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Dazi, Tajani: la nostra linea è arrivare ad un accordo
Dazi, Tajani: la nostra linea è arrivare ad un accordo | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Rivolta nel carcere di Bari, ferito un poliziotto
Il personale della Polizia penitenziaria è riuscito a ristabilire l’ordine rapidamente, e i detenuti coinvolti sono stati trasferiti in altri istitutiRivolta nel carcere di Bari, ferito un poliziotto- Nanopress.itLe tensioni sembrano essere state causate dalle condizioni psicofisiche di uno dei detenuti coinvolti. Rivolta nel carcere di Bari, ferito un poliziottoLa situazione nel carcere di Bari è tornata alla normalità dopo un episodio di tensione che ha coinvolto quattro detenuti. Secondo le fonti, i detenuti hanno rifiutato di rientrare nelle loro celle e hanno aggredito un agente della Polizia penitenziaria, che è rimasto lievemente ferito. Un infermiere è stato temporaneamente bloccato nell’ambulatorio, ma è stato liberato poco dopo senza riportare ferite.Le tensioni sembrano essere state causate dalle condizioni psicofisiche di uno dei detenuti coinvolti. Nonostante la situazione critica, il personale della Polizia penitenziaria è riuscito a ristabilire l’ordine rapidamente, e i detenuti coinvolti sono stati trasferiti in altri istituti. LEGGI TUTTO
Incidente sull’autostrada A23 tra Gemona e Carnia, 7 chilometri di coda
L’incidente ha coinvolto numerosi veicoli e ha causato il ferimento di circa 26 persone, di cui tre in modo grave.Incidente sull’autostrada A23 tra Gemona e Carnia, 7 chilometri di coda – Nanopress.itAttualmente, il traffico è ancora molto intenso. Incidente sull’autostrada A23 tra Gemona e Carnia, 7 chilometri di codaUn grave incidente si è registrato questa mattina sull’autostrada A23 tra Gemona e Carnia. L’incidente ha coinvolto numerosi veicoli e ha causato il ferimento di circa 26 persone, di cui tre in modo grave. I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Udine e Tolmezzo.La centrale operativa regionale Sores Fvg ha inviato tutti gli equipaggi e i velivoli disponibili sul posto. L’autostrada è stata chiusa al traffico in direzione nord, ma è stata riaperta intorno alle 14:00. Attualmente, il traffico è ancora molto intenso, con code che si stanno lentamente riducendo. LEGGI TUTTO
Regionali, cosa succede in Campania e Veneto dopo lo stop al terzo mandato?
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl giorno dopo la sentenza della Consulta sul terzo mandato che ha messo la parola fine all’era non solo di Vincenzo De Luca alla guida della Campania, ma anche a quella di Luca Zaia alla guida del Veneto, la Lega è in pressing: «Le regioni che governiamo restino a noi». La successione Zaia è il nodo più delicato della prossima tornata di elezioni regionali. Quello che può mettere in seria difficoltà la coalizione, con la Liga veneta in subbuglio e Fratelli d’Italia che punta alla guida di una regione del Nord. Intanto si prende tempo, almeno fino a quando si capirà se davvero sia possibile fare slittare l’appuntamento elettorale veneto a primavera 2026 (rispetto alla scadenza naturale dell’autunno 2025), così da consentire a Zaia di tagliare il nastro delle Olimpiadi Milano-Cortina. Sul punto sono in conflitto norme nazionali e regionali, e sono in corso da settimane approfondimenti.Verso la conferma del Veneto alla LegaL’ipotesi che sta prendendo piede nelle ultime settimane è che alla fine Meloni molli la presa e lasci il Veneto all’alleato, fatto salvo però un forte riequilibrio della giunta in favore di Fratelli d’Italia. Dopo lo stop al ritorno di Salvini al Viminale, tenere buona la Lega, al di là delle regionali, è fondamentale per la stabilità di governo e per il prosieguo delle riforme. E lo stesso Zaia ha minacciato più di una volta di presentare una lista a suo nome contro un eventuale candidato non leghista. In pole in Veneto ci sono la vice di Zaia, Elena De Berti e soprattutto il vicesegretario del partito e salviniano doc Alberto Stefani. La contropartita per Fratelli d’Italia dovrebbe essere la Lombardia, casa di Salvini, ma dove si voterà nel 2028, dopo le politiche: c’è tempo.Loading…Il ruolo di De Luca in CampaniaIn Campania, invece, Vincenzo De Luca non ha alcuna intenzione di farsi da parte dopo la sentenza della Consulta che, stabilendo l’incostituzionalità della legge regionale sul terzo mandato ne ha sbarrato la strada verso una eventuale conferma alla presidenza. E punta a far valere il suo peso nella coalizione di centrosinistra, specie nella scelta del candidato. Resta da capire se accetterà il passo di lato senza pretendere altro e soprattutto se appoggerà il candidato comune del campo largo, che in Campania dovrebbe essere del M5S: o l’ex presidente della Camera Roberto Fico, sul quale spinge il Movimento, oppure l’ex ministro contiano Sergio Costa, che sembrerebbe più gradito ai deluchiani.Per il centrodestra in pole CirielliTra gli scenari possibili resta in piedi anche quello che – in caso di mancato accordo col centrosinistra – vedrebbe De Luca in campo con una propria lista a sostegno di un candidato di sua stretta osservanza. Un’ipotesi da evitare, dicono in molti, per impedire una frammentazione del campo largo che sarebbe letale.Il pontiere in campo è il commissario per la Campania Antonio Misiani, che spinge per la formazione di una lista di deluchiani in appoggio al candidato comune. Il Nazareno lunedì invierà in avanscoperta a Napoli il responsabile nazionale dell’Organizzazione Igor Taruffi e quello degli Enti locali Davide Baruffi. Per il centrodestra in pole c’è il meloniano viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli. LEGGI TUTTO
Perché ora Zelensky può vincere
La guerra al tiranno nel 2022 e la resistenza nazionale Ucraina potrebbero essere un’occasione rivoluzionaria: l’Occidente potrebbe scendere dalla boria ideologica maturata dal secondo dopoguerra e pensare. Ma la vanagloria europea sull’unità trovata per sempre, sul glorioso anelito di democrazia che cambierà un mondo post Putin, può mettere a tacere tutte le scomode verità rivelate dal conflitto. Invece essere testimoni, come capita a me, di un Paese perennemente in guerra ma che aborre la guerra come ogni democrazia, è istruttivo, e suggerisce sincerità spietata. Vedersi piovere missili in testa, vivere in un Paese democratico e prospero in cui sono stati fatti almeno duemila morti in pochi anni con attacchi terroristici, e a cui sono state sferrate guerre da ogni parte, induce oggi tuttavia un pensiero ottimista: le piccole nazioni legate alla loro storia, alla loro cultura, ai loro eroi e libri, hanno una forza di resistenza straordinaria. L’Ucraina può vincere nonostante lo strazio. Zelensky, una specie di Isaac Babel post litteram, ebreo e cosacco, ce la può fare come Golda Meir o altri leader ebreo-ucraini scampati e combattenti. Certo lo sa anche lui dalla storia: non ci sarà aiuto sostanziale, nessun «arrivano i nostri», la solitudine è una lezione che da ebreo ha imparato, ma ha dalla sua la verità, come Israele. Putin è rimasto shoccato perchè aveva disegnato una realtà geopolitica inesistente, dove gli Ucraini erano Russi. Ma gli Ucraini non sono Russi, anzi hanno sempre cercato nessi a Occidente, nel bene e nel male, per sottrarsi alla Russia. Adesso la cultura europea per cui il nazionalismo era definitivamente infangato dal passato, deve capire che lo stato nazionale è portatore di libertà, non è nazifascista. Lo è invece l’imperialismo, che genera i mali attribuiti al nazionalismo. Gli esseri umani liberi combattono per la loro collettività coi loro eroi e le loro tradizioni, e le istituzioni – anche l’Ue! – devono rispettarli per sempre. Devono anche espellere senza pietà la stupida «cancel culture». C’è di più: durante la guerra abbiamo visto le teorie di genere in crisi, gli uomini sono rimasti a combattere, le mamme hanno preso per mano i bambini, e li hanno portati in salvo. Per aiutare la donna a essere libera e madre ci vuole oggi la magnifica ripresa di un femminismo deidelogizzato. Liberalismo, nazionalismo, tradizione, devono andare insieme, l’Europa deve separarsi dal linguaggio, la retorica socialista del sogno postbellico. La guerra è un altro testo da rileggere. I segnali di fumo pacifisti non fermano la cavalleria, e invece Putin va fermato. Qui, in Israele, il Paese non sopravviverebbe un giorno, se non sapesse vincere le guerre, se non coltivasse il valore. Ce ne vuole per resistere al rischio della vita dei propri figli. E non sopravviverebbe se i conservatori e liberal non combattessero insieme al bisogno. Beato il Paese che apprezza compatto i suoi eroi, non quello che non ne ha bisogno. Infine: i turchi, spiegava Bernard Lewis, non capivano che i cannoni troppo a prua sulle navi, col rinculo le rendevano instabili. Così furono affondati. Noi dobbiamo spostare i cannoni della democrazia, altrimenti l’impero europeo della libertà può andare in pezzi come quello ottomano. LEGGI TUTTO
Dazi, Tajani: la nostra linea è arrivare ad un accordo
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Rivolta nel carcere di Bari, ferito un poliziotto
Il personale della Polizia penitenziaria è riuscito a ristabilire l’ordine rapidamente, e i detenuti coinvolti sono stati trasferiti in altri istitutiRivolta nel carcere di Bari, ferito un poliziotto- Nanopress.itLe tensioni sembrano essere state causate dalle condizioni psicofisiche di uno dei detenuti coinvolti. Rivolta nel carcere di Bari, ferito un poliziottoLa situazione nel carcere di Bari è tornata alla normalità dopo un episodio di tensione che ha coinvolto quattro detenuti. Secondo le fonti, i detenuti hanno rifiutato di rientrare nelle loro celle e hanno aggredito un agente della Polizia penitenziaria, che è rimasto lievemente ferito. Un infermiere è stato temporaneamente bloccato nell’ambulatorio, ma è stato liberato poco dopo senza riportare ferite.Le tensioni sembrano essere state causate dalle condizioni psicofisiche di uno dei detenuti coinvolti. Nonostante la situazione critica, il personale della Polizia penitenziaria è riuscito a ristabilire l’ordine rapidamente, e i detenuti coinvolti sono stati trasferiti in altri istituti. LEGGI TUTTO