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Bpm: “La Consob blocchi Unicredit”


Sale di tono la battaglia tra Banco Bpm e Unicredit. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha riunito ieri un consiglio d’amministrazione per decidere la strategia finalizzata a resistere all’attacco di Piazza Gae Aulenti: verrà inoltrato un esposto a firma dei legali Michele Carpinelli, Filippo Troisi e Andrea Zoppini, indirizzato a Consob, con la richiesta che l’Authority stabilisca «l’improcedibilità» dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm. Il motivo? L’uso strumentale da parte di Unicredit dell’offerta pubblica di scambio, lanciata a un prezzo basso solo per limitare lo spazio di manovra di Bpm attraverso la passivity rule e condizionando così anche l’Opa su Anima. Dopo le staffilate di Andrea Orcel, il numero uno di Piazza Gae Aulenti, nelle dichiarazioni a commento del deposito dell’Offerta pubblica di scambio in Consob, ieri è quindi arrivata la risposta ruvida di Castagna. Da una parte, infatti, Orcel aveva definito «adeguata» la sua proposta, facendo riferimento a un prezzo sopravvalutato di Bpm in seguito agli effetti della speculazione di Borsa provocata dal lancio dell’Opa su Anima annunciata a mercati chiusi lo scorso 6 novembre. Dall’altra parte, ad alcuni giorni di distanza, ieri Castagna ha ribattuto con tre missili calibrati: con il primo, contesta il confronto del prezzo di mercato di Unicredit del 22 novembre e quello del 6 novembre di Bpm, ultimo prima dell’Opa su Anima, ritenuto da Orcel «undisturbed» (quindi non inquinato) dalle speculazioni del mercato. Un riferimento ritenuto invece da Castagna «inappropriato e non pertinente», dal momento che il prezzo al 22 novembre di Bpm considera i risultati trimestrali, l’acquisto del 5% di Mps e l’Opa su Anima. «Non si comprende il motivo per cui il prezzo dell’azione non debba tenere conto delle operazioni straordinarie lanciate dalla banca», ha osservato l’amministratore delegato di Bpm. Il secondo missile arriva riguardo al premio del 14,8%, indicato nel comunicato da Unicredit, determinato sulla base del prezzo ufficiale delle azioni Unicredit al 22 novembre su quelle di Bpm al 6 novembre. Quest’ultimo, infatti, secondo i calcoli di Piazza Meda sarebbe in realtà del 3,9%, quindi considerevolmente inferiore al 14,8% indicato da Unicredit. Infine, la terza bordata è che «sulla base dei prezzi ufficiali di ieri, lo sconto (e non il premio) nel corrispettivo annunciato da Unicredit è salito al 14,2%». Il capo del Banco Bpm, inoltre, non crede «possa giovare alla trasparenza del mercato annunciare un corrispettivo facendo presupporre che potrebbe essere rivisto». Castagna poi attacca sui dividendi: «Nel corso del 2024 Bpm ha corrisposto agli azionisti 1,45 miliardi, pari a oltre il 15% della capitalizzazione di Borsa», pertanto «non comprendiamo neppure i presupposti su cui si basano le affermazioni relative a un rendimento da distribuzione doppio del nostro». Affondo anche sulla vicenda russa, tra le spine di Unicredit: Bpm scrive di «incertezza» per la presenza della banca di Orcel «in Paesi come la Germania, alcune nazioni dell’Est Europa e soprattutto in Russia.

Ritengo che i nostri azionisti abbiano il diritto di conoscere quali sono i possibili sviluppi, rischi e i costi associati, sia in riferimento all’operazione Commerzbank sia all’eventuale dismissione delle attività in Russia, peraltro – secondo quanto si apprende da notizie di stampa – più volte sollecitata dalle Autorità europee».


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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