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Parlamentari e consulenze, il governo vara la norma anti-Renzi


Con la semplificazione delle regole per il Piano Transizione 5.0, approvata dalla Commissione Europea, il governo punta a rivoluzionare il tessuto industriale italiano. Tra le novità spiccano un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni di euro, la possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei, e una maggiorazione degli aiuti per impianti fotovoltaici di produzione europea. Misure che ambiscono a rendere più competitivo il settore industriale, favorendo l’innovazione e la sostenibilità ambientale. Sono le modifiche alla manovra, effettuate dal governo, annunciate ieri dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e anticipate giovedì scorso dal titolare del Tesoro, Giancarlo Giorgetti. Tra gli altri emendamenti dell’esecutivo in via di approvazione anche la garanzia del Fondo Mutui per l’acquisto della prima casa che sarà concessa esclusivamente ai giovani under 36, alle giovani coppie, ai nuclei monogenitoriali con figli minori e ai residenti in case popolari.

Non mancano nuove entrate per finanziare opere pubbliche e infrastrutture sportive. In primo luogo, dal primo aprile 2025, i voli verso destinazioni extra-Ue vedranno un incremento di 50 centesimi per passeggero. La misura riguarda gli scali con un traffico superiore ai 10 milioni di passeggeri l’anno e prevede un gettito stimato di 5,33 milioni nel 2025 e 8 milioni nel 2026. I fondi verranno destinati dai Comuni a progetti di sviluppo urbano. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha inoltre confermato un’imposta sulle scommesse online, i cui proventi potrebbero essere impiegati per ristrutturare stadi e infrastrutture sportive. Dettagli su importi e modalità sono attesi a breve.

Qualche polemica ha sollevato l’emendamento dei relatori che, tra le altre cose, equipara gli stipendi tra ministri-parlamentari e ministri che non lo sono e introduce il divieto per i componenti del governo di svolgere incarichi retribuiti in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale e operativa nell’Unione europea. Gli oneri sono quantificati in 1,3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025, ma – come detto – le polemiche scaturiscono da Italia Viva visto che l’ex premier ha ricevuto retribuzioni per i suoi interventi in convegni organizzati dall’Arabia Saudita. Per i ministri non parlamentari si tratta di un bel passo avanti visto che finora percepivano ‘solo’ lo stipendio base di circa 5mila euro, più circa 3.500 euro per le spese forfettarie che saltano se si resta fuori Roma più di 15 giorni al mese. Un vincolo, introdotto dal governo Monti, che invece i parlamentari non hanno.

Tra le altre modifiche proposte dai relatori, l’aumento nel 2025 dei pedaggi autostradali dell’1,8%, il via libera all’assunzione di 200 magistrati ordinari pescando da graduatorie di concorsi già svolti, e l’esclusione dei costi per il personale dalla spending review per la Rai, ristretta alle sole consulenze esterne.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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