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Tajani: no a una guerra commerciale, governo è operativo in difesa delle imprese italiane
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Ci sarà con effetto dal 15 aprile una lista di prodotti americani su cui mettere i dazi. È una vecchia lista congelata, io ho chiesto il rinvio ma mi pare che la posizione prevalente sia di cominciare dal 15». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del consiglio Affari esteri in formato Commercio a Lussemburgo. Se nella lista c’è il whiskey? «Ho chiesto che non ci sia, la lista verrà stilata tra stasera e domani, diciamo che sono moderatamente ottimista», ha spiegato Tajani aggiungendo che la seconda serie di contromisure dovrebbe entrare in vigore il 15 maggio ma, «da qui al 15 c’è ancora tempo per la trattativa».No ad una guerra commercialeInvestire negli Usa è un modo per «proteggere» le esportazioni italiane. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del consiglio Ue commercio. Per il Ministro una guerra commerciale «sarebbe esiziale per gli Usa come per la Ue e noi dobbiamo proteggere le nostre esportazioni e il sistema industriale, per questo occorre trattare con gli Usa e lo deve fare l’Europa unita».Loading…La fiducia verso il commissario Sefcovic (responsabile del commercio in rappresentanza della Commissione europea che agisce su mandato dei governi sulla politica commerciale) è sulle mosse che si stanno compiendo in questi giorni, «l’obiettivo ideale sarebbe trovare un accordo con zero tariffe da una parte e dell’altra, una via intermedia potrebbe essere la riduzione dei dazi del 10% da parte americana. Con un’Europa unita, l’Italia può lavorare per una dilazione dell’imposizione della reazione europea, cioè una lista (di contromisure) congelata». In tal quadro «lavoreremo perché la lista non sia perniciosa per le nostre imprese, per dazi che non provochino reazioni da parte americana».Meloni a WashingtonTajani ha ripetuto che «è il momento di mostrare grande equilibrio, serietà, evitare reazioni scomposte che provocherebbero danni non solo al commercio americano ma anche europeo e italiano». E più volte ha battuto il tasto sul concetto che da parte italiana «c’è voglia di lavorare con la Ue: non prenderemo alcun atteggiamento in contrasto con la Ue, daremo un contributo di equilibrio, di assoluta contrarietà a una guerra dei dazi». Il riferimento quasi ossessivo all’unità della Ue e alla fiducia verso Bruxelles si spiega con la necessità di smarcarsi dalle posizioni della Lega.Chiarendo come sia possibile trattare in questa fase, visto che un negoziato implica una volontà da entrambe le parti di farlo, il ministro degli esteri ha detto: «La trattativa è aperta, Sefcovic ha già avviato una interlocuzione con gli Usa, non mi pare che il dialogo si sia interrotto, ora dobbiamo andare avanti cercando comunque la trattativa». Poi ha fatto riferimento alla missione della premier Meloni a Washington: «Mi auguro possa essere utile, tutti noi governi europei dobbiamo convincere gli Usa ad avere una posizione dialogante, poi la trattativa la fa la Commissione». LEGGI TUTTO
Abusi sui bambini dell’asilo, il pm chiede 9 anni per un maestro di religione
La prima a notare qualcosa di strano è stata una collega dell’indagato. Grazie alla testimonianza della maestra, sono state installate delle microcamere nella scuola, con cui sono stati documentati gli abusi sui bambini. Abusi sui bambini di un asilo, il pm chiede 9 anni per il maestro – Nanopress.itLa difesa ha chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica, sostenendo che il maestro soffra di una malattia che comporta disturbi della sessualità, ma il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari ha stabilito che l’indagato è capace di intendere e di volere.Maestro di religione accusato di abusi sessualiUn maestro di religione di Milano è stato arrestato nel marzo dello scorso anno per violenza sessuale nei confronti di quattro bimbi dell’asilo in cui insegnava. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio, e il processo con rito abbreviato è in corso. La pm ha chiesto per l’uomo una condanna a nove anni di reclusione. Le attività a scuola sono state documentate grazie alle microcamere piazzate dalla Polizia locale di Milano. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per lui, e il processo con rito abbreviato è in corso. La prima persona a sospettare qualcosa è stata una collega maestra. Entrando nell’aula, notò un gesto “inusuale” da parte del docente che allontanò in fretta una bimba da sé. La maestra ha sporto denuncia e questo ha portato gli inquirenti a collocare delle microcamere nell’aula con cui sono stati documentati gli abusi posti in essere dall’indagato.Emerse altre violenzeOltre ai quattro bambini coinvolti nel primo filone di inchiesta, sono emersi altri quaranta casi di presunti abusi su bambini nelle sei scuole in cui il maestro ha insegnato prima di approdare nell’asilo di Milano. Segnalazioni e audizioni dei genitori sono stati fondamentali per scoprire le altre presunte violenze. Ascoltati i genitori di altri bambini – Nanopress.itLa difesa del maestro ha chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica, sostenendo che il maestro soffra di una malattia che comporta disturbi della sessualità, ma il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari ha stabilito che l’indagato è capace di intendere e di volere. La sentenza del gup Angela Minerva è prevista per il 9 luglio. I legali del maestro hanno chiesto un nuovo accertamento psichiatrico o, in alternativa, una condanna con l’attenuante dei fatti di minore gravità. LEGGI TUTTO
Referendum 8 e 9 giugno, per cosa si vota: i quesiti spiegati
Si vota domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Per la validità dei referendum abrogativi è necessario raggiungere il quorum, garantito solo quando avranno votato il 50% + 1 degli aventi diritto. Cinque i quesiti promossi da sindacati e associazioni. Lavoro e cittadinanza i temi toccati
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Lavoro e concessione della cittadinanza italiana per gli extracomunitari. Sono gli argomenti al centro dei quesiti dei referendum abrogativi su cui dovranno esprimersi gli italiani. Si vota domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Per la validità dei referendum abrogativi è necessario raggiungere il quorum, garantito solo quando avranno votato il 50% + 1 degli aventi diritto. Cinque i quesiti promossi da sindacati e associazioni (FAC SIMILE SCHEDE ELETTORALI).
Il primo quesito: Jobs Act (SCHEDA VERDE)
Il primo quesito riguarda l’abolizione del contratto di lavoro a tutele crescenti del Jobs Act che – in linea di principio – impedisce al lavoratore licenziato illegittimamente di essere reintegrato al proprio posto. Con la legge in vigore il dipendente a tempo indeterminato di un’impresa con più di 15 lavoratori, non può essere reintegrato se licenziato illegittimamente. Questa regola vale solo se si è stati assunti dopo il 07/03 del 2015. Per chi è entrato in azienda prima di quella data, dunque è rimasto valido l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori nella sua versione originale, che dà la possibilità di tornare al proprio posto se il Giudice dichiara infondato e ingiusto il licenziamento. Per chi invece ricade nel regime delle tutele crescenti è riconosciuto un indennizzo che aumenta in base all’anzianità aziendale, con un minimo di 12 e un massimo di 36 mensilità di stipendio. Le cose però negli anni sono cambiate, con le modifiche fatte dal Parlamento e le sentenze dei tribunali, la rigidità iniziale è stata ammorbidita col risultato che in diversi casi, chi è stato assunto dopo il 7 marzo del 2015 può essere reintegrato al proprio posto. Resta il fatto che la disciplina distingue sempre fra i dipendenti per cui vale l’articolo 18 e quelli a tutele crescenti, che oggi sono 3 milioni e mezzo, cioè circa il 20% del totale di chi è a tempo indeterminato. Una quota che, in assenza di modifiche, è destinata ad aumentare.Il secondo quesito: licenziamenti piccole imprese (SCHEDA ARANCIONE)
Il secondo riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, per garantire secondo i promotori più tutele a lavoratrici e lavoratori. Chi oggi lavora in una piccola impresa e viene licenziato in modo ingiustificato può ottenere un indennizzo fino a un massimo di sei mesi di stipendio. Il secondo quesito chiede che venga eliminato questo limite, per cui se vincesse il Sì, chi ha perso il lavoro in un’azienda con meno di 16 dipendenti, potrebbe ottenere un risarcimento più consistente di quello attuale. Parliamo solo di ditte con poco personale, come un’officina o un negozio, in casi del genere valgono infatti norme meno rigide rispetto alle imprese con più impiegati. La differenza di trattamento si basa sull’idea che così si può tutelare una piccola azienda in difficoltà, ed evitare che chiuda i battenti perché si ritrova con più dipendenti di quelli necessari.
Il terzo quesito: precariato sul lavoro (SCHEDA GRIGIA)
Col terzo quesito si chiede di abrogare le norme che hanno reso più facile ricorre ad assunzioni a tempo determinato, ora possibili per i primi 12 mesi senza doverne giustificare il motivo. Le cosiddette causali, come per esempio un aumento di produzione, sono obbligatorie solo se si va oltre un anno. Se vincesse il Sì, dunque l’impresa dovrebbe mettere nero su bianco, la ragione per cui assume a tempo determinato, anche per un periodo molto breve, circostanza prevista in passato perché la disciplina è cambiata molte volte nel tempo. L’obiettivo del maglie potrebbe creare difficoltà alle aziende di fronte a situazioni impreviste. maglie potrebbe creare difficoltà alle aziende di fronte a situazioni impreviste.Il quarto quesito: sicurezza sul lavoro (SCHEDA ROSA)
Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro. Si chiede l’abrogazione della norma che non permette al lavoratore in subappalto che ha un incidente di chiedere il risarcimento anche all’impresa che ha commissionato l’opera.
Se, ad esempio, un operaio edile che lavora per una ditta in subappalto cade da un ponteggio e si infortuna oggi può chiedere il risarcimento solo all’impresa dalla quale era assunto, e non da quella titolare del cantiere che aveva commissionato l’opera. Il quarto quesito chiede di cancellare questa regola che in pratica limita la responsabilità dell’azienda quando delega la realizzazione di una o più attività, circostanza che si realizza molto spesso, soprattutto quando si tratta di grandi progetti. La catena di appalti e subappalti può essere molto lunga e se accade un incidente, il lavoratore, secondo la legge in vigore, può rivolgersi per un indennizzo solo a chi l’aveva direttamente ingaggiato e non anche al committente, a cui fanno capo complessivamente i lavori. È quindi esclusa quella che si chiama responsabilità in solido, cioè la possibilità per il danneggiato di essere pagato in alternativa da chi l’ha assunto o da chi ha incaricato la ditta per la quale è impiegato. Votando sì a questo quesito del referendum si punta ad aumentare la responsabilità delle imprese quando ricorrono ad appalti e subappalti, con l’obiettivo che in questo si possano limitare incidenti e morti sul lavoro. Chi invece decide di votare no sostiene che la disciplina esistente è corretta, perché se un’azienda non fa un’opera in prima persona è perché si affida a uno specialista e questo deve accollarsi per intero i rischi, compresi quelli sulla sicurezza.Il quinto quesito: cittadinanza italiana (SCHEDA GIALLA)
L’ultimo, infine, propone di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale nel nostro Paese per la richiesta della cittadinanza italiana da parte degli stranieri extracomunitari maggiorenni. L’obiettivo è garantire agli stranieri maggiorenni che risiedono stabilmente da qualche anno nel nostro Paese di accedere più rapidamente alla cittadinanza italiana. Nel dettaglio si richiede di modificare l’articolo 9 della legge 91/1992 con cui si innalzò il termine di soggiorno ininterrotto in Italia per la presentazione della domanda di cittadinanza da parte dei maggiorenni. Sono circa 2 milioni e mezzo gli stranieri extracomunitari che vivono da lungo tempo in Italia. Ridurre il requisito generale di residenza avrebbe l’effetto di rendere accessibile la cittadinanza anche ai genitori in tempi più brevi. E quando uno dei genitori diventa cittadino italiano anche i figli minori conviventi ottengono la cittadinanza. Il referendum non cambia gli altri requisiti richiesti per ottenerla tra cui: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un un reddito, non avere precedenti penali, aver pagato le tasse e non rappresentare una minaccia per la sicurezza della Repubblica.Come si vota
Gli elettori dovranno presentarsi al proprio seggio con un documento d’identità valido e la tessera elettorale. Gli italiani residenti all’estero potranno votare per corrispondenza come previsto dalla normativa vigente. Gli elettori con gravi infermità e impossibilitati ad allontanarsi dalla propria abitazione possono votare a domicilio. Dovranno far pervenire al comune di residenza la domanda insieme ad un certificato medico della Asl e una copia della tessera elettorale. Gli elettori fisicamente impediti, invece, possono esercitare il diritto di voto recandosi in cabina con l’assistenza di un accompagnatore di fiducia purché iscritto nelle liste elettorali. LEGGI TUTTO
Colpo di calore, 26enne salva grazie a un trapianto di fegato
La ragazza è stata soccorsa da alcuni parenti, che l’hanno trovata priva di sensi sotto un albero. In ospedale le è stata riscontrata una temperatura corporea di 41 gradi, il che ha reso necessario il trapianto di fegato.Colpo di calore, 26enne salva grazie a un trapianto di fegato – Nanopress.itL’intervento è stato effettuato all’ospedale Le Molinette di Torino. Poco dopo l’ingresso in ospedale, la paziente è stata portata in sala operatoria per essere sottoposta a un trapianto di fegato di elevata complessità chirurgica, eseguito con successo e durato otto ore.Colpo di calore, 26enne salva grazie a un trapianto di fegatoUna giovane di 26 anni, residente nella zona di Alba (Cuneo), è stata salvata grazie a un trapianto di fegato d’urgenza presso l’ospedale Le Molinette di Torino. La ragazza è stata colta da malore vicino alla sua casa di campagna durante una mattina di sole rovente. Trovata incosciente dai familiari sotto un albero, è stata portata d’urgenza all’ospedale di Verduno, dove le hanno riscontrato una temperatura interna di 41 gradi. Nonostante le funzioni vitali siano state stabilizzate, si è presentata un’insufficienza epatica fulminante, che ha reso necessario il trapianto di fegato. Dopo un consulto con i medici dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, la paziente è stata trasferita nel nosocomio del capoluogo piemontese. Poco dopo l’ingresso in ospedale, la paziente è stata portata in sala operatoria per essere sottoposta a un trapianto di fegato di elevata complessità chirurgica, eseguito con successo e durato otto ore.Le sue condizioni stanno migliorando rapidamente, dimostrando l’altissimo livello dei professionisti coinvolti e la collaborazione tra gli ospedali piemontesi. Questo intervento ha permesso di salvare una vita in modo tempestivo e conferma l’eccellenza della macchina organizzativa della Città della Salute di Torino. Un vero miracolo compiuto grazie alla rete di collaborazione tra gli ospedali.Colpo di calore, sintomi e curaIl colpo di calore è una condizione patologica causata da un incremento della temperatura corporea (ipertermia). I sintomi includono: temperatura corporea elevata, oltre i 40°C, che è la caratteristica principale, poi nausea e vomito, arrossamento cutaneo, respirazione accelerata e/o tachicardia, mal di testa, perdita della sudorazione, crampi e debolezza muscolare, oltre a uno stato confusionale. Colpo di calore, come si presenta – Nanopress.itSe accertato il colpo di calore, è necessario chiedere assistenza medica immediata. LEGGI TUTTO
Cattolico con sei figli e due in affido: chi è Pietro Piciocchi, candidato del centrodestra alle comunali di Genova
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Sono veramente felice e accetto questa candidatura con grande passione, determinazione ed entusiasmo, un atteggiamento che in questi anni impegnativi ho cercato di mettere in campo tutti i giorni per la mia città». Con queste parole Pietro Piciocchi, attuale facente funzione sindaco di Genova, ha accettato l’investitura a candidato sindaco della città per la coalizione di centrodestra. Le elezioni comunali sono previste per la primavera del 2025 dopo le dimissioni di Marco Bucci, eletto presidente della Liguria lo scorso autunno. «Ho fatto riflessioni interiori dopo quanto è successo con l’elezione del Presidente Bucci: potevo ragionare che ho già dato il mio contributo. Ma chi nella vita ha ricevuto deve dare, chi come me ha ricevuto tanto deve restituire alla comunità. Ecco perché ho deciso di accettare questa candidatura che mi è stata chiesta da tanti amici che fanno parte di una coalizione molto vicina. Vogliamo mettere al centro i cittadini perché sono al centro di tutto. Il nostro ruolo è il servizio ai cittadini, non il potere. Siamo anni luce da gestione clienterale».Le liste che lo appoggianoL’attuale facente funzioni è sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche.Loading…Assessore e vicesindaco dell’ultima giunta BucciClasse 1977, avvocato civilista, cattolico, sei figli e altri due in affido, è stato assessore e vice sindaco nell’ultima giunta Bucci.Attuale sindaco facente funzioniLa nomina a presidente della Regione di Bucci ha portato il suo vice ad assumerne la carica in attesa delle prossime elezioni comunali, previste per la prossima primavera. Assessore al Bilancio, Lavori pubblici, Manutenzioni, Verde pubblico, Piciocchi ha iniziato la sua carriera politica nel 2017 scegliendo di entrare nella squadra di Bucci.Avvocato specializzato in diritto amministrativo e degli enti localiLaureato in Giurisprudenza, docente di diritto alla Bocconi di Milano, il neo sindaco di Genova ha intrapreso la carriera da avvocato specializzandosi in diritto amministrativo e degli enti locali. Un background fondamentale che gli ha permesso di affrontare i suoi impegni nella pubblica amministrazione legati alle finanze pubbliche e alle opere infrastrutturali. Come assessore al Bilancio, Piciocchi ha lavorato per la riduzione del debito comunale trovando conferme del suo operato con la nomina a vice sindaco, arrivata con la rielezione del sindaco Bucci nel 2022. LEGGI TUTTO
Tajani: no a una guerra commerciale, governo è operativo in difesa delle imprese italiane
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Ci sarà con effetto dal 15 aprile una lista di prodotti americani su cui mettere i dazi. È una vecchia lista congelata, io ho chiesto il rinvio ma mi pare che la posizione prevalente sia di cominciare dal 15». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del consiglio Affari esteri in formato Commercio a Lussemburgo. Se nella lista c’è il whiskey? «Ho chiesto che non ci sia, la lista verrà stilata tra stasera e domani, diciamo che sono moderatamente ottimista», ha spiegato Tajani aggiungendo che la seconda serie di contromisure dovrebbe entrare in vigore il 15 maggio ma, «da qui al 15 c’è ancora tempo per la trattativa».No ad una guerra commercialeInvestire negli Usa è un modo per «proteggere» le esportazioni italiane. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del consiglio Ue commercio. Per il Ministro una guerra commerciale «sarebbe esiziale per gli Usa come per la Ue e noi dobbiamo proteggere le nostre esportazioni e il sistema industriale, per questo occorre trattare con gli Usa e lo deve fare l’Europa unita».Loading…La fiducia verso il commissario Sefcovic (responsabile del commercio in rappresentanza della Commissione europea che agisce su mandato dei governi sulla politica commerciale) è sulle mosse che si stanno compiendo in questi giorni, «l’obiettivo ideale sarebbe trovare un accordo con zero tariffe da una parte e dell’altra, una via intermedia potrebbe essere la riduzione dei dazi del 10% da parte americana. Con un’Europa unita, l’Italia può lavorare per una dilazione dell’imposizione della reazione europea, cioè una lista (di contromisure) congelata». In tal quadro «lavoreremo perché la lista non sia perniciosa per le nostre imprese, per dazi che non provochino reazioni da parte americana».Meloni a WashingtonTajani ha ripetuto che «è il momento di mostrare grande equilibrio, serietà, evitare reazioni scomposte che provocherebbero danni non solo al commercio americano ma anche europeo e italiano». E più volte ha battuto il tasto sul concetto che da parte italiana «c’è voglia di lavorare con la Ue: non prenderemo alcun atteggiamento in contrasto con la Ue, daremo un contributo di equilibrio, di assoluta contrarietà a una guerra dei dazi». Il riferimento quasi ossessivo all’unità della Ue e alla fiducia verso Bruxelles si spiega con la necessità di smarcarsi dalle posizioni della Lega.Chiarendo come sia possibile trattare in questa fase, visto che un negoziato implica una volontà da entrambe le parti di farlo, il ministro degli esteri ha detto: «La trattativa è aperta, Sefcovic ha già avviato una interlocuzione con gli Usa, non mi pare che il dialogo si sia interrotto, ora dobbiamo andare avanti cercando comunque la trattativa». Poi ha fatto riferimento alla missione della premier Meloni a Washington: «Mi auguro possa essere utile, tutti noi governi europei dobbiamo convincere gli Usa ad avere una posizione dialogante, poi la trattativa la fa la Commissione». LEGGI TUTTO
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La prima a notare qualcosa di strano è stata una collega dell’indagato. Grazie alla testimonianza della maestra, sono state installate delle microcamere nella scuola, con cui sono stati documentati gli abusi sui bambini. Abusi sui bambini di un asilo, il pm chiede 9 anni per il maestro – Nanopress.itLa difesa ha chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica, sostenendo che il maestro soffra di una malattia che comporta disturbi della sessualità, ma il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari ha stabilito che l’indagato è capace di intendere e di volere.Maestro di religione accusato di abusi sessualiUn maestro di religione di Milano è stato arrestato nel marzo dello scorso anno per violenza sessuale nei confronti di quattro bimbi dell’asilo in cui insegnava. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio, e il processo con rito abbreviato è in corso. La pm ha chiesto per l’uomo una condanna a nove anni di reclusione. Le attività a scuola sono state documentate grazie alle microcamere piazzate dalla Polizia locale di Milano. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per lui, e il processo con rito abbreviato è in corso. La prima persona a sospettare qualcosa è stata una collega maestra. Entrando nell’aula, notò un gesto “inusuale” da parte del docente che allontanò in fretta una bimba da sé. La maestra ha sporto denuncia e questo ha portato gli inquirenti a collocare delle microcamere nell’aula con cui sono stati documentati gli abusi posti in essere dall’indagato.Emerse altre violenzeOltre ai quattro bambini coinvolti nel primo filone di inchiesta, sono emersi altri quaranta casi di presunti abusi su bambini nelle sei scuole in cui il maestro ha insegnato prima di approdare nell’asilo di Milano. Segnalazioni e audizioni dei genitori sono stati fondamentali per scoprire le altre presunte violenze. Ascoltati i genitori di altri bambini – Nanopress.itLa difesa del maestro ha chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica, sostenendo che il maestro soffra di una malattia che comporta disturbi della sessualità, ma il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari ha stabilito che l’indagato è capace di intendere e di volere. La sentenza del gup Angela Minerva è prevista per il 9 luglio. I legali del maestro hanno chiesto un nuovo accertamento psichiatrico o, in alternativa, una condanna con l’attenuante dei fatti di minore gravità. LEGGI TUTTO