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Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegato
I parenti, tra cui la madre che è in attesa di un altro figlio, ne avevano segnalato poco prima la scomparsa.Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegato – Nanopress.itI soccorritori, tra cui i sanitari del 118, hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione, ma tutti i tentativi sono risultati inutili. Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegatoNon ce l’ha fatta il bambino di tre anni finito nel pomeriggio di oggi in un canale irriguo nel territorio del comune di Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno. Il piccolo, di origine straniera, si trovava lì con la famiglia. I parenti, tra cui la madre che è in attesa di un altro figlio, ne avevano segnalato poco prima la scomparsa.I soccorritori, tra cui i sanitari del 118, hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione, ma tutti i tentativi sono risultati inutili. Nel contempo è stata allertata l’eliambulanza che è stata poi rimandata indietro perché il piccolo è morto. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri, che erano stati allertati da alcune persone del posto, che avevano notato il corpicino nell’acqua. LEGGI TUTTO
«Violò i domiciliari per andare al ristorante», Denis Verdini a processo
Ascolta la versione audio dell’articoloL’ex parlamentare Denis Verdini è finito a processo, davanti al tribunale monocratico di Roma, per l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari. Nel procedimento Verdini, che sta scontando una pena di 15 anni e 10 mesi di reclusione per cumulo di tre condanne per bancarotta (il fine pena è fissato per il 2036), è accusato dalla Procura della Capitale di non avere rispettato le autorizzazioni per recarsi dal suo dentista a Roma da Firenze. Gli inquirenti contestano tre episodi, il 26 e 30 ottobre del 2021 e l’11 gennaio del 2022, in cui l’ex senatore di Ala (e prima ancora di Forza Italia) sarebbe invece andato a tre cene in un ristorante di Roma.Dal carcere ai domiciliari In base a queste contestazioni il tribunale della Sorveglianza di Firenze aveva disposto per Verdini il carcere per Verdini (che lo scorso 8 maggio ha compiuto 74 anni) ma per motivi di salute, nel giugno scorso, i giudici lo avevano posto nuovamente ai domiciliari. Verdini era inizialmente detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano (dove aveva ricevuto la visita del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, fidanzato della figlia Francesca, poi per le condizioni di salute era stato spostato al carcere don Bosco di Pisa che ha un centro clinico. La prossima udienza del processo è stata fissata a dicembre.Loading…Le cene con imprenditori, politici e dirigenti pubbliciVerdini si era costituito nel carcere di Rebibbia il 3 novembre 2020 per espiare la condanna definitiva a 6 anni e 6 mesi per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino ma ha avuto anche una condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi per la bancarotta della Ste a cui si aggiunge una a 3 anni e 10 mesi per il fallimento dell’impresa edile Arnone di Campi Bisenzio. Nel gennaio 2021 aveva ottenuto la detenzione domiciliare per motivi di salute, a causa della diffusione del Covid nel carcere capitolino. Decisione confermata poi dal Tribunale di sorveglianza di Firenze nel luglio 2021 per motivi di età. Verdini era stato poi autorizzato a recarsi a Roma dal dentista di fiducia che lo aveva già avuto in cura e a pernottare a casa del figlio Tommaso. Ma l’ex parlamentare, proprio nella capitale, sarebbe andato anche a cena con imprenditori, politici e dirigenti pubblici e avrebbe avuto una vita di relazione molto intensa, violando le prescrizioni imposte dal Tribunale di sorveglianza di Firenze. LEGGI TUTTO
Festival delle Regioni, Mattarella: “Competenze Autonomia nei limiti dettati dalla Carta”
Parlando a Venezia al Festival delle Regioni e delle Province Autonome, la manifestazione promossa dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in collaborazione con la Regione del Veneto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha salutato la platea con un lungo messaggio. “Rivolgo un saluto molto cordiale a tutti i presenti, ai Ministri, al Presidente e al Vicepresidente della Conferenza, al Presidente della Regione che ci ospita, ai Presidenti e agli assessori regionali, al Sindaco. Partecipo sempre volentieri al Festival delle Regioni che si avvia ormai a diventare un appuntamento fisso e che ogni anno propone contenuti nuovi e specifici”. Il Capo dello Stato ha partecipato alla sessione mattutina della seconda giornata del Festival delle Regioni al Palazzo Ducale. All’incontro sono intervenuti il presidente del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Michele Emiliano e il presidente Massimiliano Fedriga. “Oggi, come ha ricordato il Presidente Fedriga, celebriamo innanzitutto una ricorrenza di rilievo: i 25 anni della riforma costituzionale che ha introdotto l’elezione a suffragio universale e diretto dei Presidenti delle Regioni. È significativo che, nonostante la Costituzione lasci agli Statuti la facoltà di disporre in modo diverso, nessuna Regione abbia scelto una diversa modalità di individuazione del proprio Presidente. L’elezione diretta ha segnato l’avvio di un percorso riformatore che ha avuto il suo approdo in una significativa modifica del Titolo V della Costituzione con la quale è stato attribuito alle Regioni, unitamente ai Comuni, alle Province e alle Città Metropolitane e al pari dello Stato, il carattere di ente costitutivo della Repubblica, sulla base della comune derivazione dalla sovranità popolare. Sono state, inoltre, contestualmente incrementate, in misura rilevante, le competenze legislative delle Regioni. Il principio autonomista, presente sin dall’origine tra i principi fondamentali nella nostra Carta costituzionale, ha avuto in tal modo più ampia attuazione. Il nuovo riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni ha richiesto del tempo per assestarsi. Nella fase iniziale si è manifestato, come è noto, un elevato tasso di conflittualità istituzionale che la giurisprudenza della Corte costituzionale ha tuttavia col tempo e ricondotto a livelli fisiologici, assicurando stabilità all’esercizio delle funzioni tra i diversi livelli territoriali di governo”.
Autonomia efficace se rispetta carta e sussidiarietà
“L’autonomia ha trovato in tal modo un’adeguata valorizzazione ed è risultato evidente come essa si dimostri efficace e vantaggiosa per le collettività quando comporta l’esercizio di funzioni e competenze secondo una ragionevole applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, termini che la nostra Costituzione impiega con riferimento alle funzioni amministrative ma che costituiscono criteri validi anche con riferimento all’articolazione delle funzioni legislative. Vorrei richiamare brevemente l’attenzione su un particolare aspetto della governance multi-livello nel quadro della quale si esercitano le competenze regionali. L’autonomia comporta il riconoscimento di determinate competenze da esercitare nel rispetto dei limiti stabiliti dal dettato costituzionale e al riparo da sconfinamenti altrui. Tuttavia, nell’esercizio delle proprie attribuzioni i diversi livelli di governo hanno la necessità di coltivare un rapporto tra loro al fine di gestire le intersezioni, talvolta intense, tra le rispettive competenze. La gestione delle molteplici forme di intreccio nel riparto delle competenze – in particolare tra le Regioni e lo Stato -riveste un’importanza fondamentale per il buon esercizio dei rispettivi compiti nell’interesse dei cittadini”, ha proseguito Mattarella.
Indispensabile leale e proficua collaborazione Stato-Regioni
“La Corte costituzionale, al fine di orientare tali rapporti, ha da tempo enunciato il principio della leale collaborazione. Questo perché, affinché l’ordinamento della Repubblica funzioni, è indispensabile che Regioni e Stato collaborino proficuamente nel rispetto – ripeto -dei limiti delle proprie competenze stabilite dalla Costituzione o dalla legge. Questo vale per i diversi livelli di Governo ma anche nei rapporti tra i poteri. Lo stesso Presidente della Repubblica, pur nella particolare specificità del suo ruolo, è tenuto ad adottare come metodo quello della leale collaborazione. Sono numerosi i casi in cui Regioni e Stato concorrono all’esercizio di una funzione attribuita dalla Costituzione in vista di un risultato comune. Diventa, in queste ipotesi, indispensabile la convergenza e un corretto bilanciamento tra le rispettive istanze ed esigenze. La collaborazione tra i diversi livelli di governo ha, come sappiamo, individuato sedi e spazi nelle diverse Conferenze che, in varie forme, l’hanno istituzionalizzata e resa un modus operandi al quale sempre più spesso si ricorre. Senza la pratica della leale collaborazione diviene impossibile tutelare interessi fondamentali della collettività. Basti pensare alla materia sanitaria e a come, particolarmente in quest’ambito, il concorso di Stato e Regioni nel perseguire i medesimi obiettivi risulti essenziale, perché l’esercizio delle rispettive competenze ha un solo fine, doverosamente comune: il diritto alla salute dei cittadini. Un sistema – soggetto a una dinamica di costi crescenti e per il quale, accanto al problema delle risorse, che sussiste, con alterne vicende, dal biennio 2088 / 2009 – si pongono esigenze di razionalizzazione e di riqualificazione per migliorare i servizi offerti ai cittadini”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
Collaborazione necessaria, superare divari sanità
“Una strategia unitaria e la collaborazione tra istituzioni sono necessarie per superare intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali e garantire una copertura universale e un accesso uniforme alle prestazioni sull’intero territorio della Repubblica, obiettivi irrinunciabili di un Servizio sanitario nazionale. Un metodo – quello della leale collaborazione – che sembra dover presiedere anche alle politiche volte a promuovere le eccellenze nazionali, obiettivo che avete posto al centro dei lavori di questi giorni. Eccellenze che costituiscono dei punti di forza per la Repubblica ma che per essere adeguatamente valorizzate richiedono che se ne prenda coscienza e si affrontare, attraverso riforme coraggiose, i punti di debolezza del sistema economico e istituzionale. La digitalizzazione dell’amministrazione, i tempi della giustizia, l’alto costo dell’energia, la sostenibilità ambientale, le criticità che si riscontrano nel settore dei lavori pubblici, sono tutti ambiti interessati da interventi previsti dal PNRR sui quali occorre mantenere fissa l’attenzione e costante l’impegno. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati occorre praticare intensamente la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, a partire dalle istituzioni europee nonché attraverso una stretta cooperazione tra Stato e Regioni che devono procedere nella stessa direzione. L’Unione Europea è, spesso, per questi problemi parte indefettibile della soluzione – penso, ad esempio, al tema della difesa e della sicurezza – e risulta, inoltre, estremamente utile il confronto con le esperienze degli altri partner europei. La collaborazione istituzionale, dando forza e stabilità alle decisioni assunte, agevola l’adozione di quelle politiche di medio e lungo periodo necessarie a misurarsi con i nodi strutturali che limitano la crescita economica e sociale del Paese. Il mio augurio – e sono fiducioso che questo accada – è, dunque, che i lavori di questi giorni abbiano luogo in questo spirito, alla ricerca di intese, orientate al conseguimento di obiettivi condivisi che rafforzino le istituzioni, l’economia e la coesione sociale. Buon lavoro, dunque, nell’interesse delle Regioni e di tutti i cittadini della Repubblica”, ha concluso il Capo dello Stato. LEGGI TUTTOElly Schlein: «Dazi, imprese e lavoro: ecco le proposte del Pd»
Pensi il paradosso: Trump sta stravolgendo l’ordine mondiale e la legalità internazionale per allontanare la Russia dalla Cina fino al punto da assumere le ragioni dell’aggressore e da umiliare in modo inaccettabile l’Ucraina, e probabilmente ha pure l’obiettivo con questa guerra commerciale di allontanare l’Ue dalla Cina: rischia invece di ottenere l’effetto opposto. Perché è chiaro che il mondo non finisce con gli Stati Uniti. Credo che sia giusto che la Commissione Ue si prepari al vertice di luglio dando un segnale di cauta ripresa di dialogo con la Cina, e sottolineo cauto, purché si tengano ben saldi i nostri valori: questo vale per l’inaccettabile sostegno alla Russia nella guerra contro l’Ucraina, così come per le tutele rispetto al dumping sociale e salariale.Il governo ha messo in campo l’ipotesi di 25 miliardi di aiuti alle imprese dalla rimodulazione di fondi dal Pnrr. Quali sono le proposte del Pd?Sul livello europeo serve, anche a prescindere dai dazi, un grande piano di investimenti comuni europei, un nuovo Next Generation Ue di almeno 800 miliardi, finanziato da debito comune, con l’obiettivo di sostenere le imprese europee nella doppia transizione ecologica e digitale. Se saranno confermati i dazi, poi, serve un Fondo per le imprese e lavoro e la riattivazione dello strumento Sure. Aprire a nuovi mercati, abbattere le barriere interne al mercato unico e semplificare. Per quanto riguarda l’Italia, va notato che il governo spagnolo ha messo subito in campo un decreto di 14 miliardi di cui almeno la metà è costituito da risorse fresche. Per carità, fermo restando che per noi i fondi di coesione non vanno toccati perché si toglierebbero risorse a zone e settori fragili, quando si tratta di rimodulare i fondi messi male da questo governo su Transizione 5.0 siamo d’accordo: troppi passaggi burocratici e troppo complicati, come ha ribadito in queste ore anche Confindustria. Ma servono anche risorse fresche. Oggi ho sentito una cosa che mi ha lasciato basita: il ministro dell’Economia Giorgetti ha detto che è l’Europa che ci ha impedito di fare Industria 4.0. Non c’è impresa che non dica che quelle misure funzionavano bene, ma il governo ha voluto usare fondi europei senza voler trovare risorse per rifinanziare quelle misure. L’impressione è che su Industria 4.0, così come sull’attuazione del Pnrr, abbiano fin qui prevalso più le bandierine ideologiche che l’interesse del Paese di preservare quanto di buono hanno fatto i governi precedenti. La nostra proposta riguarda anche l’energia: facciamo un disaccoppiamento di fatto del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas, o con un tetto al prezzo del gas come in Spagna e Portogallo o con i contratti power purchase agreement. Servono infine misure di sostengo nell’accesso al credito e misure per rilanciare i consumi interni: va affrontata la questione salariale con il rinnovo dei contratti per 5 milioni di lavoratori e, per quanto ci riguarda, serve il salario minimo.Su questi temi non dovrebbe esserci collaborazione tra maggioranza e opposizione?Le nostre proposte sono pronte e sono a disposizione delle parti politiche. Siamo sempre disponibili a collaborare su queste grandi questioni nell’interesse del Paese, ma a differenza di quanto avvenuto altrove in Europa il governo Meloni non ci ha ancora convocato per discutere la questione dazi. LEGGI TUTTO
Chi è Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd e nuovo sindaco di Ravenna
Sarà quasi certamente Alessandro Barattoni, 42enne ex consigliere comunale, sposato e padre di un figlio, il nuovo sindaco di Ravenna (ELEZIONI COMUNALI 2025, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). Attuale segretario provinciale del Partito democratico, Barattoni era il favorito della vigilia e i pronostici sembrano essere stati rispettati, con la vittoria del centrosinistra che conserva così la poltrona di primo cittadino nel capoluogo romagnolo dopo la guida dell’attuale presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale.
Una carriera nel mondo della logistica
Una carriera professionale nel mondo della logistica ravennate che gravita attorno al porto, Barattoni ha speso la sua intera vita adulta nel mondo della politica. Nel Pd nazionale è da tempo figura conosciuta per le varie circostanze in cui, da segretario, è stato capace di battere la destra nei vari Comuni al voto, rivelando un inaspettato talento nell’individuare i candidati sindaci. Fino a quando non è toccato a lui.
Sostenuto da una larghissima coalizione
Segretario del Pd di Ravenna di lungo corso (dal 2017), con lui 17 Comuni su 18 della provincia sono ora in mano al centrosinistra. Barattoni si è presentato alle amministrative sostenuto da una coalizione in versione campo larghissimo, simile a quella che ha appoggiato De Pascale alle ultime elezioni regionali. Con lui le liste di Pd, Avs, M5s, la lista civica Ama Ravenna, Progetto Ravenna, formato da Iv, Azione, +Europa e Socialisti e la lista del Partito rrepubblicano.
Il trasporto pubblico gratuito tra le sue priorità
Quando si era presentato alla cittadinanza, nei mesi scorsi, aveva detto: “Vorrei essere il sindaco di Ravenna per due mandati perché i prossimi anni saranno fondamentali e serve una visione di prospettiva e perché, come dicono in campagna, alla prima botta l’albero non cade”. Tra le priorità, aveva parlato di “una mobilità del trasporto pubblico locale che sia gratuita per tutte e tutti e a una riforestazione urbana, con piante in tutte le scuole e luoghi pubblici, che ci aiutino a vivere meglio”. Poi, un occhio di riguardo al turismo: “Siamo una città importante a livello nazionale, ma vorrei accrescere la nostra fama a livello internazionale, come la nostra storia impone”.
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I parenti, tra cui la madre che è in attesa di un altro figlio, ne avevano segnalato poco prima la scomparsa.Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegato – Nanopress.itI soccorritori, tra cui i sanitari del 118, hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione, ma tutti i tentativi sono risultati inutili. Bimbo di tre anni finisce in un canale, il piccolo muore annegatoNon ce l’ha fatta il bambino di tre anni finito nel pomeriggio di oggi in un canale irriguo nel territorio del comune di Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno. Il piccolo, di origine straniera, si trovava lì con la famiglia. I parenti, tra cui la madre che è in attesa di un altro figlio, ne avevano segnalato poco prima la scomparsa.I soccorritori, tra cui i sanitari del 118, hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione, ma tutti i tentativi sono risultati inutili. Nel contempo è stata allertata l’eliambulanza che è stata poi rimandata indietro perché il piccolo è morto. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri, che erano stati allertati da alcune persone del posto, che avevano notato il corpicino nell’acqua. LEGGI TUTTO
«Violò i domiciliari per andare al ristorante», Denis Verdini a processo
Ascolta la versione audio dell’articoloL’ex parlamentare Denis Verdini è finito a processo, davanti al tribunale monocratico di Roma, per l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari. Nel procedimento Verdini, che sta scontando una pena di 15 anni e 10 mesi di reclusione per cumulo di tre condanne per bancarotta (il fine pena è fissato per il 2036), è accusato dalla Procura della Capitale di non avere rispettato le autorizzazioni per recarsi dal suo dentista a Roma da Firenze. Gli inquirenti contestano tre episodi, il 26 e 30 ottobre del 2021 e l’11 gennaio del 2022, in cui l’ex senatore di Ala (e prima ancora di Forza Italia) sarebbe invece andato a tre cene in un ristorante di Roma.Dal carcere ai domiciliari In base a queste contestazioni il tribunale della Sorveglianza di Firenze aveva disposto per Verdini il carcere per Verdini (che lo scorso 8 maggio ha compiuto 74 anni) ma per motivi di salute, nel giugno scorso, i giudici lo avevano posto nuovamente ai domiciliari. Verdini era inizialmente detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano (dove aveva ricevuto la visita del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, fidanzato della figlia Francesca, poi per le condizioni di salute era stato spostato al carcere don Bosco di Pisa che ha un centro clinico. La prossima udienza del processo è stata fissata a dicembre.Loading…Le cene con imprenditori, politici e dirigenti pubbliciVerdini si era costituito nel carcere di Rebibbia il 3 novembre 2020 per espiare la condanna definitiva a 6 anni e 6 mesi per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino ma ha avuto anche una condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi per la bancarotta della Ste a cui si aggiunge una a 3 anni e 10 mesi per il fallimento dell’impresa edile Arnone di Campi Bisenzio. Nel gennaio 2021 aveva ottenuto la detenzione domiciliare per motivi di salute, a causa della diffusione del Covid nel carcere capitolino. Decisione confermata poi dal Tribunale di sorveglianza di Firenze nel luglio 2021 per motivi di età. Verdini era stato poi autorizzato a recarsi a Roma dal dentista di fiducia che lo aveva già avuto in cura e a pernottare a casa del figlio Tommaso. Ma l’ex parlamentare, proprio nella capitale, sarebbe andato anche a cena con imprenditori, politici e dirigenti pubblici e avrebbe avuto una vita di relazione molto intensa, violando le prescrizioni imposte dal Tribunale di sorveglianza di Firenze. LEGGI TUTTO