IN EVIDENZA
Piantedosi: rischio emulazione, abbassare i toni
Piantedosi: rischio emulazione, abbassare i toni | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Vertice Ucraina; Meloni: supporto per cessate fuoco ma no truppe
Vertice Ucraina; Meloni: supporto per cessate fuoco ma no truppe | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Vertice Nato, spese militari e flessibilità, con vista dazi: perché Meloni scommette sulla «relazione speciale» con Trump
Ascolta la versione audio dell’articoloGiorgia Meloni continua a puntare le sue fiches sulla «very special relationship» con Donald Trump. Lo fa sposando senza critiche l’accordo che sarà sottoscritto stamattina all’Aia al vertice dei capi di Stato e di governo dei 32 Paesi della Nato, spiegando ai suoi che l’aumento al 5% del Pil delle spese per difesa e sicurezza è necessario e «giusto», come sostiene anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, e che sono state accolte le principali richieste italiane: la spalmatura su dieci anni, la distinzione tra il 3,5% per la difesa in senso stretto e l’1,5% per la sicurezza (in senso più che ampio), l’assenza di obblighi di incremento annuali e la revisione degli impegni al 2029. Ma lo fa soprattutto guardando oltre: alla partita sui dazi, che deve chiudersi entro il 9 luglio, e alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina prevista a Roma il 10-11 luglio.La difesa del 5%: «Richiesta giusta degli americani»A cena al tavolo d’onore con il re d’Olanda Willem-Alexander, seduta accanto a Trump, Meloni ha mostrato ancora una volta plasticamente la sua vicinanza al presidente Usa, che ieri aveva sbandierato via social il messaggio con cui il segretario generale Nato Mark Rutte lo incoronava vincitore. Una vittoria che l’Italia gli riconosce: aveva chiesto la crescita dell’impegno degli alleati al 5% e lo ha ottenuto. Spiega Tajani in un punto stampa convocato in mattinata a margine del summit: «È una richiesta giusta che hanno fatto gli americani per avere una Nato più equilibrata, ma non è una novità: era stata fatta già nella precedente amministrazione. Erano anni che gli americani chiedevano all’Europa di investire più in sicurezza e adesso Rutte ha voluto arrivare alla conclusione».Loading…La flessibilità già ottenuta e quella chiesta all’UeLa parola chiave per l’Italia è ora «flessibilità». C’è quella che il governo rivendica di aver ottenuto con l’intesa approvata alla Nato e c’è quella subito invocata dall’Unione europea, per «rendere compatibili le regole del patto di stabilità con l’incremento delle spese di difesa» ed evitare «rischi di applicazioni asimmetriche». La prima riguarda anche l’ampiezza del cappello: tra le spese ammesse al computo del 5% e in particolare della quota sicurezza che deve salire all’1,5% (si veda Il Sole 24 Ore in edicola) il governo ha intenzione di includere voci di ogni tipo. Dalle infrastrutture come il Ponte sullo Stretto di Messina alla protezione civile, dai controlli nel Mediterraneo da parte della Guardia costiera contro il traffico di esseri umani alla protezione dei cavi sottomarini, dall’antiterrorismo alla prevenzione degli attacchi cyber. In teoria, persino i costi della controversa operazione Albania potrebbero rientrare nel conteggio.Il nodo del Patto di stabilità. Tajani: «Basta regole rigide»Ma per raggiungere il target nel 2035, come documentato nei giorni scorsi sul Sole24Ore.com citando le stime dell’Osservatorio militare Milex, la spesa dovrà aumentare dagli attuali 35 miliardi per la difesa e 10 per la sicurezza (il 2% del Pil dichiarato raggiunto dall’Italia) a, rispettivamente, 100 miliardi e 45 miliardi. Aumenti annui medi di 9-10 miliardi che, per un Paese dagli spazi fiscali ridotti come il nostro, per di più in procedura di infrazione per deficit eccessivo, significherebbe l’esigenza di reperire nuove risorse. Attivare la clausola nazionale di salvaguardia per le spese in difesa, come ha già fatto la Germania di Friedrich Merz, per noi è impossibile e limitarsi ad accrescere le spese ci impedirebbe per sempre l’uscita dalla procedura (lo ha stimato l’Upb: il debito avvierebbe la sua discesa in rapporto al Pil solo nel 2041 e il deficit resterebbe sopra il 3% fino al 2029). Con le conseguenze sui mercati temute dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Tajani, interpellato sul punto, risponde: «La flessibilità è importante perché se si vogliono raggiungere gli obiettivi bisogna guardare alle priorità, non soltanto al rispetto di regole rigide. Questo non significa lassismo, significa però, vista la situazione attuale, che in alcuni casi bisogna essere più flessibili». Vale per l’Italia, ma anche per la Spagna e gli altri Paesi del Sud.Il supporto alla linea Usa su Iran e la richiesta del cessate a fuoco a GazaPer l’esecutivo italiano, la tregua tra Israele e Iran dopo le bombe Usa sui siti nucleari iraniani è stata provvidenziale. Sarebbe stato difficile mantenere il sostegno quasi incondizionato a Trump se gli Stati Uniti fossero rimasti parte attiva nel conflitto. Diverso è poter liquidare quello a stelle e strisce come un attacco-monito. «Speriamo che la guerra dei dodici giorni sia conclusa», ha potuto commentare Tajani, proponendo Roma come la città per la ripresa del tavolo negoziale. Ha tolto Meloni dall’imbarazzo anche la telefonata durissima del presidente Usa al premier israeliano Benjamin Netanyahu: le ha dato modo di rinnovare a Trump sia il supporto al rilancio del negoziato con l’Iran sul nucleare sia la richiesta del cessate il fuoco a Gaza, da cui il titolare della Farnesina ha annunciato la partenza, direzione Italia, di 11 persone, comprese due dottoresse attese al Gemelli e all’Università per stranieri di Siena. LEGGI TUTTO
Alcolock, Salvini firma il decreto: ecco cosa cambia
Ascolta la versione audio dell’articoloTempi duri per gli amanti di Bacco già trovati al volante con troppo alcol in corpo: Matteo Salvini ha infatti firmato il decreto che dà l’avvio all’uso degli alcolock, i dispositivi che i recidivi dovranno usare in auto. Se il tasso alcolico è troppo alto la macchina non parte. Alcuni professionisti del settore, periti e carrozzieri in particolare, avevano già espresso dubbi su questa misura contenuta nel nuovo codice della strada. A partire dal prezzo che – dicevano – era intorno ai 2mila euro ad auto. Ma ormai è deciso.Salvini, annuncia il Mit, «ha firmato il decreto che definisce le caratteristiche e le modalità di installazione del dispositivo alcolock. Questo testo fornisce linee guida precise alle officine autorizzate per il montaggio e agli utenti. Si tratta di una delle novità più significative introdotte dal nuovo codice della strada, in vigore dal 14 dicembre scorso. L’alcolock è un sistema che impedisce l’avvio del veicolo se il guidatore non supera un test dell’alito. Il motore si accenderà solo se il livello di alcol risulterà pari a zero. Il nuovo codice – spiega il Mit – rende obbligatoria l’installazione dell’alcolock per i conducenti già sanzionati per aver guidato con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l, configurandosi come una misura chiave per i recidivi, che potranno condurre solo veicoli a bordo dei quali risulti installato tale dispositivo».Loading…Il decreto stabilisce che l’alcolock può essere installato su diverse categorie di veicoli adibiti al trasporto sia di persone che di merci e dovrà rispettare gli standard della normativa europea. «Sono previsti obblighi specifici per i produttori, che dovranno fornire istruzioni dettagliate per installazione, uso e manutenzione», si legge nella nota. «Gli installatori autorizzati avranno un ruolo cruciale, dovendo applicare un sigillo speciale per prevenire qualsiasi tentativo di manomissione. In caso di controlli su strada, il conducente dovrà esibire l’originale della dichiarazione di installazione e il certificato di taratura valido del dispositivo. L’installazione dell’alcolock non richiederà un aggiornamento del documento unico di circolazione. Il Mit pubblicherà sul Portale dell’Automobilista l’elenco degli installatori autorizzati e dei modelli di veicoli compatibili con ogni tipo di alcolock.Tra i dubbi già espressi al varo del codice l’Aiped, l’Associazione italiana periti estimatori danni, sosteneva, fra l’altro che il decreto del ministero dei Trasporti sull’alcolock «contiene alcune criticità in grado di dare vita a contenziosi legali e ricorsi da parte degli automobilisti». Per esempio «l’installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile». Critica anche Federcarrozzieri: «Il parco auto italiano, infatti, è come noto molto anziano, con quasi il 22% delle auto circolanti che ha un’età superiore ai 19 anni. C’è quindi il rischio concreto che su molte autovetture particolarmente anziane sia tecnicamente impossibile installare l’alcolock». LEGGI TUTTO
Galeazzo Bignami (FdI) e Debora Serracchiani (Pd) ospiti di Start
Galeazzo Bignami (FdI) e Debora Serracchiani (Pd) ospiti di Start | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Piantedosi: rischio emulazione, abbassare i toni
Piantedosi: rischio emulazione, abbassare i toni | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Vertice Ucraina; Meloni: supporto per cessate fuoco ma no truppe
Vertice Ucraina; Meloni: supporto per cessate fuoco ma no truppe | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO