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JD Vance da Meloni a Palazzo Chigi: «Con lei negoziato sui dazi anche con l’Ue»
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaAll’indomani della visita a Donald Trump di Giorgia Meloni – incoronata dal New York Times come «una dei pochi leader europei graditi a Donald Trump» – JD Vance atterra a Roma alle 8 del mattino con la moglie Usha e i tre figli, accolto a Ciampino nell’area riservata al 31esimo Stormo dell’Aeronautica Militare da Irene Castagnoli, diplomatica del ministero degli Esteri, dall’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Shawn Crowley, e dal comandante del 31simo Stormo Marco Angori. Imponenti le misure di sicurezza, con tiratori scelti, unità cinofile e la sorveglianza dal cielo affidata a un elicottero della Polizia.L’ottimismo sui negoziati tra Russia e UcrainaPoco prima delle 13 l’incontro con la premier a Palazzo Chigi preceduto da brevissime dichiarazioni pubbliche, senza interpreti, a causa di un piccolo imprevisto organizzativo. «Stiamo conducendo importanti negoziati commerciali non solo tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma con l’intera Unione Europea. Ne abbiamo parlato molto ieri e oggi proseguiremo queste conversazioni», annuncia Vance, sulla scia della promessa di Trump a Meloni di incontrare (forse) anche i vertici dell’Unione. E aggiunge: «Abbiamo alcune questioni da affrontare: aggiornerò la premier sui negoziati tra Russia e Ucraina, già in passato ne avevamo parlato, abbiamo un senso di positività e ottimismo sul fatto che possiamo sperare di portare a termine questa guerra brutale».Loading…Vance non manca di dirsi «ispirato da Roma»: «Questo è un posto che è stato costruito da persone che amavano l’umanità e amavano Dio: le strade, i palazzi, il panorama meraviglioso innalzano veramente lo spirito umano”.Meloni: rafforzeremo cooperazione, Italia partner affidabile«Sono onorata di accogliere a Palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance che non vedo da un sacco di tempo… “I’ve been missing you”», dice con una punta di umorismo la premier italiana. «Abbiamo avuto un fantastico incontro ieri a Washington» e «sicuramente Italia e Stati Uniti sono determinati a rafforzare la loro cooperazione. Noi crediamo che l’Italia possa essere un partner estremamente importante e affidabile in Europa e nel Mediterraneo per gli Stati Uniti d’America e sicuramente c’è un rapporto privilegiato tra noi del quale io vado molto orgogliosa».La premier si prende tutta la scenaIl clima è disteso, lo spazio del confronto con la stampa ridotto al minimo indispensabile. E tatticamente limitato al faccia a faccia Meloni-Vance, senza allargare ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini che il vicepresidente americano vedrà dopo aver pranzato tutti insieme a Palazzo Chigi. Duplice l’obiettivo: evitare slabbrature, buchi in un ordito tessuto quasi maniacalmente, e ribadire che la leadership è una sola. Quella di Meloni. LEGGI TUTTO
Acconti Irpef senza il taglio aliquote. Dossier aperto su platea e coperture
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaTra i paradossi del Fisco italiano c’è anche quello che la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef per alcuni contribuenti non si tradurrà in una diminuzione delle tasse nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025. Arriva, infatti, ora al pettine il nodo di quella che tecnicamente si chiama sterilizzazione degli effetti sugli acconti della prima riduzione da quattro a tre aliquote che il decreto attuativo della delega fiscale (il Dlgs 216/2023) aveva introdotto per il 2024. Riduzione che poi l’ultima manovra ha messo a regime, però senza un coordinamento tra le due norme.Recupero solo nella dichiarazione 2026Tradotto in pratica, vuol dire che gli acconti d’imposta per il 2024 e il 2025 si calcolano come se quell’accorpamento del primo scaglione fino a 28mila euro sotto l’aliquota del 23% (eliminando quindi quella del 25%) non esistesse per ora. Risultato? Secondo le prime simulazioni effettuate dai Caf della Cgil si determinerebbe un effetto paradossale con un aumento di tassazione dai 75 ai 260 euro per i lavoratori dipendenti e dai 100 ai 260 euro per i pensionati. Soldi che potranno essere recuperati solo con la dichiarazione 2026 e che quindi determinano una sorta di anticipo a tasso zero per l’Erario.Loading…Impatto su pensionati e dipendentiUn problema che poco più di un anno fa era solo prospettico e, invece, ora si materializza con l’avvio della campagna della dichiarazione dei redditi. E che soprattutto rischia, secondo la denuncia della Cgil, di penalizzare solo dipendenti e pensionati e quindi quei contribuenti che pagano tutto e che vedono tassati tutti i loro redditi da lavoro e pensione. In realtà, bisogna considerare due aspetti. Il primo è che si tratta di un effetto solo temporaneo, perché l’anticipo maggiorato che si rischia di pagare ora poi sarà recuperato con la dichiarazione dei redditi 2026. La perdita è solo temporanea e, in ogni caso, al di là delle situazioni tipo molto dipenderà dai bonus fiscali (detrazioni e deduzioni) che il singolo contribuente potrà far valere in dichiarazione e che portano anche per l’anno in corso a mitigare la possibile penalizzazione. Penalizzazione che ora risulterebbe visibile nell’immediato solo per le addizionali comunali perché, per espressa previsione della riforma fiscale, sono rimaste comunque a quattro aliquote e perché vengono applicate mese dopo mese direttamente in busta paga.Il dossier apertoIn teoria, quindi, ci sarebbero i tempi per un intervento per rimediare al cortocircuito tra riforma Irpef e manovra, come chiesto a gran voce da tutte le forze di opposizione che ora riconoscono gli effetti di una norma sottoposta comunque al parere delle commissioni parlamentari prima di approdare in «Gazzetta Ufficiale». Il dossier è stato aperto sui tavoli governativi ma l’input è quello di procedere con cautela cercando di capire quali sono i numeri effettivi della platea interessata e quelli delle coperture.Il problema sul cuneo fiscaleSul tavolo, infatti, c’è anche la necessità di prevedere un’integrazione – come del resto già anticipato dalla sottosegretaria all’Economia Lucia Albano in risposta a un question time a fine gennaio – per la perdita di 1.200 euro annuali di trattamento integrativo che la riscrittura del cuneo fiscale, sempre nell’ultima manovra, ha determinato per i contribuenti con retribuzione lorda tra 8.500 e 9.000 euro. LEGGI TUTTO
Pedone investito e ucciso a Brindisi, fermato l’automobilista che era fuggito
La vittima, Teodoro Taurisano, 82 anni, è stato travolto e ucciso da un’auto in viale Togliatti a Brindisi. Grazie alle telecamere installate nella zona dell’incidente, gli agenti sono riusciti a risalire al presunto responsabile. Strisce-pedonali – Nanopress.itSi tratta di un uomo di 32 anni, che è stato ora fermato con l’accusa di omicidio stradale. Fermato il conducente dell’auto che ha investito e ucciso un pedone a BrindisiÈ stato identificato e fermato il conducente della vettura che – nella serata di ieri, domenica 24 settembre – a bordo della sua auto ha investito e ucciso Teodoro Taurisano, 82 anni, mentre attraversava la strada. L’incidente è avvenuto in viale Togliatti.La vittima, immediatamente soccorsa, è morta sul colpo. Il conducente della vettura si era invece dato alla fuga, senza fermarsi a prestare soccorso. Grazie alle telecamere di sorveglianza presenti sul luogo dell’incidente, l’uomo – un 32enne del posto – è stato intercettato e fermato. Dovrà ora difendersi dall’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso. LEGGI TUTTO
L’attivismo di Marina agita Fi. E nel Pd c’è chi comincia a sognare la grande coalizione europeista
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Spero che Trump non sia il rottamatore dell’Occidente». «La fine della guerra in Ucraina non deve coincidere con la resa di Kiev e la vittoria di Mosca». «L’Europa deve svegliarsi». E ancora, per tutte le 250 righe della lunga intervista rilasciata lunedì al Foglio: sì ai matrimoni omosessuali, sì alla riforma della cittadinanza, sì al suicidio assistito…Quello di Marina Berlusconi, la primogenita del Cavaliere e presidente di Fininvest, è senza dubbio un warning nei confronti di Forza Italia, partito di cui i figli dell’ex premier hanno ereditato anche le fideiussioni per circa 100 milioni di euro a “garanzia”, e nei confronti della stessa premier Giorgia Meloni, stretta proprio in questi giorni tra la Ue e una presidenza Trump avviatasi con fuochi d’artificio. Da qui il silenzio di Fratelli d’Italia, l’attacco del leader della Lega Matteo Salvini («Trump merita il Nobel per la pace, altro che “bullismo” come dice Marina Berlusconi») e il malcelato fastidio del leader di Forza Italia Antonio Tajani. Ieri il vicepremer e ministro degli Esteri era alla Camera: prima si è intrattenuto a lungo con Marta Fascina, l’ultima compagna di Berlusconi che aveva subito lodato il “manifesto” della primogenita al pari di Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo (quasi a riproporre la divisione in “correnti” tra liberali e meloniani che aveva segnato l’inizio della legislatura), poi ha scambiato qualche riflessione anche con la segretaria del Pd Elly Schlein. Si è parlato dell’intervista? «Marina Berlusconi è un imprenditrice e naturalmente può dire quel che vuole. Ogni sua intervista viene sempre vista in chiave politica: chissà cosa vuol dire, sconfessa questo, sconfessa quello… Non è così», risponde seccato Tajani. Ma a nessuno, tantomeno ai dem e ai centristi di Azione e Italia Viva, sfugge che quella di Marina Berlusconi non è una semplice intervista ma – anche per la tempistica della concomitanza con il vertice informale di Parigi convocato dal presidente francese Emmanuel Macron – una sorta di manifesto politico per un raggruppamento di centro europeista, atlantista e pro Ucraina che guarda più al Partito popolare europeo che al melonismo. «Ma attenzione – avverte il costituzionalista e riformista del Pd Stefano Ceccanti – non è un progetto per superare il bipolarismo, ma una sfida per l’egemonia del centrodestra: non è affatto detto che sarà sempre Fratelli d’Italia il partito guida».Loading…Spostare l’asse del centrodestra verso il centro e verso l’Europa, dunque. Ma il sasso è gettato nel campo avversario, dove i riformisti soffrono la leadership “sinistra” e “pro Conte” della segretaria. Non è un caso che Alessandro Alfieri, responsabile Riforme del partito e portavoce dell’area della minoranza bonacciniana Energia popolare, abbia commentato con interesse («sulle battaglie comuni non ci tireremo indietro»). E intanto ai parlamentari dem riuniti in gruppetti in Transatlantico tornano in mente le parole seduttive di Dario Franceschini nei confronti degli azzurri («hanno in tasca il biglietto della lotteria ma non lo sanno») e i riferimenti espliciti alla maggioranza Ursula (ossia con Forza Italia e Pd senza i “sovranisti”) che si sono sentiti al convegno dei cattolici democratici a Milano il 18 gennaio scorso. Per ora solo sogni di grande coalizione per tornare al governo, certo. Domani chissà. LEGGI TUTTO
Terzo mandato, il Governo valuta l’impugnazione della legge trentina
Ascolta la versione audio dell’articoloNello scenario tattico nazionale che si profila intorno al terzo mandato e alle singole iniziative di alcune regioni, il Governo starebbe valutando di proporre oggi 19 maggio – ultimo giorno utile per sollevare la questione alla Corte Costituzionale – in Consiglio dei ministri l’impugnazione della legge trentina sui mandati, la norma cioè che consentirebbe la candidatura di Maurizio Fugatti per la terza volta alla provincia autonoma di Trento.Bignami (Fdi): logico impugnare legge trentina sui mandati«Vista la sentenza della Consulta – evidenzia Galeazzo Bignami, capogruppo FdI alla Camera – ritengo che il limite debba essere applicato in tutte le Regioni. Salvo connotazioni specifiche di statuto speciale, che non mi pare ci siano, penso che l’impugnazione ne sia la logica conseguenza».Loading…La scelta vede fredda la Lega e agita le acque in maggioranza. Il partito del vicepremier – infatti – è da sempre contrario al tetto dei mandati e ha già subito la sentenza su De Luca che ha messo fuori gioco, almeno per il prossimo giro, anche Luca Zaia. Nelle scorse settimane, tra l’altro, il ministro per gli Affari Regionali, il leghista Roberto Calderoli, ha pubblicamente dichiarato che, a suo avviso, l’impugnazione non ha motivi tecnici paventando, invece, la presenza di motivi politici. Peraltro l’approvazione, ad aprile, nel Consiglio trentino, della legge voluta dalle Lega, che aumenta da due a tre i mandati massimi consecutivi per il presidente della Provincia autonoma, aveva provocato tensioni in Fratelli d’Italia con tre consiglieri in dissenso.Dopo di che dalla Lega si avverte che, una volta sollevata la questione, ogni decisione della Consulta andrà accettata e che la decisione potrebbe anche non essere quella di estendere quanto deciso per la Campania e le Regioni ordinarie alle autonome. Lo stop alla CampaniaIl governo aveva già impugnato e ottenuto lo stop della Consulta sulla legge della Campania per il terzo mandato di Vincenzo De Luca. Un intervento però limitato alle “Regioni ordinarie” mentre nei casi della norma trentina e eventuale del Friuli Venezia Giulia, si parla di regioni a statuto speciale. LEGGI TUTTO
JD Vance da Meloni a Palazzo Chigi: «Con lei negoziato sui dazi anche con l’Ue»
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaAll’indomani della visita a Donald Trump di Giorgia Meloni – incoronata dal New York Times come «una dei pochi leader europei graditi a Donald Trump» – JD Vance atterra a Roma alle 8 del mattino con la moglie Usha e i tre figli, accolto a Ciampino nell’area riservata al 31esimo Stormo dell’Aeronautica Militare da Irene Castagnoli, diplomatica del ministero degli Esteri, dall’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Shawn Crowley, e dal comandante del 31simo Stormo Marco Angori. Imponenti le misure di sicurezza, con tiratori scelti, unità cinofile e la sorveglianza dal cielo affidata a un elicottero della Polizia.L’ottimismo sui negoziati tra Russia e UcrainaPoco prima delle 13 l’incontro con la premier a Palazzo Chigi preceduto da brevissime dichiarazioni pubbliche, senza interpreti, a causa di un piccolo imprevisto organizzativo. «Stiamo conducendo importanti negoziati commerciali non solo tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma con l’intera Unione Europea. Ne abbiamo parlato molto ieri e oggi proseguiremo queste conversazioni», annuncia Vance, sulla scia della promessa di Trump a Meloni di incontrare (forse) anche i vertici dell’Unione. E aggiunge: «Abbiamo alcune questioni da affrontare: aggiornerò la premier sui negoziati tra Russia e Ucraina, già in passato ne avevamo parlato, abbiamo un senso di positività e ottimismo sul fatto che possiamo sperare di portare a termine questa guerra brutale».Loading…Vance non manca di dirsi «ispirato da Roma»: «Questo è un posto che è stato costruito da persone che amavano l’umanità e amavano Dio: le strade, i palazzi, il panorama meraviglioso innalzano veramente lo spirito umano”.Meloni: rafforzeremo cooperazione, Italia partner affidabile«Sono onorata di accogliere a Palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance che non vedo da un sacco di tempo… “I’ve been missing you”», dice con una punta di umorismo la premier italiana. «Abbiamo avuto un fantastico incontro ieri a Washington» e «sicuramente Italia e Stati Uniti sono determinati a rafforzare la loro cooperazione. Noi crediamo che l’Italia possa essere un partner estremamente importante e affidabile in Europa e nel Mediterraneo per gli Stati Uniti d’America e sicuramente c’è un rapporto privilegiato tra noi del quale io vado molto orgogliosa».La premier si prende tutta la scenaIl clima è disteso, lo spazio del confronto con la stampa ridotto al minimo indispensabile. E tatticamente limitato al faccia a faccia Meloni-Vance, senza allargare ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini che il vicepresidente americano vedrà dopo aver pranzato tutti insieme a Palazzo Chigi. Duplice l’obiettivo: evitare slabbrature, buchi in un ordito tessuto quasi maniacalmente, e ribadire che la leadership è una sola. Quella di Meloni. LEGGI TUTTO
Acconti Irpef senza il taglio aliquote. Dossier aperto su platea e coperture
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaTra i paradossi del Fisco italiano c’è anche quello che la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef per alcuni contribuenti non si tradurrà in una diminuzione delle tasse nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025. Arriva, infatti, ora al pettine il nodo di quella che tecnicamente si chiama sterilizzazione degli effetti sugli acconti della prima riduzione da quattro a tre aliquote che il decreto attuativo della delega fiscale (il Dlgs 216/2023) aveva introdotto per il 2024. Riduzione che poi l’ultima manovra ha messo a regime, però senza un coordinamento tra le due norme.Recupero solo nella dichiarazione 2026Tradotto in pratica, vuol dire che gli acconti d’imposta per il 2024 e il 2025 si calcolano come se quell’accorpamento del primo scaglione fino a 28mila euro sotto l’aliquota del 23% (eliminando quindi quella del 25%) non esistesse per ora. Risultato? Secondo le prime simulazioni effettuate dai Caf della Cgil si determinerebbe un effetto paradossale con un aumento di tassazione dai 75 ai 260 euro per i lavoratori dipendenti e dai 100 ai 260 euro per i pensionati. Soldi che potranno essere recuperati solo con la dichiarazione 2026 e che quindi determinano una sorta di anticipo a tasso zero per l’Erario.Loading…Impatto su pensionati e dipendentiUn problema che poco più di un anno fa era solo prospettico e, invece, ora si materializza con l’avvio della campagna della dichiarazione dei redditi. E che soprattutto rischia, secondo la denuncia della Cgil, di penalizzare solo dipendenti e pensionati e quindi quei contribuenti che pagano tutto e che vedono tassati tutti i loro redditi da lavoro e pensione. In realtà, bisogna considerare due aspetti. Il primo è che si tratta di un effetto solo temporaneo, perché l’anticipo maggiorato che si rischia di pagare ora poi sarà recuperato con la dichiarazione dei redditi 2026. La perdita è solo temporanea e, in ogni caso, al di là delle situazioni tipo molto dipenderà dai bonus fiscali (detrazioni e deduzioni) che il singolo contribuente potrà far valere in dichiarazione e che portano anche per l’anno in corso a mitigare la possibile penalizzazione. Penalizzazione che ora risulterebbe visibile nell’immediato solo per le addizionali comunali perché, per espressa previsione della riforma fiscale, sono rimaste comunque a quattro aliquote e perché vengono applicate mese dopo mese direttamente in busta paga.Il dossier apertoIn teoria, quindi, ci sarebbero i tempi per un intervento per rimediare al cortocircuito tra riforma Irpef e manovra, come chiesto a gran voce da tutte le forze di opposizione che ora riconoscono gli effetti di una norma sottoposta comunque al parere delle commissioni parlamentari prima di approdare in «Gazzetta Ufficiale». Il dossier è stato aperto sui tavoli governativi ma l’input è quello di procedere con cautela cercando di capire quali sono i numeri effettivi della platea interessata e quelli delle coperture.Il problema sul cuneo fiscaleSul tavolo, infatti, c’è anche la necessità di prevedere un’integrazione – come del resto già anticipato dalla sottosegretaria all’Economia Lucia Albano in risposta a un question time a fine gennaio – per la perdita di 1.200 euro annuali di trattamento integrativo che la riscrittura del cuneo fiscale, sempre nell’ultima manovra, ha determinato per i contribuenti con retribuzione lorda tra 8.500 e 9.000 euro. LEGGI TUTTO