IN EVIDENZA
Delmastro boccia la riforma Nordio, nuovo caso nel governo
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDella riforma della giustizia sulla separazione delle carriere nella magistratura «l’unica cosa figa è il sorteggio dei togati al Csm, basta». Le parole di Andrea Delmastro finiscono nero su bianco sul Foglio e fanno scoppiare l’ennesima grana per Giorgia Meloni, con le opposizioni che chiedono le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, «perché ha perso ogni credibilità». Ma spinge pure l’Anm, nonostante il tentativo di Delmastro di ridimensionare la portata di «ragionamenti in un colloquio informale», a ribadire che la separazione delle carriere «servirà solo ad assoggettare i magistrati al controllo del governo».Nordio: su Delmastro enfatizzazione giornalisticaSilenzio e imbarazzi in casa di FdI, dove la prima pagina del quotidiano ha iniziato a girare appena comparsa nelle prime rassegne stampa notturne, fino alle dichiarazioni del ministro Carlo Nordio che ha parlato di «enfatizzazione giornalistica di una discussione complessa», e ha rilanciato: «Alla fine il risultato è stato ottimo, come l’amico Delmastro mi ha tempestivamente ribadito».Loading…Le critiche di DelmastroL’irritazione è arrivata ai piani alti del governo, e fino a pomeriggio inoltrato non sono emerse tracce di contatti fra Meloni e Delmastro. In un momento già complicato sotto vari punti di vista, la premier avrebbe evitato volentieri il caso di un sottosegretario di FdI che critica la riforma varata dal ministro al fianco del quale lavora, peraltro suo collega di partito. «Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta», uno dei concetti espressi da Delmastro, secondo cui «quando un pm non dovrà neanche più contrattare il suo potere con i giudici in un solo Csm e avrà un suo Csm che gli garantirà sostanzialmente tutti i privilegi, quel pm prima ancora di divorare i politici andrà a divorare i giudici, che hanno il terrore di questa roba».Gli attacchi delle opposizioniDal primo mattino scatta la batteria di comunicati delle opposizioni. Pd, M5s, Italia viva, Avs, tutti chiedono un passo indietro di Delmastro. «Non resta a Delmastro che agire di conseguenza e unirsi a noi nel voto di sfiducia al ministro Nordio» incalza tra gli altri il leader del M5s Giuseppe Conte.L’imbarazzo nella maggioranzaIl sottosegretario all’ora di pranzo interviene con una nota: «L’impianto della riforma è ottimo», e «la soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra». Due ore più tardi il Foglio pubblica sul sito l’audio della conversazione. Per le opposizioni è la conferma del cortocircuito nel governo. Per FdI invece l’audio «smonta» le polemiche, «chiarisce» che per il sottosegretario la riforma «è ottima». Gli alleati preferiscono non commentare. «Sfoghi personali che lasciano il tempo che trovano», si ragiona in ambienti di FI, «conta solo l’accordo politico a portare avanti senza indugi la riforma». LEGGI TUTTO
Beppe Sala a Radio24: «Candidato Regione? Prenderei in considerazione tutto»
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«Io prenderei in considerazione anche tutto, potendo dare il mio contributo». Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a Amici e Nemici su Radio24, rispondendo ai conduttori Marianna Aprile e Daniele Bellasio che gli hanno chiesto se c’è la possibilità che si candidi per presidente della Regione Lombardia se glielo chiedessero. «Rimane il fatto che, non voglio dire, ma mancano due anni» alla fine del mandato da sindaco, «francamente non lo so – ha aggiunto -. Io nella vita ho fatto le cose senza chiedere un favore a nessuno ma dicendo, io ci sono e vediamo cosa posso fare. Il punto è cosa vuole essere la sinistra nel futuro e cosa vuole essere il Pd».«Nessun ultimatum alle squadre sullo Stadio di Milano: sia i Club che il Comune vogliono concludere la cessione entro l’estate, noi stiamo dicendo: “sbrighiamoci” perché ogni settimana che passa è una settimana persa» ha poi commentato a proposito dello Stadio. «Noi oggi stiamo dicendo che si tratta di lavori che richiederanno anni. Noi pressiamo molto sui tempi», conclude.Loading… LEGGI TUTTO
Referendum, gli inviti all’astensione per non raggiungere il quorum: i precedenti
L’8 e il 9 giugno si tengono i referendum abrogativi (serve che vada a votare il 50% + 1 degli aventi diritto per la validità) su cittadinanza e lavoro. I partiti che sostengono il governo Meloni stanno invitando gli elettori a non recarsi alle urne suscitando così forti critiche da parte delle opposizioni. Ma non è la prima volta che i politici lanciano appelli per non votare: ecco alcuni casi del passato
ascolta articolo
L’8 e 9 giugno si tengono i referendum abrogativi su cittadinanza e lavoro e il dibattito sui cinque quesiti sta entrando nel vivo (FAC SIMILE SCHEDE ELETTORALI). Ma l’attenzione è puntata anche sul fattore astensionismo. I partiti che sostengono il governo Meloni, infatti, si oppongono ai referendum e stanno invitando gli elettori a non recarsi alle urne. Questo tipo di appello ha suscitato forti critiche da parte delle opposizioni e dei promotori delle consultazioni. La partecipazione, in questo caso, gioca un ruolo fondamentale perché i referendum sono abrogativi ed è quindi previsto il raggiungimento del quorum: perché siano valiti deve votare la maggioranza degli aventi diritto di voto.
Gli appelli all’astensionismo, prassi dagli anni Novanta
Come ricorda Pagella Politica, nella storia repubblicana in Italia si sono tenute 18 tornate di referendum abrogativi, dal 1974 al 2022: in nove casi non è stato raggiunto il quorum. I primi a fallire, in ordine cronologico, sono stati i referendum del 1990 su caccia e pesticidi, mentre gli ultimi sono stati quelli del 2022 sulla giustizia, promossi dalla Lega di Matteo Salvini e dal Partito Radicale. A partire dagli anni Novanta, è diventata una prassi per i partiti contrari ai referendum quella di invitare all’astensione. Uni dei casi più famosi, del 1991, è quello dell’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi che disse agli elettori: “Andate al mare”, invece di votare ai referendum sulla legge elettorale.Gli anni Duemila
Risale invece al 2003 il caso in cui i Ds (Democratici di Sinistra) fecero campagna elettorale per l’astensione in occasione del referendum sul lavoro che riguardava la disciplina dei licenziamenti individuali. “Non votare un referendum inutile e sbagliato è un diritto di tutti i lavoratori e non”, si leggeva in un volantino elettorale in cui campeggiava un simbolo dei Ds. Un caso più recente di appello all’astensionismo è quello del 2016, quando l’allora premier e segretario del Pd Matteo Renzi si schierò a favore dell’astensione in vista del referendum sulle trivelle: “Come ha magistralmente spiegato Giorgio Napolitano in un’intervista a Repubblica, se il referendum prevede il quorum, la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima”, sostenne Renzi citando l’ex Capo dello Stato. La posizione presa da Renzi scatenò diverse polemiche all’interno del Pd. LEGGI TUTTO
Ritrovata l’anziana scomparsa sul monte Faudo
La donna si era smarrita, nella serata di martedì, 28 maggio, mentre passeggiava con la figlia sul monte Faudo, nel territorio comunale di Dolcedo. Ritrovata l’anziana scomparsa sul monte Faudo – Nanopress.itAll’operazione hanno partecipato squadre della protezione civile e del soccorso alpino. L’anziana è stata accompagnata al pronto soccorso, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Ritrovata l’anziana scomparsa sul monte FaudoÈ stata ritrovata la donna di 86 anni scomparsa nella serata di martedì, 28 maggio, mentre passeggiava sul monte Faudo, entroterra di Imperia. L’anziana è stata rintracciata dai cani dei vigili del fuoco che hanno seguito una traccia fiutando un abito indossato dall’86enne. La donna era finita in un sentiero, in una zona piuttosto impervia, che ha reso necessario l’intervento del soccorso alpino.Alle operazioni hanno partecipato anche vigili del fuoco e protezione civile. La donna è stata accompagnata al pronto soccorso, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. LEGGI TUTTO
Como, 17enne si tuffa nel lago e non riemerge, recuperato dopo 20 minuti: non ce l’ha fatta
L’adolescente è deceduto questa mattina all’ospedale Sant’Anna di Como, nonostante i tentativi dei medici di salvarlo con l’ECMO, l’Ossigenazione Extracorporea a Membrana. Vigili del fuoco – Nanopress.itIl ragazzo si era tuffato intorno alle 21 da un pontile del porto di via Geno mentre si trovava con il fratello e alcuni amici. Tragedia al lago di ComoUn tuffo serale tra le acque del lago di Como è costato la vita a un ragazzo di appena 17 anni di origini turche.Nella serata di venerdì, 27 maggio, il ragazzo si è tuffato da un pontile del porto di via Geno, ma da quelle acque non è più riemerso.Il fratello e gli amici che erano con lui hanno quindi lanciato l’allarme. Sul posto è giunta una squadra di vigili del fuoco, che hanno estratto il corpo del ragazzo dalle acque del lago, mentre si attendeva l’arrivo dei sommozzatori.Trasferito d’urgenza all’ospedale Sant’Anna di Como, questa mattina è giunta la notizia del suo decesso.I medici hanno tentato di tutto per salvarlo, senza riuscirci. I sanitario del capoluogo loriano hanno sottoposto il ragazzo all’ECMO, la procedura di Ossigenazione Extracorporea a Membrana, ma neppure questo è bastato a salvargli la vita.Il fratello del ragazzo, che ha assistito alla scena, ha accusato un malore durante le operazioni di soccorso. LEGGI TUTTO
Delmastro boccia la riforma Nordio, nuovo caso nel governo
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDella riforma della giustizia sulla separazione delle carriere nella magistratura «l’unica cosa figa è il sorteggio dei togati al Csm, basta». Le parole di Andrea Delmastro finiscono nero su bianco sul Foglio e fanno scoppiare l’ennesima grana per Giorgia Meloni, con le opposizioni che chiedono le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, «perché ha perso ogni credibilità». Ma spinge pure l’Anm, nonostante il tentativo di Delmastro di ridimensionare la portata di «ragionamenti in un colloquio informale», a ribadire che la separazione delle carriere «servirà solo ad assoggettare i magistrati al controllo del governo».Nordio: su Delmastro enfatizzazione giornalisticaSilenzio e imbarazzi in casa di FdI, dove la prima pagina del quotidiano ha iniziato a girare appena comparsa nelle prime rassegne stampa notturne, fino alle dichiarazioni del ministro Carlo Nordio che ha parlato di «enfatizzazione giornalistica di una discussione complessa», e ha rilanciato: «Alla fine il risultato è stato ottimo, come l’amico Delmastro mi ha tempestivamente ribadito».Loading…Le critiche di DelmastroL’irritazione è arrivata ai piani alti del governo, e fino a pomeriggio inoltrato non sono emerse tracce di contatti fra Meloni e Delmastro. In un momento già complicato sotto vari punti di vista, la premier avrebbe evitato volentieri il caso di un sottosegretario di FdI che critica la riforma varata dal ministro al fianco del quale lavora, peraltro suo collega di partito. «Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta», uno dei concetti espressi da Delmastro, secondo cui «quando un pm non dovrà neanche più contrattare il suo potere con i giudici in un solo Csm e avrà un suo Csm che gli garantirà sostanzialmente tutti i privilegi, quel pm prima ancora di divorare i politici andrà a divorare i giudici, che hanno il terrore di questa roba».Gli attacchi delle opposizioniDal primo mattino scatta la batteria di comunicati delle opposizioni. Pd, M5s, Italia viva, Avs, tutti chiedono un passo indietro di Delmastro. «Non resta a Delmastro che agire di conseguenza e unirsi a noi nel voto di sfiducia al ministro Nordio» incalza tra gli altri il leader del M5s Giuseppe Conte.L’imbarazzo nella maggioranzaIl sottosegretario all’ora di pranzo interviene con una nota: «L’impianto della riforma è ottimo», e «la soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra». Due ore più tardi il Foglio pubblica sul sito l’audio della conversazione. Per le opposizioni è la conferma del cortocircuito nel governo. Per FdI invece l’audio «smonta» le polemiche, «chiarisce» che per il sottosegretario la riforma «è ottima». Gli alleati preferiscono non commentare. «Sfoghi personali che lasciano il tempo che trovano», si ragiona in ambienti di FI, «conta solo l’accordo politico a portare avanti senza indugi la riforma». LEGGI TUTTO
Beppe Sala a Radio24: «Candidato Regione? Prenderei in considerazione tutto»
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«Io prenderei in considerazione anche tutto, potendo dare il mio contributo». Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a Amici e Nemici su Radio24, rispondendo ai conduttori Marianna Aprile e Daniele Bellasio che gli hanno chiesto se c’è la possibilità che si candidi per presidente della Regione Lombardia se glielo chiedessero. «Rimane il fatto che, non voglio dire, ma mancano due anni» alla fine del mandato da sindaco, «francamente non lo so – ha aggiunto -. Io nella vita ho fatto le cose senza chiedere un favore a nessuno ma dicendo, io ci sono e vediamo cosa posso fare. Il punto è cosa vuole essere la sinistra nel futuro e cosa vuole essere il Pd».«Nessun ultimatum alle squadre sullo Stadio di Milano: sia i Club che il Comune vogliono concludere la cessione entro l’estate, noi stiamo dicendo: “sbrighiamoci” perché ogni settimana che passa è una settimana persa» ha poi commentato a proposito dello Stadio. «Noi oggi stiamo dicendo che si tratta di lavori che richiederanno anni. Noi pressiamo molto sui tempi», conclude.Loading… LEGGI TUTTO