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Rimborso Irpef: ecco come e quanto tempo serve per ottenerlo


I tempi di attesa per ottenere un rimborso Irpef da parte di chi ha compilato il Modello Redditi PF per la propria dichiarazione sono decisamente più lunghi rispetto a quelli a cui devono sottostare i contribuenti che hanno invece utilizzato il Modello 730, pur senza sostituto d’imposta. Ma come mai esiste questa grande discrepanza?

Si tratta di due modalità dimolto differenti per quanto concerne proprio la liquidazione dei rimborsi Irpef, essenzialmente per due motivi principali. In primis nel Modello 730 è possibile indicare il sostituto d’imposta, che si occupa di pagare tasse e tributi così come di liquidare eventuali rimborsi, opzione non disponibile nel Modello Redditi PF. In secondo luogo, mentre nel 730 il rimborso avviene in modo automatico qualora il conguaglio sia a credito, nel Modello Redditi questa opzione deve essere indicata al momento della compilazione: il contribuente può anche scegliere se tenere l’eventuale somma come compensazione per la dichiarazione dell’anno successivo.

Il rimborso Irpef

Se si decide di puntare al rimborso, purtroppo, l’attesa è decisamente lunga. Come detto, la scelta va indicata in modo esplicito in fase di compilazione del quadro Rx, dove il contribuente decide come fruire dell’eventuale credito derivante dai suoi versamenti, tenendo presente che ciò si può fare solo nel caso in cui esso sia superiore a 12 euro.

Si può optare quindi per ottenere il rimborso diretto da parte dell’Agenzia delle entrate, utilizzare come compensazione il credito derivante oppure riportare tale credito nella dichiarazione dell’anno successivo: qualora tale scelta non sia esplicitata, la terza soluzione è quella che viene considerata in modo automatico.

Chi opta per il rimborso potrà ottenere la cifra spettante dall’Agenzia delle entrate una volta che saranno concluse le verifiche fatte attraverso il controllo automatizzato. Oltre ad analizzare la correttezza dei dati inseriti in dichiarazione, il Fisco valuta anche se il contribuente può incassare l’assegno: nel caso in cui esso fosse nel frattempo deceduto, ad esempio, viene effettuala la ricerca degli eredi per intestare a loro il rimborso spettante. Insomma, una serie di verifiche che richiedono tempi lunghi, per via delle quali la stessa Agenzia delle entrate consiglia ai contribuenti di comunicare l’Iban del proprio conto corrente su cui effettuare il rimborso, con l’obiettivo di tagliare i tempi di attesa.

Ma quali sono mediamente questi tempi? I contribuenti che compilano il 730, dipendenti o pensionati, ricevono le somme a credito entro la fine dell’anno di invio della dichiarazione, anche in mancanza di un sostituto d’imposta. Per il Modello Redditi c’è da aspettare ben oltre: in genere il Fisco dà il via libera all’erogazione 6 mesi dopo la data ultima di scadenza del 31 ottobre: ciò significa che già si parla dell’anno dopo. Se a questo si aggiunge la lunga lista delle verifiche è possibile comprendere il perché di tali tempistiche. Questa situazione accade in particolar modo quando la cifra da restituire al contribuente è particolarmente elevata: l’Agenzia delle entrate si sofferma più a lungo per valutare con grande attenzione le detrazioni di cui il cittadino ha beneficiato.

Nella migliore delle ipotesi, in conclusione, il pagamento del credito spettante avviene entro la

primavera dell’anno successivo a quello di presentazione del Modello Redditi, ma sono molto frequenti i casi in cui il rimborso arriva addirittura dopo la dichiarazione successiva, per cui come minimo nei mesi finali dell’anno.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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