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Autonomia, per la Consulta inammissibile il referendum abrogativo
Tajani: scriveremo una legge equilibrataLo stop della Consulta ad una proposta di referendum che aveva «oggetto e finalità del quesito non chiari», presentato «come è evidente solo nel vano tentativo di indebolire maggioranza e il governo, consentirà al Parlamento di rimettersi subito al lavoro. Saremo impegnati a scrivere un testo equilibrato, che tenga conto dei rilievi della Corte, a partire da quelli sui servizi minimi essenziali che, come abbiamo sempre detto, devono essere garantiti a tutti i cittadini, ovunque siano nati o si trovino. Forza Italia sarà garante che la legittima richiesta di una maggiore autonomia da parte delle regioni che hanno un più alto residuo fiscale non si traduca in alcun modo in una penalizzazione delle altre, che devono al contrario essere messe nelle condizioni di aumentare qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini. Siamo fiduciosi di poter approvare una legge che promuova e valorizzi le specificità e le ricchezze dei territori, facendo crescere l’Italia tutta insieme». Così in una nota Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia.Zaia: Consulta chiarisce ogni dubbio su percorso autonomia Tra le prime reazioni alla decisione della Consulta di non ritenere ammissibile il quesito referendario per l’abrogazione della legge dell’autonomia differenziata, quella del presidente del Veneto. «Con questa nuova sentenza la Corte Costituzionale mette fine alla vicenda referendaria con l’assoluta imparzialità che deve esserle propria. Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell’autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di Unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà», è il commento di Luca Zaia.Pd: avanti con la mobilitazione di questi mesi«L’autonomia differenziata è probabilmente la peggiore legge di questa legislatura ed era nei fatti già stata demolita dalla Corte per vari motivi: dal tema del trasferimento delle funzioni alla definizione dei Lep, fino alla centralità del Parlamento, sono tanti i pasticci di una destra che a parole si è autoproclamata patriota, ma che nei fatti ha aumentato divari e disuguaglianze, definito che le opportunità dipendano dal luogo in cui nasci, legittimato l’idea che in Italia debbano esistere cittadini di serie A e di serie B. Il PD continuerà a battersi in Parlamento valorizzando gli argomenti e la straordinaria mobilitazione di questi mesi grazie alla quale sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in pochissimo tempo. Calderoli ed i presidenti di Regione del nord che hanno sottoscritto le intese si arrendano, la loro secessione mascherata non si realizzerà mai». Così in una nota Marco Sarracino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Mezzogiorno.M5S: legge già demolita e svuotata da ConsultaLa legge Calderoli «è già stata smantellata nei suoi pilastri portanti e di fatto svuotata dalla stessa Corte Costituzionale poche settimane fa. Ora governo e maggioranza sono obbligati o ad abbandonare del tutto il progetto o a confrontarsi con il M5S e le altre opposizioni in Parlamento con una completa riscrittura della disciplina in conformità ai dettami costituzionali. Il progetto che la Lega e tutto il governo Meloni volevano propinare agli italiani avrebbe messo in ginocchio non solo il Sud Italia ma anche tanti territori del Centro e del Nord e quindi, in poco tempo, tutta l’Italia. La Consulta lo ha fatto a pezzi articolo per articolo. La nostra battaglia per difendere e rafforzare la coesione sociale, la qualità dei servizi pubblici essenziali e la loro capillarità va avanti con la determinazione di sempre». A dirlo i rappresentanti del M5S nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Felicia Gaudiano, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza.Ceccanti: nodo era mancanza chiarezza quesito«Il nodo insuperabile per l’ammissibilità del referendum sull’autonomia come riformulato dalla Cassazione era costituito dalla mancanza di chiarezza del quesito che avrebbe portato a un anomalo plebiscito su un articolo della Costituzione». Il costituzionalista Stefano Ceccanti commenta così la decisione della Consulta di dichiarare inammissibile il quesito per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata. LEGGI TUTTO
Edicole, diversificare per non sparire: la proposta Verini punta sull’utilità sociale
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNegli ultimi tempi l’Italia ha perso migliaia di edicole, «soprattutto nei centri più sperduti e più marginali, nelle aree interne, ma anche nelle città». Si pensi che a Roma, «solo nel primo municipio hanno chiuso in questi anni 50 edicole». C’è anche questo bilancio – drammatico per chi considera le rivendite «un presidio anche sociale» oltre che «un contributo alla libertà di informazione» – all’origine di una proposta di legge dem appena presentata al Senato.Le misure salva edicoleIl dem Walter Verini, che della proposta di legge è il primo firmatario, riassume a Parlamento24 le possibili misure “salva edicole”, dalla defiscalizzazione di tasse e contributi previdenziali per gli edicolanti alla riduzione (o azzeramento) di una lunga serie di tasse locali che oggi gravano su queste particolari strutture di vendita capillare «ma con un ruolo di utilità sociale», dalla Tari alle tariffe comunali.Loading…La diversificazione delle attività e i contributi alla distribuzioneUno degli aspetti qualificanti della proposta di legge Verini riguarda la diversificazione delle attività delle edicole, per esempio come punto di contatto con i cittadini per conto delle amministrazioni locali: «Perché non mettere in rete le edicole con gli uffici comunali da cui arriva un certificato che consente ai cittadini di ritiralo senza andare lontano?». Tra le misure pro-edicole proposte da Verini anche l’introduzione di contributi per i distributori, «perché spesso portare dei giornali in luoghi lontani, sia nelle città e sia nelle aree più disagiate costa, costa in carburante, in benzina, in lavoro e magari per vendere cinque copie, dieci copie» in località difficile di raggiungere.Una battaglia che non deve avere bandierine politicheL’auspicio, conclude Verini, è che la sua proposta di legge attivi un dibattito per salvare le edicole aiutandole a superare la crisi che le caratterizza: «L’ho presentata io, ma davvero vuole essere molto aperta ai contributi di tutti. È una battaglia che non deve avere bandierine partitiche». LEGGI TUTTO
Mattarella: Esercito punto di forza per la Repubblica. Meloni: profonda gratitudine
Salvini: qualcuno parla di fantomatici eserciti “europei”«64 anni di onore, coraggio e dedizione! Mentre qualcuno parla di fantomatici eserciti “europei”, noi celebriamo chi da sempre difende il nostro Paese. Viva l’Esercito Italiano». Così scrive su X il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini.Gli auguri dei ministri Crosetto e Urso«Dietro ogni uniforme, una scelta di vita. Dietro ogni gesto e azione, l’amore per la Patria e la dedizione al dovere. Nel giorno del 164° anniversario dell’Esercito Italiano, celebriamo donne e uomini che, con cuore e competenza, operano per proteggere i valori democratici, la pace e la democrazia. Un pensiero speciale, grato e commosso ai Caduti, ai feriti e a coloro che portano nel corpo e nell’anima i segni del servizio. Auguri!» Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un post su X. «Oggi tutti per l’Esercito ad esaltarne il valore, i valori, l’importanza ed il ruolo. Così come per tutte le altre forze armate, Marina, Aeronautica, Carabinieri, nel giorno della ricorrenza della loro fondazione. Poi, il giorno successivo, tutti contro l’aumento delle spese delle Difesa», ha sottolineato Crosetto. «Da 164 anni a servizio della Patria. Grazie agli uomini e alle donne dell’Esercito italiano, che ogni giorno servono con onore la Repubblica, difendendo la libertà, la pace e i valori fondanti della nostra Nazione. Viva le Forze Armate, viva l’Italia!». Lo scrive su X Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy.I ministri Pichetto, Casellati e Foti «Alle donne e agli uomini dell’Esercito va tutta la nostra gratitudine. Con coraggio e abnegazione, rappresentano l’Italia migliore: nei contesti internazionali più difficili, nelle nostre città e ovunque ce ne sia bisogno, il loro impegno è un esempio per tutta la comunità», ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. «Oggi celebriamo l’anniversario della Fondazione dell’Esercito: una storia di onore, coraggio e servizio alla Patria. A chi ogni giorno indossa l’uniforme con orgoglio, difendendo i valori su cui si fonda il nostro Paese, va la mia gratitudine. L’Italia cammina sicura anche grazie a voi. Buon anniversario!». Così sui social la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati. «Nel celebrare il 164esimo anniversario della sua costituzione, rinnovo il più sentito ringraziamento a tutte le donne e gli uomini dell’Esercito per il loro quotidiano impegno e rivolgo un pensiero commosso a quanti hanno sacrificato la propria vita nell’adempimento del dovere e in difesa dell’Italia». Così in una nota il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti.I presidenti delle Camere Fontana e La Russa«In occasione dell’anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano, desidero esprimere la più profonda gratitudine agli uomini e alle donne che ogni giorno sono al fianco delle nostre comunità, difendendo la libertà, la sicurezza e i valori democratici. Un pensiero riconoscente va alla memoria dei caduti e ai loro familiari. In un contesto segnato da forti instabilità e cambiamenti geopolitici, l’Esercito rappresenta un baluardo di pace e solidarietà». Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. «In occasione del 164esimo anniversario della fondazione dell’Esercito Italiano, desidero esprimere la mia profonda gratitudine e vicinanza alle donne e agli uomini in divisa che, in Italia e all’estero, servono ogni giorno la nostra Nazione con onore e dedizione. Un pensiero commosso va ai caduti e ai loro familiari, custodi silenziosi di una memoria che è patrimonio di tutti». Così sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.Loading… LEGGI TUTTO
Rapì il piccolo Tommaso Onofri, concessa la semilibertà a Salvatore Raimondi: “È un’ingiustizia”
Da diversi mesi, Salvatore Raimondi esce dal carcere di Forlì per lavorare come magazziniere. L’uomo è stato condannato a vent’anni di reclusione per aver partecipato al rapimento del piccolo Tommaso Onofri.Sequestro Tommaso Onofri, concessa la semilibertà a Salvatore Raimondi – Nanopress.itPaola Pellinghelli, madre della vittima, ha espresso profonda amarezza per la concessione di permessi premio e semilibertà a Raimondi.Il rapimento di Tommaso OnofriIl rapimento di Tommaso Onofri è uno delle pagine di cronaca nera più drammatiche del nostro Paese. Il 2 marzo 2006, nella frazione di Casalbaroncolo, vicino Parma, due uomini mascherati fecero irruzione nella casa della famiglia Onofri. Dopo aver legato e imbavagliato i genitori, Paolo e Paola, e il fratello maggiore Sebastiano, i rapitori portarono via il piccolo Tommaso, di soli 17 mesi. Le forze dell’ordine iniziarono immediatamente le ricerche, ma per circa un mese non ci furono sviluppi significativi. I genitori fecero diversi appelli pubblici, sperando nel ritorno del loro bambino. Il 2 aprile 2006, Mario Alessi, uno dei rapitori, confessò il crimine e indicò il luogo dove il corpo di Tommaso era stato nascosto. Il bambino era stato ucciso poco dopo il rapimento, probabilmente per paura di essere scoperti. Mario Alessi fu condannato all’ergastolo per l’omicidio, mentre la sua compagna, Antonella Conserva, ricevette una condanna a 24 anni di carcere. Salvatore Raimondi, che partecipò al rapimento ma non all’omicidio, fu condannato a 20 anni di reclusione.Concessa la semilibertà a Salvatore RaimondiProprio Salvatore Raimondi, coinvolto nel rapimento del piccolo Tommaso Onofri, è attualmente in regime di semilibertà. Ogni mattina esce dal carcere di Forlì per lavorare come magazziniere. Raimondi sta finendo di scontare una condanna a 20 anni per il rapimento, durante il quale il piccolo Tommaso fu tragicamente ucciso a badilate. Raimondi – Nanopress.itNonostante Raimondi abbia già scontato 16 anni e mezzo di carcere, non è ancora completamente libero a causa di una condanna aggiuntiva di tre anni per estorsione nei confronti di un altro detenuto nel 2018. Durante il processo per la morte di Tommaso Onofri, i giudici hanno creduto alla versione di Raimondi, secondo cui lui partecipò al rapimento ma non all’omicidio, che fu commesso da Mario Alessi.La madre del piccolo Tommy, Paola Pellinghelli, ha espresso profonda amarezza riguardo ai permessi e alla semilibertà concessi a Raimondi, definendoli un’ingiustizia. “Questa non è giustizia, è ingiustizia” ha detto la donna in un’intervista alla Gazzetta di Parma. LEGGI TUTTO
Cinema, Giuli: i criteri di assegnazione dei fondi di promozione saranno rivisti
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Prendo atto della proposta del direttore generale Cinema e Audiovisivo, Nicola Borrelli, di sospendere i lavori della Commissione per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva, al fine di ridefinire il sistema di valutazione e assegnazione dei contributi». Lo annuncia in una nota il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.Il «tagliando»«Si fa un tagliando, cioè si vede come ha lavorato una commissione e si cerca di verificare se sia perfettibile il meccanismo di selezione e per garantire qualcosa in più in termini di pluralismo». Lo ha detto il ministro della Cultura, commentando al Forum in Masseria a Saturnia la decisione di sospendere i lavori della ’Commissione per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva’, per ridefinire il sistema di valutazione e assegnazione dei contributi. «E’ arrivata una sollecitazione da parte del dg Borrelli», ha precisato Giuli sottolineando che «la commissione eredita schema del 2024» e che «è composta da figure di qualità e indipendenti».Loading…La commissione Il 10 febbraio era stato pubblicato il decreto direttoriale e le graduatorie relative alle “Attività ed iniziative di promozione cinematografica ed audiovisiva” per l’anno 2024 , per le quali era stata presentata istanza di contributo. Giuli, il 10 ottobre 2024, aveva nominato i 12 esperti per la selezione dei progetti e per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva. La commissione è composta da Fortunato Cerlino, Lavinia Consolato, Tilde Corsi, Silvia Iannuzzi, Guia Loffredo, Luigi Marzullo, Franco Matteucci, Gianfranco Rinaldi, Rossana Rummo, Raffaella Salamina, Riccardo Tozzi e Vito Zagarrio.La polemicaIl ministro della Cultura Alessandro Giuli, ieri, in relazione all’articolo apparso sul quotidiano ’La Verità’ dal titolo “Il ministro ’nazista’ copre di soldi il guru della sinistra e sua sorella”, aveva comunicato di aver dato mandato ai propri legali affinché agiscano a tutela della sua immagine e onorabilità, anche in relazione alla veridicità dei fatti riportati. LEGGI TUTTO
Autonomia, per la Consulta inammissibile il referendum abrogativo
Tajani: scriveremo una legge equilibrataLo stop della Consulta ad una proposta di referendum che aveva «oggetto e finalità del quesito non chiari», presentato «come è evidente solo nel vano tentativo di indebolire maggioranza e il governo, consentirà al Parlamento di rimettersi subito al lavoro. Saremo impegnati a scrivere un testo equilibrato, che tenga conto dei rilievi della Corte, a partire da quelli sui servizi minimi essenziali che, come abbiamo sempre detto, devono essere garantiti a tutti i cittadini, ovunque siano nati o si trovino. Forza Italia sarà garante che la legittima richiesta di una maggiore autonomia da parte delle regioni che hanno un più alto residuo fiscale non si traduca in alcun modo in una penalizzazione delle altre, che devono al contrario essere messe nelle condizioni di aumentare qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini. Siamo fiduciosi di poter approvare una legge che promuova e valorizzi le specificità e le ricchezze dei territori, facendo crescere l’Italia tutta insieme». Così in una nota Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia.Zaia: Consulta chiarisce ogni dubbio su percorso autonomia Tra le prime reazioni alla decisione della Consulta di non ritenere ammissibile il quesito referendario per l’abrogazione della legge dell’autonomia differenziata, quella del presidente del Veneto. «Con questa nuova sentenza la Corte Costituzionale mette fine alla vicenda referendaria con l’assoluta imparzialità che deve esserle propria. Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell’autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di Unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà», è il commento di Luca Zaia.Pd: avanti con la mobilitazione di questi mesi«L’autonomia differenziata è probabilmente la peggiore legge di questa legislatura ed era nei fatti già stata demolita dalla Corte per vari motivi: dal tema del trasferimento delle funzioni alla definizione dei Lep, fino alla centralità del Parlamento, sono tanti i pasticci di una destra che a parole si è autoproclamata patriota, ma che nei fatti ha aumentato divari e disuguaglianze, definito che le opportunità dipendano dal luogo in cui nasci, legittimato l’idea che in Italia debbano esistere cittadini di serie A e di serie B. Il PD continuerà a battersi in Parlamento valorizzando gli argomenti e la straordinaria mobilitazione di questi mesi grazie alla quale sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in pochissimo tempo. Calderoli ed i presidenti di Regione del nord che hanno sottoscritto le intese si arrendano, la loro secessione mascherata non si realizzerà mai». Così in una nota Marco Sarracino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Mezzogiorno.M5S: legge già demolita e svuotata da ConsultaLa legge Calderoli «è già stata smantellata nei suoi pilastri portanti e di fatto svuotata dalla stessa Corte Costituzionale poche settimane fa. Ora governo e maggioranza sono obbligati o ad abbandonare del tutto il progetto o a confrontarsi con il M5S e le altre opposizioni in Parlamento con una completa riscrittura della disciplina in conformità ai dettami costituzionali. Il progetto che la Lega e tutto il governo Meloni volevano propinare agli italiani avrebbe messo in ginocchio non solo il Sud Italia ma anche tanti territori del Centro e del Nord e quindi, in poco tempo, tutta l’Italia. La Consulta lo ha fatto a pezzi articolo per articolo. La nostra battaglia per difendere e rafforzare la coesione sociale, la qualità dei servizi pubblici essenziali e la loro capillarità va avanti con la determinazione di sempre». A dirlo i rappresentanti del M5S nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Felicia Gaudiano, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza.Ceccanti: nodo era mancanza chiarezza quesito«Il nodo insuperabile per l’ammissibilità del referendum sull’autonomia come riformulato dalla Cassazione era costituito dalla mancanza di chiarezza del quesito che avrebbe portato a un anomalo plebiscito su un articolo della Costituzione». Il costituzionalista Stefano Ceccanti commenta così la decisione della Consulta di dichiarare inammissibile il quesito per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata. LEGGI TUTTO
Edicole, diversificare per non sparire: la proposta Verini punta sull’utilità sociale
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNegli ultimi tempi l’Italia ha perso migliaia di edicole, «soprattutto nei centri più sperduti e più marginali, nelle aree interne, ma anche nelle città». Si pensi che a Roma, «solo nel primo municipio hanno chiuso in questi anni 50 edicole». C’è anche questo bilancio – drammatico per chi considera le rivendite «un presidio anche sociale» oltre che «un contributo alla libertà di informazione» – all’origine di una proposta di legge dem appena presentata al Senato.Le misure salva edicoleIl dem Walter Verini, che della proposta di legge è il primo firmatario, riassume a Parlamento24 le possibili misure “salva edicole”, dalla defiscalizzazione di tasse e contributi previdenziali per gli edicolanti alla riduzione (o azzeramento) di una lunga serie di tasse locali che oggi gravano su queste particolari strutture di vendita capillare «ma con un ruolo di utilità sociale», dalla Tari alle tariffe comunali.Loading…La diversificazione delle attività e i contributi alla distribuzioneUno degli aspetti qualificanti della proposta di legge Verini riguarda la diversificazione delle attività delle edicole, per esempio come punto di contatto con i cittadini per conto delle amministrazioni locali: «Perché non mettere in rete le edicole con gli uffici comunali da cui arriva un certificato che consente ai cittadini di ritiralo senza andare lontano?». Tra le misure pro-edicole proposte da Verini anche l’introduzione di contributi per i distributori, «perché spesso portare dei giornali in luoghi lontani, sia nelle città e sia nelle aree più disagiate costa, costa in carburante, in benzina, in lavoro e magari per vendere cinque copie, dieci copie» in località difficile di raggiungere.Una battaglia che non deve avere bandierine politicheL’auspicio, conclude Verini, è che la sua proposta di legge attivi un dibattito per salvare le edicole aiutandole a superare la crisi che le caratterizza: «L’ho presentata io, ma davvero vuole essere molto aperta ai contributi di tutti. È una battaglia che non deve avere bandierine partitiche». LEGGI TUTTO
POLITICA
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