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Dazi, ecco la strategia del governo per aiutare le imprese
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaGiorgia Meloni si prepara a riunire oggi pomeriggio la task force di ministri per valutare, settore per settore, le ricadute dei dazi Usa sulle produzioni italiane. Ci saranno Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese), Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Tommaso Foti (Affari europei), oltre ai vicepremier. Poi, con Matteo Salvini e Antonio Tajani, dovrebbe avere un incontro ristretto, in cui potrebbero prendere forma le mosse successive, dalle tutele per le categorie più colpite a una possibile missione a Washington su cui, dietro il massimo riserbo, sono in corso interlocuzioni diplomatiche e valutazioni di opportunità politica.Possibile missione a Washington per affrontare i daziNel calendario a breve termine potrebbe invece entrare la missione a Washington. Secondo varie fonti potrebbe essere collocata nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell’arrivo del vicepresidente americano JD Vance a Roma. Dalla Casa Bianca sarebbe arrivata una disponibilità di massima a calendarizzare il bilaterale con Donald Trump, e per questo motivo non è ancora ufficialmente confermato il vertice intergovernativo con la Turchia, previsto il 16 e 17 aprile. Ma sul viaggio sono in corso riflessioni approfondite. Dai meloniani da giorni filtra la convinzione che, se la leader volerà negli Usa, sarà per esercitare quel ruolo di pontiere fra Washington e Bruxelles predicato in questi mesi. Non è detto, però, che la vedano così alcuni partner europei come Francia, Germania e Spagna. E in ambienti di governo il tema è trattato con la massima cautela, senza nascondere il rischio di un bilaterale nello Studio Ovale proprio nei giorni in cui l’Ue (il 15) lancerà le contromisure ai dazi su acciaio e alluminio.Loading…Il pressing in UeLa premier definisce il governo pronto «a mettere in campo tutti gli strumenti – negoziali ed economici – necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati». Ribadendo che chiede «con forza all’Europa di rivedere le normative ideologiche del Green Deal e l’eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni».No ad allarmismiOgnuno dei ministri della task force sta preparando un report sui segmenti di esportazioni più esposti, evitando, si ragiona nell’esecutivo, “letture generaliste” e “allarmismi”. Alla riunione (prevista per le 17.30), si collegherà da Lussemburgo Tajani, che nelle prossime ore al consiglio Affari Esteri in formato Commercio incontrerà per la quarta volta in pochi giorni il commissario Ue Maroš Šefčovič.A caccia di risorseDomani a Palazzo Chigi, nel confronto con le categorie imprenditoriali, si parlerà soprattutto di soluzioni interne, con le imprese che premono anche per lo spostamento di risorse dal Piano Transizione 5.0 ai contratti di sviluppo. Tuttavia il governo vuole muoversi in una cornice europea, per evitare che i singoli Paesi di muovano in maniera autonoma, ampliando ancora di più le differenze a favore dei paesi che hanno più spazi di manovra nei conti pubblici. È in corso intanto una ricognizione delle risorse nelle pieghe del bilancio. Ed è considerato cruciale il pressing del governo, esplicitato anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per la sospensione o un allentamento del Patto di stabilità. Una partita decisamente complessa, ma che, se vinta, potrebbe consentire, secondo i ragionamenti diffusi nella maggioranza, di effettuare interventi in deficit. LEGGI TUTTO
Risultati elezioni comunali Nuoro, Emiliano Fenu del M5s è il nuovo sindaco
È Emiliano Fenu, deputato M5s e candidato del Campo Largo, il nuovo sindaco di Nuoro. L’esponente pentastellato, con 42 sezioni scrutinate su 44, ha ottenuto il 62,95% dei voti, contro il 25,91% di Giuseppe Luigi Salvatore Cucca, candidato a capo di liste civiche dell’area di centrodestra, già leader di Idv in Sardegna, senatore ed ex segretario regionale del Pd. Distanti gli altri due candidati outsider: Lisetta Bidoni (Progetto per Nuoro, 8,94%) e Domenico Mele (Democrazia sovrana popolare, 2,20%). La partita elettorale a Nuoro si chiude così al primo turno: non ci sarà bisogno di andare al ballottaggio.
Le reazioni al risultato delle elezioni
Poco dopo la chiusura delle urne, il risultato sembrava già chiaro. “Ho fatto gli auguri a Emiliano Fenu. Gli ho anche detto che mi metto a disposizione per il bene di Nuoro e la nostra e la mia sarà un’opposizione costruttiva”, commentava Cucca all’ANSA a scrutinio iniziato da poco. Ma i primi a commentare la vittoria di Fenu sono stati gli esponenti del Pd : “Una vittoria chiara, che chiude una fase politica e ne apre un’altra. Una scelta netta da parte delle nuoresi e dei nuoresi, che hanno premiato un progetto serio, costruito con metodo e visione. Il Partito democratico ha creduto fin dall’inizio nella necessità di unire, di lavorare per un campo largo e riformista capace di dare risposte concrete a una città che da troppo tempo aspettava un’amministrazione all’altezza delle sue necessità”, si legge in un post sui social dem.
Le elezioni comunali in Sardegna
A Nuoro l’affluenza ha toccato il 62%. In tutta la Sardegna – dove si è votato al primo turno, a differenza del resto d’Italia – l’affluenza è stata del 61,90%, con tutte le 57 sezioni esaminate. La percentuale è la media sul voto nei 7 Comuni, tra cui Nuoro, e di fatto supera l’affluenza media nazionale sui referendum, complice probabilmente il fatto che si è trattato del primo turno per scegliere il sindaco. Il valore è in linea con le elezioni precedenti (61,46%). LEGGI TUTTOTrovata morta Oriana Marozzi, la 71enne scomparsa in provincia di Fermo
Le ricerche erano partite dopo la segnalazione di un parente, che al rientro a casa non l’aveva più trovata.Trovata morta Oriana Marozzi, la 71enne scomparsa in provincia di Fermo – Nanopress.it (Foto da Facebook)L’anziana era uscita di casa in vestaglia e senza portare con sé documenti e telefono cellulare. Trovata morta Oriana Marozzi, la 71enne scomparsa in provincia di FermoLe ricerche sono andate avanti per tutta la notte, ma si sono concluse con il più drammatico degli epiloghi. Oriana Marozzi, la 71enne di Porto Sant’Elpidio scomparsa nella mattinata di giovedì, 8 agosto, è stata ritrovata senza vita. L’anziana era uscita di casa in vestaglia, senza documenti né telefono cellulare. Quando un parente è rientrato, non vedendola più in casa, ha allertato le forze dell’ordine.In serata sono scattate le ricerche, conclusesi questa mattina con il ritrovamento del corpo. Anche Chi l’ha visto? aveva lanciato un appello per tentare di ritrovare la donna. Un appello condiviso anche dal sindaco di Porto Sant’Elpidio, Massimiliano Ciarpella, che questa mattina ha informato i suoi concittadini del ritrovamento del corpo. LEGGI TUTTO
Milano e Roma, allerta per i cortei del 25 aprile
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura Il giorno della festa del 25 aprile, più che l’ottantesimo anniversario per la Liberazione a tenere banco sono il tema sicurezza e il rischio di scontri e le polemiche per gli eventi cancellati o modificati a causa del lutto nazionale per la morte di papa Francesco. Scontri in piazza Castello a Torino, si sono registrati nella serata di giovedì, al termine della fiaccolata organizzata dalla Città per il 25 Aprile. A cerimonia ultimata i componenti dello spezzone ’antagonista’ del corteo, composto da autonomi, attivisti dei centri sociali e di movimenti filo palestinesi, sono saliti sul palco dopo avere rimosso le transenne. In un punto i dimostranti sono giunti a contatto con il cordone delle forze dell’ordine che ha risposto con una manovra di alleggerimento e delle manganellate.Loading…A Milano timore per gli antagonistiA Milano a preoccupare sono soprattutto antagonisti, sindacati di base e giovani palestinesi che hanno annunciato l’intenzione di prendere la testa del corteo, invece di restare in coda come da tradizione. Lo scorso anno si sono ritrovati direttamente in piazza Duomo, dove hanno cercato di sfondare le transenne per arrivare al palco ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine. Quest’anno, dopo un primo invito a ripetere lo stesso schema e trovarsi in piazza, hanno deciso di concentrarsi un paio di ore prima della partenza della manifestazione nazionale in via Palestro, in modo da precedere Anpi, gonfaloni ufficiali, sindacati e partiti, che però non hanno intenzione di cedere il passo.Attenzione sulla Brigata ebraicaSulla Brigata ebraica, che sfilerà insieme alla comunità ucraina, c’è particolare attenzione (lo scorso anno un membro della brigata fu ferito lievemente da un gruppo di ragazzini che usciva da un fast food). Con loro saranno in corteo anche esponenti di Azione (non Calenda che sarà al cimitero angloamericano di Roma), e di Forza Italia come Mariastella Gelmini. In manifestazione anche la segretaria del Pd Elly Schlein, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e Maurizio Landini che poi parlerà dal palco (insieme al sindaco Giuseppe Sala, al segretario nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo a quello milanese Primo Minelli e alla partigiana Sandra Gilardelli, classe 1925).Massima allerta a RomaSimile la preoccupazione a Roma per evitare contatti fra la Brigata ebraica che si troverà a porta San Paolo e il presidio di studenti palestinesi “No ai terroristi israeliani, no ai sionisti” e poi più tardi per escludere incidenti al corteo dell’Anpi da largo Bompiani al Parco Schuster, da cui si staccherà lo spezzone di ProPal e movimenti studenteschi diretto a Porta San Paolo. Il prefetto Lamberto Giannini ha parlato di “massima allerta” anche perché la capitale in contemporanea deve far fronte al flusso di fedeli diretti alla camera ardente di papa Francesco, che chiuderà domani sera. LEGGI TUTTO
Referendum, Schlein: “Più voti che per Meloni”. Maggioranza: “Governo rafforzato”
L’affluenza alle urne si è fermata appena sopra il 30%, impedendo il raggiungimento del quorum. Il centrodestra, con il senatore FdI Fazzolari, parla di “governo rafforzato e sinistra indebolita”. Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein osserva che sono andati alle urne, “più di quelli che hanno votato la destra”. Poi ribadisce: “La battaglia non finisce oggi”
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Quorum fallito per i cinque referendum abrogativi sui temi del lavoro e della cittadinanza. L’affluenza alle urne si è fermata appena sopra il 30%, impedendo il raggiungimento della maggioranza necessaria. Il centrodestra esulta, con il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari che parla di “governo rafforzato e sinistra indebolita”. Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein osserva che “oltre 14 milioni” sono andati alle urne, “più di quelli che hanno votato la destra” mandando la premier Meloni al governo. Poi ribadisce: “La battaglia non finisce oggi”. Il leader della Cgil Maurizio Landini incassa la sconfitta e ammette la delusione: “Non è una giornata di vittoria” e “l’obiettivo era raggiungere il quorum: è chiaro che non lo abbiamo raggiunto”, ha detto. Però non alza bandiera bianca: “Oltre 14 milioni di votanti chiedono risposte: sono un numero importante, un punto di partenza”.
Schlein: “14 milioni di elettori dicono no a questo governo”
“Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi. Lavoro e cittadinanza sono temi costitutivi per una forza progressista come il Pd. La battaglia non finisce oggi”, ha commentato Elly Schlein in un’intervista a Repubblica all’indomani dei risultati dei referendum. Per la segretaria dem, “dopo questo fine settimana l’alternativa è più vicina grazie alla straordinaria piazza di sabato per Gaza” a Roma, che ha visto la partecipazione di 300mila persone, “e per i 14 milioni che sono andati a votare nonostante premier e maggioranza invitassero a fare l’opposto”. Poi rimarca: “Oggi la destra esulta, faccia pure: ne riparliamo alle politiche, dove non sarà l’astensionismo a salvarli”.
Schlein: “Più voti al referendum di quelli che ottenne Meloni”
Commentando l’astensionismo, la segretaria del Pd sottolinea che “noi siamo contenti per i 14 milioni di elettori che hanno votato, loro per quelli che non sono andati”. Poi attacca la maggioranza: “Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico, ma hanno ben poco da festeggiare: ai referendum ha votato più gente di quella che lo fece per mandare Meloni al governo”.
Schlein: “L’avversario è la destra”
Schlein ha poi proseguito parlando del Pd. “Abbiamo fatto ciò che i nostri militanti si aspettavano ed è giusto così. Il Pd è tornato a fianco dei lavoratori, cresce a ogni tornata. Dopo Genova, abbiamo vinto anche a Taranto e a Nuoro”, ha detto la segretaria dem riferendosi alle Comunali. “Abbiamo davanti cinque elezioni regionali fondamentali, su cui siamo già al lavoro e che vogliamo vincere. L’avversario è la destra”, ha aggiunto LEGGI TUTTODazi, ecco la strategia del governo per aiutare le imprese
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaGiorgia Meloni si prepara a riunire oggi pomeriggio la task force di ministri per valutare, settore per settore, le ricadute dei dazi Usa sulle produzioni italiane. Ci saranno Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese), Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Tommaso Foti (Affari europei), oltre ai vicepremier. Poi, con Matteo Salvini e Antonio Tajani, dovrebbe avere un incontro ristretto, in cui potrebbero prendere forma le mosse successive, dalle tutele per le categorie più colpite a una possibile missione a Washington su cui, dietro il massimo riserbo, sono in corso interlocuzioni diplomatiche e valutazioni di opportunità politica.Possibile missione a Washington per affrontare i daziNel calendario a breve termine potrebbe invece entrare la missione a Washington. Secondo varie fonti potrebbe essere collocata nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell’arrivo del vicepresidente americano JD Vance a Roma. Dalla Casa Bianca sarebbe arrivata una disponibilità di massima a calendarizzare il bilaterale con Donald Trump, e per questo motivo non è ancora ufficialmente confermato il vertice intergovernativo con la Turchia, previsto il 16 e 17 aprile. Ma sul viaggio sono in corso riflessioni approfondite. Dai meloniani da giorni filtra la convinzione che, se la leader volerà negli Usa, sarà per esercitare quel ruolo di pontiere fra Washington e Bruxelles predicato in questi mesi. Non è detto, però, che la vedano così alcuni partner europei come Francia, Germania e Spagna. E in ambienti di governo il tema è trattato con la massima cautela, senza nascondere il rischio di un bilaterale nello Studio Ovale proprio nei giorni in cui l’Ue (il 15) lancerà le contromisure ai dazi su acciaio e alluminio.Loading…Il pressing in UeLa premier definisce il governo pronto «a mettere in campo tutti gli strumenti – negoziali ed economici – necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati». Ribadendo che chiede «con forza all’Europa di rivedere le normative ideologiche del Green Deal e l’eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni».No ad allarmismiOgnuno dei ministri della task force sta preparando un report sui segmenti di esportazioni più esposti, evitando, si ragiona nell’esecutivo, “letture generaliste” e “allarmismi”. Alla riunione (prevista per le 17.30), si collegherà da Lussemburgo Tajani, che nelle prossime ore al consiglio Affari Esteri in formato Commercio incontrerà per la quarta volta in pochi giorni il commissario Ue Maroš Šefčovič.A caccia di risorseDomani a Palazzo Chigi, nel confronto con le categorie imprenditoriali, si parlerà soprattutto di soluzioni interne, con le imprese che premono anche per lo spostamento di risorse dal Piano Transizione 5.0 ai contratti di sviluppo. Tuttavia il governo vuole muoversi in una cornice europea, per evitare che i singoli Paesi di muovano in maniera autonoma, ampliando ancora di più le differenze a favore dei paesi che hanno più spazi di manovra nei conti pubblici. È in corso intanto una ricognizione delle risorse nelle pieghe del bilancio. Ed è considerato cruciale il pressing del governo, esplicitato anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per la sospensione o un allentamento del Patto di stabilità. Una partita decisamente complessa, ma che, se vinta, potrebbe consentire, secondo i ragionamenti diffusi nella maggioranza, di effettuare interventi in deficit. LEGGI TUTTO
Risultati elezioni comunali Nuoro, Emiliano Fenu del M5s è il nuovo sindaco
È Emiliano Fenu, deputato M5s e candidato del Campo Largo, il nuovo sindaco di Nuoro. L’esponente pentastellato, con 42 sezioni scrutinate su 44, ha ottenuto il 62,95% dei voti, contro il 25,91% di Giuseppe Luigi Salvatore Cucca, candidato a capo di liste civiche dell’area di centrodestra, già leader di Idv in Sardegna, senatore ed ex segretario regionale del Pd. Distanti gli altri due candidati outsider: Lisetta Bidoni (Progetto per Nuoro, 8,94%) e Domenico Mele (Democrazia sovrana popolare, 2,20%). La partita elettorale a Nuoro si chiude così al primo turno: non ci sarà bisogno di andare al ballottaggio.
Le reazioni al risultato delle elezioni
Poco dopo la chiusura delle urne, il risultato sembrava già chiaro. “Ho fatto gli auguri a Emiliano Fenu. Gli ho anche detto che mi metto a disposizione per il bene di Nuoro e la nostra e la mia sarà un’opposizione costruttiva”, commentava Cucca all’ANSA a scrutinio iniziato da poco. Ma i primi a commentare la vittoria di Fenu sono stati gli esponenti del Pd : “Una vittoria chiara, che chiude una fase politica e ne apre un’altra. Una scelta netta da parte delle nuoresi e dei nuoresi, che hanno premiato un progetto serio, costruito con metodo e visione. Il Partito democratico ha creduto fin dall’inizio nella necessità di unire, di lavorare per un campo largo e riformista capace di dare risposte concrete a una città che da troppo tempo aspettava un’amministrazione all’altezza delle sue necessità”, si legge in un post sui social dem.
Le elezioni comunali in Sardegna
A Nuoro l’affluenza ha toccato il 62%. In tutta la Sardegna – dove si è votato al primo turno, a differenza del resto d’Italia – l’affluenza è stata del 61,90%, con tutte le 57 sezioni esaminate. La percentuale è la media sul voto nei 7 Comuni, tra cui Nuoro, e di fatto supera l’affluenza media nazionale sui referendum, complice probabilmente il fatto che si è trattato del primo turno per scegliere il sindaco. Il valore è in linea con le elezioni precedenti (61,46%). LEGGI TUTTO