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Burkina Faso, golpe militare. In arresto il presidente
Anche il Burkina Faso, come la Guinea e il Mali, è finito nella mani dei militari. Nel poverissimo Paese dell’Africa occidentale, schiacciato da quasi un decennio di brutalità jihadista, forze armate ribelli hanno destituito il presidente Roch Marc Christian Kaboré e dissolto il Parlamento. Accusando le autorità di aver fallito contro l’Isis e al Qaida, che hanno ucciso migliaia di persone e costretto un milione e mezzo a fuggire dalle proprie case. La crisi, scoppiata con episodi di ammutinamento in varie caserme e manifestazioni anti-governative in cui è stato dato alle fiamme il quartier generale del partito di Kaborè, è degenerata nello spazio di 24 ore con la notizia dell’arresto del presidente. Il capo dello Stato, insieme con il leader del Parlamento e alcuni ministri, sono stati condotti in una caserma della capitale Ouagadougou, hanno poi confermato diverse fonti di sicurezza, mentre nei pressi della residenza di Kaborè sono stati visti tre veicoli militari crivellati di proiettili e tracce di sangue. E decine di militari incappucciati si sono appostati davanti alla sede della tv pubblica. Nel caos è apparso un tweet del presidente che invitava «coloro che hanno imbracciato le armi a riporle». Impossibile però sapere se l’avesse scritto di suo pugno, mentre il partito denunciava persino un «tentativo di ucciderlo». In serata i golpisti hanno fatto chiarezza, annunciato in tv di aver preso il potere e di aver chiuso le frontiere. Con la promessa di rito di un «ritorno all’ordine costituzionale in un tempo ragionevole». LEGGI TUTTO
Meloni: “Al via il bando per le case popolari a Caivano”
Videomessaggio della presidente del Consiglio in occasione della pubblicazione del bando per la riqualificazione del Parco Verde: “Abbiamo riportato la legalità”. E annuncia interventi anche in altre città
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“Oggi sono felice di annunciare un passo in più per il futuro di Caivano. È stato pubblicato il bando per riqualificare gli immobili popolari comunali del Parco Verde, alloggi che era stati costruiti dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 per accogliere chi non aveva più un tetto sulla testa ma che negli ultimi quarant’anni sono stati del tutto abbandonati”. Lo annuncia la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio in occasione della pubblicazione del bando per la riqualificazione del Parco Verde di Caivano.
“Abbiamo riportato la legalità”
A Caivano “abbiamo prima riportato la legalità, sgomberando da quelle case chi non aveva titolo a starci, e ora avviamo il percorso per rimettere a nuovo e in sicurezza 750 appartamenti, le aree verdi, i locali commerciali, le strade e i marciapiedi. Un intervento che vale oltre 130 milioni di euro, totalmente finanziato dai privati, per consegnare a chi ne ha diritto case belle e sicure, degne di una Nazione civile”, ha detto Giorgia Meloni.Annunciati interventi anche nelle altre città
“Il cammino prosegue. E stiamo lavorando anche per replicare ciò che abbiamo sperimentato con successo a Caivano in altri territori della nostra Nazione. Presto anche i cittadini di Rozzano, Orta Nova, Rosarno, San Ferdinando e alcuni quartieri di Roma, Napoli, Catania e Palermo potranno contare su un presente e su un futuro fatto di decoro, bellezza, legalità e opportunità. È un impegno gravoso, ma è quello che gli italiani si aspettano da noi. E noi non vogliamo deluderli”, aggiunge Meloni.
Approfondimento
Le altre Caivano: la lotta alla mafia di Orta NovaTAG: LEGGI TUTTO
Mattarella: “Magistrati siano imparziali e irreprensibili”
Mattarella: ‘Magistrati siano imparziali e irreprensibili’ | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Acconti Irpef senza il taglio aliquote. Dossier aperto su platea e coperture
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaTra i paradossi del Fisco italiano c’è anche quello che la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef per alcuni contribuenti non si tradurrà in una diminuzione delle tasse nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025. Arriva, infatti, ora al pettine il nodo di quella che tecnicamente si chiama sterilizzazione degli effetti sugli acconti della prima riduzione da quattro a tre aliquote che il decreto attuativo della delega fiscale (il Dlgs 216/2023) aveva introdotto per il 2024. Riduzione che poi l’ultima manovra ha messo a regime, però senza un coordinamento tra le due norme.Recupero solo nella dichiarazione 2026Tradotto in pratica, vuol dire che gli acconti d’imposta per il 2024 e il 2025 si calcolano come se quell’accorpamento del primo scaglione fino a 28mila euro sotto l’aliquota del 23% (eliminando quindi quella del 25%) non esistesse per ora. Risultato? Secondo le prime simulazioni effettuate dai Caf della Cgil si determinerebbe un effetto paradossale con un aumento di tassazione dai 75 ai 260 euro per i lavoratori dipendenti e dai 100 ai 260 euro per i pensionati. Soldi che potranno essere recuperati solo con la dichiarazione 2026 e che quindi determinano una sorta di anticipo a tasso zero per l’Erario.Loading…Impatto su pensionati e dipendentiUn problema che poco più di un anno fa era solo prospettico e, invece, ora si materializza con l’avvio della campagna della dichiarazione dei redditi. E che soprattutto rischia, secondo la denuncia della Cgil, di penalizzare solo dipendenti e pensionati e quindi quei contribuenti che pagano tutto e che vedono tassati tutti i loro redditi da lavoro e pensione. In realtà, bisogna considerare due aspetti. Il primo è che si tratta di un effetto solo temporaneo, perché l’anticipo maggiorato che si rischia di pagare ora poi sarà recuperato con la dichiarazione dei redditi 2026. La perdita è solo temporanea e, in ogni caso, al di là delle situazioni tipo molto dipenderà dai bonus fiscali (detrazioni e deduzioni) che il singolo contribuente potrà far valere in dichiarazione e che portano anche per l’anno in corso a mitigare la possibile penalizzazione. Penalizzazione che ora risulterebbe visibile nell’immediato solo per le addizionali comunali perché, per espressa previsione della riforma fiscale, sono rimaste comunque a quattro aliquote e perché vengono applicate mese dopo mese direttamente in busta paga.Il dossier apertoIn teoria, quindi, ci sarebbero i tempi per un intervento per rimediare al cortocircuito tra riforma Irpef e manovra, come chiesto a gran voce da tutte le forze di opposizione che ora riconoscono gli effetti di una norma sottoposta comunque al parere delle commissioni parlamentari prima di approdare in «Gazzetta Ufficiale». Il dossier è stato aperto sui tavoli governativi ma l’input è quello di procedere con cautela cercando di capire quali sono i numeri effettivi della platea interessata e quelli delle coperture.Il problema sul cuneo fiscaleSul tavolo, infatti, c’è anche la necessità di prevedere un’integrazione – come del resto già anticipato dalla sottosegretaria all’Economia Lucia Albano in risposta a un question time a fine gennaio – per la perdita di 1.200 euro annuali di trattamento integrativo che la riscrittura del cuneo fiscale, sempre nell’ultima manovra, ha determinato per i contribuenti con retribuzione lorda tra 8.500 e 9.000 euro. LEGGI TUTTO
Muore a 30 anni dopo un intervento in endoscopia, cinque medici indagati per la morte di Andrea Faustini
La Procura di Brescia ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, per accertare con esattezza le cause del decesso. Andrea Faustini è venuto a mancare il 28 luglio scorso, una decina di giorni dopo l’intervento. Muore a 30 anni dopo un intervento in endoscopia, cinque medici indagati per la morte di Andrea Faustini – Nanopress.itI medici indagati per la morte del giovane sono cinque. Muore a 30 anni dopo un intervento in endoscopiaAndrea Faustini, un giovane di 30 anni di Lograto, Bassa bresciana, è deceduto il 28 luglio scorso dopo un intervento di routine in endoscopia per la rimozione di un polipo. Purtroppo, dopo il primo intervento, ha subito complicazioni che hanno richiesto un’ulteriore operazione d’urgenza e il trasferimento in terapia intensiva, dove non si è più ripreso.La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e cinque medici della Poliambulanza sono stati indagati. L’autopsia sarà eseguita nei prossimi giorni per chiarire le cause della morte. Nel frattempo, la comunità di Lograto si è stretta intorno alla famiglia di Andrea, con messaggi di cordoglio e momenti di preghiera. Lo scorso martedì è stata organizzata una veglia di preghiera in ricordo del giovane prematuramente scomparso. LEGGI TUTTO
Burkina Faso, golpe militare. In arresto il presidente
Anche il Burkina Faso, come la Guinea e il Mali, è finito nella mani dei militari. Nel poverissimo Paese dell’Africa occidentale, schiacciato da quasi un decennio di brutalità jihadista, forze armate ribelli hanno destituito il presidente Roch Marc Christian Kaboré e dissolto il Parlamento. Accusando le autorità di aver fallito contro l’Isis e al Qaida, che hanno ucciso migliaia di persone e costretto un milione e mezzo a fuggire dalle proprie case. La crisi, scoppiata con episodi di ammutinamento in varie caserme e manifestazioni anti-governative in cui è stato dato alle fiamme il quartier generale del partito di Kaborè, è degenerata nello spazio di 24 ore con la notizia dell’arresto del presidente. Il capo dello Stato, insieme con il leader del Parlamento e alcuni ministri, sono stati condotti in una caserma della capitale Ouagadougou, hanno poi confermato diverse fonti di sicurezza, mentre nei pressi della residenza di Kaborè sono stati visti tre veicoli militari crivellati di proiettili e tracce di sangue. E decine di militari incappucciati si sono appostati davanti alla sede della tv pubblica. Nel caos è apparso un tweet del presidente che invitava «coloro che hanno imbracciato le armi a riporle». Impossibile però sapere se l’avesse scritto di suo pugno, mentre il partito denunciava persino un «tentativo di ucciderlo». In serata i golpisti hanno fatto chiarezza, annunciato in tv di aver preso il potere e di aver chiuso le frontiere. Con la promessa di rito di un «ritorno all’ordine costituzionale in un tempo ragionevole». LEGGI TUTTO
Meloni: “Al via il bando per le case popolari a Caivano”
Videomessaggio della presidente del Consiglio in occasione della pubblicazione del bando per la riqualificazione del Parco Verde: “Abbiamo riportato la legalità”. E annuncia interventi anche in altre città
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“Oggi sono felice di annunciare un passo in più per il futuro di Caivano. È stato pubblicato il bando per riqualificare gli immobili popolari comunali del Parco Verde, alloggi che era stati costruiti dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 per accogliere chi non aveva più un tetto sulla testa ma che negli ultimi quarant’anni sono stati del tutto abbandonati”. Lo annuncia la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio in occasione della pubblicazione del bando per la riqualificazione del Parco Verde di Caivano.
“Abbiamo riportato la legalità”
A Caivano “abbiamo prima riportato la legalità, sgomberando da quelle case chi non aveva titolo a starci, e ora avviamo il percorso per rimettere a nuovo e in sicurezza 750 appartamenti, le aree verdi, i locali commerciali, le strade e i marciapiedi. Un intervento che vale oltre 130 milioni di euro, totalmente finanziato dai privati, per consegnare a chi ne ha diritto case belle e sicure, degne di una Nazione civile”, ha detto Giorgia Meloni.Annunciati interventi anche nelle altre città
“Il cammino prosegue. E stiamo lavorando anche per replicare ciò che abbiamo sperimentato con successo a Caivano in altri territori della nostra Nazione. Presto anche i cittadini di Rozzano, Orta Nova, Rosarno, San Ferdinando e alcuni quartieri di Roma, Napoli, Catania e Palermo potranno contare su un presente e su un futuro fatto di decoro, bellezza, legalità e opportunità. È un impegno gravoso, ma è quello che gli italiani si aspettano da noi. E noi non vogliamo deluderli”, aggiunge Meloni.
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