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Dazi, vertice di governo: sul tavolo le ipotesi per sostenere le imprese –
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNella riunione a Palazzo Chigi «per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana», i ministri «hanno illustrato» alla premier Giorgia Meloni «le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Al vertice di governo hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Tommaso Foti (Affari Ue), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Francesco Lollobrigida (Agricoltura). I ministri interessati hanno discusso inoltre «degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo».Vertice sui dazi: guerra commerciale non avvantaggia nessuno Loading…«È stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi» riferisce ancora la nota di Palazzo Chigi al termine della riunione fra la premier Giorgia Meloni e i ministri «per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana»A Palazzo Chigi vertice con Meloni e ministriAd annunciare la nuova riunione della ’task force’ sui dazi era stata la stessa presidente del Consiglio in occasione del Cdm di venerdì scorso. «Ho deciso di chiedere ai due vicepremier, al ministro dell’Economia, dell’Industria, dell’Agricoltura, delle Politiche europee, di vederci lunedì pomeriggio e di portare ciascuna per la propria competenza uno studio sull’impatto che questa situazione può avere per la nostra economia», aveva detto Meloni. Lo stesso gruppo di lavoro si confronterà anche con i rappresentanti delle categorie produttive, che saranno ricevuti domani a Palazzo ChigiVerso missione Meloni a Washington il 16 aprileIntanto prende sempre più quota la missione negli Usa della premier. Giorgia Meloni andrà a Washington il 16 aprile. Lo confermano all’Adnkronos fonti informate, in attesa dell’annuncio ufficiale di Palazzo Chigi e della Casa Bianca. Incrociando le agende della premier e del presidente americano sarebbe stata individuata questa data per l’incontro con Donald Trump, che avverrà solo due giorni prima dell’arrivo in Italia del vice presidente JD Vance. La missione di Meloni a Washington, con ovviamente al centro la questione dei dazi che ha stravolto l’agenda di un incontro a cui si lavorava da tempo, cadrà anche all’indomani della data individuata dall’Unione Europea per cominciare ad applicare i controdazi decisi in risposta ai dazi americani. LEGGI TUTTO
Dopo la svolta di Trump Meloni prudente, l’obiettivo in Usa resta zero dazi
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaL’attesa di una svolta c’era, ed è andata molto oltre le migliori previsioni: 90 giorni di sospensione dei dazi non cambiano, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, la portata della missione di Giorgia Meloni alla Casa Bianca. Che anzi, ancora più convinta, a Donald Trump chiederà di sedersi a parlare con l’Europa, con l’obiettivo che ora appare meno irrealizzabile, di creare quella grande area di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico, con la formula ’zero per zero’ dazi.Lo sconcerto per le parole di TrumpLa giornata si apre tra lo sconcerto e l’imbarazzo per le parole del presidente americano, che accendono le opposizioni (la premier “abbassa la testa” e va lì “con il cappello in mano”): davanti a quell’espressione – “i leader pronti a baciarmi il culo”, che anche Matteo Salvini indica come «immagine abbastanza disgustosa» – nella maggioranza c’è chi sorride, chi non risponde, chi glissa come Antonio Tajani (“other question?”). Un tema che probabilmente i due vicepremier hanno affrontato anche con Meloni, in un confronto a tre poco prima del Consiglio dei ministri. La presa di posizione poco elegante del tycoon, assicura però il ministro degli Esteri, non cambia i programmi della premier che andrà a Washington «con la schiena dritta» a proporre di negoziare «sostenendo le posizioni europee».Loading…La diffidenza della FranciaUna precisazione più che dovuta, per il vicepremier, dopo che il ministro francese dell’Industria Marc Ferracci aveva dato voce alla diffidenza di alcune cancellerie nei confronti del viaggi della leader italiana. «Se cominciamo ad avere discussioni bilaterali il ragionamento di Ferracci, l’unità europea «rischia di spezzarsi». Parole che fanno scattare i ministri a difesa dell’azione di Roma: «Rispetto e reciprocità, cari amici francesi. Non ci sono nazioni di serie A e nazioni di serie B», dice subito il titolare degli Affari europei Tommaso Foti, chiedendosi come mai «quando il presidente Macron si reca a Washington tutto sembra andare bene, mentre quando è la Meloni ad andare invece no». Anche il titolare della Farnesina ricorda i diversi incontri del capo dell’Eliseo, convinto che i vicini d’Oltralpe «non abbiano capito lo spirito di questa missione». E nemmeno che «l’Unione europea è ben contenta che l’Italia vada a parlare per sostenere le posizioni europee».La retromarciaUna reazione che induce il governo francese a fare marcia indietro, con la portavoce Sophie Primas che assicura come non ci siano “preoccupazioni” per la visita italiana perché «tutte le voci che permettono un dialogo con gli Stati Uniti sono benvenute». Ma ora, con la frenata del presidente americano, lo scenario un poco si semplifica, si ragiona ai piani alti del governo, dove da qualche giorno sono sotto osservazione le proteste che lo stesso presidente americano sta fronteggiando in patria.Il sollievo della premierLa notizia rimbalza da Washington mentre Meloni sta andando al Quirinale per la serata di gala in onore dei reali britannici. E chi riesce a raggiungerla osserva, con un certo sollievo, che ora «non si va più con il coltello alla gola». Restano comunque le incertezze e la totale imprevedibilità delle posizioni degli Usa sulle tariffe commerciali. E se la missione nella sostanza risulta più semplice serve comunque “prudenza”. LEGGI TUTTO
Neosindaca Merano Zeller: Su fascia messaggio sbagliato. Kompatscher: Gesto non ideologico
“La mia è stata una reazione istintiva che probabilmente è stata recepita in modo sbagliato. Per questo mi scuso. Il nostro progetto mira a unire e di certo non a dividere i gruppi linguistici”. La sindaca di Merano, eletta nel ballottaggio del 18 maggio, ha commentato il gesto di togliersi la fascia tricolare avvenuto durante l’insediamento in Municipio. “Ha un cattivo rapporto con il suo predecessore e si è sentita trattata da ‘ragazzina giovane'”, l’ha difesa il presidente della provincia autonoma di Bolzano
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Sulla questione della fascia tricolore “purtroppo è passato un messaggio che non era assolutamente voluto”. La neo sindaca di Merano Katharina Zeller ha rotto il silenzio sul gesto, diventato virale e finito al centro delle polemiche, avvenuto durante l’insediamento in Municipio, quando la neo prima cittadina, eletta durante i ballottaggi del 18 maggio, ha indossato poco convinta la fascia tricolore per poi togliersela subito. “La mia reazione – ha commentato Zeller in conferenza stampa – è stata esclusivamente in risposta al comportamento di Dal Medico (suo predecessore, ndr) e sicuramente non per la fascia tricolore che lui mi voleva indossare. La mia è stata una reazione istintiva che probabilmente è stata recepita in modo sbagliato. Per questo mi scuso. Il nostro progetto mira a unire e di certo non a dividere i gruppi linguistici. E lo dimostreremo con i fatti”, ha aggiunto.
Cosa è successo
Da sempre in Provincia di Bolzano alla fascia con i colori dell’Italia la quasi la totalità dei sindaci di madrelingua tedesca all’insediamento preferisce per usanza una catena con una medaglia. Zeller ha infatti spiegato che durante la cerimonia di insediamento aveva scelto “come è prassi, la collana con il medaglione che rappresenta il nostro territorio, entrambi i gruppi linguistici, i nuovi cittadini e il Comune di Merano. Dal Medico si è invece voluto imporre, nonostante gli avessi detto diverse volte prima ‘per favore poggia la fascia tricolore nelle mie mani’. Ha insistito dicendomi ‘no, tu adesso devi fare questo’. Il tono non mi è per niente piaciuto e ho reagito come ho reagito”. L’ex sindaco, ha proseguito Zeller, “mi ha fatto arrabbiare perché conosce o dovrebbe conoscere bene le nostre sensibilità. Ha voluto fare un dispetto, buttando olio su quel fuoco che tutti noi vorremmo vedere spento. Ora vediamo le reazioni e questa divisione. Mi dispiace davvero molto. Come sindaca forse avrei dovuto farlo scivolare via, ma la situazione mi ha fatto veramente arrabbiare perché mi sono trovata vicino a (Dal Medico, ndr.) che continuava a dirmi ‘tu adesso fai e obbedisci'”. LEGGI TUTTO
Cinema, Giuli: i criteri di assegnazione dei fondi di promozione saranno rivisti
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Prendo atto della proposta del direttore generale Cinema e Audiovisivo, Nicola Borrelli, di sospendere i lavori della Commissione per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva, al fine di ridefinire il sistema di valutazione e assegnazione dei contributi». Lo annuncia in una nota il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.Il «tagliando»«Si fa un tagliando, cioè si vede come ha lavorato una commissione e si cerca di verificare se sia perfettibile il meccanismo di selezione e per garantire qualcosa in più in termini di pluralismo». Lo ha detto il ministro della Cultura, commentando al Forum in Masseria a Saturnia la decisione di sospendere i lavori della ’Commissione per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva’, per ridefinire il sistema di valutazione e assegnazione dei contributi. «E’ arrivata una sollecitazione da parte del dg Borrelli», ha precisato Giuli sottolineando che «la commissione eredita schema del 2024» e che «è composta da figure di qualità e indipendenti».Loading…La commissione Il 10 febbraio era stato pubblicato il decreto direttoriale e le graduatorie relative alle “Attività ed iniziative di promozione cinematografica ed audiovisiva” per l’anno 2024 , per le quali era stata presentata istanza di contributo. Giuli, il 10 ottobre 2024, aveva nominato i 12 esperti per la selezione dei progetti e per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva. La commissione è composta da Fortunato Cerlino, Lavinia Consolato, Tilde Corsi, Silvia Iannuzzi, Guia Loffredo, Luigi Marzullo, Franco Matteucci, Gianfranco Rinaldi, Rossana Rummo, Raffaella Salamina, Riccardo Tozzi e Vito Zagarrio.La polemicaIl ministro della Cultura Alessandro Giuli, ieri, in relazione all’articolo apparso sul quotidiano ’La Verità’ dal titolo “Il ministro ’nazista’ copre di soldi il guru della sinistra e sua sorella”, aveva comunicato di aver dato mandato ai propri legali affinché agiscano a tutela della sua immagine e onorabilità, anche in relazione alla veridicità dei fatti riportati. LEGGI TUTTO
Bimba di due anni muore investita nel parcheggio dell’ospedale: stava chiedendo l’elemosina con la mamma
La piccola è deceduta all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove era stata trasferita in gravissime condizioni in seguito all’incidente.Bimba di due anni muore investita nel parcheggio dell’ospedale: stava chiedendo l’elemosina con la mamma – Nanopress.itA investirla un automobilista torinese, che l’ha travolta mentre usciva dal parcheggio dell’ospedale. Bimba di due anni muore investita nel parcheggio dell’ospedaleNon ce l’ha fatta la piccola Esmeralda, la bimba di due anni investita nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, nel pomeriggio di lunedì – 12 agosto – mentre chiedeva l’elemosina insieme alla mamma. Soccorsa da alcuni passanti, la piccola è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Regina Margherita del capoluogo piemontese. Dopo due arresti cardiaci, sopraggiunti per via delle gravi lesioni agli organi interni, il suo cuore ha smesso di battere.Davanti all’ospedale Regina Margherita si è radunata una piccola folla di parenti della piccola e si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine per far rientrare la situazione. La mamma della bambina ha accusato un malore, che ha reso necessario il ricovero al San Giovanni. LEGGI TUTTO
Dazi, vertice di governo: sul tavolo le ipotesi per sostenere le imprese –
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNella riunione a Palazzo Chigi «per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana», i ministri «hanno illustrato» alla premier Giorgia Meloni «le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Al vertice di governo hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Tommaso Foti (Affari Ue), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Francesco Lollobrigida (Agricoltura). I ministri interessati hanno discusso inoltre «degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo».Vertice sui dazi: guerra commerciale non avvantaggia nessuno Loading…«È stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi» riferisce ancora la nota di Palazzo Chigi al termine della riunione fra la premier Giorgia Meloni e i ministri «per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana»A Palazzo Chigi vertice con Meloni e ministriAd annunciare la nuova riunione della ’task force’ sui dazi era stata la stessa presidente del Consiglio in occasione del Cdm di venerdì scorso. «Ho deciso di chiedere ai due vicepremier, al ministro dell’Economia, dell’Industria, dell’Agricoltura, delle Politiche europee, di vederci lunedì pomeriggio e di portare ciascuna per la propria competenza uno studio sull’impatto che questa situazione può avere per la nostra economia», aveva detto Meloni. Lo stesso gruppo di lavoro si confronterà anche con i rappresentanti delle categorie produttive, che saranno ricevuti domani a Palazzo ChigiVerso missione Meloni a Washington il 16 aprileIntanto prende sempre più quota la missione negli Usa della premier. Giorgia Meloni andrà a Washington il 16 aprile. Lo confermano all’Adnkronos fonti informate, in attesa dell’annuncio ufficiale di Palazzo Chigi e della Casa Bianca. Incrociando le agende della premier e del presidente americano sarebbe stata individuata questa data per l’incontro con Donald Trump, che avverrà solo due giorni prima dell’arrivo in Italia del vice presidente JD Vance. La missione di Meloni a Washington, con ovviamente al centro la questione dei dazi che ha stravolto l’agenda di un incontro a cui si lavorava da tempo, cadrà anche all’indomani della data individuata dall’Unione Europea per cominciare ad applicare i controdazi decisi in risposta ai dazi americani. LEGGI TUTTO
Dopo la svolta di Trump Meloni prudente, l’obiettivo in Usa resta zero dazi
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaL’attesa di una svolta c’era, ed è andata molto oltre le migliori previsioni: 90 giorni di sospensione dei dazi non cambiano, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, la portata della missione di Giorgia Meloni alla Casa Bianca. Che anzi, ancora più convinta, a Donald Trump chiederà di sedersi a parlare con l’Europa, con l’obiettivo che ora appare meno irrealizzabile, di creare quella grande area di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico, con la formula ’zero per zero’ dazi.Lo sconcerto per le parole di TrumpLa giornata si apre tra lo sconcerto e l’imbarazzo per le parole del presidente americano, che accendono le opposizioni (la premier “abbassa la testa” e va lì “con il cappello in mano”): davanti a quell’espressione – “i leader pronti a baciarmi il culo”, che anche Matteo Salvini indica come «immagine abbastanza disgustosa» – nella maggioranza c’è chi sorride, chi non risponde, chi glissa come Antonio Tajani (“other question?”). Un tema che probabilmente i due vicepremier hanno affrontato anche con Meloni, in un confronto a tre poco prima del Consiglio dei ministri. La presa di posizione poco elegante del tycoon, assicura però il ministro degli Esteri, non cambia i programmi della premier che andrà a Washington «con la schiena dritta» a proporre di negoziare «sostenendo le posizioni europee».Loading…La diffidenza della FranciaUna precisazione più che dovuta, per il vicepremier, dopo che il ministro francese dell’Industria Marc Ferracci aveva dato voce alla diffidenza di alcune cancellerie nei confronti del viaggi della leader italiana. «Se cominciamo ad avere discussioni bilaterali il ragionamento di Ferracci, l’unità europea «rischia di spezzarsi». Parole che fanno scattare i ministri a difesa dell’azione di Roma: «Rispetto e reciprocità, cari amici francesi. Non ci sono nazioni di serie A e nazioni di serie B», dice subito il titolare degli Affari europei Tommaso Foti, chiedendosi come mai «quando il presidente Macron si reca a Washington tutto sembra andare bene, mentre quando è la Meloni ad andare invece no». Anche il titolare della Farnesina ricorda i diversi incontri del capo dell’Eliseo, convinto che i vicini d’Oltralpe «non abbiano capito lo spirito di questa missione». E nemmeno che «l’Unione europea è ben contenta che l’Italia vada a parlare per sostenere le posizioni europee».La retromarciaUna reazione che induce il governo francese a fare marcia indietro, con la portavoce Sophie Primas che assicura come non ci siano “preoccupazioni” per la visita italiana perché «tutte le voci che permettono un dialogo con gli Stati Uniti sono benvenute». Ma ora, con la frenata del presidente americano, lo scenario un poco si semplifica, si ragiona ai piani alti del governo, dove da qualche giorno sono sotto osservazione le proteste che lo stesso presidente americano sta fronteggiando in patria.Il sollievo della premierLa notizia rimbalza da Washington mentre Meloni sta andando al Quirinale per la serata di gala in onore dei reali britannici. E chi riesce a raggiungerla osserva, con un certo sollievo, che ora «non si va più con il coltello alla gola». Restano comunque le incertezze e la totale imprevedibilità delle posizioni degli Usa sulle tariffe commerciali. E se la missione nella sostanza risulta più semplice serve comunque “prudenza”. LEGGI TUTTO
POLITICA
Decreto Albania, con ok Senato è legge. Dai rimpatri rafforzati ai Cpr, le novità
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