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Azienda Italia, gli affari sono più brillanti quando c’è una pennellata di bellezza

Ernesto Fürstenberg Fassio

Chi investe in arte produce di più. A misurare quanto è stata la quinta edizione del report di Banca Ifis sull’«Economia della bellezza 2024»: ebbene, le oltre 700 imprese italiane che investono in arte e cultura generano 192 miliardi di euro di ricavi e hanno una produttività 1,4 volte superiore rispetto ai competitor, con punte di oltre tre volte nel settore bancario, il comparto che registra l’interesse più vivace nello sviluppo di progettualità in questi ambiti.

«L’Economia della Bellezza dimostra con numeri e testimonianze concrete, di piccoli e grandi imprenditori del nostro Paese, quanto sia vincente il binomio tra arte e cultura e attività d’impresa», è stato il commento di Ernesto Fürstenberg Fassio (in foto), presidente di Banca Ifis, «per questo ho voluto creare Ifis art, il brand che riunisce tutte le progettualità di Banca Ifis che hanno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese». Lo studio presentato ieri a Villa Fürstenberg, a Mestre, spiega questo fenomeno notando come «le aziende che realizzano questo tipo di investimenti producono un forte cambiamento sia all’interno dell’azienda che sul posizionamento verso gli stakeholder esterni». Il che si traduce nel già descritto aumento della produttività, ma non solo perché queste registrano una crescita delle retribuzioni superiore di 2,2 volte, con un impatto indiretto, quindi, anche sulla valorizzazione delle competenze.

Per quanto riguarda la dimensione di queste aziende, 8 su 10 registrano un fatturato inferiore ai 250 milioni di euro. Le oltre 700 aziende prese in considerazione sono distribuite su diversi settori produttivi: moda, meccanica, agroalimentare, solo per citare i primi tre settori composti da imprese che investono in progetti di stampo artistico-culturale. Gli obiettivi che si sono poste con queste iniziative sono stati approfonditi attraverso un’indagine sul campo che ha coinvolto imprenditori e istituzioni come la Camera di Commercio dai quali sono emerse quattro tipologie di aree di intervento: il 52% costruisce relazioni solide con territori e comunità; il 23% comunica con i propri stakeholder esterni; il 12% usa arte e cultura come strumenti di innovazione e di stimolo creativo; il 12% si è concentrato sul coinvolgimento dei dipendenti.

L’analisi ha poi restituito un focus sul mondo bancario: sono 16 i gruppi che hanno adottato, in modo strutturato e continuativo, progettualità e iniziative su arte e cultura da cui è emerso che il 68% delle banche adotta approcci di costruzione di relazioni solide con il territorio e le comunità; il 20% utilizza l’arte e la cultura per comunicare e coinvolgere i propri stakeholder esterni; il 12% considera tali progetti come strumenti di innovazione e stimolo creativo.

Inoltre, secondo i dati di Economia della Bellezza, l’incremento della produttività dei gruppi bancari con progetti su arte e cultura è pari al 27% nel periodo 2018-2022, superiore al +8% del totale sistema bancario, con una performance pari a oltre tre volte il ritmo medio annuo di crescita del settore e a circa due volte il ritmo annuo di crescita della retribuzione.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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