per i dealer partner, i veicoli sono disponibili online nell’”Asta a catalogo”, un’asta in tempo reale, gestita separatamente e completamente automatizzata. Grazie alla partnership con AUTO1.com, Allane Mobility Group espande la sua rete remarketing a più di 60.000 acquirenti attivi in 30 mercati europei e ottiene i prezzi di vendita migliori per le proprie auto usate.Allane Mobility Group, accoglie positivamente la collaborazione, come spiega Andreas Birgmann, Director Remarketing Allane SE: “L’integrazione dei sistemi è stata effettuata senza problemi e le prime prove hanno dato risultati molto soddisfacenti. Essendo focalizzata su un modello di business digitale per la compravendita di veicoli B2B, AUTO1.com rappresenta per noi il partner ideale per commercializzare in modo efficiente i veicoli della flotta e quelli che rientrano dal leasing. Lo spirito innovativo condiviso è un ottimo presupposto per il reciproco successo”.L’Asta a catalogo, che si svolge ogni settimana in tutta Europa, include da 250 a 300 veicoli di alta qualità, di diverse marche e modelli, appartenenti alla flotta o provenienti dal leasing. Durante la cosiddetta “Fase catalogo”, gli acquirenti possono valutare i veicoli per un’intera settimana, metterli nella loro watchlist e iniziare a fare direttamente offerte. Ogni giovedì alle 11 inizia la “Fase turbo”. I veicoli vengono presentati uno dopo l’altro per un breve periodo di tempo. Da quel momento, per quelli maggiormente richiesti, i potenziali acquirenti hanno l’ultima possibilità di aggiudicarsi l’asta piazzando la loro offerta più alta. Ad asta conclusa, gli acquirenti possono beneficiare del supporto logistico di AUTO1.com con un network di oltre 300 partner in Europa.”Grazie al nostro network molto attivo in Europa, il nostro nuovo partner Allane Mobility Group può beneficiare di un modello d’asta dinamico e, di conseguenza, di prezzi migliori. I dealer, d’altra parte, sono sempre alla ricerca di veicoli di alta qualità da poter acquistare a prezzi di mercato equi e vendere con profitto, soprattutto in questo periodo, a causa della carenza di auto” dice Stefano Galluccio, VP Italy di AUTO1 Group.”Siamo entusiasti di aver trovato un altro grande partner per il remarketing e sicuri di poter apportare un contributo significativo per entrambi”, dichiara Werner König, Managing Director Remarketing di Allane SE.”I nostri partner non devono più passare da una piattaforma all’altra. Possono contare su uno stock diversificato e sui migliori servizi complementari offerti da AUTO1.com. Grazie a questa nuova partnership, i nostri acquirenti hanno ora a disposizione quattro modalità di acquisto. L’Asta a catalogo, le Aste 24h, l’Asta fra clienti privati e l’opzione Acquisto immediato”, dichiara Francesco Rocchi, Director Sales & Remarketing Italy di AUTO1 Group.L’Asta a catalogo è disponibile per tutti i partner registrati in oltre 30 mercati in tutta Europa. Chi è interessato può registrarsi su www.AUTO1.com e in seguito ricevere l’accesso all’Asta a catalogo. LEGGI TUTTO