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Albano Carrisi ricostruisce le ultime ore prima della morte della figlia Ylenia: ”Era la notte di Capodanno 1994, si sedette in riva al fiume e…”

  • Il cantante sulla Power sottolinea: “Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così”
  • A quasi 80 anni, li compirà il 20 maggio, rivela: “Ho pensato di farla finita”

Albano Carrisi ripercorre la sua vita. A quasi 80 anni, che compirà il prossimo 20 maggio, racconta la sua lunga vita artistica sulle pagine del Corriere della Sera. Ma non solo. Parla della famiglia e anche di Ylenia, la prima figlia avuta con l’ex moglie Romina Power, scomparsa a gennaio 1994 a New Orleans: aveva 23 anni. Dopo ricerche vane durate anni, nonostante il corpo della ragazza non sia mai stato ritrovato, nel 2014 la ragazza è stata dichiarata morta. Il cantante ricostruisce le ultime ore prima della sua morte. “Era la notte di Capodanno 1994, si sedette in riva al fiume e…”.

Ho ricostruito quella notte ora per ora. Ho parlato con i testimoni. Ho incontrato Masakela, che era stato pure in galera, ma negava di avere colpe. Ho interrogato l’ultima persona che l’ha vista, il guardiano del porto – svela Al Bano sulla figlia – Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: non puoi stare qui. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse: ‘Io appartengo alle acque’, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Lì capii che il guardiano stava raccontando la verità, perché Ylenia diceva quella frase da bambina prima di tuffarsi, e nuotava a farfalla. Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così”.

L’artista pugliese di Ylenia dice: Era una ragazza straordinaria. Studiava al King’s College di Londra. Parlava inglese, spagnolo, francese, portoghese. Venne a Mosca con noi e imparò un po’ di russo, la sera Romina e io andavamo a dormire e lei scendeva sulla Piazza Rossa a vedere il cambio della guardia al mausoleo di Lenin. Poi ci accompagnò negli Usa, a girare un docufilm, l’America perduta. Andammo da Los Angeles a New Orleans. E lì fece l’incontro fatale”.

Al Bano spiega quel che ha cambiato la ragazza: Gli homeless. Gli artisti di strada. Ricordo un nero, si chiamava Masakela. Una sera la compagnia andò al cinema, ma io rimasi con Ylenia perché avevo notato qualcosa di strano. A un tratto cominciò a correre, e io dietro, lei gridava: ‘Fermate quell’uomo vuole farmi del male’, e quell’uomo ero io, gridavo: ‘Lasciatemi, è un problema di droga’. Mi seminò, la ritrovai il mattino alle 8. A sua madre disse che aveva rischiato la vita sulle acque del Mississippi”.

Andammo a Venice a trovare la zia di Romina, Anne, la sorella di Tyrone Power: una pittrice di animo gentile. Sembrava tornata la pace. Al ritorno Ylenia mi dice: ‘Papà, ho deciso di scrivere un libro, e per farlo devo andare in Belize, la patria degli homeless’. Dissi: ‘Va bene, ma prima ti devi laureare, manca poco…’. Invece andò in Belize, visse in una capanna, un uomo la minacciò, lei si salvò prendendo in braccio un bambino. Così tornò a New Orleans. Diceva che non voleva frequentare gente di plastica, sottolinea ancora Carrisi.

Al Bano poi fa un’inaspettata confessione, ha pensato al suicidio: “Dopo la scomparsa di Ylenia e la separazione con Romina, sono stato da solo per nove anni. Il dolore era terribile. Pensavo che Dio mi avesse abbandonato. E con il dolore cresceva una voce che diceva: ‘Al Bano eliminati. Al Bano falla finita’. Ma poi ho capito che era la voce del demonio. E ho sentito anche la presenza di Dio. Ho provato una pace profonda. Mi sono detto: ‘chi sei tu per giudicare Dio? Ricordati che anche Lui ha perso un figlio’”.


Fonte: https://www.gossip.it/feed/


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