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Maltempo, frana in Cadore: interrotto il collegamento tra Veneto e Friuli Venezia Giulia
I soccorritori stanno lavorando per valutare la situazione e ripristinare la viabilità. Fortunatamente, nessun veicolo transitava sulla strada interessata dal crollo.Maltempo, frana in Cadore: interrotto il collegamento tra Veneto e Friuli Venezia Giulia – Nanopress.itL’unica strada di collegamento disponibile al momento è quella che attraversa Forni di Sopra fino alla provincia di Belluno. Maltempo, frana in Cadore: interrotto il collegamento tra Veneto e Friuli Venezia GiuliaIl forte maltempo della scorsa notte ha causato due frane che hanno interrotto alcune delle principali direttrici montane tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. Attualmente, le strade regionali Fvg 355 e 465 sono impraticabili a causa dei detriti sulla carreggiata. L’unica arteria disponibile è quella che attraversa Forni di Sopra e raggiunge la provincia di Belluno.La prima frana si è verificata a Sappada, in corrispondenza del Rio Acquatona, dove i soccorritori stanno lavorando per verificare la situazione. Nel frattempo, un secondo smottamento ha interessato la strada regionale 465 in alta Val Pesarina, rendendo impossibile il traffico da e verso Pradibosco-Pian di Casa, Sauris e Cadore. LEGGI TUTTO
Meloni, mediatrice tra Trump e l’Europa: dazi, armi e la strategia per l’Italia
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaNon finire stritolata tra Washington e Bruxelles. Non essere costretta a scegliere tra Donald Trump e Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni è una trapezista senza rete. Da un lato, la minaccia del Presidente Usa che incombe sull’Europa con i suoi dazi e la sua richiesta di riarmo. Dall’altro, l’Unione Europea, divisa e paralizzata, come sempre. La premier italiana ha scelto di stare al centro, di fare da mediatore. Ma quel ruolo che oggi le sembra una posizione di forza si può trasformare in un abito troppo stretto, soffocante. Meloni lo sa ma non ha alternative. Anzi è convinta che può ricavarne qualcosa di solido in prospettiva. Ad esempio una flessibilità del Patto di stabilità sul computo delle spese per la Difesa, che Roma chiede da anni senza successo.I dazi e il riarmo dell’Europa Il riarmo dell’Europa assieme ai dazi sono i due temi portanti di questo inizio anno su cui incombe l’ombra del nuovo inquilino della Casa Bianca, come dimostra il confronto avvenuto nel Consiglio straordinario di lunedì 3 febbraio a Bruxelles. Un vertice durante il quale Meloni da un lato ha suggerito agli alleati di evitare il corpo a corpo con Trump e dall’altro è tornata alla carica sulla necessità di escludere dal calcolo del deficit le spese per la Difesa. Per ora il Presidente Usa ha minacciato ma non deciso di aumentare le tariffe: “Vuole negoziare”, è la convinzione della Premier. In parte è certamente vero. Ma solo in parte, perché la stessa Presidente del Consiglio è consapevole che quella minaccia a breve si tradurrà in qualcosa di molto concreto e doloroso. Soprattutto per i Paesi più esposti nell’interscambio con gli Usa: Germania e Italia.Loading…Le elezioni tedesche in arrivoNel frattempo, la data del 23 febbraio incombe. Sono le elezioni tedesche, e Trump potrebbe aspettarne l’esito prima di affondare il colpo sui dazi. Chissà se qualcuno – magari Elon Musk, il suo amico e sponsor della destra estrema europea– gli ha suggerito di temporeggiare, per vedere di quanto salirà l’AfD e puntare sulle difficoltà di Berlino per formare il nuovo governo. E non è da escludere anche che, quando la minaccia si farà concreta, Trump l’articolerà. Nel senso che si muoverà puntando a dividere la Ue, favorendo alcuni prodotti rispetto ad altri. Comprare armi (e gas liquido) made in Usa può certo aiutare a riequilibrare la bilancia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico e rendere meno ostile Trump. Meloni ci conta. Ma per giocare questa carta ha bisogno di soldi, di margini di spesa che Bruxelles, per ora, non le concede. E così la Premier prova a barattare il riarmo con la flessibilità, chiedendo che le spese militari siano escluse dal calcolo del deficit, che si adottino misure straordinarie – emissione di debito – come avvenuto con il Covid.Si lavora a un faccia a faccia von der Leyen-TrumpLa Presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è detta disponibile a una qualche forma di flessibilità mentre si lavora a un possibile faccia a faccia a Washington. No (per ora) della Germania e dell’Olanda. Un no paradossale, soprattutto quello di Amsterdam, che ha un ministro dell’Economia di destra-destra che va a braccetto con Matteo Salvini e un ex premier, Mark Rutte ( quello che andò a Tunisi con Meloni per firmare il patto sui migranti) alla guida della Nato, impegnato proprio a spingere per l’aumento della spesa militare europea. Il cortocircuito è evidente.Oggi scommessa, domani vicolo cieco?L’Italia al momento è ancora parecchio sotto il tetto del 2% del Pil che era stato fissato qualche anno fa e che nel frattempo è diventato anacronistico. Trump ha alzato l’asticella al 5%. Per noi si tradurrebbe in oltre 100 miliardi. Impossibile, anche solo in prospettiva. Meloni sa che l’Italia, da sola, rischia di essere solo un vaso di coccio tra i giganti. Eppure, continua a provarci. Con una strategia che somiglia a una scommessa ma che domani potrebbe rivelarsi un vicolo cieco. LEGGI TUTTO
Strage di Ustica, la Procura di Roma chiede l’archiviazione dell’ultima inchiesta
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaSembra destinata a restare senza colpevoli la strage di Ustica. La procura di Roma ha chiesto al gip l’archiviazione dell’ultima inchiesta sul Dc-9 Itavia che la sera del 27 giugno 1980 precipitò nel mar Tirreno, provocando 81 morti. Lo scrive la Repubblica, riferendo che per i pm lo scenario resta comunque quello della battaglia aerea ed è stata esclusa la pista della bomba esplosa a bordo.Secondo il quotidiano la procura romana non sarebbe riuscita a identificare la nazionalità dei caccia in assetto da guerra che quella sera erano nei cieli di Ustica e che avrebbero provocato l’abbattimento dell’aereo diretto da Bologna a Palermo e dunque a individuare i responsabili. E questo nonostante le decine di rogatorie internazionali – in particolare quelle degli ultimi anni con la Francia e gli Usa – e le numerose testimonianze raccolte dai magistrati.Ci sarebbe stata poca trasparenza nella collaborazione fornita dai Paesi ai quali l’Italia si è rivolta, con informazioni incomplete, non riscontrabili e in alcuni casi addirittura fuorvianti.Loading…Bonfietti: archiviazione su Ustica grande delusione «Con grande dolore e delusione apprendo la richiesta della Procura di Roma di archiviazione per la indagine sulla tragedia di Ustica aperta nel 2008 dopo le dichiarazione del Presidente Cossiga che indicava aerei francesi come responsabili dell’abbattimento del DC9 Itavia. È la reazione di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Dolore, sottolinea Bonfietti, «per i nostri morti che non hanno ancora avuto completa giustizia e delusione per i tanti anni di indagini e sforzi di magistratura e avvocati che non hanno ancora potuto portare alla completa verità». LEGGI TUTTO
Mattarella: “Europa affronti con coraggio le sfide”
“Se non sapremo affrontare con coraggio, risolutezza e lungimiranza le sfide che minacciano il nostro futuro rischieremo di smarrire quel patrimonio inestimabile di diritti e valori che costituiscono la pietra angolare del nostro progetto di integrazione. Prosperità condivisa, eguaglianza sostanziale, libertà inviolabile, pace duratura e democrazia solida, nel rispetto dell’ambiente che ci accoglie, non sono soltanto ideali da custodire, ma impegni concreti da rinnovare con determinazione”. E’ quanto si legge nella dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Festa dell’Europa. “È nella nostra capacità di affrontare il cambiamento, con unità e responsabilità, che risiede il destino dell’Italia e dell’Europa e il benessere delle generazioni che verranno”. LEGGI TUTTO
Si sgancia la giostra durante la festa patronale, ferito un ragazzo
I carabinieri stanno indagando per accertare eventuali responsabilità da parte dei giostrai riguardo alla sicurezza.Si sgancia la giostra durante la festa patronale, ferito un ragazzo – Nanopress.itL’incidente ne ricorda un altro simile 26avvenuto a maggio a San Severo, dove il cavo di una giostra si spezzò, causando nove feriti. Si sgancia la giostra durante la festa patronale, ferito un ragazzoTragedia sfiorata a Capurso durante la festa patronale della Madonna del Pozzo. Un ragazzo è caduto da una giostra da un’altezza di circa cinque metri dopo che la chiusura di sicurezza si è sganciata. Fortunatamente, nonostante abbia battuto la testa, è rimasto vigile e non è in pericolo di vita. È stato prontamente soccorso dagli operatori sanitari del 118 e trasportato all’ospedale Di Venere di Bari.I carabinieri stanno indagando per accertare eventuali responsabilità da parte dei giostrai riguardo alla sicurezza. L’incidente ne ricorda un altro avvenuto a maggio a San Severo, dove il cavo di una giostra si spezzò, causando nove feriti. LEGGI TUTTO
Maltempo, frana in Cadore: interrotto il collegamento tra Veneto e Friuli Venezia Giulia
I soccorritori stanno lavorando per valutare la situazione e ripristinare la viabilità. Fortunatamente, nessun veicolo transitava sulla strada interessata dal crollo.Maltempo, frana in Cadore: interrotto il collegamento tra Veneto e Friuli Venezia Giulia – Nanopress.itL’unica strada di collegamento disponibile al momento è quella che attraversa Forni di Sopra fino alla provincia di Belluno. Maltempo, frana in Cadore: interrotto il collegamento tra Veneto e Friuli Venezia GiuliaIl forte maltempo della scorsa notte ha causato due frane che hanno interrotto alcune delle principali direttrici montane tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. Attualmente, le strade regionali Fvg 355 e 465 sono impraticabili a causa dei detriti sulla carreggiata. L’unica arteria disponibile è quella che attraversa Forni di Sopra e raggiunge la provincia di Belluno.La prima frana si è verificata a Sappada, in corrispondenza del Rio Acquatona, dove i soccorritori stanno lavorando per verificare la situazione. Nel frattempo, un secondo smottamento ha interessato la strada regionale 465 in alta Val Pesarina, rendendo impossibile il traffico da e verso Pradibosco-Pian di Casa, Sauris e Cadore. LEGGI TUTTO
Meloni, mediatrice tra Trump e l’Europa: dazi, armi e la strategia per l’Italia
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaNon finire stritolata tra Washington e Bruxelles. Non essere costretta a scegliere tra Donald Trump e Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni è una trapezista senza rete. Da un lato, la minaccia del Presidente Usa che incombe sull’Europa con i suoi dazi e la sua richiesta di riarmo. Dall’altro, l’Unione Europea, divisa e paralizzata, come sempre. La premier italiana ha scelto di stare al centro, di fare da mediatore. Ma quel ruolo che oggi le sembra una posizione di forza si può trasformare in un abito troppo stretto, soffocante. Meloni lo sa ma non ha alternative. Anzi è convinta che può ricavarne qualcosa di solido in prospettiva. Ad esempio una flessibilità del Patto di stabilità sul computo delle spese per la Difesa, che Roma chiede da anni senza successo.I dazi e il riarmo dell’Europa Il riarmo dell’Europa assieme ai dazi sono i due temi portanti di questo inizio anno su cui incombe l’ombra del nuovo inquilino della Casa Bianca, come dimostra il confronto avvenuto nel Consiglio straordinario di lunedì 3 febbraio a Bruxelles. Un vertice durante il quale Meloni da un lato ha suggerito agli alleati di evitare il corpo a corpo con Trump e dall’altro è tornata alla carica sulla necessità di escludere dal calcolo del deficit le spese per la Difesa. Per ora il Presidente Usa ha minacciato ma non deciso di aumentare le tariffe: “Vuole negoziare”, è la convinzione della Premier. In parte è certamente vero. Ma solo in parte, perché la stessa Presidente del Consiglio è consapevole che quella minaccia a breve si tradurrà in qualcosa di molto concreto e doloroso. Soprattutto per i Paesi più esposti nell’interscambio con gli Usa: Germania e Italia.Loading…Le elezioni tedesche in arrivoNel frattempo, la data del 23 febbraio incombe. Sono le elezioni tedesche, e Trump potrebbe aspettarne l’esito prima di affondare il colpo sui dazi. Chissà se qualcuno – magari Elon Musk, il suo amico e sponsor della destra estrema europea– gli ha suggerito di temporeggiare, per vedere di quanto salirà l’AfD e puntare sulle difficoltà di Berlino per formare il nuovo governo. E non è da escludere anche che, quando la minaccia si farà concreta, Trump l’articolerà. Nel senso che si muoverà puntando a dividere la Ue, favorendo alcuni prodotti rispetto ad altri. Comprare armi (e gas liquido) made in Usa può certo aiutare a riequilibrare la bilancia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico e rendere meno ostile Trump. Meloni ci conta. Ma per giocare questa carta ha bisogno di soldi, di margini di spesa che Bruxelles, per ora, non le concede. E così la Premier prova a barattare il riarmo con la flessibilità, chiedendo che le spese militari siano escluse dal calcolo del deficit, che si adottino misure straordinarie – emissione di debito – come avvenuto con il Covid.Si lavora a un faccia a faccia von der Leyen-TrumpLa Presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è detta disponibile a una qualche forma di flessibilità mentre si lavora a un possibile faccia a faccia a Washington. No (per ora) della Germania e dell’Olanda. Un no paradossale, soprattutto quello di Amsterdam, che ha un ministro dell’Economia di destra-destra che va a braccetto con Matteo Salvini e un ex premier, Mark Rutte ( quello che andò a Tunisi con Meloni per firmare il patto sui migranti) alla guida della Nato, impegnato proprio a spingere per l’aumento della spesa militare europea. Il cortocircuito è evidente.Oggi scommessa, domani vicolo cieco?L’Italia al momento è ancora parecchio sotto il tetto del 2% del Pil che era stato fissato qualche anno fa e che nel frattempo è diventato anacronistico. Trump ha alzato l’asticella al 5%. Per noi si tradurrebbe in oltre 100 miliardi. Impossibile, anche solo in prospettiva. Meloni sa che l’Italia, da sola, rischia di essere solo un vaso di coccio tra i giganti. Eppure, continua a provarci. Con una strategia che somiglia a una scommessa ma che domani potrebbe rivelarsi un vicolo cieco. LEGGI TUTTO
POLITICA
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